Raccontare la verità sarebbe più semplice?

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  1. º Luke °
     
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    * Luke David Brennant *

    Ubriacone delle Catacombe




    * L'alcool bruciava. Corrodeva l'anima vuota di un fuoco spento. *



    Si rigirava il bicchiere tra le dita della mano destra. Le ultime gocce di un liquido rossastro ricadevano a terra, espandendosi sul vecchio pavimento fasullo di quella sala. Qualcuno aveva avuto la brillante idea di ricreare un ambiente naturale per chiunque desiderasse entrare in biblioteca e ritrovare i soliti scaffali di legno, le poltrone consumate e la puzza di inchiostro. Chissà chi era stato a decidere di piazzare anche il parquet dentro quella stanza sotterranea. Se solo non avesse bevuto un'intera bottiglia di Whisky, molto probabilmente avrebbe ricordato di essere stato lui a dare vita a quel posto. La biblioteca... Un rifugio per chiunque si ponga delle domande sull'ignoto. Il posto in cui tutto si può trovare se solo lo si cerca con attenzione.
    Il fuoco scoppiettò nel camino e gli occhi arrossati di Luke si richiusero in una morsa di freddo distacco, gelando l'aria che lo circondava. Gli era parso di udire la voce del suo bambino, poco tempo prima di bere l'ultimo sorso. Era quasi certo di aver visto i riccioli biondi di Kevin quella mattina, mentre zompettava per le vie di Hogsmeade, nelle sembianze di un gatto.
    Si era avvicinato al bambino che correva sul selciato e si era fatto accarezzare, come un perfetto animale domestico ma.... Non era lui. Non era il suo bimbo. Aveva un volto diverso e forse era anche più piccolo di qualche anno. Purtroppo si era accorto troppo tardi dello sbaglio commesso ed era sfuggito alle pesanti manine tozze del bambino sconosciuto poco prima di venire scacciato da una madre troppo apprensiva.
    << Non ho mai avuto le pulci, racchia di una strega! >>
    biascicò questa frase indicando il fuoco con il dito indice della mano che teneva il bicchiere, poi rise. Rise amaramente di una verità che detestava. I lupi mannari avevano sicuramente le pulci, visto il caratteraccio che si ritrovavano! Già... Quella era la sera sbagliata per tirare in ballo tutto quello.
    Preso da uno scatto d'ira, lanciò il bicchiere contro il fuoco. Il vetro si infranse contro la pietra nera dalla fuliggine e si frantumò in mille pezzi.
    << Il bicchiere! - sembrava più dispiaciuto per il bicchiere rotto piuttosto che del suo gesto avventato e rabbioso. Si passò una mano tremante sul viso e un ghigno si mostrò sul suo volto stanco. - Oh, beh... Alla mia salute. O alla vostra morte? Chi lo sa! >>
    con un tocco di bacchetta, riempì la bottiglia fino all'orlo e se la portò alle labbra, catturando una lunga sorsata di Whisky. Essere ubriachi alle dieci e mezza di sera, dopo una giornata passata ad evitare tutti quanti - compresi i suoi amici - non era il massimo, soprattutto se si aggiungeva quel tocco di ironico cinismo che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque, compreso se stesso.
    << Fai a fare la ronda, Luke. Sei un gatto in fin dei conti, chi ti noterebbe? Nessuno Gawain! Nessuno mi nota ma io posso vedere! Eccerto! Tu mica lo sai che loro non ci sono più, quindi perchè dovresti trattarmi diversamente? Hai ragione Gawain... Chissà cosa direbbe Patrick! Sono certo che gli uscirebbe qualche ruga nuova se solo potesse vedermi ora... Sarebbe divertente farlo arrabbiare più del dovuto! Faccio schifo anche come amico. Lo so... Faccio pena come essere umano. Non sono stato un buon padre nè un marito. Perchè mai dovrei stupirmi di essere uno schifo d'uomo? Se solo potessi vedermi adesso, ubriaco... Oltretutto puzzo! >>
    tutto quel monologo ripetuto a voce alta, gli ricordò uno dei monologhi di Shakespeare. Si ricordò anche che lui amava le biblioteche. Erano il suo posto sicuro da sempre.
    Rise ancora e, come sempre, fu un suono inquietante. Si annusò la felpa e guardò i jeans macchiati di fango vicino alla cucitura dell'orlo.
    << Sì... Puzzo proprio! Forse dovevo fare una doccia dopo che sono rientrato. Ops... >>
    fu un attimo... Dopo il terzo sorso alla bottiglia, la appoggiò a terra e lasciò che il suono della sua voce arrivasse lontano alle sue orecchie. Era come udire un eco lontano.... Qualcosa che non gli apparteneva. Qualcosa che non era reale.


