Il silenzio degli innocenti è fastidioso quanto il pianto di un neonato.

Oswin x Jalyne

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  1. Nobody Janson
     
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    * Nobody *
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    << Basta... Havis, l'hai sentita? Ha detto basta! Come se potesse comandare qui dentro. Forse non ha ancora capito dove si trova e con chi ha a che fare! >>
    Non riuscì subito a capire che la figura appena entrata - una donna - non stava parlando direttamente a lei. Si alzò facendo perno con le mani sulle pareti dell'angolo alle sue spalle, cercando di tenere gli occhi aperti.
    La donna aveva una chioma di capelli ricci e crespi che la luce proveniente dal corridoio profilava di un argento sbiadito, mentre questa avanzava parlando di lei come se si rivolgesse a un altro presente, qualcuno che Oswin cercò inutilmente nei pochi istanti in cui riuscì a staccare le mani dalle orecchie. Fu quando il fischio ricominciò che - rialzando lo sguardo - distinse i lineamenti della donna ora sempre più vicina, un attimo prima che questa levasse la bacchetta e la puntasse verso di lei.
    Gli anelli di ferro che le circondarono i polsi e le caviglie furono come pesanti morsi di gelo, capaci di farle perdere l'equilibrio in avanti, il corpo troppo esile - ormai da mesi - per non sentirsene sbilanciato così, da un istante all'altro.
    Le ginocchia sbatterono a terra, per un pelo il viso non seguì la stessa sorte, riuscì appena in tempo a portare avanti i polsi incatenati, serrando comunque i denti per le botte che dai gomiti si irradiarono ovunque.
    << Buongiorno signorina Clara Campbell. >>
    << Io sono Oswin... >> replicò mentre tentava di nuovo di rialzarsi, anche se non pensava che la donna fosse disposta veramente a crederle, forse nemmeno ad ascoltarla. La porta della cella si richiuse ingoiando con il suono il finire della sua risposta, insieme alla sua liberà. << L'ho detto...e ridetto...>>
    La donna la guardava con un divertimento sempre maggiore, la scrutava in viso deliziata da un piacere morboso che inquietò Oswin molto più dell' incapacità di ascoltarla e della fredda stretta delle catene apparse dal nulla.
    << Io l'ho detto, nessuno ha volu- >> Un secondo incantesimo rischiarò la cella a giorno, quasi accecandola e costringendola a serrare le palpebre troppo abituate all'oscurità. E in quella luce si sentì sollevare in un tintinnare delle catene che univano quegli anelli alti e spessi.
    L'impatto improvviso di un piano legnoso e ruvido sotto la schiena le strappò un gemito, seguito dall'orrore di scoprire che le braccia e le gambe non rispondevano più al suo controllo, ma a quello della magia che le costrinse a stendersi e le assicurò a quel legno.
    Strattonò una, due e infine una terza volta i polsi e le caviglie, senza ottenere altro risultato che il divertimento della donna.
    << Ho detto la verità! >> rispose al canticchiare sordo della figura, che dopo aver controllato l'efficacia dell'incantesimo con cui l'aveva immobilizzata passò ad altro, voltandole le spalle per un momento ignorando le sue parole. << I Zabini lo sanno! E' stato Blaise Zabini a ucciderla...>>
    Non ci credeva veramente, qualcosa che sentiva dentro le aveva ripetuto che Clara era ancora viva e l'aveva spinta a lasciare il maniero degli Zabini per andarla a cercare...anche se allora non aveva ancora saputo cosa le avrebbe detto.
    Non ce n'era stato il tempo. L'avevano catturata prima che potesse avvicinarsi al pub di cui le avevano parlato.
    L'avevano catturata e avevano deciso di ignorare qualsiasi suo tentativo di farsi ascoltare e far capire loro quale fosse la verità.
    Strattonò di nuovo i polsi, i bordi dei bracciali che penetrarono nella sottile pelle fino a tagliarla come fosse carta. << Ho detto la verità! Mia sorella è morta! >>
    Con orrore si accorse di avere le lacrime agli occhi. La frustrazione e il dolore centravano solo in parte, ma questo nessuno avrebbe dovuto scoprirlo. Come pregò che quella donna non scoprisse troppo in fretta l'orrore che le dilatò lo sguardo, quando intravide quella lama nelle mani ansiose di usarla su di lei.
    Si sentì inarcare la schiena e agitarsi sempre di più su quel tavolo, inutilmente, trasformata nell'animale braccato che fa divertire ancora di più il predatore.


    Role code by Ellenroh Carrow



    Edited by Nobody Janson - 3/10/2013, 19:01
     
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