Dormire è anche un poter prendere riposo dalla continua presenza di sé stessi.

Hope-Gawain-Bill-Patrick

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  1. Ehy Hope!
     
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    Da quando avevo tentato di fuggire in superficie per discutere con Lestrange - e magari farmi uccidere per direttissima - mi ero guadagnata una discussione con Bill. L'avevo spaventato a morte, come avevo spaventato a morte Daniel e King..ma c'era da dire che quella discussione ci aveva unito parecchio. Gli avevo detto che lo amavo alla follia, ci eravamo baciati a lungo quel giorno e poi in un giorno di calma in cui nessuno aveva bisogno di noi, eravamo andati a letto insieme. Era stato difficile, ma Bill era riuscito a farmi dimenticare quella brutta notte passata con Lestrange, molto molto in fretta. Mi dissi che prima o poi avrei dovuto parlare con Fleur: non sapevo cosa dirle, cosa c'era da spiegarle? Che ero una brutta persona, probabilmente lo sapeva da sola, ma qualcosa glielo dovevo, almeno provare a chiederle scusa.
    Io e Bill avevamo lasciato a Patrick il bambino, Daniel, per fargli fare i compiti e distrarlo un pò, gli avevamo detto che saremmo rimasti in casa, ma ovviamente eravamo fuggiti per avere un pò di privacy, ovviamente il tempo era passato velocissimo e con loro almeno due o tre ore. Ero ricomparsa, certamente ben vestita, ma con un'espressione chiaramente innamorata che alcuni avrebbero subito notato, un profumo chiaramente maschile addosso e i capelli tirati in una coda di cavallo. Ero andata a cercare Daniel nel posto dove facevano i compiti, trovando Gawain seduto in uno dei divanetti con l'aria stravolta, intento a leggere il giornale e ovviamente dei bambini nemmeno l'ombra, ma mi sarei seduta un minuto a fare due chiacchiere con Gawain e poi, sarei tornata a cercare Patrick e Bill.
    «Ehy Gawain, cosa leggi?» gli chiesi sedendomi al suo fianco, con un sorriso. Mi sistemai per bene il suo braccio sopra le spalle, lo abbracciai forte iniziando a leggere il giornale da quella posizione. Sbadigliai, portandomi una mano davanti alla bocca. «Scusa» borbottai per poi guardarlo di sfuggita e sorridergli.
     
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  2. Gawain Robards
     
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    * Gawain Robards *
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    Tra le discussioni con Stephanie che costellavano le varie giornate e le difficoltà quotidiane di quella vita da rifugiati, i mesi di inferno si stavano prolungando, rendendo difficile conservare il suo solito ottimismo.
    Tutto sommato Gawain era sempre stato un soggetto più solare con gli altri che tra le mura di casa, questa era sempre stata una cosa che nella famiglia di origine e poi in quella creata con Steph' gli era stata rimproverata. Una di quelle persone che appaiono aperte e espansive, ma non necessariamente si rivelano esserlo altrettanto per chi vive con loro ogni momento.
    Il rapporto con il padre, al quale difficilmente era andato bene quello che faceva, fin da quando Gawain era piccolo...le continue mezze verità che la famiglia aveva sempre "offerto" al mondo esterno babbano, lo avevano portato ad essere una persona con due facce molto diverse tra loro. Stephanie l'aveva aiutato ad aprirsi e il dolore più grande era stato per Gawain proprio il doverle mentire per così tanto tempo a causa del suo essere mago, almeno fino a che lui non si era sentito pronto per rivelarle tutto. Le cose si erano complicate ulteriormente, quando lei aveva scoperto prima del tempo che lui non era un poliziotto.
    Si era ritrovato a spiegarle tutto come chi deve giustificarsi su tutto e questo con Stephanie era garanzia di problemi. Così era stato. Si erano lasciati a causa delle sue bugie e certo non aveva potuto biasimarla per la rabbia che gli aveva riversato addosso.
    I mesi lontani da lei, vissuti con quel senso di colpa, erano divenuti un inferno. Quando però si erano ritrovati, chiariti e rimessi insieme, anche se Stephanie aveva accettato di ascoltare la verità, tutta la verità su ciò che Gawain era, non aveva forse voluto assorbire fino in fondo le conseguenze che portava con sé il suo essere mago.
    Nove anni dopo, avevano quella meraviglia di figlio che era Sebastian, ma tra di loro forse non sarebbero mai stati capaci di trovare un equilibrio, di costruirlo intorno a quella diversità che per Stephanie era un ostacolo troppo grande. La spaventava, la faceva sentire ingannata, privata di qualcosa di indispensabile per vivere serena? Gawain non era ancora riuscito a capire a che livello, fino a che punto fosse per Steph una cosa inconsapevole e ingestibile, inaffrontabile. Per questo sentiva che quella situazione di emergenza la stava frustrando ancora di più, molto più di quanto colpisse tutti loro, forse. Steph non era la sola babbana che avesse trovato rifugio nelle catacombe. Ma era sicuramente una delle poche che stavano affrontando quella situazione sentendosi doppiamente estranea: estranea a quelle gallerie sotterranee dal quale non si poteva uscire, ma ancora prima estranea al mondo magico che in superficie condannava la gente come loro.
    In giornate come quelle, dopo la discussione della sera precedente, era difficile vedere spiragli nella situazione di rabbia e frustrazione che li teneva uniti e che la faceva sentire probabilmente una carcerata.
    Gawain sapeva di farla soffrire ogni volta che doveva parlarle di quanto succedeva fuori e, anche se la vedeva pronta a reagire per far sentire meno a disagio Sebastian e gli altri ragazzi, anche se la vedeva collaborare alla vita di quella comunità...la vedeva sempre inevitabilmente distante, per quanti sforzi lei facesse per non farlo pesare a tutti.
    Verso di lui - forse per fargliela un poco pagare - non aveva quelle premure, gli riconosceva con controllata correttezza l'amore che provava per Sebastian e tutto quello che faceva per aiutarla, ma...
    Merlino, ci sarebbe mai stata una fine a quel muro che li divideva?
    Si era lasciato cadere su uno dei divani - sentendolo affondare un poco, malridotto com'era...anche se riparato il più possibile con la magia era davvero troppo vecchio per non risputare fuori anche lui i propri acciacchi - e prese distrattamente in mano una copia del Profeta portata da George all'ultima sua discesa nelle catacombe. Era una copia di due giorni prima e le notizie non erano delle migliori.
    Cercò di leggere le notizie con uno spiraglio di speranza, ma non riuscì a trovare il proprio sorriso fino a ché non sentì arrivare qualcuno che ben conosceva.
    << Ma buongiorno. Siamo di buonumore? >> rispose a Hope, mostrandole cosa stesse leggendo e facendole spazio. << Sei tu la colpevole della sparizione del rosso, nelle ultime ore? >> chiese sorridendo, davvero felice per lei e per Bill. Almeno per loro le cose sembravano semplificarsi e andare verso giorni meno bui. La accolse accanto a lui e lasciò che lei si appoggiasse, sonnecchiante.
    Patrick e Daniel erano passati alle sue spalle mentre si preparava un tè al fornello della cucina. Aveva sentito il bambino brontolare per la miriade di operazioni che gli erano toccate - e sospettato che Sebastian fosse ancora alle prese con quei mostri matematici - e Patrick ridacchiare.
    Aveva cominciato a capire dove potesse trovarsi una coppia di loro conoscenza e aveva sorriso.
    << Tutto bene? >> chiese ora a una metà di quella coppia.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  3. Ehy Hope!
     
