Un po' di sincerità è pericolosa, ma molta è assolutamente fatale.

Cameron/Preside

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  1. Cameron Alton
     
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    * Cameron Alton *
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    Cominciava a pensare di aver davvero fatto male i conti con la propria soglia del dolore.
    Se una parte di lui era contenta di non avere Amber con lui in quel momento - l'avrebbe spaventata a morte vederlo ricoperto di brividi e di sudore per quei dolori e quell'arsura che non si placava - l'altra continuava però a desiderare di averla accanto. Puro egoismo.
    Era messo da panico e stava sperando con quel briciolo di energie che gli restava che Kierkgard non decidesse di tornare a infierire su di lui con le sue belle espressioni tira-calci proprio in quel momento, perché sarebbe stata la volta che si sarebbe fatto espellere.
    Non credeva che l'avrebbe sopportato un solo secondo, prima di mandare tutto al macero. Doveva darsi una calmata, se non altro per non presentarsi come una cadavere ambulante quando avesse potuto tornare da Amber e dai fratelli.
    Grandiosa decisione quella di non prendere la pozione...i miei complimenti.
    No, invece doveva resistere...perché quella era la migliore, anzi era probabilmente l'unica occasione per mettere alla prova la sua teoria. La pozione stordiva, in qualche modo non lasciava pensare e a notarlo non era stato solo lui, anche Snow lo aveva capito.
    Sì, era la decisione giusta e almeno finché fosse stato lì, avrebbe potuto stare male...senza preoccupare a morte Amber e gli altri.
    La lucidità sarebbe tornata...dopo il dolore, e anzi finalmente avrebbe potuto capire meglio cosa stava succedendo.
    Scivolò con quei pensieri speranzosi e sconnessi nell'incoscienza di un sogno tormentato.

    Davanti a lui persone sedute sui gradoni di una sala semicircolare, ad anfiteatro, a circondare il centro della stanza dove lui era seduto - no, immobilizzato - ad una poltrona scomoda.
    Non poteva muovere neanche un muscolo, ma cercava di restare calmo, di ripetersi che presto sarebbe tornato a casa.
    Si alzò l'uomo che occupava la sedia centrale, di fronte a lui.
    << Sean Alton. La condanna che vi è stata inflitta è quella capitale...>>
    I brividi percorsero tutto il suo corpo, mentre la mente registrava il nome con cui era appena stato chiamato. Ciò che gli era stato detto.
    Papà...


    Ritornò alla realtà con un sussulto, sotto il tocco di qualcuno che era chino su di lui, cercando di capire quanto fosse cosciente.
    Occhi chiari lo scrutavano, due dita gli stavano sentendo il polso.
    << Pre-Preside? >>


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    Edited by Cameron Alton - 9/9/2013, 17:10
     
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  2. Tesla!
     
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    Avevo seguito le vicende di Alton in silenzio negli ultimi due giorni, in quanto quel ragazzo si muoveva con fare molto circospetto e che a me non piaceva per nulla. Dato che la Jackson, la fidanzata di Alton, era approdata in infermeria di nuovo nel giro di due settimane scarse, era sempre bene che quel ragazzo fosse osservato a vista, semplicemente perchè il discorso fatto ad inizio anno non mi era piaciuto per nulla, anzi. Perchè temevo avesse deciso davvero di mettersi contro a gente come Kierkgard, che aspettava un solo passo falso dei ragazzi, oltre che al mio ovviamente, per farmi rimuovere dalla carica di preside e ciao alla fama, ai soldi e la vino gratis. Ovviamente già temevo che qualcosa bolleva in pentola, dato che il ministero mi aveva in qualche modo studiato qualche tempo prima e non era un bene che i ragazzi facessero di testa loro.. quante volte avrei dovuto ripetermi? E io odiavo ripetermi. Avevo imparato in qualche modo a capire più o meno cosa facevano gli alunni considerati "sovversivi" ed era stato facile per me con il sangue vampiro da.. anni, a seguire i miei alunni senza essere visti davvero. In quei momenti mi rendevo proprio conto che la tempistica talvolta poteva essere fatale.
    Vidi quel ragazzo entrare in una delle aule e svenire a terra. Lo fissai mentre cercavo di ricordarmi come si faceva in quei momenti, ignorando quanto più mi era possibile il richiamo allettante del sangue che pulsava in Alton. Mi chinai su di lui, sentendogli il polso e lo vidi spalancare gli occhi spaventato.
    «E chi vuoi che sia? Un asino in gonnella? Magari per te potrebbe essere quasi una buona analogia dato che hai combinato un bel guaio a quanto vedo» dissi fissandolo un poco torvo «dovrei portarti in infermeria, sei messo molto male, ma.. volendo potrei curarti io, dato che sono un medico. Devi dirmi che è successo.»
     
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  3. Cameron Alton
     
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    * Cameron Alton *
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    <<...Magari per te potrebbe essere quasi una buona analogia dato che hai combinato un bel guaio a quanto vedo >>.
    Non riusciva a cogliere tutte le parole del Preside. Aveva un inferno all'altezza dello stomaco e lunghi brividi gelidi in tutto il corpo.
    Si sentiva bollente come se fosse lui stesso l'inferno, come se dovesse esplodere da un istante all'altro.
    << Dovrei portarti in infermeria, sei messo molto male, ma.. volendo potrei curarti io, dato che sono un medico. Devi dirmi che è successo. >>
    Infermeria...pozioni...
    ...
    No, no, no!

