[storyline]Questa è la tua vita...

...e sta finendo un minuto alla volta. Kirsten/Peter

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  1. ´ Peter ´
     
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    * PETER FINNERS *
    Non importa l'ora o la stanchezza. Importa il potere che la notte risveglia.





    Aveva passato almeno una mezz'ora a passeggiare avanti e indietro per lo studio, rischiando di consumare le suole delle costose scarpe che aveva comprato solo due giorni prima. Era convinto che niente potesse irritarlo quella sera ma sbagliava. Non usciva dal suo ufficio da almeno 36 ore; la barba incolta e la camicia stropicciata ne erano una prova abbastanza tangibile. I capelli scarmigliati e l'alito che puzzava di alcol erano invece i sintomi di una imminente crisi isterica. Non era possibile che fosse passato dal vivere in una cella all'avere ben due case, grazie al suo vecchio conto alla Gringott. Non era possibile che si ritrovasse di nuovo a fare ragionamenti e conversazioni con persone e non con animali. A proposito di animali...
    Il suo sguardo si posò sulla donna nuda che dormiva sul suo divano e un sorriso illuminò il suo viso cupo. Era una tizia sconosciuta che lavorava ai piani inferiori come segretaria di qualcuno che sicuramente era inutile e Peter l'aveva vista solo due volte in tutta la sua vita.
    Ovviamente, se quella piccola idiota di McKinnon non fosse stata terribilmente in ritardo, lui non si sarebbe divertito quella notte, perciò appuntò mentalmente di comportarsi meglio con lei quando si fosse decisa ad arrivare. Non esistevano "se fosse arrivata" oppure "forse aveva avuto un intoppo". Con Peter funzionava in modo diverso: erano sull'orlo di un baratro e rischiavano di cadere tutti quanti. Il nuovo Ministero si stava armando per rendere sicuro il proprio impero ma non poteva funzionare se le comunicazioni esterne restavano aperte. Dovevano essere chiuse senza dare nell'occhio e senza far scoppiare una guerra con i maghi del mondo intero.
    Peter era uno di quelle che rischiava di più in questo senso, perciò la McKinnon era obbligata a presentarsi quella notte!
    Udì il suono sordo di un battente che sbatteva sul legno lucido del suo ingresso e si ritrovò a gioire dell'autorità che gli concedeva il terrore umano. Non aveva chiesto di prendere un posto di rilievo nel Ministero nè desiderava mettersi in mostra come molti credeva. Lui si faceva rispettare col terrore e, doveva ammettere, che era molto più eccitante di una carica tra gli alti ranghi.
    << Dolcezza, alzati e vattene. >>
    rise di quella battuta, mentre lanciava un bicchiere di acqua fredda in faccia alla giovane dormiente. Quella si alzò di scatto ma si premunì di non guardarlo negli occhi.
    << C'è stato qualcuno che ha detto una battuta simile. Se non ricordo male era un qualche dio degli umani! Che stolti. Ancora credono che esista un dio che possa salvarli e liberare la loro anima. Ah! Peccatori deficienti, ecco cosa sono i babbani. >>
    le parole che pronunciò Peter erano un sussurro appena accennato. Si era comodamente seduto sulla sua poltrona in pelle nero fumo e stava cambiando la sua cravatta senza staccare gli occhi dal corpo della donna che, imbarazzata, recuperava i suoi vestiti e li indossava con gran fretta.
    << Ti restano cinque secondi netti mia cara e poi sarai costretta ad uscire nuda da questo posto e arrivare al tuo ufficio come mamma ti ha fatta. Sbrigati e, quando esci, fai entrare la donna che sta fuori dalla porta. Grazie. >>
    sistemò la cravatta e con le dita di una sola mano, iniziò il conto alla rovescia. Le dita si abbassavano una dopo l'altra ma, quando anche l'ultimo dito calò a seguire le altre, la ragazza era vestita. Stringeva in mano il reggiseno in pizzo - sicuramente aveva deciso che non era di vitale importanza indossarlo, preferendo coprire il resto del suo corpo - e si dirigeva verso la porta con lo sguardo spaurito e una lacrima solitaria sulla guancia.
    Quando aprì la porta, si ritrovò davanti Kirsten McKinnon e un singulto le esplose in gola. Sapeva di essere meno bella e meno intelligente di quella ragazza perciò rinunciò in partenza a conquistare Peter.
    << Spero che la scopata sia stata abbastanza soddisfacente, altrimenti non si spiega perchè tu sia riuscita ad arrivare tanto in ritardo. >>
    le dava del tu come faceva con chiunque altro con cui parlasse. Gli anni ad Azkaban l'avevano spinto a non riconoscere alcuna autorità che non fosse se stesso. Per quanto riguarda il suo modo di esprimersi invece... beh! era sempre stato così e nessuno poteva cambiare ciò che si era.
    << Chiudi la porta e sbrigati ad aggiornarmi. Sono preoccupato per le barriere che dovrebbero bloccare i contatti con l'estero. Non dovrebbero dare nell'occhio, invece... Indovina? - l'ironia insita nella sua voce sottolineava il suo nervoso ma niente nei suoi gesti poteva confermarla. - Anzi... Non indovinare! Dimmi qualcosa di concreto come una soluzione. Ho letto e riletto l'ultimo rapporto ma niente mi può essere di aiuto. Nulla mi assicura che i paesi esteri non si accorgano della sparizione di Londra e dei dintorni. Se dovessimo scomparire nel nulla, senza lasciare traccia, qualcuno tanto intelligente o tanto stupido potrebbe pensare che il nostro ministero ha intenzione di dare battaglia per la conquista degli altri mondi magici e allora scoppierebbe il finimondo. >>
    aveva parlato troppo e per troppo tempo, perciò si appoggiò allo schienale e distese le gambe sotto la sua scrivania in mogano intagliato, lasciando scorrere lo sguardo oltre quella donna che amava provocare. Era giunto il suo momento di ascoltare e magari ribattere con qualche battutina seccata ma niente di più.
    Mosse la bacchetta con svogliata accondiscendenza e qualche candela si accese irradiando luce dalle pareti fino al centro dell'ufficio. Non potevano certo lavorare al buio, a meno che lei non fosse lì per fare qualcosa che non implicava il loro lavoro. Allora forse, si potevano accordare per una via di mezzo che comprendesse il piacere e il dovere.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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5 replies since 27/12/2013, 22:58   123 views
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