[storyline]Questa è la tua vita...

...e sta finendo un minuto alla volta. Kirsten/Peter

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  1. kirsten mckinnon
     
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    Era la terza volta che succedeva e la pazienza la stava abbandonando, la stava decisamente abbandonando.
    Kirsten depositò la bacchetta nella vaschetta di fronte al vetro dell'usciere, che nel prenderla con le dovute cure non mancò di guardarla con un'aria contrariata ma anche timorosa.
    Forse si chiedeva quando l'avrebbe vista schizzare e dare spettacolo.
    Kirsten non aveva alcuna intenzione di accontentarlo, ma d'altra parte quella sera si sentiva decisamente precaria nel proprio equilibrio, cosa che non era da lei.
    Quell'omo - che per inciso non era nemmeno il suo superiore, non direttamente - la stava facendo uscire dalle grazie di Dio. Aveva il potere di strapparle dalla bocca le battute più acide e velenose, battute che finora le erano state permesse solo in quanto - modestia a parte - nel suo campo Kirsten stava velocemente salendo di grado per esperienza.
    Stava lavorando sodo, consapevole che le condizioni non l'avrebbero sempre favorita come in quel periodo. Proprio per questo stava lavorando giorno e notte e non poteva permettersi di rifiutare le chiamate, anche quelle ad orari assurdi come quella che la portava lì quella sera.
    Notte, non sera. Notte fonda.
    Strappata ad una delle poche serate che potesse definire divertenti. Fino al momento in cui non si era palesato il segnale inequivocabile, dannazione.
    Non aveva potuto ignorarlo e ora - ripresa la bacchetta che aveva appena superato l'esame - stava procedendo a passo spedito verso l'ufficio dell'essere più borioso e pieno di sé che avesse avuto il dispiacere di conoscere.
    Si schiarì la voce e bussò due colpi rapidi con le nocche.
    Il corridoio era deserto. Lui e ...le persone che si credeva in diritto di chiamare a qualunque ora...erano le uniche ad abitare il Ministero in quell'orario...Ah, ok...bisognava considerare il povero guardiano, ovviamente.
    Partorì la bizzarra idea di andare a bersi una birra con lui, non appena si fosse liberata di quell'incombenza.
    << Allora...vogliamo rispondere? >> mormorò a denti stretti.
     
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  2. ´ Peter ´
     
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    * PETER FINNERS *
    Non importa l'ora o la stanchezza. Importa il potere che la notte risveglia.