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    Sospirai rimanendo ben stretta a lui, respirando il suo profumo e sentivo le palpebre diventare pesanti e maledissi il fatto di non aver preso quel caffè che Bill mi aveva offerto nonchè il fatto che potevo andare benissimo a letto per un'oretta prima di andare a cercare Daniel, anche se probabilmente era già scappato.
    Ho saputo della litigata tra te e Stephanie, sai Daniel era molto preoccupato per Sebastian, per quanto possa venirti in tasca mi dispiace. Se posso fare qualcosa per te, sai che ci sono sempre. Sei uno dei miei migliori amici, per te qualsiasi cosa.. e non mi guardare così. Siamo già occupati e ho il profumo addosso che lo prova.» dissi con un mezzo sorriso, mettendo le mani avanti, sapevo benissimo che non sarebbe mai potuto succedere certe, ma gli auguravo tutto il meglio con Stephanie. Che il meglio non fossi io, dato che ero un casino con le relazioni sentimentali, era un altro dettaglio. Ascoltai la sua domanda sul fatto se era colpa mia della sparizione di Bill. Lo guardai divertita, con uno sguardo abbastanza malizioso che avrebbe sicuramente riconosciuto. Era una novità effettivamente, dato che per me e Bill era un'avvicinamento molto graduale.
    «Si è colpa mia, avevamo bisogno di tempo per noi» dissi mordendomi il labbro inferiore «spero che non ci fosse qualche emergenza o qualcosa del genere. E' ancora con Patrick giusto?» chiesi guardandolo
    Guardai il giornale e strizzando gli occhi sperando di rimanere sveglia, ma Morfeo si stava dimostrando tenace a volermi portare con se. Conoscevo il volto di un uomo che veniva ad Hogwarts con me, poi diventato un medimago e che ora aveva avuto mille e più onorificenze.
    «Lo conoscevo Michael,» indicai a Gawain il volto di quel ragazzo sul giornale «veniva a scuola con me ed era un mio collega, visibilmente incapace a prendere una qualsivoglia decisione da solo. Se volevano licenziarlo, ora è meglio che se lo tengano bene stretto» dissi sbadigliando ancora e mi addormentai tra le sue braccia, non riuscendo a tenere gli occhi aperti. Erano solo due le persone che mi facevano sentire al sicuro tra le loro braccia (se non consideravamo Rabastan), mi sentivo protetta, tanto da sapere che se volevo dormire, avrei potuto farlo e quelle persone erano sempre state Gawain e Bill.
    Mugugnai dicendo «ti voglio davvero bene, Gawain» sentendo che Gawain mi aveva fatto una domanda, ma avevo sorriso appena. Non gli avevo mai detto che gli volevo bene, non l'avevo mai detto a nessuno dopo l'avventura con Lestrange, anche se con Bill era una cosa a parte.
     
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2 replies since 12/10/2013, 23:02   39 views
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