Tutti possono essere tristi; ma la malinconia resta l'appannaggio delle anime superiori.

Nikola e Clara

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  1. Tesla!
     
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    Il giorno di quella mia uscita personalissima dai muri della scuola - altrimenti chiamata fuga - ricordai, che era stato il giorno del compleanno di Heather e sembrava quasi assurdo che dopo circa settant'anni ogni volta che passavo anche solo davanti la vetrina della testa di porco, mi accorgevo che mi mancava ancora lei, la mia prima moglie. Mi mancava soprattutto lì perchè quello era il nostro posto, il posto dove solitamente non andavano le coppiette, dato che era poco raccomandabile ma diceva che nessuno si sarebbe avvicinato a me, perchè secondo lei incutevo particolare timore così andavamo davvero spesso in quel posto.. tant'è che mi ero pure ubriacato quando erano nati entrambi i miei figli maschi, ma quelli erano altri tempi.
    Poi dopo la morte della famiglia che avevo creato con lei e da quando poi mi ero sposato con Claire decadi dopo, avevo iniziato a frequentare sempre meno quel locale fino a poi non andare più, solo in casi estremi perchè sentivo il peso dei ricordi e avevo l'impressione di rivedere il mio fantasma lì nascosto da qualche parte che mi fissava. Eppure, quella mia vecchia vita, mi mancava davvero, nonostante fosse passata un'eternità da quando lei era mancata, alla mia famiglia precedente, eppure ogni volta che passavo da lì spesso pensavo a quelle tre vite spezzate tanto presto. I miei figli erano morti in guerra, e lei si era tolta la vita perchè pensava che il marito che aveva seguito i figli nella guerra, li aveva seguiti. Insomma, il suo corpo non era mai stato ritrovato in quel breve lasso di tempo, ma i morti in guerra erano un'infinita e mi chiesi amaramente, se avesse mai preso sul serio che io ero un vampiro e che non mi sarei fatto impalare tanto presto. Probabilmente non l'avrei mai saputo, non per almeno i prossimi centottanta anni circa.. sempre se ci fosse stato qualcosa nell'aldità ovviamente. Ricordavo ancora ciò che ripetevi ogni volta che mi lamentavo che qualche lavoro di mio padre non andava bene, mi sorrideva e mi diceva con aria tranquilla «Nikola, smettila. E' andata come doveva andare, non è affatto colpa tua!» e chissà, chissà davvero, se il nostro destino senza la seconda guerra mondiale sarebbe stato comunque lo stesso. So solo che ci sono notti che avrei voluto proprio rivivere e avrei voluto davvero che tu fossi rimasta. Lo so che mi diresti che c'eri sempre stata al mio fianco e che avevo una nuova famiglia che mi amava, però ero sempre stato sincero quando dicevo che avrei voluto passarla con te questa vita immortale, perchè riuscivi a calmarmi. Riuscivi a vedere dietro la mia rabbia, forse Claire che era notevolmente giovane aveva iniziato a capire presto la lunaticità di un vampiro e ovviamente non avrei mai avuto Sophie, non avrei mai potuto stringerla tra le mie braccia dicendo che le volevo bene e che ero fiero di lei.. però piangevo ancora per la loro perdita di settanta anni prima. Purtroppo, anche se non avrei voluto, c'erano cose che in qualche modo sarebbero restate nel mio cuore per sempre tra i rimpianti e i ricordi di cose non dette.. Purtroppo quella storia era finita nel modo peggiore ed era rimasta una cicatrice che era difficile veder rimarginare. Mi ero avvicinato al bancone della testa di porco, non riconoscendo più la persona che era dietro al bancone e mi sentii vecchio, così vecchio! Da quanto mancava Aberfort Silente? Mi guardai attorno, attendendo che la ragazza dietro al bancone finisse di servire gli altri clienti.
    Ovviamente sii, anche i presidi di Hogwarts erano malinconici, soprattutto.
     
