[storyline]: Un castello di Oscurità...deve avere solide fondamenta

Riunione InterMinisteriale - Marzo 2010

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  1. ~Miss Jalyne
     
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    * PETER FINNERS * JALYNE MCRUNER
    Parlare è sopravvalutato da molte delle genti che ci circondano.






    << Allora Pete, come sta andando la tua ricerca personale? >>
    poche erano le persone che potevano permettersi di chiamarlo in quel modo ma la bionda che gli camminava affianco non sembrava essere preoccupata dalla cosa. Dal primo giorno in cui si erano incontrati, lui aveva capito quanto potesse essere pazzo e inquietante quel viso angelico che, rilassato, rendeva tutto più semplice. L'aveva vista sbandare dopo una dose di quegli strani intrugli; l'aveva vista uccidere senza alcuna pietà e l'aveva vista persino nuda. Sì... Ogni tanto si divertivano insieme. Che male c'era? Alcuno, visto che nessuno dei due era intenzionato a parlarne.
    << Ti dico ciò che so, se tu mi parli della prigioniera che urla da mattina a sera nella cella 058 del braccio B. >>
    i riccioli si mossero con uno scatto e l'avanzata della ragazza si arrestò di colpo. Nel corridoio smisero di echeggiare i fastidiosi ticchettii delle suole in cuoio e Peter si trovò a sorridere. Aveva fatto centro! Lui sapeva, come lei sapeva. Si guardarono un attimo negli occhi e sghignazzarono all'unisono. Certo! Nessuno dei due avrebbe detto nulla di nulla.
    << Bene... Vedo che siamo informati! Visto che abiti vicino alla Testa di Porco, un'occhiata in più non fa mai male. Fammi questo favore. >>
    le sale di Azkaban venivano superate dai due che, parlando fitto e basso, non notarono il via vai di gente che si apprestava a tornare a casa. Erano solo loro gli imbecilli che perdevano tempo ad una riunione che non avrebbe risolto nulla. Tutto sarebbe stato adagiato sul piatto della bilancia e quella.... Beh... Non si sarebbe mossa di un millimetro! Non c'era nulla di nuovo che Rabastan non sapesse già. Peter si occupava principalmente di intrattenere i rapporti con i ministeri degli altri territori magici e Jalyne.... Jalyne giocava.
    << Puoi sempre venire tu a controllare. Dalla finestra della camera da letto c'è una bella visuale del suo locale. >>
    lo udì sussurrare quella proposta e ne rise. La sua voce chiara ma sguaiata sovrastò ogni rumore eppure nessuno sembrò preoccuparsene. Gli posò una mano sul braccio e si fermò davanti ad una porta aperta solo per metà.
    << Se usciamo vivi da questa serata, potrei anche farci un pensierino. >>
    oggi Jalyne sembrava quasi normale: niente occhi vacui, nè instabilità fisica o facce strane. Forse aveva smesso di prendere quella robaccia che le concedeva un amico immaginario, oppure voleva solo fare colpo su Rabastan.
    Peter si aggiustò la cravatta, stringendo il nodo perfetto, e varcò la soglia lasciandosi circondare da un vociare concitato. C'era già qualcuno che aveva preso posto attorno al tavolo, mentre altri stavano appoggiati ai muri e borbottavano sottovoce. Piccoli gruppetti di persone che non potevano andare d'accordo come un solo uomo! Tutti erano mossi da una cosa: alcuni provavano terrore, altri riverenziale interesse, altri ancora gratitudine e gli ultimi... Quelli che Peter preferiva. Coloro che ricercavano il potere perduto o mai avuto. Era da loro che lui aveva sempre diffidato, nonostante credesse che fossero dei bravi lavoratori.
    << Pete, di qua. >>
    Jalyne lo condusse in un angolo appartato e cupo della sala e lui potè udire sulla pelle lo sbalzo di temperatura. Un freddo pungente penetrò nelle sue ossa, tanto che si chiese come facesse la donna a sopportare quell'aria gelida con indosso solo un paio di calze a rete smagliate, una gonna corta e una giacca in pelle a coprire un leggero top, anch'esso scuro.
    << Eccolo che arriva. Si dia inizio alle danze. >>
    Peter le indicò Lestrange che camminava concitato verso la sala e, una volta entrato, dichiarava subito le sue intenzioni. Niente giri di parole, nè alcuna via di fuga. Sia Jalyne che Peter potevano dire addio alla loro notte di divertimento! L'uomo si lasciò cadere indietro e appoggiò la spalla contro il muro. Le mani rigorosamente in tasca, si strinse nelle spalle e attese. Di certo non sarebbe stato lui il primo a rispondere a quella provocazione. Nemmeno Jalyne era decisa a spingersi tanto oltre. Aveva già dato, subendo la furia di Rabastan, perciò rimase in silenzio e attese, le mani incrociate dietro la schiena e un sorriso sornione in volto.




    Role code by Ellenroh Carrow

     
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