Try, sister. Try to find your way in this crazy world.

Clara x Oswin

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  1. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Strega




    * Hogsmeade * Notte Dei Cristalli. *


    "Aiutate i ragazzi della scuola a scappare. Siamo tutti sotto attacco. Fuggite appena potete e non fatevi prendere, per l'amor del cielo!"
    la voce concitata e roca di quel patronus rimbombava ancora nella testa di Clara come un giradischi incantato. Subito dopo quell'annuncio affrettato, fatto da una persona per lei sconosciuta, tutti alla Testa di Porco si erano messi in moto. C'era chi correva fuori ad aiutare la gente che si riversava per le strade e urlava con terrore. Aberforth si era messo a parlare con un vecchio quadro che ritraeva sua sorella e, tutto ad un tratto, era apparso un passaggio che conduceva direttamente alla scuola. Ragazzini impauriti erano usciti da sopra il camino del vecchio uomo, versando copiose lacrime e chiedendo a chiunque dove fossero i loro genitori. I più piccoli, vennero raggruppati e portati via immediatamente, mentre i più grandi si premunivano di controllare che non mancasse nessuno.
    Clara non era rimasta ferma in un angolo. Marc le aveva detto di aiutare e lei cercava di farlo, nonostante non sapesse dove andare o come tendere una mano a chi ne aveva più bisogno. Stordita e ancora confusa, vide Aberforth che le spingeva tra le braccia un ragazzino, undicenne a prima vista, che strillava e stringeva al petto una foto bruciacchiata.
    << Clara! Portali via da qui! Portane via più che puoi! >>
    sì... portarli via era la cosa più ovvia, ma dove?
    Si ritrovò al piano terra, circondata da innocenti che non smettevano un attimo di riversare a terra le loro emozioni, intenta a calmarli con parole dolci, decisamente inutili. Lo capì solo quando qualcuno del suo gruppo spalancò la porta della Testa di Porco, deciso a scappare. Stava per fermarlo quando quello gettò un urlo concitato e tornò indietro, a nascondersi tra gli altri ragazzi. Una donna sulla trentina era appena stramazzata al suo proprio davanti ai loro occhi. Aveva il viso sporco di sangue e la maggior parte della sua pelle era ricoperta di bolle. Clara trattenne i conati che minacciarono di risalire fino alle labbra e si ritrovò davanti Marc.
    << Tesoro! Andatevene da qui! ADESSO! >>
    aveva la fronte madida di sudore e i suoi bellissimi occhi verdi erano iniettati di sangue. Il suo viso era diventato una maschera di terrore. Clara non l'aveva mai visto così, nemmeno durante la battaglia di Hogwarts.
    << Dove dovremmo andare? Non so dove portarli! Nessuno si è degnato di dirmelo. >>
    già! era quello il fulcro di tutti i suoi problemi. Tutti lì dentro sembravano sapere cosa fare. Tutti tranne lei... Persino Marc si stava contorcendo per evitare di darle delle coordinate. Stava quasi per ribattere al suo stupido silenzio quando un essere indefinito, dalla faccia deforme, si presentò dentro il locale, con una bacchetta stretta in mano. Clara impiegò un millesimo di secondo in più per comprendere che quello era un uomo che aveva subito qualche maledizione.
    Marc gli puntò la bacchetta contro, senza alcuna esitazione e scintille rosse balzarono sul petto di quell'uomo sconosciuto. Come aveva fatto a capire che fosse uno da combattere e non da aiutare, rimase un mistero per Clara.
    << Senti! Non me lo vuoi dire vero? Bene! I bambini sono tutti tuoi! Io vado a combattere, di certo mi sentirò più utile fuori che qui a non far nulla! >>
    lasciò il ragazzino in braccio a Marc, prima che lui potesse ribattere ed estrasse la sua bacchetta. Le dita della mano destra si strinsero attorno all'impugnatura e tutto il suo corpo fremette, come sempre accadeva a quel contatto. La sua compagna sapeva. Anche lei desiderava dare una mano, quasi comprendesse la guerra che si era scatenata tra le strade di Hogsmeade. Le diceva di essere pronta. Era pronta a combattere al suo fianco. Era determinata tanto quanto lei. Si riversò per strada, confondendosi tra tutta quella folla, in cerca di ricordare chi era bisognoso di aiuto e chi, invece, doveva essere sconfitto.


