Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. Nobody Janson
     
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    * Nobody *
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    Lo sguardo della bionda aveva cambiato completamente espressione, quando aveva parlato dei Zabini. Il semplice fastidio si era trasformato in collera, aperta e vibrante nelle parole con cui rispose, imbestialita alla sola idea che qualcuno avesse pensato di poter accusare una famiglia purosangue o ingannare i Lestrange.
    Quello che accadde subito dopo la fece rabbrividire dalla testa ai piedi. All'improvviso vide la strega inveire contro il nulla, urlare e lanciare il coltello che andò a piantarsi nel muro davanti al tavolo cui Oswin era incatenata.
    Era nelle mani di una pazza.
    << Non so chi sia quella persona che si spaccia per me, so solo che ho visto mia sorella morire sotto un Avada Kedavra di Blaise Zabini >> cercò di infondere certezza nella propria voce, odiandola per il sentirla incrinarsi in quel modo. Sussultò sotto il tocco di quella mano, di quelle dita che la sfiorarono per poi iniziare a palpare, a saggiare la sua pelle con insistenza.
    Cosa vuole...cosa cazzo vuole fare?
    Per Oswin era sempre stato fondamentale sapere, prevedere ciò che stava per succederle...anche quando aveva temuto un incantesimo di attacco, anche quando era stata punita dalla Cruciatus di Ezra Zabini, in fondo era stata grata di poter dire di sapere.
    Ora quegli occhi fissi su di lei erano bramosi, folli eppure imperscrutabili. Non le permettevano di capire cosa la loro proprietaria stesse progettando e questo la fece letteralmente andare di matto. Riprese a cercare di forzare le catene, ma i muscoli già indolenziti dall'immobilità di giorni sembrarono spezzarsi in quella stretta di ferro.
    << Ho detto la verità, io non so cosa...No...NO! >> Una mano premette sul suo avambraccio e un ago si avvicinò alla pelle senza che potesse fare nulla per impedirlo. Solo tentare una difesa con parole del tutto inutili, sostituendo con insulti e sputi quella forza sparita ormai da tempo. << Lasciami, lasciami stare, figlia di...>>
    Urlò più per la frustrazione dell'immobilità, del sentirsi inerme e indifesa, che per il dolore dell'ago che entrava nella vena e per la stretta incurante della donna sul suo avambraccio. Un'ondata di debolezza si riversò su di lei, rendendo vana ogni sua altra reazione, mentre un lungo spasmo le inarcava la schiena, facendole capire che l'ultima cosa che quella donna voleva era calmarla.
    Poi arrivò quel dolore lancinante, quel gelido acciaio a penetrarle le carni, recidendo pelle e tendini, scheggiando e fosse già rompendo le fragili ossa della mano. Urlò, Oswin, urlò fino a perdere la voce, fino a tremare e a sudare nonostante i brividi che la scuotevano.
    << Non.sto.mentendo! >> gridò con quel poco di lucidità e voce che sentiva esserle rimaste.


    Role code by Ellenroh Carrow



    Edited by Nobody Janson - 5/10/2013, 16:47
     
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