Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. Nobody Janson
     
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    * Nobody *
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    Era come trovarsi stretta da pareti di sangue e di immagini che il suo colore vermiglio rendeva stranamente traslucide. Beffarde nella rapidità con cui si lasciavano riconoscere per poi sfuggire non appena tentasse di raggiungerle, di toccarle.
    Un giovane padre se ne andava lungo un viale alberato, le mani che tenevano le ceste delle due gemelline, i soli affetti preziosi che gli fossero rimasti. Una casa luminosa si riempiva delle grida divertite di due bambine, che ridendo cercavano il padre, nel loro turno di nascondino da cacciatrici.
    Minerva e Atena, così a volte le chiamava il padre...da quando avevano imparato i miti greci riguardanti quelle idee e gliene avevano parlato entusiaste.
    Erano le sue piccole Dee.
    Il sangue colò sul volto del padre, penetrando la pelle che Oswin ricordava ancora giovane, iniettando e trasformandone lo sguardo.
    Le pareti dei sotterranei di Zabini Manor erano gelide, ammuffite. Il freddo era penetrato in ogni suo centimetro sotto pelle e quando la porta di quella cantina divenuta prigione si era aperta, Oswin aveva creduto di trovarsi davanti alla madre di Blaise. La temeva, la temeva però non riusciva a stimarla del tutto. Così era, prima di capire quello che aveva fatto il figlio, mostrandosi la vipera che era.
    Aveva rimesso sul pavimento di quella cantina, quando Blaise l'aveva lasciata - facendo riaprire la porta - dopo che lei si era sottomessa, chiedendo pietà e perdono...prima di scoprire cosa avevano progettato sin dall'inizio riguardo lei e la sorella.
    Quando lo aveva capito...e affrontato, se ne era andata, vagando per settimane alla ricerca di contatti che la portassero a Hogsmeade, ormai senza bacchetta. Non aveva avuto troppi problemi nel sopravvivere, sfruttando quelle abilità e quelle conoscenze che aveva imparato per prepararsi agi attacchi che erano culminati nella Notte dei Cristalli. Purtroppo per lei aveva alle calcagna i segugi dei Zabini e con il senno di poi aveva capito di aver vissuto un'illusione, pensando di poter portare via dal maniero qualcosa di così importante...senza essere punita per questo.
    Altro sangue, denso, dall'odore ferroso, colò su quelle nuove immagini.
    Nuove immagini pronte a riversarsi addosso a lei, a sbranare la sua lucidità, ad attaccarla in quelle ondate di febbre. Sbatté debolmente le palpebre, mentre il dolore tornava a circolare alimentandosi, incendiandole la mano ferita e pulsando anche nel taglio sotto il collo. Lunghi brividi la scossero prima che potesse riuscire a mettere a fuoco le figure che pendevano a testa in giù lungo la parete di fronte al tavolo, cui era incatenata in una posizione ormai per lei terribile.
    Uno schizzo di sangue la raggiunse, quella rossa realtà di morte e dolore che macchiava il passato e la ingoiava di nuovo. Uno dopo l'altro, due persone - guardie che si erano divertite a predirle il futuro che la aspettava tra quelle sbarre - vennero uccise per il divertimento di quella donna di cui anche lei era diventata uno dei nuovi giocattolini.
    Deglutì, affrontando come poteva lo sguardo che si puntava di nuovo su di lei, ripetendo le sue domande...e minacce.
    Era sola. Poteva contare solo su se stessa. Ed era stanca, così stanca...troppo perché reggesse qualsiasi maschera, e anche avesse avuto la forza di mentire...farlo avrebbe solo ottenuto il risultato di far adirare ancora d più quella folle.
    Non poteva rivelare quello che aveva scoperto. Non tutto. Ma doveva provare a fingere. Era la sua ultima possibilità, sperando che su di lei non venisse usata presto la lettura della mente.
    << Zabini...e sua madre...stavano facendo delle ricerche sui Reietti...volevano...volevano rivelare alla Psicopolizia cose nuove... Hanno messo dei loro uomini a pedinare dipendenti e negozianti...Hanno scoperto tracce di due degli Auror traditori della Notte dei cristalli...>> Ansimò, sostenendo come poteva lo sguardo della bionda che si avvicinava a lei.
    Le sue speranze di poter avere tregua e poter riprendere fiato...erano tutte in quelle parole.


    Role code by Ellenroh Carrow



    Edited by Gawain Robards - 13/10/2013, 23:00
     
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26 replies since 1/10/2013, 14:14   391 views
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