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  2. Thornton‚
     
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    Stanco, ero solo dannatamente stanco della situazione in superficie: niente sembrava cambiare, anzi tutto stava davvero peggiorando. Mi sembrava una situazione ridicola: Hope si era ammalata ed era costretta a letto, con Leo che stava facendo le sue veci e sembrava cavarsela bene, ma Hope testarda com'era tendeva di alzarsi spesso, avendo capogiri da cinema. Al che ero riuscito a strapparle la promessa che se le avessi portato un libro particolare, che sapeva di avere King perchè gliel'aveva letto ogni sera quando era stata appena affidata all'uomo quando era appena una tredicenne, si sarebbe messa a letto. Se Ryan si era fatto più scaltro, non era riuscito a salire per portare una pergamena all'uomo, il che era stato grazie a Luke se eravamo riusciti nell'intento: ma qualcosa nell'aria era sbagliato, più ronde. Più ministeriali: avevo scampato per puro caso Dancy prima e uno degli uomini di Thomas per caso, probabilmente io non sarei riiuscito più a muovermi per un pò. La mia alta statura era sempre stato un problema e il non avere poteri magici particolari come il poter cambiare l'aspetto in un animale - come poteva fare Luke ad esempio - o in un'altra persona, come Ryan mi impediva di fare molte moltissime cose, in questo caso, ancora meno. Avrei parlato con Bill, Gawain e Luke, a proposito di quest'ultimo dovevo cercarlo anche perchè dovevo ringraziarlo per quel piccolo favore che mi aveva fatto in mattinata, ma vedendolo in quella situazione sgranai gli occhi come se avessi ricevuto una secchiata di acqua gelata in pieno petto.
    «LUKE!» tuonai, mentre stava farneticando qualcosa sugli abiti luridi che ancora portava indosso «che diavolo stai combinando? Non ti sei fatto ancora la doccia da stamattina e.. questa la dai a me. Ti pare di essere una persona matura?» chiesi togliendogli la bottiglia del liquido ambrato dalle mani, non l'avevo mai visto così. Che diamine gli era successo?
     
