Ci battevamo dalla stessa parte

per Dean

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  1. seamus finnegan
     
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    L’aria era satura di fumo, anche ora che erano riusciti ad allontanarsi dal palazzo in fiamme.
    Seamus correva tenendo in braccio uno dei bambini, spingendo avanti il fratellino più grande. Gli occhi bruciavano e iniziavano a vedere sempre meno in mezzo a quel fumo.
    Non poteva rischiare di essere scoperto usando ora la bacchetta, però. Avevano alle calcagna almeno due di loro, i membri delle cosiddette Squadre civili. I bravi cittadini che si erano arruolati in quelle squadre di volontari non erano stati dotati di molte magie o di strumenti poi così sicuri, ma con il tempo stavano diventando comunque un grosso problema, anche quando no chiamavano subito gli Auror ai quali rispondevano.
    Ancora una svolta, un’altra e un’altra ancora lungo le stradine di Hogsmeade.
    Il passaggio per il Picco dei Giganti era troppo irto e difficile per due bambini, doveva riuscire almeno a portarli a Scotty, prima di esporsi per depistare le squadre in arrivo.
    Seamus e lui erano diventati una buona squadra, erano riusciti a svolgere insieme missioni utili. A Scotty avrebbe affidato anche la sua stessa vita, non solo quella dei bambini che l’amico avrebbe saputo portare al rifugio.
    << Corri, corri corri! >> gridò al piccolo Richard, figlio di un venditore del mercato nero che era nato da qualche mese alle spalle della Testa di Porco.
    Di quel pub che era stato di Aberforth Silente, ora si diceva di tutto e al tempo stesso niente. Non avevano ancora capito se fosse bene appoggiarsi ad esso come luogo per cercare contatti. Sembrava l’avesse rilevato dopo la Notte dei cristalli una ragazza giovane dal carattere decisamente poco amichevole. Una ragazza che fra l’altro era sempre sotto osservazione, quindi…non era il luogo più adatto in ogni caso, a quanto avevano capito da quando si spingevano anche loro giù dalle montagne.
    Non lo facevano spesso, ma l’allarme dato da Scotty e Dorothy quando erano scesi in avanscoperta e avevano sentito quelle notizie sulla sorte di alcune famiglie del mercato nero…li aveva convinti a cercare di salvarne il maggior numero.
    Poteva essere una trappola, ma nessuno si era azzardato a votare di lasciare indifese famiglie con figli così piccoli, dopo che un intero quartiere povero era stato lasciato bruciare senza che gli Auror intervenissero, solo perché vi abitavano mezzosangue.
    Poche notizie lo avevano disgustato altrettanto, dopo le voci purtroppo confermate sull’esecuzione di Harry, il primo giorno dell’anno. Aveva creduto di morire, quando gli avevano descritto il nuovo Capo Auror. Avrebbe voluto urlare, si era ripreso da un iniziale stato catatonico solo sentendo la presa della mano di Ginny intorno al suo polso venire meno.
    Dopo quel maledetto giorno, l’orrore era tornato al suo picco massimo solo quel pomeriggio, spingendoli a tentare il salvataggio dei Kirkson. Soltanto i figli, solo i figli erano riusciti a portare fuori dal palazzo in fiamme, prima che arrivassero le voci e i primi schiantesimi dalle bacchette della squadra volontari.
    << Corri, Rick…un ultimo sforzo. Vedi laggiù? Scotty…ti sta facendo segno. Prendi David per mano e correte! Vai…vai vai! >>
    Un nuovo fascio di luce rossa lo mancò per un pelo. Seamus si addentrò in un vicolo, per attirare su di sé l’attenzione degli uomini. Sentiva vicini non più solo le voci, ma anche i loro passi.
    << Gli Auror sono arrivati.>>
    << Il tizio si è messo in trappola, Signore. >>
    << Bene. >>
    I polmoni erano stremati dallo sforzo di incamerare aria sana, quando tra le voci ne distinse una diversa.
    Una voce che non avrebbe mai voluto sentire.
     