    Perché nessuno lo capiva?
    << Non voglio quella pozione, non voglio nessuna maledetta pozione! >>
    Sgranò gli occhi, sottraendosi al tocco dell'uomo anche se sapeva che era davvero preoccupato per lui non voleva che lo portasse in infermeria, non voleva essere curato.
    Si accorse di ciò che aveva detto e distolse lo sguardo dalle iridi chiare che lo fissavano. Per un istante, un solo istante, giurò di averle viste inscurirsi all'improvviso, diventare nere come l'onice. Ma non era possibile, non poteva...
    Stava male, stava decisamente male.
    Ed ora era troppo tardi per riparare a quello che un semi delirio febbrile gli aveva fatto dire.
    << Io devo...devo capire. >>
    Kierkgard si era accorto di quello che lui stava facendo, lo aveva quasi sfidato in una lezione, divertendosi davanti a tutti nell'usare la debolezza di Cameron per mostrare quanto poco valesse il figlio di un traditore, quanto fosse stata mal riposta la fiducia e la grazia che il Ministero aveva concesso agli Alton.
    Aveva fatto di tutto per farlo reagire e portarlo a meritare l'espulsione, forse perché sapeva che su questa non avrebbe mai potuto decidere facilmente lui, un semplice professore. Ma altre punizioni, quelle erano in suo potere e non si era certo risparmiato.
    << Devo capire perché...cosa c'è intorno a me...senza quella pozione, la prego. >>
    Un misero tentativo, sapeva che il Preside non lo avrebbe capito in questo. E se anche non lo avesse saputo, glielo lesse ora nello sguardo...e capì che stava per vederlo incazzato come poche altre persone avrebbero mai potuto raccontare.


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    Edited by Cameron Alton - 9/9/2013, 20:46
     
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  4. Tesla!
     
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    Sentire centovent'anni svanire in un istante, inghiottiti per incanto dalla rabbia e dalla paura. Nikola, calmati. calmati. continuavo a ripeterlo come un mantra, mentre mi trattenni dal trasformarmi in vampiro per puro miracolo.. perchè la capacità di autocontrollo che avevo guadagnato da quando ero appena trasformato era attualmente molto molto scarsa, tuttavia sapevo che gli occhi si erano anneriti di colpo quando aveva tolto il polso dalla presa.
    Iniziai a curarlo con la magia, ma poi alla sua affermazione che doveva capire cosa c'era intorno a lui senza la pozione persi completamente il senno, ero davvero completamente incazzato, perchè non poteva nemmeno permettersi di fare delle cazzate del genere immaginandosi di uscirne indenne e senza conseguenze.
    Vuoi DAVVERO sapere cosa c'è senza la pozione? Vuoi CAPIRE COSA SI PROVA? urlai senza rendermene conto e inonorizzai la stanza per evitare di dare spettacolo, perchè il preside che delirava dopo un'affermazione del genere doveva essere e rimanere uno spettacolo per pochi intimi se no.. ci sarebbe stata un'azione disciplinare per direttissima.
    TE LO DICO IO: SOFFERENZA E MORTE, SEI PRONTO A RISCHIARE LA TUA VITA PER.. SOFFRIRE E MORIRE TRA QUESTE MURA VERO? PERCHè TU SEI TANTO EGOISTA DA PENSARE A TE STESSO E A QUELLO CHE VUOI PROVARE! respirai, respirai ancora una volta, mentre lo curavo con dei primi incantesimi curativi. ora cammina che ti porto in infermeria e ringrazia che sono stato ancora comprensivo e non ti sbatto fuori da scuola per direttissima! Cosa che farò esattamente se ti ostini.
     
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  5. Cameron Alton
     
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    * Cameron Alton *
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    Un'ondata di debolezza lo portò per qualche minuto a rassegnarsi e a lasciarsi fare il primo di alcuni incantesimi.
    Cercò di controllarsi, di calmarsi, ma ogni istante che passava si sentiva traditore di quello che aveva promesso a se stesso...e a suo padre.
    Che fosse vero o no quello che sospettava, e cioè che quella pozione facesse più male che bene, che fosse quell'intruglio ad essere in parte responsabile anche della depressione di mamma, Cameron sapeva soltanto una cosa, per certo: lui voleva credere in suo padre e non avrebbe smesso, se non voleva farlo nessun altro lui avrebbe fatto di tutto per capire.
    Si stava alzando da terra, o almeno cercò di farlo...per poi essere costretto di nuovo contro la parete, quando esplose la rabbia del Preside.
    << Vuoi DAVVERO sapere cosa c'è senza la pozione? Vuoi CAPIRE COSA SI PROVA? >>
    In un attimo si ritrovò a rispondere, sulla scia dei propri pensieri e fomentato dalla reazione dell'altro: << Sì, voglio saperlo. Sono l'unico che crede ancora in mio padre e gli devo almeno questo! >>
    Non poteva più nemmeno parlare di lui, in casa. Sua madre scattava tremando ogni volta che il nome dell'uomo che aveva amato e con il quale aveva avuto tre figli saliva alle labbra di Cam e dei gemelli. Era giusto che non potessero ricordare il padre? Che non potessero capire cos'era successo?
    Non seppe dire dove trovava l'energia per emettere qualcosa di più di un mormorio. Ma riuscì.
    << Perché tu sei tanto egoista da pensare solo a te stesso...>>
    Cameron non ci vide più.
    << Scusi tanto, se non lascio che di lui venga detto di tutto...se vedo mia madre rannicchiarsi e non volerlo più nemmeno nominare! ...E allora lo faccia! Coraggio, mi cacci fuori! IO continuerò a cercare di capire. Ci sono rimasto solo io a volerlo fare, non ho più...>>
    Stava piangendo e si voltò per non farglielo vedere, scostandosi dalla mano che cercava di scrollarlo.


