Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. ~Miss Jalyne
     
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    3Helena



    * Jalyne Halia McRuner. *
    Il lungo viaggio che ti attende,
    sarà un'esplosione veritiera di un bel rosso intenso.





    << Sta parlando!!!! Sta finalmente parlando! >>
    Havis battè le mani, alzando la voce di due ottave sopra la norma a causa dell'euforia. Grazie a quella giovane cavia persino Jalyne era riuscita a provare una minima eccitazione, nonostante fosse stata soffocata immediatamente dalla realtà. Non poteva più torturarla se parlava e il suo giocare si era improvvisamente trasformato in una noiosa attesa.
    Attesa che lei odiava con tutta se stessa. Fece un cenno con la mano a Havis che ancora canticchiava e saltellava per la cella, dimentico di essere in uno dei posti che meno gli piacevano. Lui amava i luoghi all'aria aperta come boschi e parchi. Quando Jalyne gli aveva chiesto come mai li preferisse, Havis aveva scosso le spalle, fingendosi non curante, e le aveva semplicemente spiegato che era tutta colpa di suo padre. Ogni volta che la ragazzina veniva punita, si ritrovavano dentro uno scantinato o in una soffitta, entrambi puzzolenti e privi di aria pulita da respirare. Da allora, lui si era ritrovato a desiderare i luoghi privi di mura, tanto meno quelli circondati dal mare.
    Perciò Azkaban era sempre un Taboo, a parte quando era affiancato dalla parola "tortura".
    Jalyne mosse la bacchetta e una sedia apparve affianco al tavolo dove era sdraiata la giovane.
    Per alcuni istanti, il silenzio calato nella stanza si interruppe solo ad intervalli regolari.
    Plick... Plick...
    Il dolce suono del sangue che si riversava a terra in piccole gocce, creando una pozza abbastanza ampia da far accapponare la pelle. Le due guardie - ormai mute - continuavano a restare appese a testa in giù, quasi fossero statue dalla pelle diafana. I loro occhi, spalancati dal terrore, erano privi di alcuna espressione.
    In fin dei conti, doveva ringraziarli. Se non fosse stato per la loro inettitudine sul lavoro, non li avrebbe potuti usare come minaccia sulla giovane che adesso fissava incessantemente negli occhi.
    Fece pochi passi, stando ben attenta a non insozzare i suoi anfibi nel sangue sporco che ormai occupava parte del pavimento. Si avvicinò ancora di più a lei e le strinse il viso tra le dita, come aveva già fatto quel giorno.
    << Credo che tu conosca i nostri amici, di là. Sono due delle guardie che ti dovevano seguire durante la tua prigionia. Sono gli stessi che oggi non hanno lavorato come si deve. Hanno preferito mangiare e bere. >>
    una pausa dopo quelle parole, venne seguita da una breve passeggiata nella cella. Jalyne si avvicinò al tavolo e prese un pezzo di carne a mani nude, addentandolo un istante dopo. Come facesse a mangiare in una situazione simile era tutto un mistero. Il terribile fetore di sangue unito all'odore di muffa avrebbero fatto venire i conati a qualsiasi persona umana. Riprese a parlare solo quando la carne che aveva in mano svanì, ingoiata con poco garbo.
    << Ora sai cosa accadrà a te se non mi dirà tutto ciò che sai. Non dovrai nascondermi nulla. Non dovrai mentirmi mai più, perchè dopo queste informazioni, sono sicura che il signor Lestrange vorrà venire a trovarti di persona. Lui è molto più bravo di me a leggere nella teste dei prigionieri. Se scopre che hai mentito o che non hai detto qualcosa... Beh! Mi divertirò io. >>
    Stava mentendo? Affatto! Quella ragazza sapeva qualcosa su due Auror, ricercati secondi a nessuno e più importanti della vita di molti.
    Si ripulì la mano sui vestiti, come se fosse la cosa più normale del mondo e si avvicinò di nuovo alla giovane.
    A una spanna dal suo viso, un ghigno sadico e pazzo si dipinse sul suo viso.
    << Con la differenza che mi divertirò per uccidere. Non ti risparmierò nessun dolore, nè mostrerò alcuna esitazione del tagliuzzare tutto il tuo corpo, pezzo per pezzo, tenendoti cosciente. >>
    scandì le parole, una ad una, con una lentezza degna di uno psicopatico durante il suo periodo di massima euforia. Si spostò di nuovo dalla sua cavia per andarsi a sedere sulla sedia, a gambe e braccia incrociate.
    << Allora... Sto aspettando. Parla di tutto quello che sai. Fino a quando parlerai e mi dirai qualcosa di utile, non ti verrà inferto altro dolore. >>



    Role code by Ellenroh Carrow

     
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26 replies since 1/10/2013, 14:14   391 views
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