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  2. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Negoziante




    * Testa di Porco * 20/10/2009 *


    Doveva essere una giornata come tutte le altre, all'insegna del lavoro e dei sogni che non smettevano mai di torturare la sua mente. Doveva essere una serata di pace e quiete dove, una volta rientrata a casa, si sarebbe strafogata di cioccorane e avrebbe giocato con Pimphy, invece... Si ritrovava tendere le orecchie ogni due per tre sperando di non sentire alcun rumore al piano di sopra! Bryanne viveva con lei da una settimana ormai e le aveva raccomandato il massimo silenzio duranti gli orari di lavoro. Le aveva chiesto questo piccolo favore per evitare guai eppure.... Aveva il terrore che potesse inciampare da qualche parte o correre su e giù per le stanze. Era difficile poter utilizzare un Muffliato visti i rigidi controlli, perciò sperava vivamente che quella ragazzina continuasse con un assiduo mutismo, esplodendo solo dopo l'orario di chiusura come sempre accadeva.
    << Ehy Oswin! Vieni qua dolcezza! >>
    le parole biascicate dall'ubriacone di turno rimbalzarono nella sua mente, scontrandosi sul cipiglio apparso sulla sua fronte. Da quando in qua tutta quella confidenza gli era concessa? Forse dal giorno che era apparsa Bryanne. Sì... Era stato uno degli spettatori più attenti quella sera e non poteva certo permettersi di rendere ancora più complessa una situazione già critica di suo. La giovane sospirò e si avvicinò all'uomo, con un sorriso lieve sulle labbra. Le mostrò il suo bicchiere vuoto e poi le chiese di portare tutta la bottiglia di vino rosso. Era la quinta che si scolava in meno di un'ora e lo si poteva capire dal fetore che emanava il suo alito. Un'astemio si sarebbe sentito male anche a chilometri di distanza a causa del suo puzzo. Aprì una delle finestre del locale per far circolare l'aria e portò la bottiglia richiesta.
    Il lieve venticello che accarezzava la pelle fredda di Clara si trasformò in vera e propria corrente quando la porta del locale si spalancò per l'ennesima volta. Altri clienti e altro lavoro. Decise di legare Bryanne ad un mobile quella sera, per evitare che la travolgesse con la sua euforica espressione rilassata. Aveva bisogno di riposare anche lei no?
    << Buona sera >>
    accolse il nuovo cliente con un sorriso, facendogli un cenno della mano per fargli capire che sarebbe arrivata subito da lui, prima di sparire un attimo.
    Era intenta a discutere i prezzi delle bevande con un imprenditore in uno dei tavoli più bui della Testa di Porco. Se qualcuno dovesse chiedersi come mai quell'essere stava nascosto lì, vi basti sapere che avere quattro occhi e venti dita non era proprio una cosa normale. Clara non sapeva come fosse riuscito a sfuggire alla psicopolizia. Forse era tutto merito della sua fama, vista la qualità degli alcolici con cui riforniva tutti i locali di Hogsmeade.
    Mentre si dirigeva verso il bancone, dopo aver apposto qualche firma qua e là su fogli di pergamena inutili, uno degli ubriaconi la fermò, avvicinando le labbra al suo orecchio.
    << E' appena entrato il nostro caro Preside! Mio figlio studia ad Hogwarts, perciò offritegli qualcosa da bere. Si dice in giro che ami il vino bianco... mi raccomando, Oswin... Il migliore! >>
    Le sopracciglia di Clara si inarcarono in una tacita espressione di stupore e si voltò ad osservare le spalle del preside e la sua nuca china. Sicuramente, quella sera era deciso a bere anche lui, vista la postura.
    Annuì lievemente e, ritornata al bancone, posò un calice di vino bianco davanti al Preside di Hogwarts.
    << Questo le viene offerto da quel signore laggiù... Deve essere una leggenda... Si ritenga fortunato, signor Preside. Qui nessuno offre qualcosa a qualcun'altro. >>
    gli fece l'occhiolino e un lieve sorriso di comprensione, dopo aver indicato l'uomo che ora versava whisky ovunque, evitando accuratamente di centrare la sua stessa bocca. Non era proprio una bella visione, ma Clara era certa che quel cliente cercasse di accalappiarsi qualche attenzione in più da raccontare a suo figlio. La gentilezza non era di casa in un luogo lugubre e malsano come la Testa di Porco.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  3. Tesla!
     
