[storyline] A last kiss, a last word, a last glance.

per Hermione

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  1. Lord Arawn
     
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    Ronald Bilius Weasley *Scheda * Reietto




    * Londra e dintorni-1 Gennaio 2009


    Disastro. Sconfitta. Morte. Erano questi i pensieri che giravano nella testa di Ronald Weasley, mentre l'uomo correva a perdifiato, cercando di scampare ai mangiamorte. Erano vicini, lo sapeva, quindi non poteva fermarsi. Aveva già aiutato molti, li aveva fatti fuggire. Probabilmente Harry, in quello stesso istante, stava facendo la stessa cosa.
    E se invece lo avessero preso...o...
    Ron si sforzò di scacciare quel pensiero dalla testa. Non era possibile. Harry Potter, il Capo Auror, il Ragazzo che è Sopravvissuto, il ragazzo che aveva ucciso Tu-Sai-Chi, non poteva essersi lasciato sopraffarre da un paio di Mangiamorte.
    "Però non ha risposto alle tue chiamate"gli disse una vocina nella sua testa. Ron la ignorò: in fondo, con quei tizi che lo stavano cercando, Harry non poteva certo arrischiarsi a rispondere e ad essere intercettato.
    Eccolo! Lì! sentì una voce gridare.
    Ron lanciò un'imprecazione, mentre raggi verdi gli volavano attorno, distruggendo qualsiasi ostacolo incontrassero. Doveva andarsene via da lì. Materializzazione. Le tre dannatissime D. Destinazione, Determinazione, Decisione, adesso le sapeva. Se lo ricordava ancora, al sesto anno, quanto avevano preso in giro il professore. Deretano, Demente, e via di seguito. Involontariamente a Ron scappò un sorriso, mentre entrava nel "tubo" della materializzazione.

    Tutto era silenzioso, adesso. Non c'erano più lampi verdi dell'aria, ma Ron sapeva che i Mangiamorte e quei nuovi tizi sarebbero arrivati molto presto. Sembravano essere in grado di capire, in qualche modo, dove la persona sarebbe atterrata.
    Già, come hanno fatto prima...
    Un ricordo affiorò.

    Durante la battaglia ad Azkaban, solo poche ore prima, Ron e Harry stavano combattendo, praticamente fianco a fianco. Attorno a loro volavano raggi verdi, maledizioni e tutto quello di Oscuro ci potesse essere. Ron aveva combattuto strenuamente, mentre gli Auror, attorno a loro, cadevano uno dopo l'altro. E, improvvisamente, Ron aveva capito che, se fossero restati lì, sarebbero morti. Lo aveva gridato a Harry, ma lui non voleva lasciare i suoi uomini così. Ad un certo punto, però, due raggi erano volati dritti contro di loro. Per puro istinto si erano Smaterializzati e la maledizione, fortunatamente, li aveva solo sfiorati. Dopo essersi ritrovati nelle campagne attorno a Londra, nel silenzio totale, Ron e Harry avevano deciso di mandare un Patronus da Hermione e gli altri, in modo da avvisarli. Ma, nel bel mezzo del messaggio, delle grida e degli Schiantesimi li avevano colti di sorpresa, buttandoli a terra e costringendoli a scappare di nuovo. Quando Ron aveva riaperto gli occhi, era da solo. Lui e Harry erano stati separati. E, da quel momento, non aveva più avuto notizie del suo amico.