    Aveva passato almeno una mezz'ora a passeggiare avanti e indietro per lo studio, rischiando di consumare le suole delle costose scarpe che aveva comprato solo due giorni prima. Era convinto che niente potesse irritarlo quella sera ma sbagliava. Non usciva dal suo ufficio da almeno 36 ore; la barba incolta e la camicia stropicciata ne erano una prova abbastanza tangibile. I capelli scarmigliati e l'alito che puzzava di alcol erano invece i sintomi di una imminente crisi isterica. Non era possibile che fosse passato dal vivere in una cella all'avere ben due case, grazie al suo vecchio conto alla Gringott. Non era possibile che si ritrovasse di nuovo a fare ragionamenti e conversazioni con persone e non con animali. A proposito di animali...
    Il suo sguardo si posò sulla donna nuda che dormiva sul suo divano e un sorriso illuminò il suo viso cupo. Era una tizia sconosciuta che lavorava ai piani inferiori come segretaria di qualcuno che sicuramente era inutile e Peter l'aveva vista solo due volte in tutta la sua vita.
    Ovviamente, se quella piccola idiota di McKinnon non fosse stata terribilmente in ritardo, lui non si sarebbe divertito quella notte, perciò appuntò mentalmente di comportarsi meglio con lei quando si fosse decisa ad arrivare. Non esistevano "se fosse arrivata" oppure "forse aveva avuto un intoppo". Con Peter funzionava in modo diverso: erano sull'orlo di un baratro e rischiavano di cadere tutti quanti. Il nuovo Ministero si stava armando per rendere sicuro il proprio impero ma non poteva funzionare se le comunicazioni esterne restavano aperte. Dovevano essere chiuse senza dare nell'occhio e senza far scoppiare una guerra con i maghi del mondo intero.
    Peter era uno di quelle che rischiava di più in questo senso, perciò la McKinnon era obbligata a presentarsi quella notte!
    Udì il suono sordo di un battente che sbatteva sul legno lucido del suo ingresso e si ritrovò a gioire dell'autorità che gli concedeva il terrore umano. Non aveva chiesto di prendere un posto di rilievo nel Ministero nè desiderava mettersi in mostra come molti credeva. Lui si faceva rispettare col terrore e, doveva ammettere, che era molto più eccitante di una carica tra gli alti ranghi.
    << Dolcezza, alzati e vattene. >>
    rise di quella battuta, mentre lanciava un bicchiere di acqua fredda in faccia alla giovane dormiente. Quella si alzò di scatto ma si premunì di non guardarlo negli occhi.
    << C'è stato qualcuno che ha detto una battuta simile. Se non ricordo male era un qualche dio degli umani! Che stolti. Ancora credono che esista un dio che possa salvarli e liberare la loro anima. Ah! Peccatori deficienti, ecco cosa sono i babbani. >>
    le parole che pronunciò Peter erano un sussurro appena accennato. Si era comodamente seduto sulla sua poltrona in pelle nero fumo e stava cambiando la sua cravatta senza staccare gli occhi dal corpo della donna che, imbarazzata, recuperava i suoi vestiti e li indossava con gran fretta.
    << Ti restano cinque secondi netti mia cara e poi sarai costretta ad uscire nuda da questo posto e arrivare al tuo ufficio come mamma ti ha fatta. Sbrigati e, quando esci, fai entrare la donna che sta fuori dalla porta. Grazie. >>
    sistemò la cravatta e con le dita di una sola mano, iniziò il conto alla rovescia. Le dita si abbassavano una dopo l'altra ma, quando anche l'ultimo dito calò a seguire le altre, la ragazza era vestita. Stringeva in mano il reggiseno in pizzo - sicuramente aveva deciso che non era di vitale importanza indossarlo, preferendo coprire il resto del suo corpo - e si dirigeva verso la porta con lo sguardo spaurito e una lacrima solitaria sulla guancia.
    Quando aprì la porta, si ritrovò davanti Kirsten McKinnon e un singulto le esplose in gola. Sapeva di essere meno bella e meno intelligente di quella ragazza perciò rinunciò in partenza a conquistare Peter.
    << Spero che la scopata sia stata abbastanza soddisfacente, altrimenti non si spiega perchè tu sia riuscita ad arrivare tanto in ritardo. >>
    le dava del tu come faceva con chiunque altro con cui parlasse. Gli anni ad Azkaban l'avevano spinto a non riconoscere alcuna autorità che non fosse se stesso. Per quanto riguarda il suo modo di esprimersi invece... beh! era sempre stato così e nessuno poteva cambiare ciò che si era.
    << Chiudi la porta e sbrigati ad aggiornarmi. Sono preoccupato per le barriere che dovrebbero bloccare i contatti con l'estero. Non dovrebbero dare nell'occhio, invece... Indovina? - l'ironia insita nella sua voce sottolineava il suo nervoso ma niente nei suoi gesti poteva confermarla. - Anzi... Non indovinare! Dimmi qualcosa di concreto come una soluzione. Ho letto e riletto l'ultimo rapporto ma niente mi può essere di aiuto. Nulla mi assicura che i paesi esteri non si accorgano della sparizione di Londra e dei dintorni. Se dovessimo scomparire nel nulla, senza lasciare traccia, qualcuno tanto intelligente o tanto stupido potrebbe pensare che il nostro ministero ha intenzione di dare battaglia per la conquista degli altri mondi magici e allora scoppierebbe il finimondo. >>
    aveva parlato troppo e per troppo tempo, perciò si appoggiò allo schienale e distese le gambe sotto la sua scrivania in mogano intagliato, lasciando scorrere lo sguardo oltre quella donna che amava provocare. Era giunto il suo momento di ascoltare e magari ribattere con qualche battutina seccata ma niente di più.
    Mosse la bacchetta con svogliata accondiscendenza e qualche candela si accese irradiando luce dalle pareti fino al centro dell'ufficio. Non potevano certo lavorare al buio, a meno che lei non fosse lì per fare qualcosa che non implicava il loro lavoro. Allora forse, si potevano accordare per una via di mezzo che comprendesse il piacere e il dovere.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  3. kirsten mckinnon
     
