Non avrei voluto che gli altri ferissero mio fratello, ma sono stato il primo a farlo

per Clara

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  1. -William
     
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    Avevo trovato sotto la mia porta di ingresso un paio di pergamene: una era una lettera, firmata da mio fratello minore Ryan e io l'avevo letta con gli occhi lucidi: lui stava bene, era al sicuro anche non mi aveva detto dove e mi mandava i suoi saluti. Era riuscito a farmi avere una delle sue foto e mi aveva presentato i suoi nuovi amici e li riconobbi quasi tutti, le loro foto tapezzavano tutta la città di Londra. La cosa migliore era che aveva sulla testa quel cappello che gli avevo regalato io qualche tempo prima della litigata, l'aveva conservato anche se diceva sempre che non gli era piaciuto per niente e quel sorriso per una volta sembra triste, lontano, come se non fosse realmente lì ma voleva farmi sapere che anche lui stava male per quella litigata. Ai tempi di Hogwarts, noi non sentivamo niente a parte il cercare di gridare al mondo il nostro disagio. dire a tutti che nostro padre non era il bravo padre che tutti sostenavano. Eppure, credevo che ce la stavi tutta per stare buono lì sotto, il cercare di non uscire con il tuo volto, la paura di ogni mia possibile reazione e per una volta mi ero scoperto orgoglioso di lui, mai come prima. Avevo messo via le lettere, le avevo nascoste e avevo affidato Meredith ad una ragazza che l'aiutava con i compiti e giovano insieme per ore, speravo solo che mio fratello non avesse deciso di mandarmi da Oswin - che doveva essere già uscita dal lavoro - per farmi ricevere di nuovo una porta in faccia.
    Sapevo che non le eravamo molto simpatici, ma contavo in un aiuto: se sapeva come mettersi in contatto con lui, o qualsiasi altra persona che poteva conoscere Ryan, forse avrei potuto consegnare a mio fratello la mia piccola cassaforte con quel piccolo gruzzolo che avevo messo da parte i primi giorni di gennaio del duemilanove.
    «Ciao» dissi pacatamente guardando la ragazza mora che avevo incrociato vicino ad un bar «Art mi ha detto che potevi trovarti qui, spero di non disturbare» sorrisi, usando il soprannome che quel pazzo di mio fratello mi aveva detto di usare.
     
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  2. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
    tumblr_mpkuzjXfAm1rpyfupo1_500Dispiacersi per qualcosa o qualcuno, non lo riporterà indietro.


    La testa di porco era chiusa da almeno mezz'ora e lei aveva deciso di uscire a fare una lunga passeggiata per le vie di quel villaggio mal'assortito. Tutto sembrava finto: dalle foglie che cadevano dai radi alberi fino ai passi delle persone. Nessuno sembrava accorgersi di ciò che accadeva attorno a ogni respiro. Nessuno credeva in un mondo diverso da quello. Nessuno a parte lei e qualcun'altro molto più intelligente di lei. Doveva nascondersi, scappare da quella realtà. Lo sapeva bene! Si era messa a giocare con qualcuno che conosceva le regole meglio di chiunque altro. Giocava contro coloro che aveva creato gli schemi e i trucchi; non aveva alcuna speranza di vincere. Lo sapeva. Ne era cosciente da mesi ormai, eppure continuava. Fingeva di essere sua sorella ogni giorno, arrivando a fingere anche quando era sola, impaurita dal pensiero che qualcuno potesse osservarla. Ogni volta che usciva di casa cercava di stare calma, sperando che tutto andasse per il meglio. Salutare qualcuno con un cenno del capo poteva essere pericoloso. Fermarsi a chiacchierare le faceva salire il magone.
    Le venne un coccolone quando un uomo - lo conosceva bene - si avvicinò a lei e le disse quelle parole.
    "Art mi ha detto che potevi trovarti qui, spero di non disturbare"
    Aveva eclissato il "ciao" con un battito di ciglia e si era concentrata sul "non disturbare". No... Stavano solo rischiando grosso entrambi! Che problema c'era? alcuno! Se William girava tranquillamente per la città, voleva dire che era sotto il controllo del ministero. Bene! Il fratello di Ryan era diventato un nemico giurato dei buoni senza nemmeno saperlo!
    O forse no? Le era sembrato di aver udito il nome "Art". Come aveva fatto Ryan a mettersi in contatto con lui? E perchè doveva averlo mandato proprio da lei?
    Scosse il capo, convinta di poter scacciare tutte quelle domande, pronta a contrattaccare come una vera Campbell.
    Lo guardò. Fissò i suoi occhi su quelli chiari di William e sbuffò.
    << William. Hai un dono, sai? Dovresti usarlo ogni tanto visto che tuo fratello è ricercato in tutto il mondo. >>
    lo bisbigliò, attenta a non farsi sentire da nessuno. Era ferma davanti all'entrata di un bar, convinta di poter affogare i suoi pensieri nell'alcol insieme ad un paio di persone che amavano chiacchierare. Era uscita per fare una passeggiata e all'ultimo, aveva sperato di poter trovare notizie sull'uomo che aveva ucciso Marc.
    Non seppe dirsi perchè ma... Vide i suoi piani svanire in una coltre di nubi.
    William...
    Clara adorava quel ragazzo, ma Oswin... Diciamo che non erano proprio amici.
    << Cosa vuoi? Come mai il grande William Chase dovrebbe venire da me? >>
    lo disse con stizza, quasi si stesse prendendo gioco di lui. Effettivamente era quella l'impressione che sperava di dare. Guardò la porta del bar e sospirò stancamente. Non era il caso di entrare lì dentro. Gli fece cenno di seguirla
    e si diresse verso la via di casa. La Testa di Porco era forse il luogo più sicuro visti gli incantesimi che vi apportava come scusante per la sua protezione personale. Ci sarebbe voluto un po' per arrivarci e Clara non era certa che la loro conversazione potesse durare a lungo. Dipendeva tutto dai nodi che sarebbe stato in grado di sciogliere William.
    Fidarsi o non fidarsi?
    Metterlo alla prova era un'ottima occasione.
    << Non dirmi che stai aiutando dei Reietti, William. Lo sai che se ti beccano con tuo fratello, volate entrambi ad Azkaban con un biglietto di sola andata. >>
    non erano domande. Solo affermazioni che potevano aiutare a capire. Bastava anche solo lo sguardo diverso dal solito per comprendere.
    Si ritrovò ad ammirare il viso scheletrico di William. Aveva sempre avuto dei lineamenti così diversi da quelli di Ryan che all'inizio della loro amicizia faticava a credere che fossero fratelli di sangue. L'uno era l'opposto dell'altro in tutto e per tutto. Ryan non amava il suo vero viso, perciò Clara aveva iniziato a pensare a lui con la solita faccia modificata e quella, col tempo, era diventata la vera faccia di Ryan. Niente era simile a quel babbuino incappucciato e puzzolente che qualcuno avrebbe definito "padre".
    Dovette ammettere che le era mancato William e sapere che stava bene, le permetteva una mezz'ora di sonno in più la notte. L'unico problema era quella magica pozioncina che deturpava la verità di ogni animo.