    Ron si alzò e cominciò a correre di nuovo, per allontanarsi il più possibile dal luogo dell'atterraggio. Passò mentalmente in rassegna di tutti quelli che aveva portato via con le Passaporte. C'erano tutti, o così gli sembrava, almeno.
    Il suo pensiero andò alla moglie, Hermione. Non la aveva vista, e non sapeva se fosse al sicuro o no. Ron si ripetè che lei non era così sciocca, che anche lei era partita e si era salvata. Desiderò con tutto il cuore che fosse vero. Lui sarebbe anche potuto morire...ma lei no, lei doveva salvarsi. Aveva già affrontato abbastanza pericoli in passato, e lui non voleva perderla. Lei era ciò che aveva di più bello nella vita.
    Ma no, sicuramente Hermione sarà già in un posto sicuro.
    Ripeté il pensiero come una cantilena, come se ripeterlo più volte potesse rendere meno angosciosa la terribile sensazione che lo attanagliava.
    Allora, ripetiamo ancora...vediamo, Ginny è già al sicuro, mamma e papà pure, Bill ovviamente...poi...per le mutande di Merlino!
    Non poteva essere. I genitori di Hermione. Loro non erano in salvo, loro non sapevano niente di cosa stava succedendo, ed erano ancora più in pericolo degli altri. Non avevano la magia a difenderli e i Mangiamorte avebbero potuto prenderli facilmente. E, soprattutto, così facendo avrebbero fatto soffrire Hermione.
    Ron lanciò un'altra imprecazione, poi cominciò a correre verso la casa dei due, sperando, non utilizzando la Materializzazione, di non poter essere individuato dai suoi nemici.
    Ce la devo fare. Hermione, Harry, tutti contano su di me. Andiamo!

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  2. Hermione G Weasley
     
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    * Hermione Weasley *
    E' solo...solo il vuoto. Tornerà a riempirsi di te...




    Il piatto le era sfuggito di mano, crollando prima di trovare il suo posto sicuro nella credenza. E quello era stato il segno che non avrebbe retto ancora per molto a fingere che tutto andasse bene.
    Stavano facendo il possibile lei, Fleur e Angelina. Stavano organizzando lo spostamento nel primo rifugio che Arthur e Bill erano riusciti a individuare. Avevano iniziato a parlarne con i più grandi tra i ragazzi. Vick, Dominique...ma dalla radio era stato impossibile ignorare la successione di messaggi che il Ministero - il nuovo Ministero - diffondeva e che le serravano le viscere.
    Alla fine Hermione aveva deciso di spegnere la radio, le pessime notizie cavalcavano il vento di quel capodanno senza alcun bisogno di andarle a cercare. Fleur e Molly avevano annuito, dopo aver ascoltato l'ultima comunicazione. Dovevano pensarla allo stesso modo.
    Aveva in braccio Freds, quando prese la decisione. Le notizie di scontri sulle strade parlavano ormai di Godric's Hollow, oltre che della londra magica. Presto sarebbero arrivati anche lì, alla Tana. Tutti sapevano che la Tana, i Weasley e i Potter, erano praticamente loro l'Ordine della Fenice.
    E la folla che si era ingrossata lungo le strade di Londra aveva creduto. Aveva creduto a quelle menzogne. Hermione non riusciva a capacitarsi di quello che stava succedendo. Non c'era tempo di tentare null'altro che la fuga: mettere al sicuro quanta più gente possibile.
    Questo avevano iniziato a fare Ron ed Harry, nell'ultimo messaggio che erano riusciti a mandare. L'ultimo in cui si fosse potuto capire qualcosa, prima che i patronus cominciassero ad arrivare incerti, incompleti.
    Hermione aveva iniziato a temere da allora.
    Tranquillizzare i bambini era la sola cosa che le avesse impedito di crollare, ma ora non bastava più. Lontana da Ron ed Harry, lontana da Ginny e Luna, dai quali non sentiva più nulla...non riusciva più a fingere l'orrore che provava. Era convinta ormai che tentare da sola di raggiungere i genitori fosse l'ultima possibilità.
    Sapeva che Ron o Harry avrebbero tentato, ma non potendo comunicare con loro...
    No, andrà tutto bene.
    Non poteva restare ferma, non poteva lasciare nulla di intentato...ma sarebbe andato tutto bene.
    << Almeno aspetta che possa tornare Bill. Non voglio che tu vada da sola. >>
    << Molly, tu partiresti anche da sola...non voglio chiedere ad altri di rischiare così...Farò presto. >>
    << Molly ha ragione, Hermìon...>>
    << Vi prego, so che mi capite. Potete...potete farmi un favore? Spiegate tutto voi a loro, se dovessi...se dovessi riuscire a fare la passaporta. Ho sentito Bill che spiegava a Ron per dove crearla. Posso mandarli da voi, se dovrò...>>
    << Certo che li accogliamo, >> disse Molly, stringendole le mani. << Ma tu usa la passaporta con loro. Mettiti al sicuro, Hermione...Già non sappiamo nulla di Ginny...>>
    Un tuffo al cuore le impedì di rispondere subito. Il silenzio le sembrò durare troppo, molto più di quei pochi istanti.
    << Ginny sta bene...Starà solo cercando di raggiungervi. A tra poco. >>
    Aveva cercato di metterci tutta la convinzione che poteva in quelle parole, prima di abbracciarle e smaterializzarsi, chiedendo scusa tra sé a Ron per non aver mantenuto fede alla promessa di stare al sicuro.
    Non ci riesco, Ron...mi dispiace.
    Ginny era andata con Luna e Neville, per mettere al sicuro Teddy, Andromeda...e quanti più ragazzi di Hogwarts possibili. Lei non poteva...non voleva abbandonare Ron ed Harry, non poteva non fare la sua parte.
    Non poteva non cercare di raggiungerlo, anche se si rifiutava di pensare ancora al peggio.
    Ho bisogno di vederti,... abbiamo bisogno di vederti. La mano che copriva d'istinto il ventre, la notizia che avrebbe voluto dargli aveva dovuto aspettare, ma ce l'avrebbero fatta. Loro...erano già una famiglia.