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  2. Nobody Janson
     
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    * Nobody Janson *
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    Gli occhi di Ezra Zabini la seguivano ovunque, anche ora che si trovavano nella via centrale di Hogsmeade, lei e Blaise, smaterializzati e lontani chilometri.
    Si sforzava di sentirsi parte attiva di tutto questo, Oswin. Lottava per mantenere i nervi saldi, per ricordare a ogni briciolo di sé l'esaltazione che era riuscita a provare nella dimora dei Zabini, fomentata dalle parole della padrona di casa che aveva riferito loro ciò che si preparava per il Mondo magico e quello che avrebbe significato per la loro famiglia.
    E lei ne avrebbe fatto parte, finalmente accettata per quello che era, compresa quella vena di crudele cattiveria che per anni, per una vita intera fino a pochi anni prima, aveva sentito di dovere sempre trattenere, nascondere, biasimare.
    La notte di Hogsmeade era fredda, come se il gelo si fosse steso sul mondo che stava per cambiare per sempre, a partire da quella notte. Una febbrile eccitazione aveva illuminato gli occhi neri di Era Zabini e quella stessa luce aveva acceso le pietre scure che erano gli occhi del figlio.
    Si era chiuso in un silenzio quasi cerimoniale che Oswin non osava spezzare, limitandosi a seguire le sue direttive, monosillabiche e lapidarie.
    Si era sentita persa, smarrita, quando la massa di gente in fuga li aveva separati. Per qualche istante Oswin aveva sentito mancarle il fiato. Nella notte che pulsava di mille paure e di mille cuori spezzati, aveva sentito spezzarsi anche il proprio.
    Lei però non avrebbe avuto nessuna famiglia ad aspettarla con ansia, a piangere per lei. Nessun affetto l'avrebbe accolta, doveva bastare a se stessa e sostenere il proprio coraggio con brandelli della propria anima. Sarebbe riuscita anche lontana da Blaise. Lo avrebbe reso fiero di lei, quando si sarebbero ritrovati al termine di quella notte.
    L'uomo si era trovato sul suo cammino nel momento sbagliato, con uno sguardo deciso che la mente deviata di Oswin aveva percepito come sfida. Il sorriso aveva incurvato verso l'altro gli angoli delle sue labbra, mentre lasciava cadere provviste e coperte e la fronteggiava.
    Stolto. Lo aveva pensato alzando la propria bacchetta e puntandola al petto dell'uomo, sporcando la propria veste del sangue schizzato dal corpo dell'uomo. Sporcando per sempre la propria anima, allontanandosi da quel bivio lungo una strada che non avrebbe potuto più ripercorrere.
    Con quel sorriso sul volto alzò lo sguardo verso le figure che arrivavano dalla fine della strada, di corsa, le loro bacchette in mano.
    La pelle d'oca e quel brivido lungo tutta la spina dorsale le parlarono dell'identità di una di quelle persone prima ancora che potesse distinguerne i lineamenti.
    << Sorellina cara...>> mormorò alla strega che era il suo specchio buono, continuando a puntare la bacchetta verso l'uomo agonizzante ai suoi piedi, trasfigurato dai ripetuti Sectumsempra. << Non hai voluto perderti lo spettacolo...>>


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    Edited by Nobody Janson - 29/9/2013, 21:04
     
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  3. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Strega