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  2. -Dean
     
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    Quell'incendio casuale era stata una manna dal cielo: l'avrei voluto appiccare di persona se non fosse partito in autonomia perciò ero anche contento che fosse partito da solo da una di quelle case. Erano mezzosangue, erano persone che potevamo sacrificare senza che qualcuno ne reclamasse la vita o qualcosa del genere. Mi dispiaceva per i bambini, ma se le persone ci avessero contattato al punto giusto, avrei senza dubbio preso i mocciosi e li avrei affidati io stesso a Dancy. Sapevo che quell'uomo aveva una compagna che non era sua moglie e se immaginavo la persona in questione, quei bambini erano più che ben accetti. Non avevo mai pensato di volere una famiglia "completa", quella con una moglie e dei figli, ma una parte di me.. sentiva il bisogno di crearla, di avere dei bambini da cresce ed educare, ma per cosa poi? Per dover badare a qualcuno ? Ci avrei potuto pensare, anzi magari mi sarei preso un bambino tra quelli che uscivano da quelle case e avrei provato a parlarne con Lestrange. Quale onore per un bambino, seppur mezzosangue, venire adottato dal sottoscritto? Ci avrei pensato finita quella faccenda e appena sentito la voce dei miei subalterni e un ghigno era comparso sul mio volto.
    Lasciatemi solo, non ho bisogno di voi per arrestarlo e lo porterò io personalmente a Lestrange. Almeno faremo vedere che la riunione ha dato i suoi frtutti anche per quanto riguarda gli auror. Se osate dire qualcosa vi darò un richiamo e non credo che vi piaccia come cosa sorrisi beffardo guardandolo gli altri, mentre si allontanavano borbottando. Per gli auror, i miei sottoposti, un richiamo solitamente voleva dire Azkaban o la dipartita, dipendeva molto da quello che dicevo a Lestrange. Forse era meglio non rischiare.
    Bene bene. Chi abbiamo qui? scherzai sapendo benissimo che quello che avevo davanti era uno dei ricercati più interessanti. Uno dell'ordine della fenice, uno di quelli che mi avrebbe fatto "bello" davanti agli occhi di Lestrange e magari mi avrebbero dato una menzione o qualcosa del genere. Perchè ho la vaga sensazione che ti sei fatto catturare apposta? Dov'è il divertimento Finnegan? dissi con una voce di scherno, quella che probabilmente avrebbe riconosciuto come quella che usavo a scuola per i serpeverde.
     
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  3. seamus finnegan
     
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    Il cuore tamburellava nel petto minacciando di esplodere, e non più soltanto per la fatica della corsa che lo aveva stremato.
    Sentiva il battito tuonare nelle orecchie, un ritmo assordante che per diversi istanti coprì persino ciò che si dissero gli Auror. E che lo rese definitivamente sicuro che Dean fosse a pochi passi.
    Che fosse rimasto per catturare lui personalmente.
    E' quello che volevi, no?
    I bambini sono al sicuro...

    Rinsaldò la presa sulla bacchetta, chiedendosi quanto avrebbe saputo usarla, se quello che sapeva di provare l'avrebbe tradito.
    Scosse la testa, mentre i passi si avvicinavano.
    No.
    Non poteva permetterglielo.
    Non poteva permetterselo.
    << Bene bene. Chi abbiamo qui? >>
    Lo fissò in volto, mentre usciva dall'angolo che lo aveva riparato fino a un istante prima.
    Era Dean, eppure non era più lui. Lo diceva la sua mente, lo diceva il suo cuore...seppure sentissero entrambi...ancora...quello che li legava a lui.
    Doveva dare ragione a Ginny, quello non era Dean.
    Non poteva essere il suo Dean, quello che aveva assistito, peggio comandato la sicurezza durante l'esecuzione di Harry. Ora che lo vedeva sorridere con fredda ironia, ora che sentiva il gelo nella sua voce che lo scherniva, tutto quello che Hagrid aveva riferito con la morte nel cuore...diventava tragicamente vero.
    << Qui non si sta divertendo nessuno >> rispose, preparandosi come poteva a qualunque incantesimo di difesa o attacco.
    << Io no di certo. O forse ti diverti tu, a dare fuoco a un palazzo e inseguire dei ragazzini? >> chiese duro.
     
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  4. -Dean
     
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    Dopo la riunione una parte di me non era affatto felice di come andavano le cose, e sentivo che dovevo fare qualcosa. Sapevo bene che se non avessi catturato Seamus Finnegan su due piedi, probabilmente per me le cose si sarebbero messe molto male, perchè avevo lasciato fuggire (o qualcosa del genere) un pluri ricercato. Deglutii, cercando di non mostrare quel vago disagio, con una
    Oh bene, magari mi diverto io. Molto bene. In ogni caso, non ti preoccupare: non ho intenzione di attaccare, per adesso. Magari se mi ostacolerai o qualcosa del genere, potrei valutare di farti molto male prima di consegnarti di persona a Lestrange, così vedrà di che pasta sono fatto e che aveva ragione di fidarsi di me e della mia squadra. mossi la bacchetta, ma presi la punta della stessa tra le dita dell'altra mano, come soppesando la situazione. Eppure qualcosa mi turbava, qualcosa mi diceva che probabilmente non avrei attaccato. No, avrei dovuto attaccare, magari Finnegan l'avrebbe fatto e io.. io, avrei dovuto attaccare. Non so come mai, ma quell'idea non mi allettava, non mi allettava come cercavo di dare a vedere.
    Avanti Finnegan, non prenderti gioco di me. Non ho ordine di piccare fuoco alle case, a quanto so è stata un esplosione delle case che si era propagata, non un incendio che era stato appiccato volutamente da qualcuno dissi con un sorriso se no quale senso avrebbe la mia presenza qui con il mio seguito? Se fossi stato in giro abbastanza, sapresti e credo che tu lo sappia benissimo, che un altro ministeriale ama infuocare le cose: ma non io. E io NON torcerei mai un capello a dei bambini, non farei loro alcun male e lo sappiamo entrambi. Io NON LO FAREI! dissi alzando la voce per un istante soprattutto per l'ultima affermazione, non avrei toccato dei bambini, i bambini non c'entravano niente e l'avevo sempre pensato. Loro non dovevano essere toccati o cos'altro, dovevano solo vivere ed essere felici, in qualche modo. Perchè senza di loro il mondo non sarebbe andato avanti e il ministero non avrebbe potuto vedere i tempi d'oro che ognuno di noi si aspettava, a parte i reietti ovviamente. Mi ricomposi subito dopo, lisciandomi la casacca da capo auror e sospirai, sentendomi in qualche modo.. stordito, come se mi stessi dimenticando qualcosa di importante.
    Avanti, perchè mi guardi così? Con questo disgusto? Che ho fatto per meritarmi tutto questo? chiesi, come lo avrei chiesto ad una persona qualsiasi, come se chiedessi il suo parere ma non mi sentivo di meritarmelo. Non da lui.
     