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    Avevo sorriso alla donna, quando mi aveva salutato e dissi «salve!» con tono tranquillo e pacato, strano dal mio solito tono amichevole con cui parlavo con le persone, non importava chi erano, se negozianti o collaboratori, vampiri o conoscenti. Avevo il solito tono entusiasta, anche perchè quando entravo in un negozio qualsiasi, facevo di tutto per farmi servire immediatamente, perchè avevo fretta di andare a scuola o a casa o anche solo per essere riconosciuto, ma quella volta era diverso. Volevo passare inosservato, volevo che nessuno mi vedesse o tanto peggio riconoscesse perchè non volevo parlare nella maniera più assoluta, e contavo molto su questa seconda ipotesi, prima che la mia idea venisse smentita un istante dopo, quando sentii qualcuno che aveva attirato in una maniera un pò bizzarra la mia attenzione, in quanto un uomo mi aveva riconosciuto e si assicurava che io avessi un bicchiere di vino bianco, il migliore, tra le mani. Certo, Claire non sarebbe stata così tanto contenta non appena gliel'avessi raccontato, ovviamente, ma essere riconosciuto per la prima volta con l'epiteto "preside di hogwarts" giungeva nuova advvero alle mie orecchie. Sogghignavo tra me e me, mentre facevo finta di essere uno spettatore ignaro della vicenda, così solo quando la donna che doveva rispondere al nome di Oswin (nome molto insolito tra l'altro), mise davanti a me il bicchiere di vino bianco, alzai lo sguardo sulla donna e cercai di assumere uno sguardo di sorpresa.
    «Io? Una leggenda?» chiesi quasi stordito. Oh quanto il mio ego si sentiva rinfrancato da questa notizia! Cercai di fare il modesto cosa che difficilmente mi riusciva (ma ero pur sempre un ottimo attore quando mi ci mettevo!), dicendo semplicemente «mi sembra un agettivo troppo esagerato o quanto immeritato da associare alla mia persona, ma comunque ringrazio entrambi» ammisi tranquillamente, per poi incrociare lo sguardo dell'uomo ubriaco che mi aveva offerto da bere. Alzai il calice di vino bianco verso di lui a mò di tacito di ringraziamento, per poi guardare la ragazza.
    alle sue parole sul fatto che dovevo considerarmi fortunato ammisi a me stesso che lo ero e parecchio, avevo una famiglia che mi amava e questo mi bastava.
    «Si, me lo ricordo. La testa di porco non è esattamente il posto migliore per far amicizia, tutt'altro, perciò si mi considero molto fortunato. Non vorrei essere indiscreto o qualcosa di simile ma da quanto.. gestisce questo locale? Non sapevo nemmeno che il vecchio Albeforth Silente fosse deceduto, ma ho viaggiato a lungo, trattenendomi per un periodo lontano del regno unito e credo di essermi perso parecchie cose in quegli anni di lontananza» ammisi con un mezzo sorriso
     
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  4. ¿Èhy Clàra*
     
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    * Clara Campbell * Negoziante




