Non è sempre vero che quando ti svegli dall'incubo, arriva il peggio.

Hope e Bill, Gennaio 2010

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  1. Ehy Hope!
     
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    Erao un paio di giorni che dormivo poco e male, continuavo a sognare qualcosa che mi sfuggiva e mi rendeva piuttosto triste e tesa. Sapevo bene che Bill aveva notato che non stavo bene e mi aveva fatto qualche domanda, ma ero stata piuttosto evasiva su che cosa sognavo, anche perchè non sapevo come rispondergli, era tutto molto confuso. Mi dissi che tuttavia, un giorno se fossi riuscita a ricordarmi che cosa sognavo, glielo avrei riferito senza pensarci due volte.
    Misi a letto presto Daniel, dopo avergli fatto fare una bella e lunga doccia, dato che aveva fatto una delle sue marachelle ed era senza energie e scherzai con Bill, per poi addormentarmi al suo fianco. Quando dormivo con lui vicino mi sentivo sempre decisamente meglio, era come se tutto fosse finalmente tornato al proprio posto, tuttavia, l'incubo era tornato ed ero quasi certa che me lo sarei ricordato.

    E' primavera, la neve si è sciolta, il vento l'ha portata via. Hope esce da Hogwarts, è notte e giorno a un tempo. La luna è alta in cielo, il sole splende. Hope era vicino al parco di Hogwarts, quando vede una figura che le viene incontro nella nebbia. O forse si allontana? Le sembra di riconoscere Adele.
    Adele! grida Fermati! Sono io, Hope! . La figura sembra esitare. Quando lei si rimette in cammino, anche la figura prosegue.
    Fermati, Adele! Te ne prego!
    Hope comincia a correre. Corre con tutte le sue forze e così, la distanza tra le due diminuisce drasticamente.
    Adele! grida Hope, senza ricevere risposta, nemmeno questa volta e si chiese se per caso, stesse sbagliando persona. Era davvero sua sorella Adele o era magari un'altra persona? Dopo pochi passi, all'improvviso si trova davanti ad una fossa, che non c'era mai stata. La fossa è larga e profonda non c'è modo di otreppassarla, nei dintorni non c'è una scopa, un palo, o un altro attrezzo, che potrebbe usare per attraversarla.
    Perchè mi sfuggi, Adele? la voce di Hope era disperata. Avrebbe voluto abbracciarla e dirle che le dispiaceva tanto, non poteva nemmeno stringerla al petto. Osservò il corpo minuto di quella che Hope era convinta fosse sua sorella: il suo corpo minuto era sempre lo stesso, era davvero così tanto magra Adele?
    Non ti sfuggo, Hope. Sappi che mi trovo sull'altra riva. Tu devi restare sulla tua. il suo tono era piatto, senza intonazioni particolari.
    Lasciami almeno vedere il tuo viso!
    Non posso voltarmi Hope, non posso farlo e non lo farò. Ma posso sentire e ti risponderò, ma non più di tre volte. E ora chiedimi quello che vuoi sapere.
    Che cosa chiedere? Hope non aveva bisogno di riflettere.
    Chi ha causato la tua morte Adele? perchè non poteva credere che lei si era buttata volontariamente nel lago. Non poteva averlo fatto, no davvero: ma la risposta che arrivò un istante dopo, le ferì il cuore come se fosse stata una lama a farlo.
    In gran parte io stessa.
    Credi che Charlie e gli altri riusciranno a trovarci?
    Lo saprai, Hope, se terrai gli occhi aperti. E ora, l'ultima domanda.
    Mi sento molto sola qui, Adele. Mi mancano i nostri genitori e mi manca il mio rapporto con King, che mi ha cresciuto come un padre amorevole. Si sistemerà mai questa faccenda? Avrò mai un padre? per un attimo si chiese perchè glielo stava confessando. La risposta di Adele però non si fece attendere più di tanto.
    Hope, fai affidamento sull'uomo che ti stringerà al tuo risveglio, è il mio primo consiglio. E non preoccuparti per il ruolo di padre che stai cercando, qualcuno verrà a reclamarlo alla tua porta, quando meno te lo aspetti. E un'ultima cosa, prima che me ne vada, un'ultima cosa e ascoltami bene! Non è importante che tu venga alla mia tomba, Hope. So che pensi a me: questo è importante e non sentirti in colpa. Non è colpa tua e non lo sarà mai
    Lentamente Adele alza la mano in segno di saluto, e anche questa volta, senza voltare il capo, sparisce dilenguandosi nella nebbia, lasciando Hope chiedendosi, se mai avrebbe capito.