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  5. seamus finnegan
     
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    Dovette dominarsi per restare lì ad ascoltare quelle parole uscire dalle sue labbra. L'amarezza si propagava come un mare nero e viscido, copriva ciò che era stato, tutto quello che c'era stato tra loro.
    << Cosa hai fatto? >> ripeté, a pugni stretti. << Anche essere rimasto a guardare mentre uccidevano i nostri...Kingsley, Harry...in quel modo...sarebbe stato orribile. Come ti sei sentito, a organizzare la sicurezza in tutta questa farsa? Non ti è sembrata neanche un po' assurda? >>
    La fine di tutto era in quei suoi occhi scuri, che ora brillavano di ironia...così riconoscibili, all'apparenza, eppure così diversi.
    Che cosa ti hanno fatto?
    Il pensiero che gli avessero riprogrammato il cervello era orribile, ma la possibilità di arrivare a capire come lo avessero fatto...era un pensiero che non riusciva a immaginare di poter sostenere. Eppure sentiva di doverlo fare. Solo così sarebbe stato pronto quando si fosse fatta avanti l'occasione di aiutarlo.
    << Ti hanno preso quella notte. Ti abbiamo creduto morto...per poi vederti diventare in breve tempo il Capo Auror. Questo non ti dice niente? >>
    Perché sarebbe venuta, quell'occasione.
    Lo sapeva, capiva l'amarezza di Ginny e il suo desiderio di vendetta...e di giustizia...ma lui non riusciva a non pensare che Dean potesse tornare se stesso.
    Continuò a impugnare la bacchetta, senza però fare alcun cenno che potesse mettere in guardia l'altro.
    << Con quella bacchetta >> disse indicando il legno di Dean, << hai evocato il tuo patronus per aiutare Harry, Ron ed Hermione...la notte della Battaglia di Hogwarts. Ricordi almeno questo? Lo hai ricordato, mentre Bouchka invitava i perfetti cittadini a torturare e uccidere Harry? >> il veleno del disgusto colmò la sua voce.
     
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  6. -Dean
     
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    Gli sorridevo facendo il finto tonto, non spostando la bacchetta dalla posizione che le avevo fatto prendere. «Ho fatto quello che andava fatto» gli dissi in un primo momento, mentre poi quell'altra domanda mi aveva lasciato con la bocca lievemente aperta.
    «Assurda? Non dire cazzate Finnegan, non è assurdo. I reietti vanno catturati e poi uccisi tutti sulla pubblica piazza ed è esattamente quello che farete tutti. Tocca a me far si che ognuno di voi, persino quelli che si nascondono, vada incontro ad un'esecuzione in pubblica piazza. E' una mia responsabilità» dissi guardandolo, come se si ripetesse tutto il discorso come un disco, «ancora mi chiedo perchè sto qui a parlarne con te, ma... per ora va bene, tanto non so se lo andrai a spifferare a qualcuno. Comunque, mi sono sentito bene, al solito insomma.» scrollai le spalle divertito.
    «Cosa dovrebbe dirmi?» alzai le spalle sono sempre stato bene, perciò.. anche se anche io vi credevo tutti morti» ammisi.
    «Tu stai mentendo. Non ho evocato nessun patronus per loro, anzi non ho mandato un patronus quella notte.» dissi facendo cenno negativo con la testa. Avevo le idee confuse, ma non dovevo dirglielo, non doveva sapere che mi faceva male la testa, che quello che era successo dalla notte dei cristalli per un periodo di qualche tmepo, in realtà era confuso, strizzai gli occhi, mi faceva male la testa, ma decisi di ignorare quel pulsare che probabilmente era solo dovuto dallo stress. «Ho solo una domanda: solo una da fare anche se mi odi. Una domanda che dimenticherò di averti fatto appena finirò di pronunciarla» dissi guardandolo e frugando nel mantello mostrando una scatola rossa che contenevano degli anelli. «Li ho sempre avuti in tasca da mesi, non so perchè li ho trovati addosso e.. non ho idea di chi siano. Tu hai qualche idea?» gli lanciai la scatola, «di sicuro non sono miei e non mi servono gli anelli, ma.. magari a te si.»
     
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5 replies since 14/4/2014, 20:32   70 views
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