[storyline]: Embrace your future

M.A.G.O. 7 Giugno 2010

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  1. Kostner Kierkgard
     
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    Kostner Kierkgard * Insegnante di Incantesimi




    * Sala Grande di Hogwarts * 7/6/2010 *

    La magia è un potere, un'opportunità, che non si è mai fatto alcuna remora di cogliere, foss'anche per semplificarsi la vita evitando la minima fatica. Il movimento di alzare la bacchetta e sui banchi degli studenti del 7^ anno è la magia a far posare i fogli, le piume a prova di copiatura fornite dal Ministero della Verità e il testo dello scritto di Incantesimi.
    Il divertimento per lui e per la commissione avrà inizio nel pomeriggio, la sua materia è l'ultima di quei primi M.A.G.O. della nuova Hogwarts. Il divertimento sarà triplice:
    1 vedere i più "problematici" tra i maturandi cercare di trattenersi - lo sguardo si posa sulla Jackson, su Alton e su ragazzi fino a pochi mesi prima insospettabili, ma che sono diventati presto soggetti da sorvegliare attentamente, come la Foster.
    2 vederli affrontare il percorso di esame e capire di avere a disposizione pochi incantesimi e molti limiti
    3 vedere la frustrazione che il loro amato Preside dovrà trattenere e celare agli inviati dal Ministero.
    Pura soddisfazione per lui e Mulciber, al quale il Preside crede di averla fatta per un anno intero.
    >
    La sorveglianza sul Preside e sugli studenti è stata ben svolta durante tutti i giorni di permanenza della commissione esterna al Castello. Ci si aspettano determinate azioni, ci si aspetta un nuovo tentativo di contatto da parte dei Reietti. Ci si aspetta qualcosa che - quando avverrà - autorizzerà il Ministero a prendere le misure più drastiche.
    E allora il Mondo magico comincerà davvero a funzionare come avrebbe sempre dovuto.

    " L'esaminando argomenti con i dovuti strumenti la propria opinione sullo svolgersi degli eventi che portarono nel 1998 alla guerra magica contro i rivoltosi riuniti sotto il nome dell'Ordine della Fenice e al diffondersi dell'epidemia che ha quasi portato alla scomparsa dei poteri e a conseguenze ben più gravi ancora in tutta la popolazione. "