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  3. º Luke °
     
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    * Luke David Brennant *

    Ubriacone delle Catacombe




    * L'alcool bruciava. Corrodeva l'anima vuota di un fuoco spento. *



    Stava lì, immobile, a parlare con la sua bottiglia amica. Era convintissimo che quel liquido ambrato potesse cancellare i suoi problemi come un colpo di spugna. Veloce ed indolore, una bella sbronza non poteva certo fargli male. In fin dei conti... Non doveva tornare a casa da nessuno lui, perciò poteva concedersi quelle piccole "scappatelle" in nome dei vecchi tempi.
    C'era stato un tempo in cui Luke aveva trovato nella bottiglia una degna compagna per la tristezza. Quando i suoi genitori erano morti, lui era riuscito a superare sicuramente un record: vomitare ogni notte tutto l'alcol che aveva ingurgitato con prepotenza.
    Forse.... Anche questa volta voleva battere un record. Oppure si comportava semplicemente come l'adolescente che desiderava essere in quel momento. Tornare indietro ai giorni in cui era felice. Poter stringere ancora tra le braccia la sua famiglia. Dire loro quanto li amava e quanto ancora tiene a loro. Forse non glielo aveva ripetuto abbastanza spesso. Forse col tempo li avrebbe dimenticati.... Il ricordo delle loro risate si sarebbe affievolito con il passare degli anni? avrebbe smesso di pensare a loro?
    Temeva... Temeva che potesse accadere. Temeva di poterli scambiare ancora per qualcuno che incontrava per strada.
    Bevette ancora. Quando buttò giù il terzo sorso di fila, udì le urla di Patrick.
    All'inizio credette di averlo solo immaginato. Sapete, Luke vedeva Patrick come il tipico grillo parlante, perfetto in ogni cosa facesse e sempre impeccabile, perciò era facile immaginare di udire la sua voce.
    Fu solo quando la sua mano perse la presa sul whisky che si accorse di non star sognando. Vide l'uomo davanti a sè e notò anche che diceva qualcosa. Dalla faccia concentrata e il cipiglio, era certo che lo stesse sgridando ma non gli importava.
    << Il Whisky è sacro, gigante! Ridammi la bottiglia. Subito. >>
    voleva essere minaccioso. Ci stava mettendo tutto se stesso ma aveva gli occhi socchiusi e uno strano ghigno divertito sul volto. Cercò persino di alzarti. Ci provò, veramente.
    Fece un passo e barcollò, instabile sulle gambe.
    Sentiva la testa sempre più leggera, come se non gli appartenesse.
    << No... Forse è il caso che io mi sieda. >>
    allungò una mano cercando di prendere la bottiglia, ma invano. Crollò a terra, affianco alla poltrona ma non sentì dolore alla schiena.
    Iniziò a ridere come mai in vita sua. Era la risata più triste che avesse mai fatto. Era anche l'unica che faceva da mesi.
    Nei suoi occhi non c'era alcuna gioia, nè alcun divertimento. Stava lì, puzzante e ubriaco, a crogiolarsi dal dolore.
    << Patrick, Pat, Patrinsky, Polasky, PATRICK! Bottiglia, subito. Ora. Adesso. A me. >>
    si stancò presto di ripeterlo ed estrasse la bacchetta senza nemmeno sapere perchè. Farneticava parole che non avevano alcun senso e continuava a ridere, osservando la bacchetta. La compagna che era stata inutile per tanto di quel tempo... L'aveva da quando aveva compiuto undici anni e adesso.... Aveva perso fiducia in lei. Lei che non lo aveva aiutato a salvare la sua famiglia.
    << Bacchetta! Sei inutile mia cara. Nemmeno una scintilla per aiutarli. Niente... Se fossi esplosa, mi saresti stata più utile... PATRICK! Ti regalo la bacchetta. La vuoi? E' tua! Gratis... >>
    gliela tese e poi ci ripensò un po' su, tirandola di nuovo davanti alla faccia.
    << Anzi... Te la do, in cambio della mia bottiglia piena. >>
    era arrivato allo stadio in cui anche le orecchie avevano smesso di funzionare bene. Sembrava quasi che dell'acqua gliele avesse tappate e un ronzio facesse da sottofondo alla sua situazione.
    Non poteva reggere quella situazione ancora per molto. Di lì a poco avrebbe ricacciato tutto quello che aveva nello stomaco. Lo sapeva bene.



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  4. Gawain Robards
     
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    Steph diceva spesso che si sentiva capace come pochi di mandarlo fuori dalle grazie di Dio...e per la prima volta, uscendo dalla sede del Cavillo dove avevano discusso fino a un istante prima, Gawain era d'accordo con lei.
    Subito dopo che lui si fu chiusa alle spalle la porta, qualcosa di pesante la colpì, producendo un tonfo preoccupante e perfettamente udibile anche oltre il battente, facendo sentire ancora una piccola eco, mentre lui era già a metà corridoio.
    Si fermò per sbollire la rabbia, ringraziando il cielo che Seb' e e altri dei ragazzi non si fossero trovati lì.
    Quando arrivò a due passi dalla porta successiva, all'altra estremità della galleria, attirò la sua attenzione quella che non era certo una chiacchierata tranquilla.
    << Ma che diav...? >> si affacciò sulla soglia della stanza, trovandovi Patrick e Luke...o meglio Patrick e l'essere urlante che doveva essere Luke, ma non ne era proprio sicuro.
    << Ma porca...Luke!? >>
    Era ubriaco fradicio e per averne conferma non servì alcuna parola da parte di Patrick, anche perché l'amico era stordito quasi quanto lui dallo stato di Luke.
    Vedere quegli stati di shock o la ricerca dell'oblio nell'alcool non era purtroppo raro, da quando si trovavano lì nelle catacombe. Mesi, ormai...mesi durante i quali avevano dovuto affrontare le notizie peggiori provenienti dalla superficie, da dove avevano atteso ritorno che non c'erano più stati, o altri che li avevano fatti uscire fuori di testa, prima di avviarsi al lieto fine.
    << Cos'è successo? Cosa stava dicendo? >> chiese a tutti e due, aspettandosi in realtà una spiegazione sensata più da Patrick che da Mr. Bottiglia.
     