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  3. -William
     
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    Avevo guardato la ragazza con un mezzo sorriso, era facile da capire che era tutt'altro felice di trovarmi lì davanti a lei, anzi. Avevo iniziato a chiedermi se non avesse preferito vedere davvero mio fratello minore, per qualche questone di principio e quando mi aveva fissato negli occhi guardandomi torva, capii che non ero esattamente ben accetto. E non lo sarei stato non solo in quel momento, ma anche in altri e potevo ben capire il motivo, tuttavia le frasi che
    «Un dono? Che tipo di dono? » chiesi non capendo esattamente dove voleva andare a parare. Se parlava del cambiare aspetto, beh non era esattamente un dono, cosa che mio fratello amava. Insomma infinite combinazioni di aspetto fisico: io invece, beh. Apprezzavo la mia faccia al naturale anche se avevo cambiato qualche piccolo dettaglio, come il naso, gli occhi e altre piccole cosette.«se dici il cambiare aspetto, con me madre natura ha sbagliato persona, non lo considero un dono. Piuttosto una possibilità che non voglio sfruttare» le sorrisi, per poi guardarla negli occhi e dirle con un sussurro «So piuttosto bene che mio fratello è un ricercato e mi fa male saperlo, perchè avrei potuto essere con lui. Non chiedermi se farei cambio con lui, perchè la risposta che ti darei potrebbe non piacerti Oswin.» dissi pacatamente e la guardai negli occhi. Si, farei cambio con lui ogni giorno. pensai guardandola, per poi aggiungere un istante dopo «Credimi se ti dico che mi manca.»
    Quando mi chiese cosa volevo, la guardai: aveva ragione, che volevo da lei? Rimasi a lungo in silenzio, per poi guardarmi in giro, assicurandomi che nessuna orecchia indiscreta ci ascoltasse.
    «Ho bisogno di contattare Ryan e non so come fare, con chi parlare e quant'altro. Perchè vorrei aiutare mio fratello minore e i suoi amici, ho fatto un piccolo progetto ma non so se posso parlarne con te o quanto meno qui fuori.» sorrisi appena
     
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  4. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
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    Sbuffò sonoramente quando William puntualizzò che il loro non era un dono. Aveva sempre creduto che tramutare il proprio volto ogni volta che faceva comodo fosse una benedizione. Ricordava perfettamente le volte che Ryan si era salvato la pelle trasformando la sua faccia in quella di qualcun'altro. Lei per prima l'aveva invidiato come non mai e si divertiva a chiedergli di mutare il naso o altri particolari quando erano in sala grande.
    Continuò a camminare e decise di non tornare più sull'idea controversa che avevano dell'essere metamorfomagus, convinta di dover precisare solo una cosa.
    << Se non hai bisogno di trasformare il tuo volto, vuol dire che vivi da cittadino libero. Come? Prendi la pozione vero? >>
    si stava arrischiando. Si stava spingendo troppo oltre eppure... Aveva urgente bisogno di sapere se William era qualcuno di cui potersi fidare o meno. Era decisa a sapere persino se ciò che diceva di Ryan e dei suoi amici era vero. Ma lui... Come faceva a sapere che Ryan era con i suoi amici?
    << E... Ipoteticamente... Se dovessi trovare tuo fratello, come fai a sapere che lui è insieme ai suoi amici? >>
    lei non lo vedeva dai primi giorni di gennaio e non sapeva che fine avesse fatto. Figurarsi William che quella fatidica notte non lo aveva proprio incontrato! Qualcosa non quadrava... Che stava succedendo?
    Si fermò di scatto e si voltò verso l'uomo, posando le mani sul suo petto con poca gentilezza. Si stava stancando delle cose non dette. Qualcuno veniva a chiederle una mano? Bene! Doveva cantare come un usignolo, senza sosta, se voleva aiuto.
    << Cosa non mi hai detto? No! Anzi... Seguimi per ora. Parleremo a tempo debito. Capirai quando saremo al sicuro. >>
    il suo sguardo serio non lasciava alcun dubbio, nè spazio ai sotterfugi. Si diresse con tutta calma alla testa di porco, sperando di arrivarci il prima possibile. La sua mente stava già lavorando per trovare una scusa decente da rifilare alla psicopolizia qualora venissero a romperle le palle. Era certa di poter sostenere Lestrange e i suoi cani da guardia idioti senza batter ciglio nè crollare.


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  5. -William
     
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    Risi guardandola quando aveva sbuffato divertito sinceramente da quella sua reazione, lo sbuffare per la precisione, insomma io e mio fratello eravamo davvero come il diavolo e l'acqua santa come si diceva tra i babbani. Noi due non potevamo essere più diversi, ma forse eravamo uguali sotto molti punti di vista, di sicuro in quello dell'orgoglio che ci faceva davvero male e ci impediva di essere uniti come una famiglia. Non lo biasimavo per quello, non avrei potuto davvero farlo, anzi: appena l'avrei visto per prima cosa gli avrei comunque dato un bel cazzotto perchè se lo meritava.. poi gli avrei chiesto scusa.
    «Vivo da cittadino libero, perché lo sono e ho un ottimo lavoro al ministero. Lavoro come spezzaincantesimi, sai alla gringott» dissi tranquillamente, ad un tono decisamente normale, ma alla sua domanda la guardai. Avevo smesso di prenderla quando avevo capito che stavo iniziando a dimenticare cose di mio fratello, cose di mia moglie. Avevo già un'amnesia, figurarsi se mi andava di dimenticare lentamente che mio fratello era esistito e comunque mi aveva voluto bene. Mi ero ribellato e le sorrisi.
    «Mi pare ovvio, chi non la prende? E' necessario prenderla, per il mio bene.» chiesi notando che qualcuno ci stava osservando, ma ero vagamente serio, se mi conosceva come speravo mi conoscesse, avrebbe inteso quello che stavo cercando di dirle tra le righe. Era una cosa che accomunava noi Chase: mentire lo facevamo abbastanza bene, soprattutto lo facevamo dicendo la cosa che ci si aspettava di sentire in quella circostanza, si con naturalezza, ma io mi ero grattato un boccolo castano.
    Quando mi chiese di cosa sapevo di Ryan, tirai fuori da una tasca interna del mantello, una pergamena e una delle fotografie che mi aveva mandato, facendo attenzione che nessuno vedesse o riconoscesse il volto di mio fratello. Perchè era quello che lui riconosceva come suo, perchè io dovevo vederlo. Non le avrei mostrato quella in cui era da solo con il suo vero volto, quello che avevo conosciuto a casa, prima che a undici anni iniziasse a cambiare lineamenti diventando diverso da come me lo ricordavo. Ora era diventato adulto con quel volto ed un pò ero invidioso, dovevo ammetterlo, ma io mi piacevo comunque così.
    «E' l'unica prova che ho» dissi pacatamente guardandola «so per certo che sta bene, tu cosa ne dici?» guardai nuovamente la fotografia, il suo sguardo continuava a sembrare così.. vagamente sconvolto, così vagamente triste anche se la sua faccia sembrava essere totalmente rilassata.
    Quando mi posò le mani sul petto, feci per parlare e per risponderle, ma richiusi la bocca un istante dopo, trovandomi ad annuire semplicemente. «Solo una cosa.» ammisi guardandola, per poi annuire «fammi strada.»
     