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  2. Cameron Alton
     
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    Quella notte non era riuscito a dormire e certo non per il fatto che li aspettasse lo scritto di Incantesimi, che era diventato la sua bestia nera per centinaia di motivi tutti differenti dalla materia. La materia gli era sempre piaciuta - anche se la parola "sempre" riferita al passato non era più sicuro di poterla usare con sicurezza. La pozione medicina che molta, troppa gente continuava a prendere e che lui aveva deciso di ignorare...quanto aveva cambiato, anche dei suoi ricordi? Quanto aveva cancellato nella sua memoria?
    Entrò nella sala grande trasformata in classe per l'ultima volta della sua vita. E pensò con un rabbioso rimpianto che...non avrebbe potuto veramente rimpiangere Hogwart. Non per la scuola che era diventata.
    Non per le infinite notti di decisioni e di incubi cui il Ministero e quegli odiosi professori avevano costretto lui, Amber, i suoi fratelli...
    Mentre sedeva ad un tavolo qualsiasi, non troppo defilato per non dare a Kierkgard la soddisfazione di spostarlo più vicino alla cattedra, ma nemmeno troppo al centro dell'attenzione.
    Avrebbe consegnato in bianco? Molto probabile!
    Sarebbero rimasti a lungo a fare i bravi maturandi? Ma neanche per sogno!
    A preoccuparli non era quello scritto e tanto meno i risultati finali dei M.A.G.O. Lo preoccupavano di più i possibili finali che la giornata avrebbe potuto avere. Avevano cercato di prevederli tutti e...non c'erano ovviamente riusciti. Troppe le cose che potevano andare storte nel loro piano, pochissime le certezze.
    Lui e Amber non avrebbero potuto restare in quel castello e la vita alla macchia non entusiasmava nessuno dei due. Lei cercava di vederne gli aspetti positivi più per tranquillizzare lui...e lui cercava di mostrarsene convinto...con scarsi risultati. Era sempre stato un pessimo attore, Henry e Amber glielo dicevano da una vita.
    Ascoltò con grande fatica le raccomandazioni dell'esaminatore esterno e ancor più disperatamente quelle del caro professore, desiderando che al loro posto potesse esserci soltanto il Preside...se proprio questa pagliacciata dei MAGO doveva consumarsi. Ma sapeva che era meglio, in fondo, che il Preside fosse altrove...che non potesse essere accusato dal Ministero di tutto quello che poteva accadere in quella sala...Già ci sarebbe stato tutto il resto a seguire...e non erano prospettive molto rassicuranti.
    Gli sfuggì uno sbuffo ironico quando Kierkgard augurò loro buona prova. Alla sua sinistra, dalla fila di banchi posta sotto le finestre, Amber lo freddò con uno dei suoi sguardi...da dietro partì invece un calcio di avvertimenti di quelli più potenti e ben assestati sotto la sedia. Hanry non perdeva la sua verve.
    Avrebbe tanto voluto sapere come faceva a tenere quelle espressioni impassibili, così capaci di mandare affan... Mulciber e compagnia e farlo con il sorriso.
    Sorriso no...ma quando poterono leggere il testo della prova, beh...questa volta Henry per lo meno rischiò di ridere in faccia a Kierkgard quasi più di lui, che fu zittito da Amber e Joanne contemporaneamente.
    Dio, che voglia di mandarli davvero al diavolo per direttissima! Loro, i loro libri, i loro programmi ministeriali e compagnia!
    Si costrinse a mantenere la calma, iniziò con tutta la buona volontà a contare lentamente, mentre si ripeteva le conseguenze assai peggiori che avrebbero potuto pagare altre persone, se avesse sclerato come Kierkgard si aspettava di vederlo sclerare.
    No, c'era troppo in gioco.
    Doveva resistere e lo avrebbe fatto.
    Di più, li avrebbe ingannati tutti quanti. Avrebbe sbugiardato Kierkgard davanti alla commissione, scrivendo il miglior tema che certo non avrebbe potuto aspettarsi da lui. Gli esaminatori esterni dovevano essersi sentiti dire il peggio dal professore e da Montague, su di lui. Ma questa volta non avrebbero potuto fare nulla, se non lasciarlo uscire da quella sala quando lui avesse voluto.
    Libero di iniziare veramente ciò che gli interessava fare, che andava fatto.
    Snow, la Hudson e gli altri ragazzi li aspettavano. C'era qualcosa di vitale che rendeva esami, voti e tutto il resto assolutamente inutili.
    Picchiettò la piuma sul foglio bianco, sorridendo sghembo ad Amber, mentre si chiedeva cosa avrebbe fatto lei, su quella pergamena.
    Probabile che gli ormoni impazziti della gravidanza facessero a lei brutti scherzi...ma lei sarebbe stata giustificata.
    Lui aveva deciso come iniziare.

    "Non c'è niente di peggiore, per uno stato magico come l'Inghilterra - la culla della tradizione magica - dello scoprirsi ad essere diventata la culla dell'epidemia che ha quasi provato tutti del potere magico" - dal discorso dell'insediamento del Ministro Bouchka.
    Aprire con una forbita citazione...cosa c'era di meglio?
    Grazie, Amber e Joanne. Ogni tanto darvi retta e studiare...può tornare utile.
     