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  5. Thornton‚
     
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    Respirai profondamente, cercando di ignorare l'odore pungente di alcool che gli stava dando noia, mi chiesi come faceva la gente a sopportare una situazione del genere. oh no mi dispiace tanto amico, ma emanando un forte odore di liquore si potrà far credere di essere alcolizzati invece che stupidi. Tu per ora lo sei entrambi. Stupido ed ubriaco, l'alcool non è mai una soluzione, anche se si soffre. dissi guardandolo e mettendo lontana dalla sua portata la bottiglia, tanto che aveva provato a riprendersela ma ubriaco fradicio com'era, aveva solo fatto un paio di passi barcollando per poi sedersi, ma non ero riuscito a salvarlo da una caduta certa, ma cercai di aiutarlo a sedersi sulla poltrona, sperando che non facesse casini. Ero quasi abituato agli allievi ubriachi, in altre circostanze li avrei portati in infermeria dell'accademia o magari in altri momenti avrei fatto modo che Luke diventasse di nuovo sobrio con una pozione o un incantesimo, ma non stavolta. No, mi dispiace Luke, ma ti è andata male. No, nisba, niet wiskey. dissi pacatamente mentre feci cenno di dignego per la bacchetta e non voglio la tua bacchetta, non mi serve. Ho già la mia. Come ti senti? chiesi, ma non sapevo nemmeno perchè l'avevo fatto ma liquidai in breve il pensero, prima di sentire la voce di Gawain arrivarmi alle spalle e provai un certo sollievo, di sicuro avrebbe potuto aiutarmi.
    Se gli ridavo la bottiglia mi regalava la sua bacchetta, peccato che non ho intenzione di ridargli la bottiglia non ora per lo meno. Non gli ho chiesto che è successo ma è decisamente sconvolto dissi guardando Gawain seriamente e dandogli un mezzo sorriso teso e credo che tra un pò rimette l'anima, guarda la bottiglia.
     
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  6. º Luke °
     
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    * Luke David Brennant *

    Ubriacone delle Catacombe




    * Morire per rivedere il loro viso sembrava un'ottima ragione. *



    Doveva stare più attento a quello che desiderava. Aveva pensato alle reazioni dei suoi amici e adesso eccoli lì, di fronte a lui. Lo guardavano come se non lo avessero mai visto ubriaco marcio o come se fosse un fantasma puzzolente dall'aspetto umano.
    Che strano... Aveva azzeccato le loro reazioni! Li conosceva da troppo tempo per dimenticare il loro modo di fare, anche se l'alcol annebbiava la sua mente.
    La mente. La sentiva svolazzare attorno a lui, come se non gli appartenesse. Cercò di alzarsi ancora una volta dalla poltrona ma, l'unica cosa che ottenne fu un conato, seguito da un singulto.
    Sentì il sapore amaro di bile salire lungo la gola e si sporse dal bracciolo della poltrona per rigettare sul pavimento tutto quello che aveva bevuto. No, decisamente non era stata una buona idea bere così tanto. O forse sì? Forse era giunto il momento di dire tutto quello che gli passava per la testa? Forse... Forse loro dovevano sapere. Ma sapere avrebbe aiutato qualcuno? Luke di certo non si sarebbe sentito meglio. Non era neanche certo di poter trovare il coraggio di pronunciare quelle parole.
    Guardò la macchia di vomito che si allargava sul tappeto e scoppiò a ridere. Stringeva tanto forte la bacchetta che quella iniziò a lanciare scintille azzurre e gialle simili a piccoli fuochi d'artificio. La guardò sorpreso e fece l'unica cosa irragionevole: la scagliò a terra, con poca forza. Non voleva romperla, perchè dentro di sè sapeva di non poterlo fare, ma allontanarla era l'unico atto ragionevole in quel momento.
    << Stupida compagna inutile! Adesso scagli scintille! ADESSO! E quando ho pianto su di lui, chiedendoti di salvarlo, perchè non hai fatto nulla? Perchè??? >>
    era infuriato contro un oggetto. Gli puntava contro l'indice, inveendo e scuotendo la testa, mentre si agitava sulla poltrona. Scalciò con i piedi e si voltò di nuovo a vomitare. Non mangiava da quella mattina, ma questo non fermava il suo stomaco ormai svuotato persino dall'alcol. Fissò la bacchetta che rotolava vicino ad una delle librerie e sospirò, improvvisamente calmo.
    << No... Sto mentendo. Do la colpa a te, mia compagna, ma sono stato io ad averli abbandonati. Sono io che non li ho salvati. >>
    poteva parlare di chiunque. In fin dei conti, tutti in quel posto avevano visto morire persone senza poter fare nulla. Ma Luke sapeva... Sapeva di dover dire i loro nomi prima o poi. Sapeva di dover spiegare cosa era accaduto realmente.
    << Amico mio! Gawain! Sai che tutto questo è colpa tua, vero? Se non fosse stato per la missione di oggi. Se non fossi dovuto uscire questa mattina. Non l'avrei visto! Non l'avrei ricordato e adesso non sarei qui ad odiare le uniche cose care che mi restano. >>
    si fermò un attimo a riflettere mentre l'odore di vomito saliva alle sue narici. No, non era il caso di stare seduto lì vicino. Si alzò e barcollò verso gli amici, appoggiandosi al tavolo per sostenersi.
    << Oppure no. Magari mi sarei ubriacato lo stesso, perchè non ce la faccio più! Non ce la faccio. Non ci riesco. Non sopporto più di dover mentire e sorridere a chiunque mi chieda di loro. Non riesco a guardarvi nemmeno mentre sperate che loro tornino qui un giorno. >>
    puntò un dito tremante su entrambi gli amici e scoppiò di nuovo a ridere. In quel momento, con le lacrime trattenute dalle lunghe ciglia e una postura incurvata, sembrava fragile come mai nessuno lo aveva visto. Fragile e pronto a spezzarsi sotto il peso di infinite bugie e cose non dette.
    << Sapete che vi dico? Loro non torneranno mai. Loro... Loro non torneranno e lo so da sempre! Perciò, datemi quella dannata bottiglia e lasciate che io mi affoghi nell'alcol fino a quando non mi mancherà il respiro! Perchè non merito altro! >>