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  6. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
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    Proseguì per quella via e si diresse verso una piccola piazzola con una bella fontana antica ormai deturpata. I volti dei maghi combattenti erano stati trasfigurati in nuovi volti: quelli del Ministero di adesso. Coloro che, credendosi importanti, meritavano riverenza e monetine nelle loro acque. Era un rito per ogni uomo, donna o bambino che passava di lì. Attorno a quella fontana da cui zampillava un unico getto di acqua gelata - incantato con una magia per non creare cubetti di ghiaccio - c'erano tante persone che affollavano il luogo, intente a pregare il ministero con desideri che mai si sarebbero avverati. Nessuno ascoltava le richieste dei mendicanti che, passando da lì, contavano con sguardo scaltro le falci da rubare quella notte, come nessuno degli uomini per bene avrebbe ricevuto ciò che richiedeva con tanto ardore. Le nocche delle mani marmoree che stringevano le bacchette erano così consumate da lasciare poco spazio all'immaginazione: una pazzia controllata dilagava per tutta Hogsmeade.
    Clara sospirò e fece cenno a William di camminare dietro di lei, come se non si conoscessero. Accelerò di qualche passo per distaccarsi da lui e lo tenne sotto controllo per tutto il tempo. Purtroppo quello era l'unico modo per raggiungere in fretta la testa di porco.
    Clara si avvicinò alla fontana e vi lanciò una monetina, con lo sguardo assorto, quasi credesse veramente in quello che faceva. Sperò solamente che persino William imitasse tutta quella folla. Attese alcuni istanti - il tempo di pensare qualche cattiveria sui Lestrange - e dopo riprese la via verso la testa di porco, passando affianco a William Chase. Gli fece un cenno, accertandosi che nessuno vedesse, e riprese il suo cammino, convinta che il resto delle persone fosse troppo concentrata sugli eroi del nuovo mondo.
    Ci vollero solo due minuti per arrivare ad una stradina secondaria che portava alla porta della testa di porco. La strada deserta le permise di far entrare William e poi seguirlo oltre le mura del suo luogo sicuro.
    Lo sospinse appena, indicandogli il bancone, mentre lei si preoccupava di sprangare la porta e pronunciare qualche incantesimo protettivo e alcuni contro orecchie indiscrete. Insomma, i soliti che pronunciava ogni giorno.
    << Allora... Ora possiamo iniziare a parlare. >>
    fece un respiro profondo e si diresse verso il bancone. Armeggiò alcuni istanti e alla fine, ruppe un bicchiere chiuso dentro uno straccio. Con la bacchetta pronunciò l'incantesimo per ripararlo e riportarlo alla sua vecchia forma. Se qualcuno doveva controllare la sua bacchetta, "reparo" sarebbe stato l'ultimo incantesimo effettuato.
    << Tu non prendi la pozione. Ti ascolto. E vedi di non nascondermi nulla William Chase, perchè non perdo tempo e non rischio la mia vita se non è un motivo valido. >>
    non era ancora disposta a dirgli di essere Clara e non Oswin. Non lo avrebbe fatto se non fino a quando anche quell'uomo le avesse detto qualcosa per cui valeva la pena rischiare. Giocava sporco, lo sapeva bene e magari ne avrebbe pagato le conseguenze, ma non era disposta a perdere tutto. Non prima di aver vendicato Marc e magari anche Oswin.


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  7. -William
     
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    Avevo seguito silenziosamente la ragazza che mi stava facendo strada e guardai con attenzione quella fontana. La trovai in qualche modo sbagliata, sbagliata la sua presenza, sbagliati i volti che rappresentavano qualcosa che la gente idolatrava nella speranza che qualcuno ascoltasse le loro preghiere. Ed invece cosa stava succedendo? Gli abitanti della cittadina mettevano galeoni che potevano usare per vivere degnamente al servizio di persone che di loro non si curavano più di tanto, ignari del fatto che i soldi venivano spesi per garantire la caccia di poveri reietti. E si, tra di loro c'era anche mio fratello, perciò ero piuttosto sensibile a come venivano spesi quei preziosi galeoni. Avevo notato il segnale che mi aveva fatto la ragazza e feci l'unica cosa che sapevo fare bene, passare abbastanza inosservato, così presi a camminare tra la gente, tenendola sempre qualche modo d'occhio. La imitai buttando una monetina, pregando di vedere mio fratello il prima possibile ed in salute: esattamente il contrario di ogni proposito ministeriale effettivamente ma era così.
    La seguii facendo accortezza a cosa facevo e sorrisi appena entrando dopo di lei nella testa di porco ascoltando la sua affermazione sul fatto che dovevamo parlare.
    «E' vero, non prendo la pozione» ammisi guardandola sedendomi su una delle sedie del locale guardandola con serietà «non ricordo nemmeno quando ho smesso di prenderla in realtà, ma penso che sia stato fin da subito. Riguardo la notte di capodanno non ricordo nulla, ricordo soltanto di essere uscito da casa alla ricerca di Ryan.. quando mi sono risvegliato ero a Nocturn Alley con Meredith tremante tra le braccia e il corpo senza vita di mia moglie al mio fianco. sono andata da uno specialista e me ne ha prescritte un sacco di pozioni, forse dato che il mio psicologo non mi aveva detto niente sulla pozione ministeriale.. non l'avevo più presa. Probabilmente non trovandola nella prescrizione non l'ho mai considerata abbastanza importante.» sorrisi guardandola con attenzione «Non sono mai stato tra le fila dell'ordine della fenice o un auror, perciò non sono mai stato giudicato colpevole e grazie al fatto di essere "figlio di Jonathon Chase" ed essendo diverso da mio fratello, dato che sono un gran lavoratore, è stato piuttosto facile per me.. rimanere in superficie e godere di un buon lavoro.» alzai le spalle, dicendogli tutta la verità, come se stessi parlando con l'unica persona che poteva capirmi davvero e speravo che lo facesse sinceramente.
    «E questo è tutto.. spero di non aver riposto male la mia fiducia» sorrisi pensando che nel caso.. avrei dovuto agire in qualche modo. E gli oblivion certo non mi piacevano come soluzione. Avevo riposto la mia fiducia in lei come richiesto da Ryan, perciò gli dovevo almeno questa chance.
     