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  3. Lord Arawn
     
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    Avevo passato la notte in bianco. O quasi. Stava per succedere qualcosa d'importante, che forse ci avrebbe cambiato completamente la vita. Non conoscevo completamente i piani di Cameron, ma credo che tra lui e Amber fossero riusciti a trovare qualcosa di buono. Avevo provato ad aiutare anche io, ma... non ci ero portato, la mia idea migliore era stata quella di fargli crollare il soffito in testa. Certo, forse avrebbe funzionato, ma non saremmo arrivati lontano. Frelia invece sembrava essere riuscita a trovare qualcosa di più. Confidavo in lei.
    Guardai fuori dalla finestra della Torre di Grifondoro: il sole splendeva benevolo sul parco, e le campanelle, risuonanti per la scuola, annunciavano l'inizio dell'esame di incantesimi. Entro poco tempo sarei dovuto scendere e restare dalle parti della classe, pronto a qualsiasi cosa sarebbe successa. Un ragazzo di Grifondoro mi salutò, sorridendomi.

    Ehilà Joyle,come va?
    Scambiai qualche parola con il ragazzo. Lui era come tutti gli altri, prendeva la sua pillola e credeva ciecamente a quello che dicevano i professori. Molto strano per un Grifondoro... ma a lui piaceva seguire le regole. Diceva che se erano state scritte così era solo per il bene di tutti, e bisognava combattere per mantenere quell'ordine. Che cosa assurda. Strinsi gli occhi quando lo guardai allontanarsi. Se fosse scoppiata una battaglia, lui sarebbe sceso in campo? Avrei dovuto Schiantarlo?
    Sospirai leggermente. Non pensavo così tanto alle conseguenze delle mie azioni da molto tempo. Se fossi scappato, sicuramente ci sarebbero state conseguenze. Mia sorella e mia mamma sarebbero state prese. Ma almeno per la prima ero sicuro, o quasi, che non ci sarebbero state conseguenze. Lo avevo messo giù chiaro e tondo. Non mi sarei mosso se mia sorella non fosse stata messa al sicuro. Era stata la mia unica richiesta. Lo avrei fatto io stesso, se necessario, ma nessuno doveva toccarla.
    Pensai anche alle altre persone che conoscevo, come Shira. Era stata sicuramente vista con me, qualche volta. La avrebbero interrogata. Ma non potevo portare via anche lei. Era troppo giovane, e quello che volevo fare estremamente pericoloso. Sarebbe stato meglio se mi avesse odiato. Be', sicuramente lo avrebbe fatto. Avrebbero detto certe cose su di noi, che avrebbero spinto tutti a trattarci come criminali. Prima o poi la avrei ritrovata e mi sarei scusato. Ma non ora. Non doveva sapere niente, o sarebbe stata torturata,e io non lo volevo.
    Mi riscossi. Era tempo di andare. Uscii dalla porta del ritratto e cominciai a scendere le scale, salutando come se niente fosse tutti gli altri. Camminai in giro per il castello, godendomi in apparenza la giornata libera, ma dirigendomi pian piano verso l'aula. Alla fine la scorsi, incassata nel muro come qualsiasi altra porta. Sembrava tutto normale. In un angolo stava Frelia a leggere un libro. Mi diressi verso dilei, sorridendo leggermente. Lei ci sarebbe stata. Mi fermai davanti a lei, stringendo nella tunica la bacchetta. Sussurrai.

    Sono pronto.
     