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  7. Gawain Robards
     
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    Rimase con estrema fatica in silenzio, dubitando che l'amico e collega fosse abbastanza in sé da rendersi veramente conto davanti a chi si stesse commiserando, perché era solo questione di tempo.
    Gawain sapeva di non essere esattamente la persona più paziente - per la pazienza contava un po' di più su Patrick - ma era anche vero che conosceva bene l'espressione del Thornton e gli sembrava proprio quella di chi sta per esplodere.
    Quindi...o Patrick o lui...Luke avrebbe comunque iniziato a ragionare e si sarebbe presto gettato sotto una doccia gelida...non necessariamente in quest'ordi-
    Le ultime parole dell'amico lasciarono basiti lui e Patrick, mentre tutto quello che ricordavano della maledetta notte e dei primi giorni da rifugiati si intrecciavano all'inizio confusamente, ricordi che spesso erano gli incubi a mescolare...ma solo perché di giorno le cose da fare erano troppe e richiedendo tutta la loro lucidità esigevano che orrore e pessimismo andassero affrontati.
    E Luke aveva affrontato in tutto questo tempo tutto questo...tenendosi dentro un orrore simile - ancora molto poco chiaro per loro, ma innegabilmente vero...se l'alcool impastava la lingua e le parole, era anche vero che come poco altro era purtroppo in grado di far uscire la verità.
    Passò in secondo piano tutto ciò che l'altro stava sproloquiando. O meglio, acquistò tutt'altro senso, rivelando come in realtà Luke fosse pronto a biasimare se stesso anche per scelte che non erano state certo sue, ma che il dolore delle perdite e tutto quello che era seguito riusciva a mettergli sulle spalle.
    << E ti sei tenuto dentro tutto questo fino ad ora? No che non ti lasciamo affogare, idiota! >>
    Scoccò appena una rapida occhiata a Patrick, ammettendo che probabilmente il collega avrebbe affrontato la cosa in modo diverso. No, era la strada giusta. Andava scosso, se necessario, per fargli capire che tenersi tutto sulle proprie spalle non poteva che peggiorare le cose.
    << Luke, sei un Auror...e dei migliori. Lo sai, una tragedia del genere non può essere affrontata da nessuno da solo...Perché? >> gli chiese esasperato...e addolorato. Aveva visto persone, lì sotto, crollare per molto meno.
    Ognuno di loro aveva il sacrosanto diritto di sfogarsi e di condividere le peggiori tragedie che il nuovo Ministero aveva riservato loro...E Luke non aveva detto nulla.
    Nulla.
    Gli si avvicinò, pronto a sentirlo sfuggire a qualsiasi tocco o altro tipo di approccio per consolarlo. << Luke, non sei invincibile. Sei umano, come hai potuto credere di resistere senza parlarne? Perché non ci hai permesso di aiutarti? >>

    Edited by Gawain Robards - 4/7/2014, 13:16
     
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6 replies since 17/3/2014, 22:35   104 views
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