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    Non la stupì certo l'aver trovato il mago in compagnia - parlare di dolce compagnia sarebbe stato troppo. Dubitava seriamente che quell'uomo fosse capace di provare qualcosa come la dolcezza - e tanto meno la sorpresero il tono e le parole con le quali l'accolse.
    Finners non aveva smesso un solo istante di sistemarsi la cravatta, mentre Kirsten incontrava lo sguardo della povera ragazza che aveva avuto la sfortuna di incappare in lui e diventare il "potente della serata con cui farsi la scopata da raccontare".
    Se solo la giovane che ora se ne andava reprimendo i singhiozzi avesse saputo quanto Kirsten in fondo la compatisse, forse non l'avrebbe sentita come una nemica, non avrebbe provato nei suoi confronti nessun senso di inferiorità.
    Per quanto Kirsten non fosse certo la migliore amica, non era nemmeno la persona capace di godere nel vedere qualcuno invidiarla o ancora peggio temerla.
    << Io non stavo facendo alcuna scopata >> rispose tranquilla, prendendo fuori dalla propria borsa la relazione del collega. L'aveva ricevuta poche ore prima, ma non pensò minimamente a giustificarsi, sebbene avesse realmente tentato di contattarlo subito per mostrargliela, trovandolo invece...inesistente, più che occupato.
    E nemmeno di questo si era stupita, a dirla tutta.
    Lasciò che Finners terminasse il suo monologo di frustrazione per quello che secondo lui stava andando storto e non poté fare a meno di pensare che ci fosse molta più carne al fuoco di quanto il Ministero raccontasse.
    Gli allungò il rapporto scritto di Holmes - che aveva fatto i nuovi collaudi dopo quelli svolti da lei - e si preparò a racimolare tutta la calma del mondo per rispondere facendo sentire la sua buonafede e il solito impegno messo nel proprio lavoro.
    << Il calendario dei collaudi aveva ricevuto la vostra approvazione, ci siamo mossi di conseguenza. Questo è il rapporto del collaudo effettuato nel tardo pomeriggio. E' arrivato puntuale sulla mia scrivania e io ho cercato di contattarvi perché lo vedeste il prima possibile. Non vi ho trovato, ma secondo quanto ci era stato chiesto quello che è stato rilevato non dava cenni di gravità. >>
    Se lei e Holmes avessero saputo che l'erigersi di quei confini doveva avvenire in modo più celato, avrebbero studiato una tempistica diversa.
    << Il Dipartimento di Ricerca ha redatto ogni spiegazione formale che debba essere fornita alle ambasciate straniere per i provvedimenti presi. rispose. << Fini di sicurezza sanitaria, tutto è riconducibile legalmente a questi. E' stata la prima cosa che ci siamo assicurati di poter legalmente fornire. >>
    Questo lo aveva capito da subito, ma altrettanto rapidamente si era detta che sarebbe stato molto difficile convincere un'intera popolazione ad isolarsi completamente dalla realtà mondiale e imbottirsi di una pozione quasi vita natural durante.
    Dubitava seriamente che i guaritori e ricercatori del S.Mungo sarebbero riusciti in tempi brevi a debellare il rischio di contaminazione. E se anche solo una piccola percentuale dei suoi concittadini aveva la sua stessa pazienza con medicinali e affini...beh, la vedeva grigia. Molto grigia.
    Kirsten e le convalescenze non erano mai andate d'accordo, figurarsi l'idea di assumere quotidianamente una pozione per non si sa quanto tempo ancora...pensò con un brivido, mentre vedeva finalmente l'uomo degnarsi di prendere in mano il rapporto.
     