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  4. Frelia Hudson
     
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    Frelia aveva con sé un libro che non stava realmente leggendo. L'atto di leggere era pura meccanica, la mente sfuggiva all'idea di seguire le parole e il senso con cui si legavano tra loro.
    Aveva preso quel libro sugli incantesimi di difesa dallo scaffale della libreria unicamente per distrarre l'attenzione della Bibliotecaria dalla discussione che era nata con la Serpeverde del settimo anno. Dal giorno in cui il Ministero aveva ufficializzato la voce che correva da tempo, lasciando che il Profeta prima inarrivabile per gli studenti portasse a tutti la notizia dei Giochi che si stavano preparando per gennaio, i toni delle discussioni si erano accesi sempre di più.
    La tensione regalava almeno due ottave anche alla voce più tranquilla. Discutere con chiunque aveva sempre scosso profondamente Frelia, anche quando le riusciva di nasconderlo almeno in parte, ma quell'anno l'aveva messa talmente a dura prova, che da un paio di settimane a questa parte le risultava perfino liberatorio e catartico, in un clima generale nel quale si poteva sfogare pensieri e problemi più seri...si scattava per la qualsiasi.
    Non era il caso di quella mattina però, questa volta non aveva fatto passare nemmeno un istante, prima di affacciarsi dalla sezione che stava guardando pigramente, non appena aveva sentito e riconosciuto la voce della Rhymes, Corvonero del 3^ anno. E la memoria non aveva perso più di un secondo a riconoscere di conseguenza la Whitemore, visto che la Serpeverde si era accanita particolarmente contro di lei.
    Era un miracolo, insomma, se quel giorno non si era presa l'ennesima punizione...ancora. Era ancora di più un miracolo il fatto che la Withemore non fosse ancora uscita dalla Sala Grande per inseguirla e vendicarsi.
    La Rhymes era rimasta insieme a lei fino a poco fa, ma non erano state in grado di scacciare la tensione per quello che poteva accadere da un istante all'altro. Amber, Alton e Joanne avevano mandato a tutti loro il segnale tanto atteso e tanto temuto.
    Quando Frelia avvertì i passi in avvicinamento, si scoprì a stringere forte la bacchetta che impugnava con la mano, tenendola nascosta sotto il libro aperto. Aveva iniziato a sussultare troppo facilmente dentro di lei e non le piaceva affatto. Aveva paura che il coraggio l'abbandonasse e si ostinava a mettersi alla prova con piccoli esercizi, fosse anche sforare il coprifuoco di una decina di minuti più del solito. Era vitale per lei sentire di poter essere la solita Frelia, anche se aveva paura di iniziare a cedere. Snow era il suo sostegno e quando alzando lo sguardo lo riconobbe, sentì con un sospiro che non sarebbe mai riuscita a fargli capire quanto fosse importante per lei.
    << La Withemore è ripartita all'attacco. Qualsiasi cosa abbiano in mente, lasciatela a me. >>
    La frase ebbe un debole effetto sul proprio coraggio, ma sperò che la cosa non si vedesse all'esterno.
    Sorrise tesa all'amico, chiudendo di scatto il libro.
    << Tu sai cos'abbiano in mente, di preciso? >>
     
