[storyline:]Torn

* Hermione G Weasley * Prigioniera *

Sotto le unghie aveva ancora il sangue delle ferite aperte su tutto ciò che dei mangiamorte era riuscita a raggiungere quando, privata della bacchetta, aveva cominciato a ringhiare e a lottare con la poca forza che le era rimasta.
Continuava a guardarsi intorno, deglutendo per cercare di controllarsi, ripetendosi nella mente chi era e cosa doveva fare.
Hermione Granger...strega. Dipendente del Ministero. Sposata con Ron Weasley. Madre.

Ron aveva messo al sicuro i suoi genitori, ora lei avrebbe protetto quella creatura della quale non aveva avuto il tempo di parlargli.
Le sue mani avevano circondato il ventre, tentando di ripararlo dai colpi che riceveva, agendo con l'istinto che può trovare solo chi si senta già madre. Ma non sapeva cosa fosse accaduto dopo, dopo che lo schiantesimo era giunto a spezzare la sua resistenza.
E ora non poter vedere nulla, se non quell'esile filo di luce che penetrava da sotto la porta e non bastava a scrutare l'ambiente gelido che la circondava...non sapere quanto tempo fosse passato da quando era stata separata da Ron era la peggiore delle sue condizioni, la annientava non poter avere nulla su cui ragionare, se non brevi pensieri che andavano sgretolandosi.
Cosa stava succedendo lì fuori? Dove l'avevano portata?
Cos'era successo a Ron ed Harry? Cos'era successo a Ginny, a Hogsmeade?
Aveva bisogno di sapere, anche soffrendo nel capire...aveva bisogno di tenere a bada quell'orrore che le cresceva nella mente, se solo si permetteva di collegare i frenetici spezzoni di una battaglia. La ragione l'aveva sempre aiutata ad affrontare la paura.
Questa volta sapeva troppo poco. E ciò che ricordava, le aveva già fatto assaggiare il panico, ma non voleva cedere.
Si rannicchiò, in quell'angolo dove si era risvegliata, avvolta nei suoi vestiti che ormai però erano stracciati. La ferita alla gamba sinistra era la peggiore, ma non la sola. Si costrinse a muoverla di nuovo da seduta, piegandola al ginocchio e stendendola di nuovo.
Serrò le palpebre, mordendosi le labbra per non urlare, sentendo tirare anche tagli che si rivelavano solo ora, sullo zigomo e sul collo.
Aver iniziato un esame delle sue condizioni la distraeva almeno dal silenzio insopportabile, ma quello che udì ora avvicinarsi alla porta la distolse da ogni altro pensiero. Passi.
Qualcosa stava per succedere, pensò mentre si costringeva ad alzarsi, mantenendo un precario equilibrio solo grazie all'angolo che le sue mani avevano tastato e riconosciuto poco tempo prima, una volta uscita dall'incoscienza.
Riuscì a reggersi, ma sobbalzò quando la pesante porta venne aperta.
Hermione cercò di distinguere i lineamenti della figura che si era stagliata sulla soglia, altissima a coprire la luce del corridoio che giungeva dalle sue spalle. Dovette riparare gli occhi, scoprendo quanto si fossero già abituati al buio.
Attese, appoggiandosi alle pareti per poter restare retta, i pugni serrati per sentire di poter resistere.
Infine lo poté vedere in volto e riconoscere, ma fece di tutto per non tremare alla sua vista, come invece Rodolphus Lestrange si sarebbe aspettato.
Non può essere.
<< Chi c'è dietro tutto questo? >> chiese, con la voce roca ma il mento alzato, anche se ogni muscolo gridava di dolore.
Ron ed Harry avevano visto i Lestrange meno di un mese prima, nel braccio di massima sicurezza. Li avevano visti in condizioni ben diverse.
Cosa diavolo stava succedendo?!

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