    * Hogsmeade * Notte Dei Cristalli. *


    Con uno schianto l'uomo crollò a terra, con la faccia coperta di polvere. Era semplicemente svenuto. Delle corde apparvero dal nulla e lo legarono come un salame. Clara si chinò a raccogliere la bacchetta dell'estraneo e una maledizione le passò affianco, fermandosi solo dopo aver atterrato un bambino. L'urlo che riecheggiò dentro la sua testa si confuse tra quelli che la circondavano. Il ragazzino esalò il suo ultimo respiro richiamando a gran voce sua madre. Una pozza di sangue dipingeva una corona attorno alla sua testa e le braccia rivolte verso il basso, mostravano il suo essere indifeso e disarmato. Non era ancora entrato in età di avere una bacchetta.
    Stupeficium
    la sua mente aveva reagito da sola. La sua mano si era mossa senza alcun consenso e aveva puntato dritta verso l'uomo che aveva commesso quel delitto. Lo vide cadere a terra con il sorriso ancora stampato in viso. Clara prese anche la sua bacchetta e altre corde apparvero dal nulla per tenerlo fermo. Qualcuno si sarebbe occupato di portarli via, forse.
    << Aline! Tenete! >>
    passò le due bacchette ad alcuni suoi coetanei, sicura che ne avrebbero fatto un uso migliore. Qualcuno aveva perso la sua in tutta quella confusione, perciò era bene trovare ogni difesa per resistere più che si poteva.
    << CLARA! Dove stai andando? >>
    vide Aline e John che l'affiancavano e correvano con lei, schiantando persone a destra e sinistra.
    Già... Dove stava andando?
    << L'ho vista John! Era laggiù! >>
    non disse chi... Non c'era alcun bisogno di specificarlo. L'aveva vista volteggiare di qua e di là, all'inseguimento di un uomo che Clara sapeva essere un innocente, ma non voleva crederlo! Sperava di essersi sbagliata. Sperava di star avendo un'allucinazione. Era convinta che....
    Vide se stessa, riflessa come in uno specchio, puntare la bacchetta su un corpo già martoriato. Il sangue usciva dalle ferite come se non desiderasse altro da una vita intera. Un brivido gelido percorse la sua schiena, fermandosi proprio dietro la nuca.
    Le sembrava di star uccidendo un uomo. Corse ancora, senza fiato, cercando di raggiungere in tempo la sua gemella. Doveva fermarla! Doveva fare qualcosa.
    << Oswin! >>
    john urlò il suo nome e tutto il mondo di Clara sembrò crollare come un castello di carta sfiorato da un soffio di vento. Tutto ciò che erano state. Tutto ciò che lei aveva fatto per proteggerla, era andato vano. Sua sorella era veramente cambiata, come aveva temuto. Si era cacciata in guai seri e, le parole pronunciate, ne erano una dimostrazione. Nessun senso di colpa accompagnava quei gesti vigliacchi e disumani.
    << Cosa sei diventata, Oswin? In che guaio ti sei cacciata? >>
    si fermò a poca distanza dalla sorella e la sua mano destra si levò alta, puntando la bacchetta sulla folta chioma di capelli castani, uguali ai suoi.
    Doveva pronunciare un qualche incantesimo, ma la sua mente era vuota e la sua voce incrinata.
    << Lascia stare quell'uomo, Oswin! O saremo costretti a colpirti. >>
    Aline fece un passo avanti, pronta ad agitare la bacchetta al primo accenno. Trattavano sua sorella come una nemica. Persino Clara avrebbe dovuto agire, ma non riusciva a vedere altro se non sua sorella, indifesa e bisognosa di aiuto. Nonostante il sorriso crudele che deturpava il suo viso. Nonostante il terribile incantesimo che stava utilizzando. Lei era sempre sua sorella Oswin.