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  8. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
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    Più Will parlava, più lo sguardo di Clara si intensificava, diventando serio e cupo. Quello che lui diceva non era una novità per lei che, come altri, non prendeva la pozione. Sapeva bene gli effetti collaterali di quell'intruglio. L'aveva provato. C'era stato un momento della sua vita in cui aveva desiderato poter dimenticare tutto quanto. Il dolore provato; le perdite; i cadaveri che aveva visto in una sola notte. Tutto poteva essere cancellato dalla sua testa come un colpo di spugna. In un preciso istante della sua esistenza, con una piccola provetta stretta tra le dita, si era abbandonata alla debolezza. Mentre beveva quel liquido incolore, la sua mente si librava tra le alte sfere della quiete e lei non provava più alcuna sofferenza. Si era sentita rinata e aveva funzionato per ore, fino a quando non aveva visto una foto nascosta dentro il cassetto della biancheria. Ritraeva due volti che sorridevano e due mani che si intrecciavano. Una era lei - era stato facile riconoscere l'orribile frangetta che portava da giovane - ma l'altro... Sapeva che era qualcuno di importante. Ne era certa, però non riusciva a ricordare il posto che occupava al suo fianco nè il suo nome.
    Passò altro tempo, che lei impiegò per studiare i lineamenti di quel giovane, e alla fine un nome esplose nella sua testa: "Marc".
    Fu come morire e resuscitare con un macigno che ostruiva le vie respiratorie e fermava il cuore. Si era dimenticata dell'uomo che amava! Come era potuto succedere? Come aveva fatto ad accettare quella soluzione?
    Si pentì all'istante di aver preso la via più facile e, dal giorno, decise che la pozione magica offertale dal Ministero sarebbe finita nel lavandino. Perdere la rabbia che l'ancorava ai suoi ricordi era come perdere tutto ciò per cui era vissuta e per la quale avrebbe lottato sempre.
    Nonostante stesse ricordando, riuscì a seguire il discorso dell'uomo e, quasi meccanicamente, estrasse due bicchieri e una bottiglia di liquore rosso. Era una delle bottiglie migliori che aveva, nonchè la sua salvezza durante i momenti di sconforto. Ne versò due dita in ogni bicchiere e ne porse uno a Will.
    << Non hai riposto male la tua fiducia, Will. In realtà, io non sono Oswin. Sono Clara. >>
    buttò giù il suo liquore e lo sentì sfrigolare in gola: le sue papille gustative pregavano una fine più svelta.
    Sorrise, sicura che l'uomo sarebbe rimasto spiazzato da quell'informazione ma non si fermò a dargli tempo.
    << E' Oswin quella che è morta quella notte. Proprio davanti ai miei occhi. Io ho solo finto di essere lei perchè avevo bisogno di vivere in superficie. Ho un lavoro da fare e qualcuno deve pagare per quello che è successo a lei e a Marc. Ed è tutto. Ti sarei grata se non dicessi a tuo fratello della mia azione suicida perchè si infurierebbe e mi costringerebbe a nascondermi, cosa che non sono ancora disposta a fare. >>
    il suo tono, ancora glaciale, non lasciava trasparire alcuna emozione mentre riportava quelle informazioni. Non appena finì, si accorse di avere il fiatone - forse aveva parlato troppo velocemente - e sentiva gli occhi lucidi. Già... Nascondere se stessa non era mai facile.
    << Mi dispiace per tua moglie, Will. Ma tu stai mettendo in pericolo Meredith così. Non puoi fare il doppio gioco sperando che loro prima o poi non lo scoprano. Sanno tutto di chiunque. Sembra quasi che abbiano occhi e orecchie ovunque. Hai visto quelle persone alla fontana! Se dovessero smuovere ancora una volta tutta la popolazione, sarebbero in grado di conquistare una buona parte del mondo. >>
    Le sue dita si mossero leggere a tracciare il bordo del bicchiere, con lo sguardo basso e un tremore concitato nella voce. Non c'era tempo per i bei discorsi e per i sorrisi. La felicità non era dietro l'angolo per nessuno di loro e l'unica cosa che Clara si ritrovava a fare erano quei discorsi da quattro soldi che non avrebbero portato a niente, sicuramente.
    << Se vuoi mettermi alla prova, fallo pure. Chiedimi cose che solo Clara poteva sapere e che mai avrebbe detto a qualcuno. E' il tuo turno ora. Tocca a te, fidarti di me. >>