    Quando si materializzò nel quartiere di Londra dove abitavano i Granger, lo trovò insolitamente tranquillo.
    La casa dei suoi genitori era la penultima della via, che Hermione attraversò di corsa con il cuore in tumulto.
    Sapeva che esistevano in quella via altri babbani che conoscevano la magia e gettò occhiate preoccupate anche alle loro case. Trovarle avvolte nel silenzio le diede la speranza in più che lì non potesse ancora essere arrivato nessuno.
    Scacciò quelle immagini di orrore che la voce dell'uomo diffusa dalla radio aveva prodotto nella sua mente...si sforzò di ignorare quelle che le avevano ispirato le prime notizie arrivate da George, Bill e Ron su quanto avveniva a Londra.
    Non era possibile...doveva essere un enorme incubo. Non poteva essere tutto vero...
    Quel fascio di luce rossa lo vide appena in tempo, spuntare inconfondibile dal retro della casa prima di quella dei Granger.
    << Protego! >>
    Non perse tempo a cercare di capire se il suo scudo non verbale potesse reggere a lungo, si fiondò ad aprire il cancelletto di casa, spaterializzandosi non appena ebbe guadagnato istanti di vantaggio e pensò a proteggere dall'interno la casa ancora prima di recuperare fiato e iniziare a chiamare i genitori.
    << Mamma, Pa'...! >>
    << Hermione! Siamo qui! >>
    Sospirò di sollievo, preparandosi a spiegare loro nel minor tempo possibile. Ma di nuovo mancò il tempo.
    Non ce n'era. Dalla finestra della cucina sul retro, vide tremare l'aria, infranta da incantesimi.
    << Non c'è tempo, sono qui. Dovete...dovete venire con me. Chiudetevi qui in cucina e preparatevi, torno subito. >>
    << Herm! >>
    Ti prego, papà...
    Si smaterializzò dietro la casa, sottraendosi appena in tempo alla traiettoria di un incantesimo, senza riuscire a capire del tutto chi lo stesse lanciando. Qualcuno si stava scontrando a colpi di bacchetta, quindi dovevano essere arrivati ad aiutarla.
    Si ritirò di nuovo in casa, seguendo una sensazione che le fece sentire Ron vicino, in qualche modo. Avevano soccorsi, era quasi sicura che fosse lui...sentiva che era lui. Ragionare, doveva ragionare...
    << Siete pronti? >> urlò ai genitori, restando di gelo quando non sentì risposta.
    Corse a perdifiato su per le scale che salivano dalla cucina, trovata di nuovo deserta. Tutto stava accadendo al piano delle camere. C'era qualcuno, oltre ai genitori. E quel qualcuno non era lì per aiutarli.
    << Stupeficium! >>
    Non riusciva a vedere i genitori, non riusciva a capire dove quell'uomo li avesse spinti...
    No, non...
    << Expelliarm->>
    << Protego! >> Questa volta seppe di avere prodotto uno scudo troppo debole, ma non volle perdere un istante di più. Quando capì che la figura che l'aveva colpita alle spalle era sempre quella, che era entrata da sola mentre fuori poteva essere coperta da altri nel suo lavoro - altri contro i quali si stava scontrando Ron - Hermione seppe che poteva soltanto agire, più veloce del pensiero.
    Non aveva avuto nemmeno il tempo di dare loro la passaporta.
    << La scala esterna! >> gridò ai genitori, aprendo loro la porta e voltandosi subito dopo per coprire loro le spalle. Sentì i loro passi che scendevano di corsa e si adoperò per rafforzare lo scudo, trovandosi però a indietreggiare contro la parete, la figura incappucciata che avanzava verso di lei.


