Demons

riunione al Picco dei Giganti

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  1. seamus finnegan
     
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    C'erano verità, notizie tra le peggiori da affrontare.
    Ce n'erano alcune che la mente non avrebbe mai voluto nemmeno considerare, figurarsi affrontare. Erano proprio quelle che si annidavano in ogni pensiero, spietate chiedevano la loro attenzione, richiedevano tutte le loro energie.
    Seamus aveva bisogno di guardare in faccia una voce, una notizia che riguardava la persona che ormai da tempo era sicuro di amare. Aveva bisogno di sperare che quelle voci su Dean non fossero vere. Aveva bisogno di convincersi che fosse tutto frutto di un errore, di una impressione non vera, uno sbaglio di persona che aveva preso l'etichetta di certezza.
    Non voleva credere che l'incubo che dovevano vivere da un anno e tre mesi potesse aver ingoiato Dean fino a quel punto, trasformandolo fino a quel punto.
    Avrebbe voluto poter essere sufficientemente cinico e crudele da ridere in faccia a chi gli aveva portato quella voce, dopo essersi spinto più vicino di tutti alla piazza centrale della Londra magica, quel maledetto 1 gennaio.
    Tre mesi prima, ricordò, sembrava più facile continuare a sperare.
    Si girò nella penombra, calcolando velocemente il tempo trascorso dalla fine della sua ronda.
    Era inutile tentare di riaddormentarsi.
    << Lumos >> mormorò impugnando la bacchetta magica nel momento in cui qualcuno attraversava il corridoio. Alla luce dell'incantesimo, la figura di Ginny si rigirò in un sonno inquieto, il figlioccio Teddy rincantucciato accanto al suo petto in un piccolo fagotto.
    Il ricordo di quello che avevano saputo su Harry, Ron e tutti gli altri, pungolò dolorosamente la memoria. Gli incantesimi protettivi funzionavano incredibilmente bene, talmente bene che era stato risparmiato a tutti loro ciò che i cittadini di Londra erano stati costretti a vedere: ovunque si trovassero - luoghi pubblici o case private - Hagrid e l'altro Mezzogigante che si era avventurato con lui ai confini con Hogsmeade avevano visto le immagini di quello che stava avvenendo nel centro di Londra, nel cuore del nuovo Mondo magico.
    Seamus si alzò di scatto, rispondendo al bisogno di fare qualsiasi altra cosa pur di non rivivere di nuovo quella notizia. L'esecuzione di Harry, le gabbie che contenevano e isolavano Neville, Ron, Hermione, Luna...
    E la figura inconfondibile di Dean, la sua calma nell'indossare la divisa di Capo Auror.
    Andò verso il corridoio nel modo più silenzioso possibile, quando avrebbe voluto invece poter urlare. Raggiunse un bagno, dove lo stomaco rifiutò quel poco che aveva mangiato ore prima. Si rinfrescò bocca e viso, preparandosi come poteva alla riunione degli adulti.
    Mancava ancora mezz'ora. Non avrebbe svegliato subito Ginny, lei almeno aveva bisogno di strappare fino all'ultimo istante di sonno che era riuscita a guadagnarsi.
    Trovò Hagrid in una delle caverne, dove evidentemente altri come lui avevano scelto di radunarsi molto prima dell'inizio della riunione. Salutò il mezzogigante, la madre di Tonks, Andromeda, Scotty ed Elias.
    << Siamo una bella accozzaglia di zombie, non c'è che dire >> commentò, sedendo tra loro.
    << Le ronde dovremmo farle noi vecchi >> sbuffò Andromeda. << Nessuna ora di sonno rubata. Non dormiremmo comunque. Voi siete giovani e... >> si interruppe.
    Seamus ebbe un sorriso ironico: << Stavi per dire "Avete tutta la vita davanti" ? >>
     
