Paure e Risa.

x Ryan *O*

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  1. »Princess Melody˜
     
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    * Melody Carter * Terremoto Vivente




    * Catacombe * 12/11/2009 *



    *<< Melody tesoro. La mamma se n'è andata. Se n'è andata per sempre. >>
    la voce cupa di Nathan Carter non era l'unica cosa udita dalle sue piccole orecchie rotonde. Qualcun'altro piangeva dentro quella grande sala d'attesa. Melody non sapeva dove si trovasse nè perchè indossasse uno dei vestiti che le aveva confezionato sua madre. Il sorriso che poco prima aveva illuminato il suo viso, svanì sotto il peso di quelle fredde parole spaventate.
    Vide suo padre chinarsi alla sua altezza e passarle una mano tra i boccoli, come aveva già fatto tante di quelle volte da averne perso il conto. Cosa le voleva dire? Cosa significava che la sua mamma era andata via per sempre? No! Lei sarebbe tornata a prendere Melody e Leo prima o poi! Un giorno sarebbe arrivata alle catacombe e li avrebbe abbracciati entrambi, chiedendo scusa per il ritardo.
    << Principessa... Persino papà deve andare via e questa volta si porta anche Leo. >>
    il volto di suo padre mutò ancora una volta e un rivolo di sangue attraversò la sua fronte, colando lungo la guancia e giù fino al collo. Melody trattenne un urlo e scrollò i boccoli con tanta forza da farsi venire mal di testa. Non voleva più ascoltare quelle bugie. Non voleva più saperne nulla di tutti quei brutti racconti. Si portò le mani alle orecchie e rannicchiò le ginocchia contro al petto.
    No! Lei non avrebbe più ascoltato nulla.
    << Leo no! Leo sta con me! Me lo ha promesso. Leo non deve andare in superficie, perchè è pericoloso! >>
    Chiuse gli occhi, stringendo con forza i pugni attorno alle orecchie. Quando battè le palpebre, suo padre era già lontano. Melody osservò in silenzio la sua schiena barcollare a destra e sinistra, mentre si teneva a un'alta figura.
    << LEEEEO >>
    l'urlo terrorizzato non uscì dalle sue labbra. Si fermò ancor prima di venir pronunciato, perciò il fratello non si girò a guardarla. Come aveva fatto a non notare la sua presenza? Melody provò ad urlare ancora una volta ma niente.
    Ritentò altre mille volte ma le due figure, ormai diventate ombre scure, si allontanavano sempre più.
    Nel momento stesso in cui lei provò a scendere dalla sedia dove era incastrata, suo padre e suo fratello svanirono nel nulla, così come il pavimento sotto di lei. Melody si udì precipitare e.....
    *

    Tonf.

    Un grande dolore alla testa la costrinse a svegliarsi da quell'incubo terribile che l'avvolgeva di singulti e tremori.
    Tastò intorno a lei e si ritrovò legata tra lenzuola e coperte, sdraiata a terra e non più a letto. Alzò lo sguardo verso l'alto e sospirò. Era la terza volta che cadeva dal letto quella settimana e iniziava a darle fastidio la cosa. Non poteva spaventarsi così ogni santissima volta e poi... c'erano quei lividi antiestetici che la rendevano ancora più monella di quanto non fosse. A proposito di lividi! Si portò la mano alla fronte e notò un piccolo bozzo vicino alla tempia sinistra.
    << Ahia. >>
    mormorò appena tastando il bernoccolo nuovo di zecca. Cercò di sbrogliarsi dalle lenzuola e ricadde all'indietro, andando a cozzare sul comodino. La sveglia cadde a terra con uno schianto, ma il rumore venne attutito da un battito incessante. Finalmente Melody si era alzata e si lasciava andare a un frenetico battere i piedi a terra per via della rabbia. Non ne poteva più ed era tutta colpa di Leo che quella notte aveva le ronde e chissà cosa faceva e non sarebbe tornato a casa fino alla mattina. Beh... Lei non poteva aspettare. Quel giorno l'avevano sgridata in molti, dicendole che Leo doveva salire per forza in superficie visto che poteva e voleva dare una mano. Nessuno poteva comprendere quanto fosse spaventata una bambina di sei anni. Leo era l'unico membro della famiglia famiglia che le restava! Era l'unico che potesse ricordarle qualcosa di mamma e papà! C'erano altre persone che le volevano bene e lei le reputava tutte parte della famiglia ma... Leo era suo fratello fratello. Un fratello di sangue, insomma.
    Arrotolò tutte le coperte e le lenzuola insieme e prese il suo peluche - il coniglietto grigio che tanto amava - dirigendosi fuori casa sua. Strinse l'orecchio del pupazzo e con il dito in bocca, trascinò i suoi piedini scalzi fino a casa di Ryan. C'era tanto di quel silenzio nelle catacombe che Melody ne ebbe paura. Era così abituata ad attraversare le catacombe con il frastuono delle giornate non con la quiete della notte, per questo una volta davanti alla porta di Ryan, vi battè contro la manina dal pollice sbavato e chiamò a gran voce il giovane con il suo nomignolo.
    << Ianììììììììììììììììì... Apri! >>
    sperava solo che fosse in casa, perchè non aveva voglia di tornare in camera sua, nè di andare a cercare gli altri adulti. Lui era l'unico a cui poteva dire le sue paure senza venire rimproverata e poi... le facevano male i piedi a furia di camminare scalza.