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    Edited by Hermione G Weasley - 29/8/2013, 15:20
     
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  3. Lord Arawn
     
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    Ronald Bilius Weasley *Scheda * Reietto




    * Londra e dintorni-1 Gennaio 2009


    Ron continuò a correre, sempre attanagliato da un'orribile sensazione.
    No, non può essere!
    Continuava a ripeterselo, ma la sensazione non voleva proprio andarsene via.
    Ad un certo punto il cielo si riempì ancora una volta di lampi. E di grida. Ron ci mise solo un momento a capire chi erano i responsabili di quel macello. E chi era il loro obiettivo.
    Corse ancora più velocemente, fino a quando non svoltò in un'ampia via. In mezzo ad essa stava una casa con le luci accese, mentre tutte le altre sembravano vuote. Risuonarono altre grida, e una saetta rossa colpì la casa, distruggendone un muro. Era l'abitazione dei Granger.
    Ron si ricordava ancora quando, tempo prima, era andato in Australia con Hermione, dove aveva liberato i genitori di lei dall'incantesimo che lei stessa aveva lanciato per fargli dimenticare di avere una figlia, e per poterli in tal modo proteggere da Tu-Sai-Chi. Ricordava la gioia sul volto della fidanzata, e la casa, la prima volta che era andata a visitarla. Erano gente cordiale, i Granger, orgogliosi di avere una figlia così straordinaria, ma non si prendevano arie, affatto. Ricordava anche quando, quasi un anno prima, lui e Hermione gli avevano detto che si sarebbero sposati: erano stati felicissimi, avevano accolto Ron con calore, dicendo che sarebbero stati davvero felici di vedere la loro figliola con lui.
    Il mare di ricordi si tinse di rosso. Forse ormai i Granger non esistevano più, forse ora erano lì, morti, con gli occhi vitrei e una ferita sanguinante sul petto.
    Ron estrasse la bacchetta e ricominciò a correre, arrabbiato, molto arrabbiato. Avrebbe difeso i genitori di sua moglie, a costo della sua vita.
    STUPEFICIUM!
    Il suo incantesimo non verbale, gridato soltanto con la mente, colpì sulla schiena una delle figure nere, facendola cadere a terra. Alcuni uomini si girarono verso di lui, mentre altri continuarono a bersagliare la casa.
    Cinque raggi verdi volarono nella direzione dell'uomo, che fu costretto a fermare la sua carica.
    Protego!
    Le maledizioni rimbalzarono sullo scudo, incrinandolo. Lo scudo di Ron era uno dei migliori tra quelli degli Auror. Per questo si era salvato, durante la battaglia di Azkaban.
    Stupeficium!
    il raggio rosso colpì lo scudo di uno dei nemici, rimbalzando via inutilmente.
    Impedimenta! Stupeficium!
    Un'altro dei Mangiamorte, o quel che diavolo erano, fu legato da alcune corde e preso di sorpresa non riuscì a parare il successivo Schiantesimo.
    Ron eresse di nuovo il suo scudo, parando le maledizioni avversarie.
    Con la coda dell'occhio vide, nella parte alta della casa, luci di incantesimi. Qualcuno stava combattendo, lì sopra. E in un attimo Ron capì chi fosse.
    HERMIONE! Maledizione, Stupeficium, Stupeficium, Stupeficium!
    L'uomo lanciò schiantesimi veloci contro tutti gli avversari, costringendoli a schivare e a perdere qualche secondo prezioso. Ron entrò nel tubo della materializzazione, e ne uscì vicino alla casa, accanto alla scala esterna che portava al piano delle camere.
    Non appena arrivò, la porta si aprì e passi affrettati risuonarono lungo i gradini. Ron si preparò a lanciare un incantesimo, ma scoprì che non erano nemici, ma i genitori di Hermione.
    Sono vivi!
    Signori Granger!
    I due trasalirono, poi, quando capirono che era Ron, si rilassarono un attimo.
    Ron, grazie al cielo! Presto, c'é Hermione su, sta combattendo contro uno...oddio...
    Ron trasalì. Lo sapeva già, ma ormai era certo.
    Non si preoccupi, ci penso io a lei! Adesso dovete andarvene di qui!
    C'era solo pochissimo tempo, sentiva già i passi dei Mangiamorte avvicinarsi. Si guardò intorno, disperato, fino a quando non vide una vecchia scarpa. La indicò con la bacchetta.
    Portus! disse, per poi concentrarsi sul luogo in cui doveva portarli.
    Signori Granger, raccogliete quella scarpa, vi porterà al sicuro!
    Ma...Ronald...
    Non c'é tempo, scappate! Protego!
    Eresse il suo scudo appena in tempo per evitare un raggio verde sparato contro di lui. Con la coda dell'occhio vide, dietro di lui, i signori Granger toccare la passaporta e sparire nel nulla. Erano al sicuro.
    Ron inspirò, poi puntò la propria bacchetta verso il balcone della casa.
    Bombarda!
    In seguito all'esplosione causata dall'incantesimo il balcone cadde giù, mancando di poco i Mangiamorte e sollevando una nube di polvere. Ron approfittò della confusione e salì lungo le scale, dove i rumori di combattimento continuavano a sentirsi.
    Sentì una voce gridare un incantesimo difensivo, ed ebbe un tuffo al cuore: era lei. Con rinnovata determinazione
    e rabbia gridò e corse dentro la stanza.
    C'erano Hermione e un tizio mascherato. L'azione si fermò per un solo momento, dando tempo a Ron di lanciare uno Schiantesimo contro l'avversario. Il tizio cadde a terra.
    Hermione, cosa diavolo ci fai qui?! Dovevi stare al sicuro!
    Ron gridò. Non era esattamente il tempo migliore per una ramanzina, ma non era riuscito a fermarsi.
    Maledizione, dobiamo andarcene di qui!
    Le prese la mano, pronto a catapultarsi in una materializzazione. Non sapeva dove sarebbe finito, ma non aveva importanza: qualsiasi posto era meglio di lì. Un attimo prima di cominciare, però, sentì una voce, e si sentì sbalzato indietro. Colpì il muro e cadde a terra, tossendo. I mangiamorte erano arrivati.
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  4. Hermione G Weasley
     