    * Testa di Porco * 20/10/2009 *


    A guardarlo bene, Clara doveva ammettere che, chiunque avesse scelto il nuovo preside di Hogwarts, doveva essere sicuramente una donna! Era il preside più giovane che la scuola avesse mai avuto e questo già era uno degli strani punti a suo favore... O sfavore. Dipendeva sempre tutto dai punti di vista, no? Quel mondo volava di idee che viaggiavano in una sola direzione - quella dei Lestrange e compagnia cantante - perciò almeno nei pensieri si poteva rifuggire da quelle costrizioni. Chiunque fosse rimasto lucido, avrebbe scavato tra i ricordi per sempre, alla ricerca di quella vita che prima aveva.
    Il secondo punto che quell'uomo aveva a suo vantaggio era una strana aura sicura e galante che lo rendeva un signore qualsiasi cosa succedesse. Non si scompose affatto quando vide l'atteggiamento rozzo degli ubriaconi, perciò... o era molto abituato a quelle scene, oppure riusciva a mascherare ogni sua impressione sul mondo che lo circondava.
    Clara amava osservarsi attorno. Da sempre cercava di comprendere la psiche umana e i comportamenti strani delle persone. Ora che fingeva di essere qualcun'altro, il suo istinto accresceva ogni giorno di più, spingendola a dare risposte a domande di ogni genere.
    Come mai il preside di Hogwarts ha scelto proprio questo bar?
    i suoi occhi si spostarono verso il suo interlocutore, mentre asciugava e conservava bicchieri puliti, riponendoli uno affianco all'altro con un'accuratezza nostrana.
    << Oh... Mi scusi per l'appellativo. Mi sembrava quello che potesse esprimere meglio lo stupore nel vedere la strana gentilezza di quell'uomo laggiù. >>
    Effettivamente, per un piccolo istante, si era dimenticata di essere il negoziante e di star parlando con un cliente. Certe cose era meglio non dirle con troppa ironia, soprattutto se l'interlocutore era ancora sobrio. Si era così abituata ad aver a che fare solo con persone di un certo tipo che le veniva difficile ormai comportarsi con il giusto livello di gentilezza e affabilità.
    Lo ascoltò mentre aveva il coraggio di porle delle domande che di solito le persone tengono per sé. Dalla costruzione delle parole si poteva pensare che fosse davvero impacciato, ma Clara pensò che fosse un uomo curioso abbastanza da non avere insita alcuna timidezza.
    << L'ho rilevato da poco tempo. Prima era del ministero questo luogo. Dopo che è morto il vecchio proprietario, si dice che nessuno avesse il coraggio di riaprire questo posto. >>
    ottimo! aveva evitato di apporre una data specifica all'apertura del locale. Aveva evitato di parlare in modo crudele di Aberforth. E aveva trovato un modo come un altro per aggirare la domanda principale che, di solito, portava con sé solo problemi.
    Clara non sapeva se il preside fosse un altro dei burattini del ministero, perciò era meglio evitare qualsiasi errore. Si sarebbe mossa come sempre: in punta di piedi su bicchieri di cristallo.


    Role code by Ellenroh Carrow

     
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  5. Tesla!
     
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    Sapevo che mi stava fissando, studiando o qualcosa del genere, ma comunque gliel'avevo lasciato fare: sapevo che era bizzarro vedere un trentenne, o presunto tale, alla guida di una scuola come Hogwarts. Eppure avevo fiori di referenze del San Mungo, avevo persino lasciato delle briciole di pane per far si che arrivassero alle mie piccole ed inutili creazioni. Ora dovevo ancora capire quanto sapevano o capivano di quella tecnologia e comunque speravo che non iniziassero presto a capire che io non ero la persona che dicevo di essere. Mi ero reso conto troppo tardi delle analogie tra le mie opere e quelle di mio padre, per fortuna però che quelle le tenevo ben protette e sotto chiave a casa mia in un laboratorio apposta.
    Quando si scusò per l'appellattivo, la guardai, cercando di non ridere o fare qualcosa che sconvolgesse la mia aria da persona normale che voleva ubriacarsi in santa pace. Effettivamente quella era una piccola sfortuna, mi sarebbe piaciuto bere senza ubriacarmi, ma era un dettagli.
    «Non si scusi» sorrisi guardandola, bevendo un bicchiere di vino «ma ammetto che mi sono sentito lusingato. E' piacevole e piuttosto raro, in quanto, di solito passo piuttosto inosservato.» dissi cercando di tenere fede alla mia maschera fatta di pacatezza e tranquillità, anche se sentivo la mia vena egocentrica gridare a gran voce che voleva sentirsi ancora chiamare genio o cose del genere.
    Bevvi un sorso di vino, rispondendo alla sua affermazione riguardo il locale e quando l'aveva preso in gestione lei.
    «Capisco.» dissi con un mezzo sorriso, pensando al fatto che se era stato del ministero, per un periodo tra la morte del proprietario e il suo arrivo era comunque una cosa recente. Facendo una stima non aveva più di trenta o trentacinque anni, facendo una somma che dalla battaglia di Hogwarts erano passati una decina di anni e Silente era rimasto illeso durante la battaglia, doveva essere mancato almeno negli ultimi cinque anni. Sempre se Silente non era stato fatto fuori per tempo a capodanno, ma quello non credevo, mi sembrava un'uomo di grande caratura come duellante. «Chiedevo perchè è passata una vita dall'ultima volta che sono venuto. Praticamente dal mio primo matrimonio» dissi a mò di battuta, ma quanto era vero! «e mi fa strano vedere una donna dietro al bancone, dev'essere una donna piena di spirito, non credo che molte l'avrebbero rilevato» sorrisi.
     
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