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  4. Nobody Janson
     
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    * Nobody Janson *
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    Era sempre stato strano, strano fino all'inquietudine, vedersi discutere con Clara. Sempre, e non solo per il suo sapere di essere dalla parte del torto, di essere la mela marcia.
    C'era qualcosa di più, in quel disagio, qualcosa che a centinaia di altre coppie di gemelli non sarebbe forse sembrato altrettanto strano. In qualche modo i gemelli vedono comunque ben distinta la propria individualità e quella del fratello...quando la cosa può sembrare assurda e impossibile a tutto il resto del mondo.
    Per lei però c'era il fatto di avere sempre avuto con Clara discussioni molto due, soprattutto dopo la morte del padre che in qualche modo era stato sempre un collante, per loro. Ma quella diversità era sempre stata così profonda, così assoluta tra loro, che avere di fronte una persona quasi identica eppure di carattere e reazioni - e scelte così differenti - l'aveva sempre spiazzata.
    Questa volta però la sensazione era ingigantita in modo tale da rendere in ogni parte della sua mente, da trasmettere a ogni centimetro della sua pelle la certezza che le loro strade non si sarebbero più riunite.
    << Non è cosa son diventata, Clara...ma cosa son sempre stata. Credevo che tu lo avessi capito molto tempo fa...e accettato prima di nostro padre. Forse non sei così intelligente come ti facevamo tutti...>>
    Non perse mai d'occhio la figura del mago che aveva ai suoi piedi, agonizzante e già ricoperto di sangue sul torace e sul collo. Quando lo vide avere un sussulto di orgoglio e un tentativo di rialzarsi e afferrarle una caviglia per toglierle l'appoggio e l'equilibrio, puntò di nuovo rapidamente la bacchetta su di lui, sulla coscia.
    Un nuovo Diffindo restò superficiale, non voleva rischiare di ucciderlo subito ferendogli la vena corrispondente al cuore, ma il taglio fu comunque profondo, una punizione più che sufficiente per quello che aveva osato tentare.
    Stolto.
    << Non puoi fermarmi, sorella. Faresti bene ad andartene, perché io non ti presterò il favore dell'attesa. >>
    Non avrebbero potuto essere più lontane, l'una irrecuperabile per l'altra.
    Ecco cosa hai risolto continuando a voler vedere a tutti i costi del buono in me, papà. Nulla. Il male è stato semplicemente rimandato, perché non poteva essere ignorato sperando che bastasse a cancellarlo. Non posso fingere di essere ciò che non sono. Non posso fingere di non essere destinata a grandi cose. Non posso aver paura di guardarle in faccia.
    << Expelliarmus! >> pronunciò, tentando il disarmo della sorella come se fosse nulla di più di un ostacolo da superare.



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    Edited by Nobody Janson - 2/10/2013, 19:02
     
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  5. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Strega




    * Hogsmeade * Notte Dei Cristalli. *


    Tutto ciò che la circondava divenne il semplice contorno marcio di una vita altrettanto rovinata. Le persone li oltrepassavano, correndo a nascondersi dentro case affatto sicure. Nell'aria era impresso un alone di morte certa per chiunque esitasse. Clara vide il suo nome scritto nel nulla, affianco a quello delle altre anime perdute. Improvvisamente, le parole di Oswin crollarono sulle sue spalle, rendendo il suo corpo una massa informe e pesante da sorreggere con facilità. Era sempre stata convinta di poterla salvare. Per anni aveva tentato di darle quell'amore che entrambe non avevano mai ricevuto da una madre. Si era spinta oltre l'essere una semplice bambina spensierata, occupandosi della sua gemella come meglio poteva. Ci aveva provato veramente, fino a quando non si erano diplomate. Era stata certa che Oswin se la sarebbe cavata per un po' di anni, invece... Era sempre stata così debole. Aveva sempre avuto una mente labile e facilmente manipolabile. Chiunque avesse incrementato quell'odio che covava dentro da sempre, non poteva restare impunito.
    << CLARA ATTENTA! >>
    l'urlo di Aline riempì i suoi polmoni di nuova aria, costringendola a tornare lucida. Vide l'amica proteggerla con il suo corpo come uno scudo. L'incantesimo la colpì al petto, facendola cadere a terra. John scattò in avanti verso Oswin, pronto a pronunciare un incantesimo che non prometteva nulla di buono.
    << John! No! Prendi Aline e portala al sicuro. Mi occupo io di mia sorella. >>
    lo fermò appena in tempo. Non c'era tempo per le spiegazioni, ma il desiderio di Clara venne avverato. John strinse i denti e i pugni, poi si caricò la ragazza in spalla e svanì nel nulla, con una breve rotazione. Clara si lasciò andare ad un sospiro lieve e si preparò mentalmente ad una lotta inverosimile con sua sorella. Era pronta a pronunciare un incantesimo scudo. Strinse la bacchetta attorno alle dita madide di sudore e osservò l'uomo agonizzante a terra.
    << Tu non sei sempre stata così! Nonostante ora ti sia convinta che questo è il tuo destino, tu sei sempre stata buona. Papà te lo diceva sempre, non perchè desiderava che tu lo fossi! Lui sapeva che eri buona. Chiunque ti stia affianco adesso, ti ha fatto vivere una vita folle! Guardati attorno Oswin! Guarda tutte le persone che stanno morendo. I tuoi "amici" uccidono i bambini, le donne, gli anziani e qualsiasi persona non vada bene secondo il loro modesto parere. Sono degli assassini, Oswin! La gente sta morendo attorno a te. TU stai contribuendo a rendere tutto questo possibile. Tu stai diventando un'assassina, Oswin. >>
    Mi dispiace sorella. Mi dispiace veramente ma non posso fare altrimenti.
    Con una torsione di polso, la bacchetta si mosse in direzione della sua fotocopia e a Clara sembrò ancora una volta di star attaccando se stessa. Non era mai riuscita a pensarla diversamente. Oswin era sempre stata parte di lei.
    Stupeficium
    lo pensò. Era sempre stata brava con gli incantesimi non verbali. Erano il suo punto di forza ed era giunto il momento di smettere con la pietà. Quell'uomo stava morendo e lei non era intenzionata ad avere un'altra morte sulla coscienza.
    Nello stesso momento in cui l'incantesimo zampillò dalla sua bacchetta, Clara capì di aver perso l'unica famiglia che aveva mai avuto e desiderato.