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  4. ´ Peter ´
     
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    * PETER FINNERS *
    Non importa l'ora o la stanchezza. Importa il potere che la notte risveglia.





    Perchè le persone dovevano parlare così tanto? Perchè non riuscivano a comprendere l'importanza della voce e il fastidio che poteva causare l'idiozia espressa con concetti logici?
    Peter era tanto affascinato dal nuovo mondo magico che si andava creando tanto quanto era spaventato dalla stupidità umana. Si poteva essere tanto carine da non comprendere l'inutilità di se stessi? Chissà in quanti avevano lavorato per il progetto delle barriere magiche e chissà quanti avrebbero ricordato il vero motivo dopo l'attivazione dell'isolamento.
    Sospirò più di una volta e si lasciò scappare qualche sbuffo di impazienza mentre la giovane parlava e parlava e... parlava. Le aveva chiesto di dargli qualcosa di concreto. Una soluzione! Ma quello che diceva non portava ad altro se non a problemi.
    << Evidentemente non sei in grado di cercare qualcuno. Sono chiuso qua dentro da un giorno e mezzo. Non mi sono mosso per nessun motivo dal mio ufficio e non ho ricevuto nessun avviso che mi cercavi. >>
    non la stava rimproverando in nessun modo, visto che non gli importava niente di quello che lei faceva o meno. L'unica cosa che non tollerava era il ritardo! Quello sì che l'aveva reso molto più antipatico del solito; era possibile notare il suo fastidio nella nota velenosa che sottolineava l'incapacità della giovane di mettersi in contatto con qualcuno.
    << Non mi stai dicendo nulla di nuovo. Non avete fatto niente di quello che mi aspettavo. >>
    sfogliava velocemente una pagina dopo l'altra, notando quanto fosse simile al rapporto precedente. Holmes aveva scritto quelle cagate? Bene! Holmes avrebbe dovuto rifare tutto da capo e, insieme a Kirsten, non avrebbero dormito per un bel po'.
    << Questo rapporto non ha senso. Visto che non siete in grado di pensare come si deve, vi dirò io cosa dovete fare. >>
    strappò via le prime tre pagine di rapporto e strinse tra le mani le altre, alzando finalmente lo sguardo sulla giovane. Sì, era carina. Almeno su questo non c'era alcun dubbio.
    << Appena esci dal mio ufficio, vai a cercare Ellenroh Carrow. Credo che tu la conosca. Molto probabilmente oggi si troverà nel suo ufficio qui al Ministero. Se mai dovessi avere problemi nel trovarla, non è affar mio. Smuovi chiunque tu conosca per trovarla entro oggi. Dille che ti mando io e dille che è giunto il momento di preparare quel piccolo rapporto sulla malattia di cui abbiamo parlato. Quella sì che sarà una bellissima scusa che il mondo esterno potrà credere. >>
    non era altro che una piccola combinazione di ricerche e test apportati sugli animali e su alcuni babbani sconosciuti ma erano efficaci. Qualcuno aveva ricreato i sintomi di una malattia reale che poteva contagiare chiunque semplicemente respirando. Tutto era fasullo ma calcolato. Le prove dovevano essere veritiere non vere e i rapporti dovevano essere scritti di primo pugno a persone capaci.
    << Ora, sappi che dovete essere più discreti. Subito dopo che Ellenroh sarà riuscita a farti avere tutto il materiale di cui hai bisogno, passa da Holmes e spedite l'avviso di massima allerta agli altri ministeri. Avvisate tutti che siamo riusciti a contenere il contagio solo nel nostro piccolo mondo magico e che nessuno di loro è in pericolo. Avvisate anche che, per questo, adotteremo delle misure di sicurezza molto più alte di quanto ci si aspettasse e che li terremo aggiornati su ogni miglioramento. Diciamo che una volta al mese possa andar bene. Le barriere verranno abbassate solo per loro. >>
    fece una pausa e, da bravo stratega, si portò due dita alle tempie e vi premette i polpastrelli. Stava iniziando a parlare troppo e su cose che dovevano già essere risolte. Il tempo scorreva e non aspettava nessuno.
    << Dobbiamo trovare un modo perchè le barriere non crollino ogni volta che ci mettiamo in contatto con gli altri ministeri. E' di vitale importanza che non si lasci alcun spiraglio tra le chiusure ermetiche che stiamo progettando per il nostro mondo magico. Dobbiamo essere cauti! Spero che tu ti sia segnata tutto quanto. >>
    la guardò e poi spostò lo sguardo sulla sedia vuota. Si sarebbe seduta prima o poi o aveva intenzione di restare in piedi per tutto il tempo? Beh.... Contenta lei. Lui aveva una splendida visione qualsiasi cosa decidesse di fare.