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  5. Cameron Alton
     
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    Con particolare piacere si avvicinò alla cattedra e lasciò davanti all'esaminatore esterno il suo rotolo di pergamena, attirando l'attenzione dei compagni della prima fila e di Kiekegard, che stava risalendo la Sala comune dal fondo verso il lungo tavolo della commissione.
    << Molto bene...Alton >>.
    Si volse alle parole del professore di Incantesimi, con tutta la calma che gli riuscì di trovare per non sputargli in faccia.
    Ricorda ciò che va fatto.
    Il Preside, doveva riuscire a portare i suoi fratelli al sicuro dal Preside, e doveva trovare il modo di mettere al sicuro anche Amber.
    Passò accanto al banco dove Amber stava scrivendo, molto concentrata. Era pallida, la vedeva sempre più pallida ed era sempre più preoccupato per lei e per il bambino.
    << Non ti è stato dato il permesso di uscire, Alton. >>
    Tornò a guardare verso Kierkegard. << Non vorrà rischiare che porti sulla cattiva strada tutti gli altri, vero? Prima smettono di vedermi, meglio finiranno il loro esame. >>
    << Professor Kierkegard >> si alzò in quel momento Joanne, distraendo forzatamente il mago, che davanti alla commissione esterna non poté fare altro che lasciarlo uscire.
    Per ora tutto sembrava procedere bene. Cercò di trasmettere nella leggera stretta sulla spalla di Amber tutto il colore che poteva, insieme al segnale che avevano accordato.
    Quando uscì dalla Sala comune, trovò Snow, Frelia e anche un paio di ragazze del terzo anno. << Parlate con i vostri fratelli e amici, dite loro di stare al sicuro nei dormitori, prima di venire al piano della Presidenza. I professori non devono avere nessun motivo per punirli. >> disse alle più giovani, continuando a tendere le orecchie per accorgersi in tempo dell'arrivo di...
    << Cosa fate nei corridoi. voi?! >>
    Il mago che camminava verso di loro, dal fondo del lungo corridoio, era un soldato. Un soldato del Ministero, per tenere l'ordine nel castello durante le prove dei M.A.G.O?
    Avevano smesso di considerare loro dei ragazzini, o erano venuti per il Preside?
    Amber...
    Si rese conto di sudare freddo, ma riuscì a controllarsi, mentre faceva al soldato con la mantella del Ministero - non riuscì subito a capire di quale Ministero - un inchino che il cielo solo sapeva quanto gli stesse costando.
    << Chiediamo scusa. Ci sposteremo subito in Biblioteca. >>
    Sentì Frelia e Snow irrigidirsi alle sue spalle. Lui non poteva farlo senza farsi scoprire dal soldato - non aveva nemmeno un paio di anni in più di loro, per Merlino! - ma si augurò che almeno loro due avessero potuto impugnare in qualche modo la bacchetta.
     
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  6. Joanne Foster
     
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    In bocca al lupo, scricciolo. Fai dei buoni esami. Andrà tutto bene.
    Mamma

    Come poteva immaginare sua madre, che l'ultimo pensiero di Joanne in quel momento - così come negli ultimi giorni - era l'andamento dell'esame?
    Joanne non si era sentita mai così sicura di quello che andava fatto, al di là di qualsiasi paura. Perché c'era, la paura. E a volte sotto gli sguardi di Mulciber e Kierkegard diventava terrore.
    Pesandola sulla bilancia, però, la sua paura non era nulla davanti a quello che stava succedendo là fuori. Doveva reagire a quella paura e, se l'aver conosciuto Logan e l'aver capito cosa stava accadendo l'aveva aiutata a guardarsi dentro, i fatti degli ultimi due mesi l'avevano aiutata davvero a reagire fino in fondo.
    Con calma sostenne lo sguardo di Kierkegard, che doveva sicuramente aver capito il loro gioco, il suo alzarsi dal banco esattamente in quel momento per dare tempo a Cameron di uscire.
    Doveva averlo capito, ma non poté fare nulla, in presenza dei commissari esterni.
    Quando Joanne tornò a sedersi dopo una risposta alla sua domanda che Kierkegard avrebbe volentieri condito al veleno, lunghi brividi le percorrevano la schiena.
    Dovette restare a occhi chiusi qualche istante, consapevole di avere addosso gli sguardi di molti, prima di recuperare un minimo di concentrazione e riprendere l'esame...almeno fino allo scadere del termine.
    Annuì impercettibilmente al sorriso di Henry, dalla fila accanto a lei.
    Il tempo sembrò iniziare a non passare mai.

    5^ ora.
    Meno di 30 minuti alla fine del tempo.
    Meno 10 minuti.
    6^ora.

    Diverse sedie vennero spostate e i primi studenti si alzarono per consegnare.
    Cosa era successo là fuori?
    Cam, Snow e gli altri del 6^ anno...erano riusciti ad avvertire i più piccoli?
    Cercò con lo sguardo Amber e Henry, che tornavano dal tavolo della commissione.
    Li lasciò passare oltre il suo banco, poi prese coraggio e si alzò a sua volta. Pronta ad affrontare Kierkegard.
     
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