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    * Hermione Weasley *
    E' solo...solo il vuoto. Tornerà a riempirsi di te...




    Stava riprendendo fiato, non poteva fare altro in attesa di avere le condizioni per attaccare. Aveva provato a riversare addosso all'uomo tutto ciò che si trovava nella stanza, stordita dall'insistenza con la quale lui la fronteggiava solo così, faccia a faccia.
    Non capiva perché accettasse quel gioco, quella sfida a incantesimi blandi, lasciandole riprendere fiato, e per questo avere appena il fiato per produrre altri scudi, sempre più deboli. A che gioco stava giocando? Voleva sfinirla sapendo che altri potevano inseguire i suoi genitori? Quel pensiero le mandò sangue al cervello e fece salire in lei la rabbia che le permise di imprimere più forza al suo schiantesimo, ringhiando come una bestia ferita quando un taglio si aprì sul braccio della bacchetta, rischiando di farle perdere la presa su di essa.
    Strinse i denti. << Oppugno! >> Il bastone della tenda cadde sulla testa del mangiamorte, che la costrinse ancora di più contro la parete, ridendo.
    << Abbiamo perso la vena combattiva, Gran->>
    << Diffindo! >>
    << Sectumsem- >>
    << Stupeficium! >>
    Hermione restò ad ansimare, impegnata ad affrontare il dolore, mentre la figura dell'uomo che crollava a terra rivelava alle spalle quella di chi l'aveva schiantata.
    R-on...
    << Hermione, cosa diavolo ci fai qui?! Dovevi stare al sicuro! ...Maledizione, dobbiamo andarcene di qui! >>
    Si lasciò prendere la mano e rialzare, ma il suo viso davanti al marito trovò la sua espressione battagliera.
    << Abbiamo sempre combattuto insieme...>> rispose.
    Si costrinse a mettere da parte quel bisogno di stare con lui in modo assoluto, di perdersi nei suoi occhi.
    Si rimise in piedi riconquistando l'equilibrio, senza aggiungere altro per risparmiare fiato, per la smaterializzazione alla quale lui si stava preparando.
    Finché un nuovo fascio di magia non li separò, mandandoli a sbattere contro le pareti opposte. A quell'attacco non verbale seguì un Levicorpus che Hermione non poté aspettarsi. Incapace di vedere a causa del trauma che le aveva sbalzato la vista, si sentì sollevare, ritrovandosi a testa in giù, in una posizione in cui difendere la presa sulla bacchetta sarebbe stato quasi impossibile.
    << Ecco cosa resta del trio, dopo la morte del Prescelto >> li schernì una voce fin troppo nota.
    Rabastan Lestrange.
    Lo riconobbero le sue viscere ben prima delle sue orecchie, anche se erano passati anni dalla notte della battaglia al Ministero, da quando la presa di quell'uomo l'aveva stretta al collo da dietro, nella sala del Velo, le sue labbra che avevano sussurrato alle orecchie di Hermione quelle sprezzanti parole. Le stesse che ripeté in quel momento.
    << Non è morto...>>
    Harry non è morto.
    << No? Ora sentirai la fine che fanno i traditori del sangue puro...sporcato sposando e proteggendo gente come te...>>
    La mano forte si strinse nervosa attorno al suo collo, non per soffocarla, ma per voltarle il viso verso il punto dove infine vide tornare nitida la figura di Ron, riversa a terra.
    E lei capì.
    Non era stato il colpo alla testa ma un incantesimo, a toglierle fino a quel momento la vista.