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  6. Nobody Janson
     
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    * Nobody Janson *
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    Si era aspettata ovviamente che qualcuno - in una dimostrazione di puro eroismo - si intromettesse tra loro e si prendesse l'incantesimo destinato a Clara. Se lo era aspettato così si aspettava la reazione e le parole della gemella, ultimo tentativo di convincerla.
    Era il più prevedibile dei copioni. Dannatamente prevedibile.
    << Perché siete così scontati, voi paladini della giustizia? >> sbuffò, dopo aver guardato il prode allontanarsi con la strega colpita in vece di Clara e aver udito quella lezione di bontà in pillole, disgustata.
    << Sei tu a non guardarti attorno. Tutto sta diventando come avrebbe sempre dovuto essere. La bontà dei tuoi amici...era solo facciata. Chi lo ha sempre saputo ha tentato di allontanare dal Ministero tutto questo marcio...ma alla fine ha capito di dover lavorare nell'ombra. Protego! >>
    Incassò gli effetti dello schiantesimo, solo parzialmente schermati dal suo scudo. Riuscì a non mostrare il dolore che la percosse. Blaise l'aveva allenata a sopportare strascichi di incantesimi ben peggiori. Si avvicinò alla sorella, sorridendo. << E lo ha fatto, mentre il pietismo e il ridicolo restava al potere con l'inganno e rovinava tutto il mondo magico. Vedo che tu hai scelto a chi credere. >>
    Puntò la bacchetta verso Clara. << Oppugno! >>
    Schegge di legno da una staccionata ormai divelta ai margini della strada saettarono al suo comando verso la sorella, una pioggia di frecce improvvisate che la costrinsero a ripararsi il volto. << Dominus Terra! >>
    Il suolo tremò in un ampio sobbalzo sotto di loro.
    << Non avete che il tempo di fuggire, se volete guadagnare ancora qualche giorno. E' la sola cosa che posso concederti, ed è l'ultima offerta. L'ho proposta anche a lui, sai? >> indicò l'uomo che aveva tentato ancora di sollevarsi. << Ti suggerisco di non fare il suo stesso errore. Avada Kedavra! >>
    Il lampo verde freddò la vota del mezzosangue ai suoi piedi. << Non sto scherzando, non c'è più tempo per fingere...non c'è ragione perché tu finga di credere ancora in me. >>
    Vattene.
    Le faceva male vedere quel viso.
    Le faceva male scoprire quanto quelle emozioni fossero ancora così potenti e pericolose in lei, capaci di mandare tutto all'aria.
    << Credi ancora che non potrei farlo anche a te? >>
    Levò la bacchetta, pronta a mostrarle quanto si sbagliasse.