    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  5. kirsten mckinnon
     
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    Bisognava dirlo, Finners si metteva davvero di impegno per ricordarti ogni volta le motivazioni per odiarlo.
    Faceva proprio di tutto per farsi odiare e presto o tardi di nemici se ne sarebbe creato uno di troppo.
    Come si permette?
    Sfortunatamente per lei, Kirsten non aveva mai mostrato la diplomazia e la pacatezza, tra le proprie doti. Ecco perché quella sera stava facendo particolarmente fatica a non saltare alla giugulare di Finners.
    Perché sarebbe l'ultima cosa che fai, ecco perché.
    La vendetta va pianificata attentamente...e gustata fredda.
    E lo sai.

    Vendetta? Lei voleva vendetta?
    Non sapeva da che parte della sua mente provenissero quelle idee di vendetta, ma sapeva che al momento attuale non era bene appoggiarle incondizionatamente.
    Rimase in silenzio, mentre le parole di Finners si seguivano l'un l'altra a sottolineare l'incapacità del loro ufficio.
    Certo. Incapacissimi.
    E molto, molto incazzati...
    Non l'avrebbe intimorita la Carrow, né tanto meno lui. Che lo sapesse.
    Prese nota dei nomi e delle richieste specifiche senza proferir parola, senza accennare a sedersi e senza nessuna particolare espressione richiuse il piccolo blocco di appunti e alzò lo sguardo sull'uomo.
    Difficile pensare a qualcuno che disprezzasse più di quel mago. Spocchioso, arrogante e assolutamente innamorato di se stesso.
    Un birillo che avrebbe voluto con tutto il cuore abbattere personalmente, se in quella fase così delicata della sua carriera non fosse stato troppo rischioso covare quei pensieri.
    Andrew aveva scoperto il grado di sorveglianza che riguardava tutti loro e anche se Kirsten non aveva voluto crederci, ora capiva di doversene fare una ragione.
    Non era il momento di opporsi, ma la testa bisognava tenerla alta sin da subito.
    << Bene. Se non ci sono altri ordini, andrei. Avrete sicuramente una fila di ragazzine invaghite fuori dalla porta. Non affaticatevi troppo.
     