    Mi svegliai con le lacrime agli occhi, non riuscendo a trattenermi e iniziai a singhiozzare, mentre il calore del corpo che era vicino al mio in qualche modo mi stava già rassicurando: perchè sapevo essere l'unica persona che avrebbe potuto essermi vicino. E non avrei voluto nessun altro.



    Per l'ispirazione del sogno, che è in corsivo, ringrazio il libro "il mulino dei dodici corvi" di Otfried Preussler, da cui il sogno è parzialmente tratto e riadattato per il forum, il personaggio di Hope e i suoi contenuti.
     
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  2. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Capo dell'Ordine della Fenice




    Gli strascichi peggiori di quel primo capodanno da rifugiati non si erano ancora placati.
    Bill non credeva sarebbe mai successo, dopo ciò che alcuni di loro avevano visto.
    Il Primo Ministro, chiunque fosse quel maledetto, si era divertito ad architettare il più orribile degli spettacoli e i Lestrange erano stati più che felici di contribuire al messaggio lanciato a tutti loro, i Reietti.
    Era toccato a King e ai pochi altri che potevano ancora restare in superficie trovare il modo di portare nelle catacombe quel tragico racconto. Bill aveva creduto di vedere mamma e papà crollare sul serio, questa volta, anche se George e King avevano usato tutto il tatto possibile con loro due, con i genitori di Hermione e con quanti avevano dovuto capire quale fine avevano fatto i loro cari, ad Azkaban.
    Avevano ucciso Harry davanti a tutti i cittadini, in un'esecuzione pubblica, costringendo ad assistere non solo la gente, ma anche i detenuti ancora in vita, rinchiusi dentro a gabbie proprio come degli animali.
    Bill aveva sentito il proprio cuore riprendere a battere faticosamente, nel petto, soltanto perché di fronte all'immagine di Ron ed Hermione, troppo deboli per mostrare ormai qualsiasi reazione, di fronte a quell'immagine solo la consapevolezza di dover sorreggere mamma e papà, insieme a George e a Percy, era riuscito a farlo reagire.
    Poi c'era stato il pensiero per Fleur, che pure aveva sentito stare bene proprio poche ore prima. Senso di colpa e voglia di proteggerla da tutto questo lo avevano quasi dilaniato. I loro figli non erano presenti, quando King e George erano riusciti finalmente a scendere nelle catacombe, là dove gli speciali incantesimi protettivi non avevano fatto arrivare la voce diretta del mandante di quegli orrori, era notte tarda. Victoire, Dominique e Louis stavano dormendo, come tutti gli altri bambini.
    Il bisogno di proteggerli lo aveva aiutato a uscirne fuori ed era stata proprio Hope a ripeterglielo nelle orecchie, ad alleviare quel senso di colpa che lo aveva stretto in una morsa, che si sarebbe calmato solo dopo averli visti dormire tranquilli, i loro corpi addormentati in un campo visivo offuscato dalle lacrime.
    Dal giorno dopo, c'era stata in più la rabbia, da affrontare. Una rabbia che per ora era stata quasi ingestibile, un mostro sconosciuto dentro di lui, fino a che Fleur non era di nuovo scesa nelle catacombe. Stanca, sfinita e cupamente trasformata da quanto aveva visto, ma viva.
    E lentamente, dolorosamente, insieme tutti loro si erano rimessi in moto per poter affrontare quello che ora si sapeva...per fare sì che le morti di Kingsley, Harry e tutti gli altri, perché il dolore dei detenuti visti diventare i fantasmi di se stessi, trovassero giustizia...se possibile un piano che li restituisse alla vita.
    Poche ore prima lui e Hope si erano addormentati a fatica, Bill sapeva che ormai lei dormiva pochissime ore per notte. Malgrado le stesse vicino, davanti a quei risvegli agitati si sentiva terribilmente impotente e inerme.
    Fu così anche ora, quando sentì il corpo della donna che amava rigirarsi nel letto e destarsi in un solo colpo, le spalle scosse da singhiozzi.
    << Sono qui...sono qui. >> La strinse forte, coprendola bene con panno e lenzuolo, asciugandole le lacrime nel silenzio della loro stanza.
    La cullò a lungo nella sua stretta, prima di osare spezzare il silenzio. << E' stato un incubo? ... Vuoi parlarne? >> chiese accarezzandole le guance umide e scostandone ciocche di capelli corvini.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  3. Ehy Hope!
     