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  9. -William
     
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    Era tutto così dannatamente strano: più guardavo la ragazza più mi assaliva la sensazione che lei sapesse qualcosa, che lei fosse a conoscenza di qualcosa che magari era qualcosa di nuovo. O forse, invece, la soluzione era molto più semplice: anche lei aveva anche avrebbe potuto avere quella sensazione di non conoscere nell'esattezza quanto era accaduto dopo l'assunzione della pozione dal gusto disgustoso e che sembrava fare solo peggio. Sembravamo dei decelebrati: tutti felici sotto una bandiera di ipocrisia e di menzogne, sotto una bandiera che ci proponeva di essere felici nella vita mediocre, senza affetti, rinnegando la famiglia e gli amici, rinnengando tutto ciò che ci era più caro: ma no, io non avrei rinnegato mio fratello. Per me non era stato l'esatto fratello migliore che una persona poteva volere, ma poi avevo capito che era solo una maschera, perchè odiare me era più facile che odiare nostro padre, perchè durante quei pochi anni in cui io mi ero trovato a fargli da padre lui si era trovato da non avere nessuno ad averne ben due: uno quello biologico che gli forniva soldi, l'altro quello che effettivamente non aveva diritto per farlo che cercava di educarlo, di fargli avere ogni autorizzazione, libro e ciò che gli serviva. Avevo seguito i suoi movimenti, cauti ma sicuri, come quelli di una persona che fa quel lavoro macchinicamente ed ero incerto che potesse piacergli per davvero.
    Boccheggiai un istante prendendo il bicchierino tra le mani e girandone il liquido rosso al suo interno. Ero stupito, ero perplesso ma abbozzai un sorriso in quanto io stavo facendo lo stesso per Ryan e non era biasimabile, per poi ridere quando disse di non parlarne a Ryan facendo un cenno di dignego con la testa. No, non lo farò. Perchè credo lo farebbe anche con me, a costo di portarmi al sicuro in spalla. sorrisi, mio fratello era molto impulsivo quando voleva e nascondermi in quel momento non solo era un problema.. ma volevo fare in modo che il ministero non dovesse sospettare di me o del fatto che avevo tradito il ministero da un bel pò di tempo.
    credo di poter affermare giustamente che siamo più simili di quanto non sembri. ammisi con un debole sorriso per poi bere finalmente bere dal bicchierino: era qualcosa di cui non ero abituato e feci un'espressione abbastanza sconvolta. Come fanno a bere questa roba? E' fortissima. tuttavia quel momento di temporanea noncuranza era stata spezzata con un colpo di vento dato che aveva citato Meredith e io mi ero irridigito davvero: cosa fare? Come potevo aiutare mia figlia a stare meglio e a mettersi al sicuro? Io non so cosa devo fare per Meredith... Clara. dire quel nome era stato complicato effettivamente Grazie davvero, ma hai ragione tu. Sono nei guai e so per certo che prima o poi lo scopriranno, prima o poi sapranno di quello che sto facendo e io posso passare anche inosservato, ma ho paura per lei.. è naturale. E' una bambina e non capisce bene quello che vede intorno, ha già perso sua madre, ma non sa molto bene come funziona il mondo. Per lei è sempre stato così, è come se il mondo a lei circostante sia immutato, sia sempre uguale e forse il fatto di aver avuto un'insegnante privato per tutto questo tempo ha fatto si che questa sua impressione sia rimasta immutata. Ogni giorno mi chiedo se è meglio che io le faccia bere la pozione perchè ho paura che quell'innocenza la metta nei guai, ma non me la sento. Se hai qualche suggerimento, te ne sarei grato. scrollai le spalle sospirando un poco.
    D'accordo, dato che sei l'unica persona a cui mio fratello può averne parlato, ti chiedo. Se sai questo, non ho bisogno di farti altre domande e avrai la mia fiducia più totale: Mia madre a che età è deceduta e.. a che età io ho dovuto prendermi cura di Ryan come se fossi un genitore? chiesi. Ero serissimo, forse troppo, ma era l'unica cosa che sapevo potesse rispondere a quella domanda.
     
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  10. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
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    Ottime domande. Doveva ammetterlo, Will era davvero bravo a scavare in fondo per riscoprire cose che nessuno poteva sapere. Clara aveva sempre conosciuto la famiglia Chase con un alone di mistero e di silenziosi segreti che, ne era convinta, si sarebbero portati nella tomba. Rare erano le volte in cui Ryan stesso era solito ammettere di aver passato un'infanzia terribile, come se fosse lui a doversi vergognare del destino che gli era stato riservato. Lui era stato una vittima di un gioco più grande e nessuno poteva biasimare il suo desiderio di riserbo; Clara per prima non aveva mai forzato la mano per sapere più di quanto lui non volesse dire e aveva accettato i silenzi quando erano stati necessari, nonostante odiasse non poter aiutare un amico in difficoltà.
    Ricordava chiaramente le tante volte che si era fatta da parte perchè Marc andasse in prima linea. Era lui, con quella sua sfacciata consapevolezza del mondo, che risollevava il morale a chiunque, comprendendo a pieno la parte peggiore di una vita che per primo aveva vissuto.
    << Amanda è morta quando Ryan aveva quindici anni e tu diciotto, dopo che vostro padre se n'è andato. E tu hai iniziato ad occuparti di tuo fratello quando avevi nove anni e poi l'hai fatto anche in seguito alla morte di vostra madre. >>
    Non era intenzionata a lasciar trasparire alcuna emozione da quelle parole. Aveva odiato Amanda con tutta se stessa e aveva odiato ancora di più quell'essere che credeva di potersi definire un padre. Aveva smesso di provare pietà per Will e Ryan quando era diventata amica di quest'ultimo, convinta che non servisse a niente la compassione nè potessero aiutare gli sguardi tristi. Erano cresciuti entrambi e ce l'avevano fatta aiutandosi a vicenda: certo, magari avevano un modo tutto loro di darsi una mano, ma si erano sempre risollevati e per questo li ammirava. Lei non ce l'aveva fatta con Oswin. L'aveva persa ed era ancora convinta di averla accompagnata per la via più oscura senza nemmeno accorgersi.
    << Ryan ha anche due cicatrici. Una sulla fronte e una sulla gamba, fatte quando aveva sei anni. Non ho mai ringraziato vostro padre per il suo particolare modo di dimostrare affetto... Un vero peccato! >>
    le ultime frasi erano più per lei che per William. Era uno dei tanti rimpianti che sempre aveva avuto e che non aveva mai avuto l'occasione di spuntare dalla lunga lista.
    L'informazione supplementare che gli aveva dato su Ryan forse era superflua come anche la precisazione degli anni di entrambi, ma non importava. Convinta com'era di non voler lasciare nulla al caso, si era ritrovata ad ammettere più volte di star diventando precisa - forse troppo.
    Con un sospiro triste si lasciò cadere sullo sgabello che teneva sotto il bancone e posò entrambi i gomiti sul legno freddo, comportandosi come si confaceva alla vera Clara. Finalmente, ora che le apparenze erano andate a farsi friggere lei poteva smettere di impegnarsi a fingere, riversando le sue energie in una soluzione per Will e sua figlia.
    << Non vedo tuo fratello dai giorni che seguirono la Notte dei Cristalli. Sono sempre stata convinta che, se avesse voluto, si sarebbe messo in contatto lui con me anche se è difficile. E' un metamorphomagus quindi, prima o poi, si farà vivo. >>
    fece una breve pausa e guardò l'uomo negli occhi. Adesso stavano alla stessa altezza ma Clara non era un amante delle vicinanze ridotte, perciò si mise dritta sulla schiena e si versò un secondo bicchiere di alcol. Aveva notato la faccia stranita di Will perciò gli fece solo un cenno, invitandolo a servirsi da solo quando desiderava.
    << A proposito di mutazioni varie. Al primo accenno di problema, fa in modo che tu e tua figlia cambiate ciò che siete. Ti consiglio di addestrarla nel potere in privato. Inizia con cose semplici come mutare una ciocca di capelli e il colore delle sopracciglia e delle ciglia. Fatelo ogni giorno e fallo passare come un gioco segreto tra voi due. Nonostante non sappia nulla di ciò che accade, deve essere pronta. Se vengono a cercarvi, tua figlia avrà un bersaglio grande come una casa appeso alla testa. >>
    bevve un sorso lento di liquido e lasciò che scivolasse dritto in gola, dandole il tempo di ragionare sul modo in cui William poteva rischiare. Non era facile. Non era più abituata ad aiutare le persone, nè era certa di saperlo fare. Poteva semplicemente dare qualche suggerimento qua e là e sperare che potessero rendere più semplici quelle assurde situazioni.
    << Tua figlia è piccola, perciò dovrebbe apprendere con più facilità ed è possibile che il divertimento renda più facili le cose. Per ora non posso fare altro se non tenere le orecchie aperte e capire se qualcuno ha qualche sospetto su di te. Nel frattempo continua a vivere come se nulla fosse, convinto che il mondo di ora sia la cosa migliore che ci sia capitata, come desiderano farci credere. >>
    lo guardò un attimo e un velo di apprensione oscurò i suoi occhi, rendendo il suo viso ancora più stanco del solito. Era difficile lottare contro le varie emozioni che attanagliavano il suo cuore, ma ancora più difficile era sapere di non avere alcuna scelta se non quella di continuare a fingere. Comprendeva bene la situazione di Will: vogavano nella stessa direzione, dritti verso una tempesta in mare aperto.
    << Come avresti intenzione di aiutare tuo fratello e i suoi amici senza che ti scoprano? >>
    Se Ryan avesse saputo che lo stava aiutando a mettersi nei guai, lei avrebbe anche potuto passare un brutto quarto d'ora ma, d'altra parte, chi era lei per decidere della vita di qualcuno che era nel pieno delle proprie facoltà mentali?