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    Edited by Nobody Janson - 5/10/2013, 15:18
     
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  7. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Strega




    * Un battito perso ad ogni istante
    passato ad osservare
    un riflesso sporco, su uno specchio rotto.
    *



    *<< Miei piccoli tesori! Dove vi siete nascoste? E' ora di andare a cena e il vostro papà è troppo vecchio per cercarvi sotto ogni mobile. >>
    una risata cristallina si espanse per l'intero studio. Essendo la stanza più grande della casa, la provenienza del suono poteva essere un gigantesco punto di domanda. Se solo non fosse stato per quei due piccoli piedini rosei che spuntavano da sotto la grande tenda in stoffa che copriva un'alta vetrata. Josh Campbell sorrise nel vedere che le dita si muovevano in cerca di nascondersi alla vista. Ogni sera era sempre la stessa storia: le sue figlie si nascondevano e lui doveva cercarle per tutta la casa, a discapito dei domestici che attendevano solo loro per la cena.
    << Dove sarà mai una delle mie amate figliole? umm... Vediamo, vediamo... Forse dietro la tenda potrebbe nascondersi un topolino. >>
    un altro paio di piedi spuntarono nella tenda opposta, rendendosi ben visibili, quasi desiderassero attirare l'attenzione. Ah... Il vecchio e stanco padre non aveva dubbi su quale delle due sorelle stesse cercando di farsi catturare prima. Si diresse verso il secondo paio di piedini e le sue braccia si strinsero attorno alla tenda, acchiappando il delicato corpicino di una delle sue figlie.
    << Aaaaaah... Vediamo chi è stata catturata per prima! >>
    spostò la tenda e, chinatosi per non sovrastare la sua bimba con il suo corpo, si ritrovò faccia a faccia con una massa informe di lunghi capelli castani, spettinati e pieni di nodi.
    Con dolcezza, le sue grandi dita scansarono i capelli dal viso furbetto della maggiore delle due gemelle, lasciando intravedere il suo sguardo divertito.
    << AH-HA! Clara!!! Quest'oggi hai perso tu. Oswiiiiin... Vieni anche tu a farle il solletico. >>
    la tenda scivolò di lato, quasi fosse stata sospinta da un vento invisibile e.......*


    Delle schegge di legno sfrecciarono in sua direzione, sferzando l'aria attorno al suo corpo. Si era persa. Si era persa dopo aver sentito quelle stupide parole dette da una sorella che non riconosceva più. Non si era accorta del tempo che passava, lacerando la sua carne con rabbia sempre crescente. Non aveva mai voluto credere che sua sorella fosse cattiva, nè che si fosse decisa a diventarlo proprio dopo il loro diploma. Era tornata a Londra solo per lei. Desiderava rivederla e passare intere serate a chiacchierare come un tempo. Desiderava semplicemente vederla sorridere.
    << Incendio. >>
    con un movimento di polso, delle fiamme apparvero dalla sua bacchetta e si scontrarono sui proiettili di legno che miravano nella sua direzione. Uno ad uno venivano colpiti dal fuoco, ardendo e disintegrandosi con una facilità disarmante. Ne mancavano pochi e poi poteva riprendere a respirare.
    La terra si mosse attorno a lei e quella piccola scossa la colse impreparata. Venne distratta dall'equilibrio precario che la stanchezza le aveva donato. Un dolore lancinante al fianco e alla spalla sinistra le fecero perdere la concentrazione. Il fuoco svanì e Clara ebbe appena il tempo di restare in piedi, prima che accadesse. Un lampo di luce verde illuminò i suoi occhi. Il suo respiro si perse nel nulla di ricordi andati.
    Il suo cuore perse un battito ad ogni istante passato ad osservare un riflesso sporco, su uno specchio rotto.
    Una lacrima, solitaria, si liberò dalla gabbia di ciglia che desiderava tenerla imprigionata al dolore. Per tutta la sera aveva visto persone innocenti morire, ma mai avrebbe pensato che persino una parte di se stessa se ne andasse insieme a loro. Come poteva permettere che quell'essere davanti a sè - perchè nessuna persona umana si sarebbe concessa il lusso di decidere della vita di terzi - continuasse a vivere?
    << EXULCERO >>
    mentre pensava quella formula, avverti la sia mano tremare di rabbia, perciò strinse le dita e si concentrò come mai prima. I suoi pensieri, ogni ricordo passato insieme a lei, ogni giorno vissuto insieme... Persino quello sguardo che le accomunava, si perse nel nulla. Si disintegrò al passaggio dei volti di quelli che erano morti quella notte.
    L'avrebbe risparmiata. Non l'avrebbe uccisa solo perchè andava contro se stessa e contro tutto ciò che Josh aveva cercato di insegnare loro. Se lo ripeteva mentre osservava quella giovane così uguale a lei.
    Era stata tutta una vita fasulla la loro? Non c'era mai stato nulla di vero nel loro rapporto tra sorelle? Cosa era stata Clara per Oswin?
    Non riusciva nemmeno più a pensare a lei come ad una sorella. Si sentiva... Stanca. Troppo stanca per poter accettare anche quello.
    Uno strano buco invisibile si espandeva dentro il suo petto: era la sensazione di essere stata sempre sola, dalla morte di suo padre. La stessa sensazione che si provava nel non avere una famiglia su cui poter contare.
    Nessuno.
    Ecco chi era la giovane che aveva davanti a sé.
    << Addio Oswin. Spero che tu possa trovare la tua via un giorno. Quella vera! >>
    Le rivolse un ultimo sguardo. Solo un istante che sembrò durare un'eternità. La sua mente si sforzava di ricordare la sorella che le era sempre stata affianco, in ogni momento, ma il corpo privo di vita non aiutava. Si voltò. Le diede le spalle, fidandosi un'ultima volta di sua sorella; appellandosi al buon cuore che aveva conosciuto fin da quando erano bambine.
    Con quel pensiero, ferita nel corpo e priva di un'anima, si gettò di nuovo nella via principale, in mezzo alle tante persone che combattevano per aver salva una vita che non li avrebbe mai più appartenuti.