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  2. .Scotty
     
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    Silenzio. Il silenzio era qualcosa che difficilmente affrontavo, soprattutto da quando avevo preso casa con Jamie: con lui era tutto diverso, non c'era mai un istante di silenzio e quando c'era, tutto era derivato da un silenzio odioso opprimente che solitamente stava a significare "ti devo dire qualcosa ma non so come farlo" il che molto spesso stava a significare soltanto "ho fatto un guaio" o "i tuoi genitori ti hanno cercato". Quando Jamie si era sposato e quindi trasferito, io avevo ben presto iniziato a trovare il silenzio di ottima compagnia, senza bisogno di leggere tra le righe, senza il bisogno di dover sopperire a quella mancanza: ma tutto durò meno di un mese, dato che poi il silenzio aveva iniziato a turbarmi profondamente, a trovarlo vagamente insopportabile, di una compagna scomoda e così avevo iniziato a fare qualsiasi cosa, dall'ascoltare musica a uscire sempre più spesso.
    Quella notte il mio turno per la ronda era finito da un pezzo, perciò potevo riposare un pò prima della riunione, ma non avevo preso sonno, non riuscivo, avevo bisogno di.. sapermi utile, di combinare qualsiasi cosa. Stavo letteralmente impazzendo, lo sentivo e il fatto fondamentale era che stavo impazzendo perchè mi sentivo inutile. Non avevo doti particolari, ero solo un uomo che oltre ad avere un età quasi sproporzionata in confronto all'età media delle persone che abitavano in quelle caverne e che si sentiva pressochè inutile, anche se proseguivo con il mio lavoro durante il giorno e non trovavo nessuna via di uscita. Ero e sarei sempre stato un ricercatore, ricercavo anche lì nel picco dei giganti una soluzione, ma.. il non trovarne una mi innervosiva, perchè una parte di me bramava per tornare a casa. Stavo vagando senza meta per le caverne, troppe energie in corpo e il non poter andare da nessuna parte mi stava dilaniando, fino a che non trovai Andromeda ed Elias con cui parlare, il che mi stava aiutando ad evadere un attimo dal mio senso di inutilità e magari sarei riuscito a tornare a letto subito dopo la riunione. O almeno lo speravo. Salutai Seamus.
    Qual è la novità? Io sono sempre uno zombie gli dissi con un sorriso guardandolo, per poi ascoltare le parole di Andromeda, che per quanto mi riguardava sembravano piuttosto ironiche in realtà.
    Andromeda dissi guardandola pacatamente non pensi mica di parlare anche per me, vero? Ho praticamente il doppio di qualsiasi ragazzo qui presente dissi con tono vagamente scherzoso, seppur sincero. Forse la stanchezza, si stava facendo sentire, ma dovevo rimanere abbastanza lucido per affrontare la riunione nei migliori dei modi.
     
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  3. Ginny W Potter
     
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    Riaprì gli occhi al secondo gemito di Teddy, rannicchiato contro il suo petto.
    Nel buio spezzato appena da un filo di luce proveniente dalla caverna illuminata da una debole torcia lasciata da Seamus, accarezzò la testolina del figliastro.
    I capelli fini di Teddy stavano di nuovo mutando colore in un arancio piuttosto spento, come gli capitava sempre più spesso nel sonno. Ginny meditò se non fosse il caso di svegliarlo da quello che doveva essere un incubo.
    Che fossero sogni belli o brutti, le avevano detto che da bambini si aveva bisogno di continuare a dormire e portarli naturalmente verso il loro termine.
    Ginny sospirò e lo cullò, cingendolo in un abbraccio che portò la testolina riccia del piccolo sulla sua spalla.
    Nei suoi sogni, prima che deviassero altrettanto sistematicamente verso l'incubo, Harry la guardava, immobile, ingabbiato da un corpo ferito e stremato almeno quanto lo costringevano le fredde catene magiche, su quella piazza che rivedeva ogni notte.
    Gli occhi però avevano ancora tutta la loro luce, quella fierezza e quella dolcezza che l'avevano fatta innamorare.
    Quante volte li aveva penetrati, traendo forza da essi anche quando l'ombra era stata lì lì per oscurarli? Quante volte erano divenuti la sua forza, la sua gioia, anche semplicemente osservandoli mentre lui non se ne accorgeva?
    Non riusciva a pensare che quegli occhi non esistessero più, non aveva la forza di ripeterselo perché convincersene ora le avrebbe brutalmente strappato il fiato. La ragione sapeva, era il cuore che non voleva credere.
    Non ne aveva ancora la forza.
    Il giungere di voci dal lato destro del labirinto di caverne le suggerì che molte persone erano sulla via per svegliarsi. Questo voleva dire che...Seamus si era alzato lasciandola lì a dormire.
    Lo avrebbe ucciso, se avesse scoperto che avevano iniziato senza di lei.
    Calmò come poté il fastidio crescente, baciò la fronte di Teddy sentendo che finalmente la febbre aveva iniziato a calare. Si alzò dal materasso, scoprendosi dal panno e stendendolo di nuovo su di lui.
    Adesso sì che l'avrebbero sentita. Era pronta a far udire la propria voce in tutte le gallerie e le profondità del Picco del Gigante.
    Colmò la distanza dalla camera alla stanza della riunione con un passo spedito e deciso appositamente per lasciarsi alle spalle ogni traccia di sonno e sbucò giusto giusto alle spalle di Scotty e di Andromeda. Avvertì la donna con un leggero picchiettare sulla sua spalla destra, ma i due amici, quelli si impegnò a strigliarli per bene.
    Avrebbe voluto sbatacchiare le loro teste come due palle da biliardo, cosa che certo non poteva sperare di fare con Hagrid.
    << Di chi è stata l'idea di lasciarmi a letto? Chi sta per morire di morte lenta e dolorosa? >>

