Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. ~Miss Jalyne
     
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    3Helena



    * Jalyne Halia McRuner. *
    Il lungo viaggio che ti attende,
    sarà un'esplosione veritiera di un bel rosso intenso.





    Braccio B * 09/09/09 * Interrogatorio
    << Uuuuuh... Fa male tesoro? >>
    quella fioca domanda retorica si allargò in un sorriso compiaciuto, su un volto pazzo di piacere per quella splendida giornata. Quell'interrogatorio era stato una conquista fin dall'inizio. Sì... Mai i suoi lavori erano stati delle sconfitte, che i prigionieri avessero parlato o meno. Le sue cavie erano sempre utili, persino mute. Queste ultime facevano parte della categoria che lei più prediligeva: non potevano parlare, perciò lei non aveva le informazioni che desiderava, quindi gli interrogatori duravano molto più tempo e alla fine, non resistevano più, lasciando il mondo dei maghi. Ecco... Questa era un'altra conquista da parte di Jalyne; coloro che non meritavano di inquinare l'aria respirata da maghi puri, dovevano smettere semplicemente di far lavorare i loro polmoni.
    << Tesoro! TESORO! NON... FARMI... ARRABBIARE! >>
    tirò via il coltello dalla ferita della giovane con uno scatto isterico e si avvicinò al suo viso. Gli occhi sgranati e un cipiglio sulla fronte facevano intendere quanto le stesse dando fastidio la voce della sua cavia. Urlare era consentito solo a coloro che se lo meritavano. Il discorso era sempre lo stesso: lei non era nulla di più se non un esserino da poter sfruttare a proprio vantaggio. Non le erano concesse tutte quelle libertà che si prendeva.
    Faceva male? Ooooh Jalyne lo sapeva bene, ma... Se era riuscita lei a non urlare dal dolore quando era piccola, poteva farcela chiunque. Quella prigioniera non faceva alcuna eccezione.
    La sua mano libera si andò a stringere attorno alle guance di quel volto smorto che, un tempo, doveva essere stato davvero attraente. Le sorelle Campbell... Non ne aveva mai sentito parlare prima ma Jalyne era sicura che fossero state popolari duranti gli anni ad Hogwarts. Sicuramente facevano parte di quella categoria di ragazze che tutti vorrebbero al loro fianco. Quelle che brillavano di luce propria eclissando chiunque altro non fosse alla loro altezza.
    << Non puoi urlare, tesoro. Te l'ho già detto prima! Pensi di poter comandare in questo posto? Guardati. Sei incatenata, con una mano che - fece una pausa e il suo sguardo si spostò sul sangue che, attraversando la mano ferita, colava a terra in piccole gocce ritmiche. - difficilmente potrai utilizzare di nuovo. Mi dispiace dirtelo ma... Fino a quando non mi dirai la verità... Tu continuerai a soffrire. Però... Oggi mi sento particolarmente buona. - la lama del coltello, impregnata del sangue sporco di quella cavia inutile, si spostò lentamente su quel corpo immobilizzato. Ne delineò la forma del viso osseo e scese lungo il collo, fermandosi proprio sotto la spalla, sull'ultimo lembo di pelle non coperto dalla stoffa. - Sentendomi buona... Ti avviso che, più urlerai e più mi arrabbierò. Più mi arrabbierò e più proverai dolore. Eeeee... Più proverai dolore, più io mi divertirò ad infliggerne altro. >>
    quasi desiderosa di sottolineare quelle ultime parole, premette il coltello sulla sua pelle, provocando un taglio netto. Superficiale quanto basta per non recidere parti vitali, facendola sanguinare ugualmente. Il dolore era scontato ormai.
    << Zabini non ha mai usato quella maledizione senza perdono! Perciò dimmi perchè una ragazza, uguale identica a te sta lavorando alla Testa di Porco adesso! Siete gemelle. Nessun corpo è stato trovato dopo la battaglia. Siete entrambe vive, quindi smettila di dire che tua sorella è morta. SMETTILA DI MENTIRE! Voglio sapere perchè ti spacci per Oswin! >>
    la mano che ancora stringeva il viso della giovane, imitò gli stessi movimenti della lama e percorse il suo collo esile, scivolando fino al braccio dentro. Si arrestò solo quando strinse l'avambraccio della sua cavia, desiderosa di tenerla ferma.
    << Ti do... Diciamo... Cinque secondi di tempo per rispondere... Poi... La sorte che ha colpito la tua mano sinistra... Sarà la stessa che capiterà alla tua mano destra. >>
    le rivolse un sorriso incoraggiante, colmo di un'insaziabile attesa di verità. Stava giocando, come sempre faceva. Se la cavava ad incutere timore nelle persone. Per questo, iniziò a contare, con il coltello stretto in una mano, pronto a calare ancora una volta.
    << 5... 4... >>



    Role code by Ellenroh Carrow

     
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26 replies since 1/10/2013, 14:14   391 views
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