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  11. -William
     
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    La nostra famiglia era sempre stata un mix di cose che tendenzialmente non amavamo spargere in giro, dicevamo soltanto le cose necessarie, le cose che non ci facevano stare troppo male, tuttavia quelle informazioni erano sempre arrivate in qualche modo a Clara, forse una delle nostre poche e rare amiche, ma non ero mai stato sicuro che si ricordasse quel dettaglio insignificante. «Si è corretto» ammisi guardandola con un mezzo sorriso, ero effettivamente rimasto colpito da quell'affermazione, «ammetto che non avrei immaginato che te lo ricodassi, ma mi hai sorpreso.» alle sue parole riguardo Ryan e le sue cicatrici, abbassai lo sguardo per un istante, riportando alla mente, mentre i ricordi lo stavano assalendo: quanto poteva amare suo fratello, provare una vaga stima per il lavoro del padre e amare quella donna che era sua madre che aveva fatto di tutto per farsi odiare con tutta sè stessa? Eppure per la prima volta dopo anni avevo pensato a quanto era accaduto, non ripensavo a quella scena da una vita in realtà, ma.. comunque era una cosa che mi aveva fatto riflettere, dato che avevo chiesto espressamente a Meredith di non arrampicarsi sugli alberi se lei non veniva guardata da qualcuno. Non che a Londra ci fossero dei grandi alberi, ma non si sapeva mai.
    «Ricordo ancora che loro erano andati a pesca, mio padre poi si era allontanato per qualche strano motivo e Ryan si era arrampicato su un albro. Era sparito per un sacco di tempo, ma quando nostro padre l'aveva riportato a casa piangeva disperato, da allora ha smesso di arrampicarsi. Come ben sai, però, non ha mai avuto paura delle altezze anzi.» chiuse gli occhi ripensando al fatto che aveva sempre avuto paura che Ryan diventasse un novello Icaro con quella sua dannata scopa. Da notare che nemmeno io ero più tornato su una scopa tanto volentieri dopo essere uscito da Hogwarts.
    «E' che non capisco, Ryan è sempre stato uno scavezza collo, amava il rischio: ora non capisco perchè non osa farsi vedere da nessuno dei due. Sono ormai passati mesi, mi lascia una lettera e se ne va, non capisco perchè non abbia.. provato a contattarmi.» le dissi guardandole negli occhi, trovavo quela situazione altamente frustrante, ma dopo un istante capii che aveva fatto, probabilmente aveva cercato di capire se ero dalla sua parte, ma lo sarei sempre stato. Era mio fratello, quasi una sorta di figlio anche se non avevamo quei tanti anni di differenza, ma quelle esperienze fanno in modo che ti insegnino a farlo, anche se sei un bambino. Se quella sensazione mi urtava, mi sollevò particolarmente sapere che comunque aveva cercato di tutelare entrambi in qualche modo e aveva provato a cercarmi in ogni caso.. forse la paura di Ryan era comunque il fatto di venire di nuovo allontanato e a quel punto sarebbe rimasto completamente solo. Annuii distrattamente quando mi fece un accenno di servirmi quando me la sentivo, ma sapevo che l'avrei fatto molto presto e le sorrisi appena. Appena ascoltai l'affermazione di Clara, ormai avevo la certezza che era lei, sgranai gli occhi e annuii, come se per la prima volta mi avesse chiesto qualcosa di essenziale e che avevo paura di dimenticare di dire. «Gliel'avevo insegnando, è piuttosto brava e ha avuto un breve corso prima di capodanno da Ryan.» ammisi guardandola, per fortuna (lo era davvero?) Ryan aveva insegnato ad affrontare il discorso con sua nipote a farlo in una delle sue ultime visite, aveva iniziato a cambiare piccoli dettagli ma spesso tornava com'era sempre, lei mi diceva che era perchè non era in grado di mantenere quei dettagli cambiati come le ciocche rosa e le iridi viola ad esempio, ma sapevo che si era annoiata in fretta, ma solo una volta si aveva cambiato completamente volto ed era rimasta così per qualche ora, per poi tornare normale quando avevamo ricevuto visite, non avevo mai capito il motivo in realtà. «ma credo che seguirò il tuo consiglio, quel gioco del cambiare aspetto non lo.. fa più tanto spesso ma riprenderò presto da dove avevamo interrotto, non sarà difficile convincerla. Le piaceva farlo, perciò so che tasti devo toccare» ammisi con un lieve sorriso, per poi sospirare sonoramente sulle sue parole «te ne sono immensamente grato. Ora come ora credo che ogni minuto che vivo con una bomba legata al collo, ma non mi sento seguito perciò mi sento tranquillo. Tu come te la stai cavando qui?» chiesi, sperando capisse a cosa mi riferivo. Sapevo qualche mezza notizia sui Lestrange, ma
    «Nei primi giorni di gennaio del duemilanove, avevo usufruito del tafferuglio delle organizzazioni del ministero e della gringott, ho ritirato parte dei risparmi dei reietti e ho messo il gruzzolo raccolto in una piccola cassaforte cosicchè ognuno di loro avesse una disponibilità di denaro un pò maggiore. Quando c'è caos non si pensa mai al denaro, piuttosto a fuggire e a salvarsi la vita. Ci sono soldi di un sacco di persone, so che non è molto, ma almeno è già un inizio. Se sapessi se serve altro, cibo, vestiti o altro, potrei passarli in caso a Meredith nel momento stesso in cui scende nelle catacombe.» alzai le spalle guardandola.
     