    Il levicorpus sembrava implacabile da sciogliere, o probabilmente era la fretta cui era costretta per tentare di liberarsi, visto che la presa sulla bacchetta stava perdendo ogni forza, anche se Lestrange le aveva voltato le spalle e stava avvicinandosi a Ron.
    Idiota! imprecò verso se stessa per il tempo perso a cercare di liberarsi. Puntò la bacchetta con un braccio che le fece rabbia vedere tendersi tremante. << Sectumsempra! >> pronunciò, furente con quelle lacrime che le velavano l'immagine di Ron prima che il Mangiamorte si chiudesse su di lui.
    Non poteva finire così. Non doveva.


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    Edited by Hermione G Weasley - 9/9/2013, 22:41
     
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  5. Lord Arawn
     
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    CITAZIONE (Lord Arawn @ 20/8/2013, 17:33) 





    Ronald Bilius Weasley *Scheda * Reietto




    * Londra e dintorni-1 Gennaio 2009


    Proprio mentre Ron si apprestava a smaterializzarli entrambi, un incantesimo li colpì. Si sentì sbalzato indietro e poi, dietro la sua schiena, qualcosa di duro. E un dolore atroce.
    Per qualche secondo lottò contro se stesso, cercando di non svenire. Non poteva. Non doveva.
    Il suo corpo non voleva rispondere, le orecchie gli ronzavano.
    Dannazione, alzati, stupido corpo, alzati!
    Ad un certo punto, come per miracolo, riuscì a sentire qualcosa.
    ...orte del Prescelto.
    Era la voce di un Mangiamorte. Lestrange? Maledizione, non lui. Ma di cosa stava parlando? Cosa era successo ad Harry? Ad un tratto una vocina gli suggerì la lettera più ovvia che procedeva la parola "orte". Ma Ron la scacciò, rifiutando di crederci. Harry, morire? Non poteva essere. Era sopravvissuto a Voldemort, avanti, non poteva farsi schiacciare da un paio di Mangiamorte. Semplicemente, Lestrange stava dicendo una bugia per fargli perdere le speranze.
    Con gli occhi appannati vidi il Mangiamorte muoversi verso di lui. La sua bacchetta si alzò. Ron pensò che fosse finita. Ma una voce gridò un incantesimo, e Lestrange gridò dal dolore. Ron sentì un tonfo
    Il corpo dell'Auror si mosse da solo. Rotolò di lato, prendendo la bacchetta caduta e lanciando uno schiantesimo all'uomo agonizzante a terra. Ron sperò di averlo ammazzato. Con tutto il corpo che protestava si rialzò in piedi. Hermione era a terra: era lei ad essere caduta, quando Lestrange era stato colpito dall'incantesimo.
    L'uomo si mise davanti alla moglie, aspettando che si rialzasse.
    Diverse voci si sovrapposero, gridando ingiurie e incantesimi. Dardi di ogni colore, fruste di fiamme e molto altro si diressero verso Ron. I nemici erano minimo tre, probabilmente anche di più.
    Ron lanciò il suo scudo migliore, cercando di deviare tutti gli incantesimi, ma era qualcosa di praticamente impossibile. Ad ogni colpo il Protego diventava sempre più debole. E le energie del ragazzo stavano rapidamente precipitando.
    Ron guardò Hermione, che intanto si era rialzata e guardava con sguardo a metà tra il rabbioso e il disperato i nemici.
    Non si sarebbe arreso. Anche se la situazione era disperata, non lo avrebbe fatto.
    Così, mentre molti incantesimi si precipitavano verso il suo scudo, infrangendolo, Ron giurò.
    Avrebbe combattuto per lei.
    Per un ultimo bacio, per un'ultima parola...per un ultimo sguardo.