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  6. ´ Peter ´
     
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    Peter non smetteva mai di osservare le persone. Da tutta una vita le aveva imitate per poter raggiungere il posto che ricopriva in quel momento, perciò sapeva vedere oltre ciò che mostravano all'apparenza. Si era guadagnato la scalata verso quella fottuta poltrona su cui era degno di posare il suo culo, perciò una donnetta da quattro soldi come la McKinnon poteva solo supporre di coglierlo in fallo.
    Non si era seduta per niente, rimanendo in piedi, quasi la sua rigida posizione potesse proteggerla dagli insulti velati che lui pronunciava con gusto. In più, nonostante la fama di attaccabrighe che circolava tra gli uffici, in quel momento non rispondeva a nessuna provocazione lanciata dall'uomo. Il che non era assolutamente un male a detta di Peter. Sicuramente stava macchinando qualcosa in quella sua testolina vuota e lui era pronto ad accogliere ogni tentativo di morte gli fosse offerto. Non era quello il suo terrore più grande.
    Non aveva mai avuto paura della morte in sè. Non si era mai spaventato sotto minaccia, anzi... aveva riso.
    Rideva anche in quell'istante. La battuta di chiusura della donna era stata tanto comica da costringerlo a piegarsi in due, fingendo di raccogliere lacrime fasulle che non accarezzavano i suoi occhi da tempi infiniti.
    << L'unica donna in fila per me è colei che sosta nel mio ufficio adesso. >>
    lo disse con noncuranza, quasi andasse fiero di quella constatazione. Era lei a rimanere ancora ferma, piuttosto che girargli le spalle e andarsene. Un altro tipo di donna non sarebbe nemmeno entrata nel suo ufficio senza avere nulla di cui lui potesse congratularsi, eppure lei lo aveva affrontato sia con lo sguardo che con il corpo. Erano le parole quelle che mancavano.
    << Suppongo che tu rimanga ancora qui per qualche motivo a me ignoto. O forse, non sei ancora arrivata alla stessa conclusione a cui sono arrivato io giorni fa. >>
    sembrava alquanto stizzito perchè nessuno riusciva mai a viaggiare sulla sua stessa linea mentale. Neanche Jalyne era mai riuscita a ragionare sui suoi pensieri, un po' perchè non le interessava affatto e un po' perchè lei aveva una visione distorta del mondo che li circondava.
    << Siediti! fai venire l'ansia persino al mio bicchiere di whisky stando in piedi. >>
    non era una gentilezza e non doveva affatto pensare diversamente. Le indicò la sedia di fronte alla sua e le tese degli appunti; scritti con una grafia raffinata tanto quanto piccola, riportavano pensieri e schemi su come fare ad attirare alleati esterni al loro mondo magico.
    << Sai bene che gli alleati sono il primo passo verso la vittoria di una guerra. Nonostante il Ministero non voglia questo, ci sono delle fecce in giro per il mondo magico e vanno catturate. Prima di chiudere definitivamente noi stessi e l'intera comunità magica al di fuori del resto del mondo, sarebbe il caso di far sapere agli altri ministeri la verità su ciò che abbiamo affrontato. >>
    le indicò alcuni fogli su cui si riportavano dettagliate descrizioni sulla battaglia e sulle morti inferte al ministero. In altri angoli c'erano elenchi di nomi, alcuni segnati di rosso - reietti non più facenti parte del mondo dei vivi - e altri segnati di blu - le perdite del popolo - che erano a centinaia.
    Negli ultimi fogli, di spessore diverso dagli altri, la scrittura cambiava il suo corso: da onde eleganti si passava a ghirigori apposti con velocità come se si scrivesse nel momento stesso in cui si stava pensando. Si parlava della malattia, del rischio di contagio e di coloro che avevano dato il via a quella terribile epidemia. Non si diceva nulla sulla cura, perchè quello spettava a Ellenroh, però si poteva intuire una soluzione per chiedere aiuti esterni. Per guadagnarsi una mano tesa da parte dei ministeri che li circondavano e persino da quelli più lontani a loro.
     
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5 replies since 27/12/2013, 22:58   123 views
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