    Edited by Cameron Alton - 7/2/2015, 15:47
     
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  4. •Elias·
     
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    Il non dormire sembrava diventare una routine in quel gruppo di persone spaesate che si aggrappavano a ricordi passati. Ogni giorno, maghi e streghe sconosciuti si accalcavano attorno ad Hagrid chiedendogli notizie su parenti e amici, ma lui scuoteva la testa e andava via pronunciando sempre le stesse parole: "sono andato a caccia, non ad Hogsmeade. Non si può raggiungere la londra magica."
    Elias era convinto che, se non fosse stato per le barriere invisibili che spaccavano le loro terre, molti si sarebbero precipitati alla ricerca dei cari sperduti, andando incontro a morte certa. Eppure... Qualcuno poteva biasimarli?
    Elias non li comprendeva, certo, ma non era nemmeno il tipo che si divertiva a giudicare le azioni altrui.
    Quella notte non era riuscito a chiudere occhio a causa degli incubi che lo tormentavano persino da sveglio ma non importava. Era giovane e il suo fisico si abituava facilmente ai cambiamenti. Si era abituato a quel luogo sperduto, plasmandolo a suo piacimento e lo stesso avrebbe fatto con la stanchezza; l'avrebbe distrutta e rimodellata sulla pelle come forza nuova per una lotta imminente.
    Doveva combattere. Questa volta avrebbe lottato anche lui per le uniche persone che l'abbiano mai amato. Non aveva ricevuto alcuna notizia su Clara in quei mesi, nè aveva avuto il coraggio di chiedere a chi era sceso il primo di gennaio, ma sapeva che era viva. Lo sentiva dentro al petto. Era come... Un secondo cuore che batteva insieme al suo, spasmodicamente. Si agitava dentro come la vita iperattiva che l'amica aveva sempre vissuto.
    Sì... Era viva! Se lo ripeteva centinaia di volte, ogni giorno e ogni notte, dopo gli incubi o il silenzio di quelle grotte troppo grandi e affatto rassicuranti.
    << Andromeda, cara, non credo che il fatto di non dormire sia propriamente legato alla vecchiaia o alla giovinezza. >>
    era seduto affianco a quella donna, reputata simile a Bellatrix Lestrange, da un'ora almeno. Si erano ritrovati lì, affianco ad un fuoco magico, ed avevano chiacchierato del più e del meno sperando silenziosamente che il tempo passasse in fretta. La riunione doveva portare a qualcosa di concreto. Era l'ennesima e le altre non erano andate propriamente bene.
    Le posò una mano sulla spalla in un moto di affettuosa gentilezza e la osservò. Se avesse avuto un album da disegno in quel momento, avrebbe tracciato le linee morbide del suo viso invecchiato, mostrandole una bellezza che era difficile notare in quei tempi bui.
    << E poi... non sei vecchia. Quante volte dobbiamo ripetertelo? >>
    lo disse in tono scherzoso, inarcando appena le labbra e mostrando la solita faccia buffa. Era fantastico avere la pelle talmente elastica da incantare persino i bambini più piccoli.
    Spostò lo sguardo verso Seamus e Scotty e alzò una mano in cenno di saluto.
    << Ragazzi. Come sono andati i turni di guardia? >>
    a lui toccava domani notte. Ovviamente sarebbe stato un sollievo potersi tenere sveglio. Qualunque cosa lo allontanasse dalle paure era ben accetta in quei giorni.
    Stava per protestare che effettivamente Scotty era il più vecchio di tutti, giusto per punzecchiarlo, quando il ciclone entrò nella stanza.
    Ginny.
    Per certi versi gli ricordava Clara, nonostante ci fossero sfumature in entrambe che le rendevano uniche al mondo.
    Si astenne accuratamente dal rispondere, guardandosi i piedi scalzi, dalle piante nere a causa della polvere.
    Sghignazzò appena e, presa una pietra bianca porosa, tracciò alcuni scarabocchi sul terreno accanto a lui.
     