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  6. Hermione G Weasley
     
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    * Hermione Weasley *
    E' solo...solo il vuoto. Tornerà a riempirsi di te...




    << Loro sono salvi...>> mormorò. Non era una domanda.
    La vicinanza di Ron le dava certezza di questo. Lo sentiva.
    Ora potevano dare tutti loro stessi.
    La sua presenza divenne la sua forza per alzarsi e a gridare, un incantesimo dopo l'altro, ringhiando come una leonessa contro le risate dei Mangiamorte.
    Era il peggiore degli incubi e sembrava peggiorare ogni minuto di più.
    Il Ministero caduto in mano a uno sconosciuto...i Mangiamorte fuori da Azkaban...al suo fianco. E la gente impazzita, che si rivoltava contro se stessa.
    L'orrore di quel pensiero...l'orrore che avevano davanti riuscì per un momento dove non avevano potuto le parole di Lestrange, fino a che aveva impedito loro di entrare nella sua mente. Ma se tutto questo era davvero reale...Ron...Kingsley e Harry... i loro colleghi...dovevano aver combattuto fino all'ultimo respiro e lei non poteva, non voleva essere da meno.
    Anche quando le forze iniziarono a venirle meno, Hermione urlò con tutta la disperazione di chi non poteva accettare, urlò tutti gli incantesimi che le parvero utili, battendosi accanto a Ron, all'uomo con il quale aveva creato una famiglia che aveva il sacrosanto diritto di vivere. Urlò fino a svuotarsi i polmoni, non permettendosi nemmeno una pausa, un respiro, ignorando la ferita che si apriva sulla sua schiena si appoggiò soltanto un istante a Ron, mentre l'equilibrio veniva a mancarle...mentre veniva trascinata via da lui.
    << ROON! >>
    Lottò con la bacchetta finché riuscì a trattenerla, lottò con le unghie e con i denti anche dopo averla persa, rendendosi conto di continuare a gridare incantesimi proprio come stava costringendosi a fare Ron. Fino a che riuscì a vederlo, fino a ché riuscì a tenere gli occhi in quelli del marito, si sentì viva.
    Poi l'oscurità di un cappuccio calò sulle loro teste e una mano si strinse attorno al suo cuore.
    Rombava nelle orecchie, mentre lei cercava di sentire ancora la voce di Ron, mentre si dibatteva per sfuggire a quelle manette che le stavano legando i polsi dietro la schiena.
    << Ron...Ron...>>
    Perché non lo sentiva più?
    Si sentì sollevare di peso, allontanare da lui. Sentiva che lui era ancora nella stanza ma non capiva cosa...
    E poi iniziò.
    Le urla di dolore, le sue urla di dolore sotto le cruciatus che non poteva più schivare le mozzarono il fiato. Ma il maledetto cuore continuò a pulsare, a mantenerla in vita impedendole di sottrarsi a quella pena.
    Abbiamo sempre combattuto insieme...
    E allora perché non potevano morire insieme?


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    Edited by Hermione G Weasley - 11/9/2013, 08:02
     
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