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    Sapevo che King era da qualche parte in superficie e una parte di me aveva paura: quasi ogni giorno da quando avevo, e avevamo saputo tutti, saputo quanto successo in superficie a Harry, alla famiglia di Bill, ai nostri amici, gli avevo chiesto, lo avevo supplicato, di restare nelle catacombe. Di rimanere con noi, con me, di non andarsene di nuovo in superficie perchè io avevo bisogno di lui nelle catacombe: in fondo l'unico barlume di sicurezza, l'unca persona di cui la presenza era davvero rassicurante, per me, era la sua. Perchè nonostante io e Bill fossimo diventati una coppia, sentivo la mancanza dei miei genitori, c'erano genitori, c'erano zii e fratelli e sorelle, ma io.. no. Ero sola e anche se sapevo di poter contare su Molly e Arthur ad esempio, avrei avuto bisogno di Mark. Era ingiusto verso i Weasley che era sempre stata una mia seconda famiglia da sempre, ma c'erano cose, sensazioni di cui non potevo parlare con loro, non avrebbero capito. Ed era la costante preoccupazione che l'unica persona che mi era rimasta della mia famiglia, potesse morire, potesse lasciarmi senza che io lo sapessi, senza che io potessi farci nulla, che mi tormentava in sogno. Quanto ero egoista, quanto ero stata egoista nel supplicarlo di rimanere, di non tornare in superficie perchè avevo bisogno di lui e doveva stare bene, ma mi aveva detto che era quello che andava fatto e che quella notte lui sarebbe rimasto alle catacombe, ma sarebbe risalito più tardi, ma sarebbe sempre sceso quanto più spesso possibile e avrebbe fatto il possibile per essere vicini a tutti. Avrebbe cercato di rendersi utile anche lì più di quanto già faceva, ma che dovevo rimanere vicina a Bill, ma senza preoccuparmi per la vita del mio padre affidatario. Vedere Bill sconvolto, però, mi aveva dato una mano a riprendere in mano la mia vita e cercare di essere d'aiuto e mi sentii sollevata nel vedere Fleur e caso voleva che Daniel, mio figlio adottivo, aveva avuto bisogno di me, così ero riuscita a lasciare un pò di spazio ad entrambi.
    Lo svegliarmi, però, mi permetteva di tenere la mente occupata altrove e speravo solo di non occorrere a pozioni soporifere e altro: non avevo intenzione di obbligarmi con le pozioni a dormire.. anche se sapevo che Mark stava già facendo la pozione. Volere o volare, l'avrei dovuta prendere e sapevo che avrebbe funzionato.
    Già, un incubo dissi con un sospiro, cercando di impormi la calma, cercando di tranquillizzarmi. Mi ricoricai al fianco di Bill e presi una mano di Bill, per poi stringermi. Rimasi lungamente in silenzio, anche quando l'uomo che amavo aveva fatto la domanda riguardo al fatto se volevo parlare del sogno.
    Stavolta era Adele e.. non capisco. Io non so sussurravo quasi ho dovuto fare tre domande e lei mi ha risposto, ma è sconvolgente.
     
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2 replies since 2/4/2014, 19:49   45 views
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