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  5. seamus finnegan
     
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    << E' carino da parte tua, Andromeda, ma adesso come adesso mi sembri davvero tu più giovane e in salute di molti di noi, di me per lo meno. Qual'è il tuo segreto? >> le chiese, sforzandosi di sorridere.
    << Dover tenere vivo il vostro spirito, credo. Lasciatemi fare bene il mio lavoro. >>
    << La mia ronda è andata bene. Non ci sono stati problemi. Io e Dorothy abbiamo intravisto un'ombra, ai margini del sentiero. Il fratellastro di Hagrid l'ha allontanata attirandola verso est. Elia, Dorothy ti chiederà di disegnarla attraverso i ricordi, è lei quella che ne ha visto di più...vogliamo che tutti noi delle ronde sappiamo come riconoscerla, all'occorrenza...Ti spiace? >>
    Anche se...con una punta di divertimento Seamus ricordò che durante la ronda Dorothy aveva parlato di Scotty, più che di Elia...e un paio di volte. Salvo poi trincerarsi dietro silenzio quando Seamus le aveva chiesto se non preferisse fare le ronde con Scotty, piuttosto che con lui.
    << Ginny! >> esclamò quando l'amica si avvicinò come una furia al loro fuoco.
    Seamus strizzò l'occhio ai presenti e alzò timidamente la mano in segno di confessione e di resa. << La colpa è mia, bella rossa. E' che dormivate così bene, tu e Teddy! >>
    << Beh, non farlo più. Potevo tirare dritto senza svegliarmi per ore. E non me lo posso permettere. >>
    << Ti sei svegliata, no? Dai, andiamo a stordirci di quella cosa liquida che non si può definire caffè. >>
    << Andate, io sto un po' con Teddy poi vi raggiungo >> disse Andromeda, indicando loro la stanza da letto e restando a chiacchierare con Hagrid.
    Si avviarono verso la stanza dove facevano le riunioni e nel tragitto Seamus si ritrovò tra Ginny e Scotty.
    << Oh, Scotty...potresti dare tu una voce a Dorothy? Dovrebbe essere nella sua grotta a studiare un po', ha chiesto di avvertirla all'ora della riunione. >>

    Edited by Cameron Alton - 7/2/2015, 15:43
     
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  6. .Scotty
     
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    Adoravo quando quelle situazioni diventavano un campo minato. Non per altro, ma perchè alla fine si riusciva a trovare un modo per non pensare a quello che stava succedendo per colpa del nuovo ministero. Se facevo così non pensavo ad amici, a occasioni perse e i sensi di colpa si lenivano in qualche modo.
    Alle parole di Ginny sogghignai.
    «Non guardare me» dissi guardando Ginny con aria quasi divertita «Io quasi ti invidio, ultimamente faccio fatica a chiudere occhio e quando ci riesco è quasi ora di svegliarsi. Questa notte è una di quelle in cui prendere sonno è stata ovviamente fuori discussione. Il mio vecchio coinquilino direbbe che penso troppo e non riuscirò mai a prendere sonno, anzi si chiedeva come riuscissi a farlo» sorrisi per poi guardare Elias che chiedeva della ronda. Come al solito io ero assolutamente assente su quell'argomento. Non avevo mai niente da raccontare, a parte che «La mia è andata bene, ma al solito non credo di aver combinato molto» sorrisi, effettivamente era una delle mie solite risposte. Non combinavo mai niente, speravo sempre che prima o poi comparissero dei risultati che non riuscivo a vedere.
    «Si certamente, mi tenete da parte un po' di caffè? Credo di averne bisogno» sorrisi dando a Seamus una forse troppo paterna pacca sulle spalle e andando verso la grotta che sapevo di essere della donna, guardando all'interno. Effettivamente era ancora sveglia.
    «Ehi Dorothy» la chiamai guardandola china sulla sorta di scrivania improvvisata che è riuscita a ritagliarsi «Stiamo per iniziare la riunione. Hai voglia di unirti a noi? Ci dovrebbe essere anche un po' di caffè»
     
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5 replies since 6/4/2014, 00:41   83 views
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