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    Edited by ¿Èhy Clàra* - 2/10/2013, 22:25
     
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  8. Nobody Janson
     
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    Sentiva la tensione di quel momento, dello scontro che imponeva loro. Sentiva la loro famiglia smembrarsi proprio negli istanti in cui riconosceva nello sguardo della gemella la concentrazione, la ricerca dell'incantesimo, un ultimo tentativo di vedere in lei la sorella che avrebbe potuto essere.
    Sentì un macigno di stanchezza rovinarle addosso, seppe che anche Clara stringeva i denti sotto l'attacco di quella certezza. Era finita tra di loro e con la fine del loro legame, Oswin si rese conto di uccidere suo padre una seconda volta. Stava uccidendo molto più del solo passato, stava uccidendo ogni speranza di ritrovarsi. Non avrebbe significato nulla puntare la bacchetta verso qualsiasi altro bersaglio che non fosse la gemella. Prendendo quella strada aveva ucciso la propria anima, stava prendendo un sentiero sul quale era meglio che Clara non la cercasse.
    La tristezza nel vedere che anche lei lo capiva si mescolò ad un sollievo nel vederla voltarle le spalle e compiere il suo addio con un gesto più lapidario di qualunque parola.
    Il loro legame si era spezzato nell'istante in cui l'aveva vista uccidere quell'uomo, in quella luce verde era morta più di una persona, insieme alla sua anima.
    Si costrinse a conservare quello sguardo folle e omicida che sapeva distorcere i propri lineamenti. Li avrebbe maledetti, forse, in futuro? Clara avrebbe detestato qualunque superficie di specchio che le avesse ricordato la gemella perduta?
    Erano pensieri inutili, potevano solo farla cedere, mettere a rischio la muraglia di odio che la circondava, forse ancora troppo debole.
    Stava abbassando la bacchetta quando un incantesimo preciso e colmo di rabbia la raggiunse alla schiena, accartocciandola come una bambolina di carta tra i detriti umani e non della battaglia. Negli ultimi barlumi di coscienza tutte le immagini si confusero nella sua mente: quelle reali di uno scontro appena avvenuto e quelle ingannevoli che il giovane uomo di colore "inviò" sfiorandole la tempia con la punta della bacchetta.
    Nei suoi ricordi ricordi distorti, Oswin continuò a gridare inutilmente a Clara di correre lontano, ma non poté impedirle quella morte dalla quale invece la sorella aveva deciso di risparmiare lei.
    Blaise Zabini si chinò a raccogliere il corpo privo di sensi della ragazza. Aveva fallito, ma si poteva ancora tentare di addestrarla, ogni ponte con la gemella sarebbe stato fatto crollare, uno dopo l'altro.


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