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  12. ¿Èhy Clàra*
     
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    Clara Campbell
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    Certo, Ryan era sempre stato un ragazzo che, incurante del pericolo, si gettava sulle avventure senza nemmeno passare dal via però questa era la vita reale. Rischiare il tutto e per tutto salendo in superficie era una delle cose più stupide che i reietti potessero anche solo pensare. Erano ricercati da tutto il mondo magico inglese votato alla nuova causa e Clara stessa era convinta che molti non comprendessero la gravità della situazione. Chi poteva biasimare Ryan? Per come lo conosceva lei, probabilmente non si era fatto sentire per evitare loro dei problemi. Se solo qualcuno del ministero avesse saputo che la testa di porco intratteneva relazioni con i ricercati sarebbe stata la fine per lei. Lo stesso valeva per il giovane impiegato della Gringott, anzi... per quest'ultimo sarebbe stato anche peggio. Lui aveva già una targa appesa al collo. Sicuramente i Lestrange non avevano ignorato la parentela che legava Will e Ryan Chase. I Lestrange stessi erano fratelli e, come tutti, sarebbero morti l'uno per l'altro piuttosto che vendersi a vicenda.
    << Ryan è un ricercato, Will. Anche se sembra impossibile comprenderlo a pieno, se lui dovesse farsi vedere con noi.... saremmo tutti morti o peggio. Stanno iniziando a circolare storie strane su Azkaban. Gli ubriachi che vengono qua, raccontano dei nuovi interrogatori che si fanno laggiù. Prima quel luogo era spaventoso a causa dei Dissennatori, adesso si dice che sia infestato da maghi che cercano vendetta. Entrambi sappiamo quanto sono crudeli i Lestrange e i loro scagnozzi. >>
    Era inutile girare attorno alle cose, cercando di indorare una pillola troppo amara. Clara era del parere che Will dovesse sapere tutto, nonostante la crudeltà delle azioni che si stavano compiendo.
    << Preferisco che Ryan resti nascosto, piuttosto che vederlo rinchiuso in quel posto o appeso nella piazza cittadina. >>
    Più parlavano e più era convinta che Meredith andasse messa in salvo il prima possibile. Quello non era il mondo che una bambina doveva vivere. Quello non era il tempo che una bambina doveva spendere: trasformare se stessa per potersi salvare dai cattivi. Certo, tutti i bimbi sognavano di poter avere delle avventure da quando si narravano le storie Harry Potter e i suoi amici, ma inspirare l'aria di morte che aleggiava di quei tempi non era per niente un'avventura. No, Meredith - e come lei, molti altri - meritava di poter sognare ad occhi aperti la lettera di Hogwarts, le casate, la prima scopa, la bacchetta.
    Molti bambini avevano barattato i desideri con la fuga perchè ritenuti dei mezzosangue. Scappavano e i loro piedini erano troppo piccoli per sopportare quella corsa serrata. Prima o poi sarebbero caduti. Clara sperava solo che ci fosse qualcuno ad attutirne la caduta. Sperava che i reietti stessero lavorando soprattutto per loro.
    << Se il Ministero dovesse accorgersi di quello che hai fatto, saresti nei guai Will. Dobbiamo trovare un modo di contattare i reietti. Troverò il modo di trovarli o almeno di darti una mano con la fuga. E sia ben chiaro, se Meredith va con loro, tu la segui a ruota. Non puoi più fare nulla in superficie e se tua figlia sparisce, capiranno che qualcosa non va. Questa farsa che porti avanti non durerà all'infinito. Soprattutto dopo che hai rubato dalla Gringott dei soldi non tuoi! >>
    non voleva sentir ragione. Aveva i pugni serrati sui fianchi e lo guardava con il sopracciglio inarcato verso l'alto. Aveva lo stesso sguardo che una madre apprensiva rivolgeva ai propri figli dopo aver scoperto una delle loro marachelle. Non era certa di poterlo convincere, ma doveva provare. In caso il piano fallisse, beh... Ryan sarebbe stato un ottimo piano di riserva qualora si fosse fatto vedere.
    << Io me la cavo. Fanno i controlli e le visite a sorpresa al pub ma niente di più. Fingo come molti di aver dimenticato e mento su quello che sento o non sento. Tiro avanti. >>
    Già... Si alzava ogni giorno e lavorava fino a tardi per non pensare. Aveva imparato a convivere con il dolore, plasmando se stessa in funzione di una sola emozione: la vendetta. Era quella che bramava ormai. Il suo cuore pompava veleno ogni volta che un cagnolino del ministero varcava la soglia del suo locale, ma fuori sorrideva. Gli angoli della labbra si modellavano in base alle azioni di sua sorella e le parole si libravano nell'aria con una nota di ironia tipica di Oswin. In realtà, dormiva poco ed era stanca di fingersi qualcuno che non era, ma non poteva tirarsi indietro. Non era solita fare retromarcia una volta iniziata la corsa.


