Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. ~Miss Jalyne
     
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    3Helena



    * Jalyne Halia McRuner. *
    Il lungo viaggio che ti attende,
    sarà un'esplosione veritiera di un bel rosso intenso.






    << Hell is on your head, darling. E' questo che stai pensando ora, Jalyne? >>
    Havis si spostò di qualche passo dal tavolo dei giochi e si nascose ancora una volta nell'ombra. Nonostante Jalyne non potesse vederlo, sapeva che aveva appoggiato una scarpa sul muro in pietra e, con le braccia incrociate, si teneva su la testa. Percepiva il suo sguardo indagatore perforarle la schiena martoriata da anni e anni di torture. Era conscia di averlo appena fatto arrabbiare con quel semplice pensiero, eppure non se ne pentiva. Lui doveva stare fuori dalla sua testa, se proprio non voleva conoscere quella parte di lei.
    Sì... Sto pensando quello e allora? Non ci posso fare nulla se la situazione me lo ha ricordato!
    non desiderava che quell'insulso essere potesse capire qualcosa su quello che era stata, per cui... Era meglio pensarle certe cose, piuttosto che dirle.
    << Devi smetterla! E' morto e tu non hai più nulla a che fare con lui. Smettila di comportarti da debole bambina indifesa e muoviti a far parlare questa qui! Odio le prigioni di Azkaban... PUZZANO più di casa tua! >>
    Jalyne sbuffò e scosse il capo, infastidita da tutta quella fretta. Odiava terribilmente dover fare le cose di corsa, perchè tutto si riduceva a movimenti imprecisi, dettati dalla disattenzione, e a dimenticanze di qualsiasi tipo. Alcune volte era stata costretta a fare qualcosa troppo velocemente e ne aveva ricavato due animaletti morti e la perdita di uno dei coltelli da cucina a cui più era affezionata. Dal giorno, si era ripromesse di fare tutto con la dovuta calma, evitando di perdere concentrazione e obiettivo.
    Con uno scatto, senza alcun preavviso, il coltello che teneva nella sinistra penetrò la mano della sua cavia, con una forza differente dalla prima volta. Più la lama affondava, sparendo alla vista, più si poteva notare la stizza che provava Jalyne. L'impazienza si stava impossessando di lei, come d'altronde accadeva durante ogni interrogatorio che non filava per il verso giusto.
    Quella donna continuava a ripetere sempre le stesse cose e lei non riusciva a comprendere dove si sarebbe spinta. Cosa realmente poteva renderla vulnerabile? Quale era il punto debole di quella sciocca?
    Non appena era entrata in quella stanza era stata certa che una sana paura di restare ferita seriamente sarebbe stata una mossa vincente. Insomma... Aveva tremato non appena l'aveva vista perciò non era così difficile comprenderne il limite di sopportazione. Forse aveva gioito troppo presto?
    Beh... Non importava! Lei poteva stare tutto il tempo che voleva lì a torturarla. Per ora, non aveva avuto alcuna data decisiva, per cui avrebbe protratto quella piacevole visita fino a quando non fosse stata realmente soddisfatta.
    << Oooooh.... Mi hai mentito su tua sorella? Credevi di potermi fregare? Ah! Puoi dirmi su quali altre cose mi hai mentito subito dopo che avrò finito con la tua punizione. >>
    la pozione che le aveva iniettato doveva già aver fatto effetto. Non sapeva quanto tempo fosse passato, nè quanto ne avesse perso. Grazie all'oscurità che aleggiava attorno alle prigioni di Azkaban, era difficile comprendere che ora fosse. Ma Jalyne si accontentava del piacevole infrangersi delle onde. Adesso che era libera, non più prigioniera ma aiutante in quel luogo, persino i muschi attaccati alle pareti erano qualcosa di terribilmente affascinante.
    Il coltello, come accaduto con l'altra mano, venne tirato via tutto in una volta e Jalyne lo ripulì sullo straccio che indossava la sua cavia. C'era troppo sangue per i suoi gusti e l'elsa rischiava di sporcarsi. Se l'elsa si macchiava di sangue marcio, lei poteva toccarlo per sbaglio e questa non era una delle cose che aveva intenzione di fare.
    Prima regola di Jalyne: Mai sporcarsi con qualcosa che non sia cibo.
    Vide la ferita appena inferta e sospirò con teatralità, sembrando realmente dispiaciuta per ciò che stava per fare.
    Si avvicinò appena al tavolo dove erano appoggiate parecchie provette dai liquidi più disparati e ne alzò alcuni alla luce di una candela. Agitò due fiale dal liquido azzurro e le rimise a posto, con un ordine quasi maniacale.
    Prese una provetta con un liquido trasparente tanto da sembrare acqua. Si specchiò si di esso e sorrise compiaciuta della scelta. L'aveva trovata finalmente! Non era certa di averla, ma qualcuno sicuramente quel giorno desiderava darle una grande mano per la sua eroica impresa.
    << Bene. Vediamo un po' se sarai in grado di darmi qualche informazione utile, visto che ci siamo. Mi annoia sentirti dire sempre le stesse cose, perciò attenderò che sia tu a dirmi la verità sulla tua persona. Non ho alcuna fretta. Nel frattempo.... Fammi qualche nome utile o dimmi qualcosa che forse potremmo non sapere. Reietti, ricercati, traditori. Tutto quello che sai! Parla come un giradischi e non ti conviene incantarti. >>
    con due falcate si ritrovò davanti alla ferita della mano sinistra - la prima ad essere stata ferita. Ne osservò il taglio profondo e scosse ancora una volta il liquido nella provetta, prima di piegare quest'ultima e riversare la metà del contenuto sulla ferita aperta.
    Non era una semplice pozione curativa, nonostante nei primi secondi potesse dare sollievo a chiunque ne saggiava la sua viscosità. Jalyne lo usava come metodo di tortura ed era un semplice composto di alcool puro con una minima dose di pulvincolo (usata per dare quella sensazione di lieve guarigione) e un'alto quantitativo di essenza di Belladonna (è stata trattata per evitare l'avvelenamento e dopo varie lavorazioni il suo risultato è strabiliante e non letale). Dopo alcuni istanti che la pozione si adagiava su una ferita, si poteva notare un lieve rossore sulla pelle ancora sana. In seguito, arrivavano i sintomi più comuni come bruciore inumano - qualcuno dice di aver pensato che quella ferita fosse andata a fuoco e non smettesse più di bruciare - e un forte dolore alla testa che portava alla perdita temporanea della vista, al sudore e al fiato corto a tempo determinato.
    Jalyne posò la fiala con il restante liquido sul tavolo delle magie e si sedette a terra ad osservare. Non aveva nulla da fare per almeno un quarto d'ora, viste le allucinazione che avrebbero annebbiato il cervello della sua cavia.
    Sì... Doveva arrivare a qualcosa quel giorno. Di certo, non si disprezzavano altre informazioni, nonostante preferisse scoprire la verità su quelle sorelle vigliacche e doppiogiochiste.



    Role code by Ellenroh Carrow

     
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26 replies since 1/10/2013, 14:14   391 views
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