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    Edited by Cameron Alton - 14/9/2013, 12:17
     
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  6. Tesla!
     
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    Oh, il fervore dei diciassette anni, quello che ti facevano infiammare, quello che ti faceva essere uno contro a tanti: possibile che quella generazione fosse così dannatamente ostinata a non voler lasciar perdere? Gli presi i polsi per far si che li togliesse dal volto per cercare i suoi occhi, facendo forse più forza del dovuto, infatti poi lasciai immediatamente la presa non appena mi accorsi che gli stavo facendo male.
    Vogliamo giocare a chi soffre di più? Va bene facciamolo! Mia madre è stata uccisa davanti ai miei occhi, il giorno dei miei diciassette anni Cameron. Mio padre non mi ha mai conosciuto a parte via gufi, fino a quell'anno e non sapevo che farmene di un padre che mi ha dato il suo dannatissimo cognome, aveva dato delle banconote a mia madre perchè sparissimo dalla sua vita! Mi avevi chiesto che avrei fatto se il mondo in cui vivevo non mi stava bene. Adattarsi a viverci o andarsene per sempre! Che ne dici? vuoi fare scambio? Ci stai? ringhiai guardandolo.
    Dovrai imparare a farlo prima o poi, ad accettare il compromesso di.. dover tenere per te i tuoi pensieri e le tue idee su tuo padre se non vuoi venire rinchiuso in una delle prigioni ed ucciso. Mi dispiace, se non vorrai perdere la tua famiglia, i tuoi adorati gemelli e tua madre.. e anche Amber, Cameron, dovrai fare così. Tenere la tua sofferenza nel cuore. Piangi fino a che puoi, sfogati, ma è ora di crescere. Nei sei consapevole che ti sbatto fuori, tutti loro ne subiranno la sorte vero? Se tu vuoi io non ci impiego un istante a far venire qui il ministero, a farti prelevare e solo gli dei sanno cosa fanno a quelli come te. dissi guardandolo, avevo sentito delle voci e non volevo mettere in pasto a quegli aguzzini dei ragazzini.
     
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  7. Cameron Alton
     
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    * Cameron Alton *
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    Sentiva una rabbia feroce risalirgli le pareti dello stomaco, serrargli le viscere in una morsa che non si allentava.
    Inspirò a fondo, sostenendo lo sguardo del mago di fronte a lui. Quegli occhi chiari non erano mai veramente cambiati, doveva esser stato un effetto del suo delirio che gli sottraeva ogni lucidità possibile.
    Si stava rendendo conto di aver sperato - era stato questo il suo errore - che il Preside sarebbe stato dalla loro parte incondizionatamente. Ma non poteva essere, ora capiva quanto fosse stato stupido da parte sua pensarlo.
    Non ci si può aspettare dagli altri la reazione che si vorrebbe.
    Fino all'inizio dell'inferno post-Capodanno, quelle per lui erano state solo parole. Anche se a pronunciarle era stato suo padre, una persona che lui aveva sempre ascoltato con attenzione, Cam non aveva ancora potuto capire quanto fossero vere.
    << E fino a quando dovrò resistere a vederlo ricoperto di infamia? >> Aveva atteso di calmarsi, prima di riprendere la parola. Ora la sua voce risultò più ferma. << Ho bisogno di sapere che qualcosa può cambiare. Non sono un bramino. Sto solo cercando di trovare la mia pazienza, ma non sono un fottuto Gandhi! Ci sto provando...per i gemelli, per Amber. Ci sto solo provando...>>
    Aveva bisogno di sapere che c'era qualcosa, alla fine di quel maledetto anno. Aveva bisogno di sapere se erano vere le voci sui reietti. Aveva bisogno di una motivazione per andare avanti, insieme a Amber. Perché nemmeno a lei bastava una piccola sicurezza intorno a loro due, se tutto intorno a loro...il mondo magico marciva.
    << Qualcosa per lottare ce l'ho, non è puro egoismo il mio. Ma ho bisogno di sapere che potrò lottare...ho bisogno di dare un senso alla pazienza, se devo...impararla, come dice lei. >>


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