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  13. -William
     
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    Guardavo la ragazza e stavo iniziando a fare un conto: un conto che non mi piaceva molto. Probabilmente avrebbero fatto indagini molto accurate il prima possibile, ma era ancora più probabile che avessero già iniziato a farle. Ok che ero il figlio di mio padre, ma ero il fratello di uno dei ricercati più in voga. E il fatto che Ryan non si fosse fatto vedere se non con una pergamena aveva iniziato a farmi fare un calcolo rapido: probabilmente stava per iniziare ad uscire e mettersi in contatto con me? O era perchè voleva farmi sapere che ero nei guai? Come poteva sapere però che ero nei guai?
    «Quanto strane?» le avevo chiesto in un prmom omento, per poi alzare lo sguardo, quando la donna aveva iniziato a spiegare come andava la faccenda e deglutii. «Ok questo è una cosa a cui non stento a crederci. Dancy è il primo che mi viene in mente e sono certo che lo conosci piuttosto bene anche tu: lo conoscevo prima, prima di tutto questo.» dissi pesando le parole, ma alla fine decisi di liberarmi di un peso «era una brava persona. Lo so, sembrerà pazzesco, ma era una persona, era una persona amichevole, non avrebbe fatto male ad una mosca anche per quello aveva deciso di cambiare carriera da tiratore scelto a.. non ricordo bene quale ruolo nell'ufficio applicazione della Legge sulla Magia e ora.. anche se ci vediamo e scherziamo, sai le solite battute prive di qualsiasi contenuto, a volte lo guardo in faccia e non vedo più la persona di prima, sembra un fantasma. Come lui, ovviamente la maggior parte delle persone che pensavo di conoscere. Ed era anche per quello per cui prima ero convinto di aver commesso un errore. Non conoscevo tua sorella, non così bene e non avevo idea di come.. come fare nel caso tu fossi stata davvero Oswin, anche se a questo punto probabilmente sarei già stato rinchiuso ad Azkaban per direttissa» le sorrisi, aggiungendo quasi più glaciale di quello che avevo preventivato in origine «Crudeli e senza scrupoli» entrambi vedevamo quello che accadeva in giro e non lo auguravo a nessuno. A nessun altro del mondo magico, e non ovviamente.
    «Si, anche io, credimi anche se non credo che nessuno debba andare in pubblica piazza. Mai, a parte le dovute eccezioni.» le parlavo sinceramente era solo che una parte di me continuava a sentirsi in colpa e nonostante la chiacchierata con Clara non si leniva, se non consideravo davvero il problema della fuga che continuavo a rimandare e che invece si stava avvicinando a grandi passi.
    «Vivo ormai da mesi con un occhio aperto, e al ministero cerco di guardarmi intorno senza destare sospetti, come si può vivere così?» dissi con un sospiro guardandola sinceramente «è snervante: ma non credo di essere sicuro di volermi nascondere, ma credo di non avere alternative non è vero? » le sorrisi guardandola riconoscendo quello sguardo che mio fratello avrebbe definito "inceneritore" «anche questo è vero, forse la faccenda si concluderà ancora prima dei sette otto mesi che avevo immaginato. In ogni caso, penso proprio che seguirò mia figlia al sicuro quando accadrà, non voglio che rimanga senza di me, già vivere senza sua madre è abbastanza difficile e non se lo merita.» sorrisi pensando a quella povera bambina per poi ridacchiare guardandola divertito, quando poi la guardai alzando un sopracciglio «Credi che non lo sappia? Quei soldi non sono miei, devo restituirli ai legittimi proprietari non appena li vedo! Ero l'unico all'inizio a passare inosservato e senza galeoni come fanno a vivere? Non credo che possano vivere dove sono senza poter comprare vestiti o cibo ancora molto a lungo, era l'unico modo che avevo per aiutarli. Cosa serve se no una persona che lavora alla gringott?» le sorrisi guardandola ascoltando poi le sue parole riguardo il fatto che tirava avanti.
    «Allora.. non siamo poi così diversi, anche se ti invidio. Sai a fare quello che stai facendo, ci vuole un gran sangue freddo che non credo di avere, far finta di essere un'altra persona, non so se ce la farei» le sorrisi
     
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    Clara Campbell
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    Vivevano una vita colma di paure e respiravano l'aria stagnante di qualcuno che era cambiato. Dalla notte al giorno, tutti si risvegliavano con una nuova idea politica e smaniavano per poter vedere le esecuzioni cittadine dei traditori del loro sangue. Come si era arrivati a tutto quello? Come potevano crescere i bambini, in quel posto malsano? Fu come un'illuminazione per Clara. Realizzare che anche Meredith stava crescendo in un mondo ricco di terrore fu come uno schiaffo in pieno viso.
    << Non è giusto, Will. Non è giusto ciò che stanno facendo. Non è giusto il modo in cui rovinano le vite di persone innocenti. Che colpe possono avere quei poveri lavoratori che dimenticano i parenti perduti? E coloro che torturano? Sai che si vantano? I carcerieri che varcano la porta di questo posto si vantano di come urlano di dolore i prigionieri! >>
    le sue mani scorsero sul legno rovinato del bancone e si soffermarono sugli intacchi che lei stessa apportava da quando l'aveva preso in gestione; uno al giorno, per ricordarle che stava ancora vivendo.
    << Ho creato un posto dove potessero incontrarsi. Ho rovinato il luogo tanto amato da Aberforth. Se solo fosse ancora vivo, si infurierebbe con me per la vita che sto conducendo e per le scelte che ho fatto. >>
    già... Lei si nascondeva in superficie, a differenza dei reietti. Era una vigliacca, non una persona da ammirare.
    "Stai crollando, bimba"
    non seppe perchè, ma quella frase si insinuò nella sua mente con tanta prepotenza da farla sobbalzare. Stringendo le mani sul bicchiere di vetro, si meravigliò della voce che aveva quel pensiero. Ryan... Se fosse stato lì e avesse notato la paura nel suo sguardo, le avrebbe detto quelle parole? O erano più appropriate per Elias? No... l'artista era solito osservare in silenzio e limitarsi ad una pacca sulla spalla come supporto.
    << Non mi devi invidiare... A lungo, nessuno riesce a fingersi ciò che non è. >>
    sapeva di star ammettendo la sua futura sconfitta ma, in quel momento, era giusto dirlo a voce alta. Doveva dirlo almeno una volta, a qualcuno. Era da mesi che non parlava con una persona di cui potesse fidarsi e Will era il suo posto sicuro in quel momento. Lui non lo avrebbe mai saputo, però la sua sola presenza le evitava una pazzia certa.
    Sapeva anche di aver lasciato intendere la sua morte sicura. Era solo questione di tempo; poteva commettere un errore da un momento all'altro anche dopo le mille prove che faceva ogni giorno per rendersi più simile a sua sorella. Qualcuno l'avrebbe scoperta. Si sa, il topo che trova il formaggio all'uscita del labirinto... è giunto alla fine della sua corsa.
    << Comunque, ti ringrazio per non esserti impuntato di voler rimanere in superficie. Non saprei proprio come calmare Ryan se tu prendessi una decisione differente. E sappi che è stato stupido ciò che hai fatto! Non perchè quei soldi sono in mano tua adesso o perchè tu ti senta in colpa nel tenere denaro che non ti appartiene. Non è quella la cosa importante! Ti sei messo nei guai! Se scoprono che mancano dei soldi, chi credi che vadano a cercare? Sei stato sciocco, Will. >>
    gli stava facendo la ramanzina? Può essere. Eppure si fermò a fissarlo negli occhi e tutta la rabbia svanì in un istante, lasciando solo una preoccupazione materna che da sempre la distingueva dalla sua gemella. Posò una mano tra i ricci dell'uomo e si sentì improvvisamente più vecchia degli anni che decantava.
    << Sei stato coraggioso William Chase. Ma evita di far preoccupare chi ti vuole bene. A tuo fratello prenderà un colpo quando verrà a sapere cosa hai fatto. >>
    Gli scompigliò i capelli con dolcezza e, finalmente, sorrise. Le sue labbra si inclinarono verso l'alto e il suo viso stanco si illuminò, come un tempo. La presenza di una faccia conosciuta la rendeva più quieta a lungo andare.
    << E' ovvio che gli dirò cosa hai fatto. Magari, per una volta, sarà lui a comportarsi da fratello maggiore, che ne dici? Non dovresti sobbarcarti tutti i problemi del mondo intero da solo. Preoccuparsi va bene ma senza rimetterci le penne. >>
    gli stava dando consigli che lei stessa non aveva mai seguito. Aveva passato una vita intera a preoccuparsi per Oswin e come era finita? sua sorella era morta e lei ne ricordava la memoria vestendone i panni macchiati di sangue ancora fresco.



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