    Note: Tutta la parte in corsivo, racchiusa tra *....* è un sogno di Melody. Non accadrà realmente e non è neanche un sogno premonitore.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  2. .Ryan
     
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    Quella giornata era finita abbastanza strana: avevo fatto una sorta di piccolo allenamento con Patrick e Gawain dopo cena, a fatica ricordavo alcuni incantesimi, ma poi rientrando a casa, avevo trovato da quando avevo trovato nella tasca estesa del mantello che avevo usato a gennaio, l'album di famiglia, con me e William e i nostri genitori. Mi ero messo a sfogliarlo seduto su quel divanetto, mentre poi mi ero addormentato con quello sulle gambe, facendo un sogno un pò strano: bussava alla mia porta dicendo che non era arrabbiato con me e che potevamo salire entrambi in superficie, perchè il ministero era caduto e noi eravamo salvi.
    Sentendo bussare sgranai gli occhi, pensando che fosse arrivato William, ma sospirai sentendo la voce di Melody dall'altra porta. Addormentandomi sul divanetto del salotto avevo preso una posizione tutt'altro che comoda e dovetti sgranchirmi per un istante prima di andare alla porta.
    Un altro giorno senza mio fratello. pensai e poi sorrisi guardandomi allo specchio per un istante, rendendomi conto che avevo smesso di odiarlo tanto tempo prima, anche se non l'avrei mai ammesso.
    «Entra Mels» dissi pacatamente con un sorriso facendole cenno di entrare, per fortuna non si notava che avevo dormito un'ora malamente «non dovresti essere a letto?» chiesi cercando di non essere troppo brusco.
     
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  3. »Princess Melody˜
     
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    * Melody Carter * Terremoto Vivente




    * Catacombe * 12/11/2009 *



    Non appena Ryan le aprì la porta, rimase immobile sulla soglia per un po' di tempo. Stava ferma con la bocca semi aperta e gli occhi socchiusi, già appannati di lacrime. Forse non era giornata nemmeno per lui... Forse non era stata una grande idea andarlo a trovare. In fin dei conti, Leo glielo ripeteva sempre: "Mostriciattolo" - diceva - "Devi smetterla di andare da Ryan ad ogni ora del giorno. Anche lui ha i suoi problemi e i suoi impegni e, nonostante io sia certo che ti vuole molto bene, ha bisogno di stare da solo di tanto in tanto". Così le diceva sempre, ma lei continuava a ribattere, sicurissima che il suo Ianì non doveva stare solo per troppo tempo, perchè diventava triste. Cercò di convincersi di quello anche adesso che gli stava davanti. Prese un profondo respiro - tanto forte da gonfiarle il petto - e fece due passi, chiudendo piano la porta di casa, con il solito calcio indelicato.
    Non si accorse nemmeno di aver lasciato una bella stampa fangosa nello stipite, troppo intenta a ciucciare il pollice tra le labbra.
    << Ianì... Ho fatto un brutto sogno. >>
    dejavù? certo! Melody iniziava sempre i suoi discorsi con quella frase, a mò di scusa quando si presentava a casa sua di notte. Ormai era diventata un'abitudine e, si sa, nei bambini è difficile cancellare i piccoli vizi.
    Si ripromise di non restare troppo a lungo, in modo che Leo potesse andare fiero di lei, e andò a sistemare il suo coniglio peluche su una sedia. Lo sedette con tutte le attenzioni degne di una mamma-bambina e gli accarezzò le orecchie, prima di dedicarsi interamente all'uomo.
    Trotterellò da lui e si avvinghiò alle sue gambe, dandogli uno dei famosi abbracci coccolosi alla Mels.
    Fece qualche strano verso e sbadigliò appena, indicandosi la fronte.
    << Sono anche caduta. - momento di pausa perfetto per indicarsi da sola il bernoccolo in fronte - Di nuovo. >>
    le ultime parola erano una piccola aggiunta sconsolata. Sembrava quasi che nemmeno lei sopportasse più di cadere ogni volta. Certo, si vantava dei tagli che si procurava durante le lotte o durante le fughe ma... Quei lividi che apparivano sul suo corpo ogni volta che si sbatteva a qualcosa per colpa dei brutti sogni non le piacevano. Per niente! Non ne andava fiera e di solito non lo diceva a nessuno, anzi.... Se le "ferite di guerra" venivano vantate, i lividi della notte venivano nascosti con tutti i mezzi possibili.






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2 replies since 20/10/2013, 15:42   82 views
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