Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone.

per Patrick

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  1. Bryanne O'Keefe
     
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    * Bryanne O'Keefe *
    Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone




    Per giorni la paura le aveva salvato la vita, pur torturandola le aveva salvato la vita.
    Bryanne non avrebbe saputo dire quale angelo - se mai si poteva ancora credere negli angeli - avesse continuato a proteggerla, contro tutti e tutto, compresa la sua ingenuità e la sua inesperienza.
    Quante volte si era svegliata rendendosi conto dei rischi che la stanchezza quasi mortale le aveva impedito di considerare? Quante volte un battito di ciglia, una posizione mantenuta quell'istante in più, o in meno, le aveva fatto schivare la cattura?
    Per quanto tempo ancora poteva resistere? - si era chiesta tante, troppe volte, sentendo di vivere ormai per inerzia.
    Ora aveva la risposta, ora che la sua paura non riusciva più ad aiutarla, a sostenere il fiato e le gambe nella corsa, a tenerle gli occhi aperti nonostante la stanchezza.
    Era finita.
    Non era riuscita nemmeno quel giorno a fare il solito tentativo di contattare sua madre, non riusciva da giorni a sgattaiolare fuori da quell'ultimo nascondiglio trovato, per avvicinarsi a quel vicolo e guardare, cercare di capire quel muro che mesi prima si era trovata a sorpassare.
    Ricordava ancora il fetore di quell'uomo, le era rimasto addosso per giorni, insieme all'orrore. In quell'odore c'era stata forse tutta la delusione che aveva provato nel capire che non la stava aiutando, ma che voleva solo eliminarla, forse derubarla dell'unica cosa che avesse addosso, il cappotto.
    Una piccola e momentanea soddisfazione, quando aveva pensato che almeno in questo non era riuscito...mentre in realtà le aveva tolto ben altro. Le aveva tolto la sua vita, la possibilità di tornare da sua madre, di sentirla.
    Non aveva più nulla, non riusciva più a ottenere nulla, Bryanne, ormai nemmeno illegalmente. Aveva lavorato per quel poco che le avevano permesso la bontà e la fiducia della gente, in quella parte di Londra che le mostrava oltre i tetti il Big Ben, le torri del Parlamento...senza permetterle di raggiungerli.
    Era tagliata fuori dal suo passato: per quanta sofferenza le avesse dato, era la sua vita con mamma, erano quelle risposte che era stata così vicina a trovare...
    Credevi...e inseguirle in questo modo ti ha messo nei guai, e forse ha messo mamma ancora più in pericolo.
    Bryanne deglutì, serrando le palpebre, nascosta dietro quei bidoni che non l'avrebbero protetta per sempre.
    << E' la dietro...ne sono sicuro. >>
    Non poteva restare lì. Non voleva essere stanata come un topolino, come una preda che non lotta nemmeno più. Tentò di inspirare ed espirare, per controllare il battito del cuore, le pareva che fosse lui a guidarli, a farsi sentire così forte.
    Le mani sporche e graffiate serravano una bacchetta che in realtà non sapeva nemmeno più usare, che da giorni non le dava alcuna risposta.
    I passi si avvicinavano, i respiri e la risata da sommessa a sempre più forte le rombarono nelle orecchie.
    << Stai peggiorando la tua situazione, topolino...>>
    La White Chapel. Perché non era entrata? Perché non aveva chiesto riparo?
    Serrò le palpebre con maggior forza, contrastando l'ondata di fetore che accompagnava i picchi di terrore che la paralizzavano ormai, insieme alla stanchezza e alla debolezza dovuta al digiuno.
    E' vero... - le aveva sputato in faccia ridendo quel bastardo - non sono io tuo padre. Vai a fare la selvaggia come lui, magari lo troverai.
    Quelle parole dette prima di spingerla contro quel muro, l'uomo le aveva ringhiate, ma nonostante ormai le urla di bryanne che si vedeva già scontrare il muro di mattoni le avessero coperte, la sua memoria non aveva mai perduto il loro significato...e in seguito avevano avuto tutto il tempo di divenire tortura, per lei.
    Una ripetuta, costante tortura.
    Non ce la faceva, non poteva più andare avanti in quel modo.
    La miseria che provava verso se stessa, verso le sue condizioni, la fece reagire. Al di là di ogni calcolo, si alzò e uscì dal suo nascondiglio, correndo verso le profondità ancora più oscure del vicolo si voltò solo un istante verso l'uomo che l'aveva quasi raggiunta e tentò un incantesimo per pura disperazione.
    << Bombarda! >>
    La testa si riempì delle loro risate, di fronte a un incantesimo che non aveva prodotto che un debole raggio di luce, ma si costrinse a correre. Ancora. Ancora. Ancora.
    Fino a che una morsa non le afferrò il collo da dietro e un corpo non la sbatté contro la grata di un cancelletto sporco e freddo.
    << Fine della corsa, ragazzina. Cosa sei, uno scherzo della natura? A chi hai rubato quella bacchetta che non sai usare?...>>
    << Non...l'ho rubata...>> La frase si spezzò in un singulto, quando l'uomo la voltò costringendola a guardarlo, sbattendola di schiena contro la grata.
    La mano dell'uomo le strappò il legno di mano, bloccandola al cancello con un ginocchio puntato nel suo stomaco, le impedì di scivolare, ma anche di fare qualsiasi altro movimento fino al momento di puntarla un manganello sotto il mento.
    << Sei una ladra, questa bacchetta non risponde alla tua magia. A chi l'hai rubata? >>
    << Vi prego...Vi prego...nooo! >> La mano dell'uomo allentò la presa sul manganello, lo lasciò persino cadere a terra, facendo però scivolare la mano lungo il collo di Bryanne e strappandole i primi bottoni del cappotto e della camicia logora con un solo gesto secco.
    Lo graffiò, Bryanne, fu la sola cosa che riuscì a fare alzare le braccia che le tremavano e portandole alle guance dell'uomo, ritrovandosi a terra per la violenza di ripetuti schiaffi.
    << Sempre più nei guai...A chi l'hai rubata? >>
    << Vi prego...non ho...>>
    Fissava da terra quelle mani che si rigiravano la bacchetta, quegli occhi scuri che la deridevano. Un calcio nel fianco la fece gemere e accartocciare su se stessa.
    << A chi l'hai rubata, piccola pezzente? >>
    Un altro, un altro...
    Quando sarebbe finita? Ormai riusciva a sperare solo in questo.
    Che finisse tutto quel dolore.


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    Edited by Gawain Robards - 7/8/2013, 17:33
     
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  2. Thornton‚
     
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    Da quando - a gennaio - il ministero era sotto la guida dei Lestrage e Dean Thompson era diventato il Capo Auror per me era difficile prevedere se non mi davano la caccia. Sapevo che non ce l'avevano propriamente con me, ma.. per Dean ero comunque una persona scomoda da debellare in ogni caso, ormai mi vedeva come un suo rivale e dire che non ci amavamo lo stesso ai tempi dell'accademia. Quel giorno non sapevo perchè ero salito in superficie, avevo avuto un sesto senso: qualcosa stava cambiando e volevo rendermi conto da solo di quanto stava succedendo. E poi la mia vita nel sottosuolo, per un tipo come me era poco indicata e amavo il quartiere dell'area orientale di Londra, durante gli anni dell'accademia passavo spesso di lì perchè amavo la facciata maiolicata della rinnovata galleria d'arte di Whitechapel. Perciò cercavo piuttosto spesso di passare da lì, quando potevo almeno e se non c'erano altri ragazzi che avevano da fare la pattuglia.
    Era facile per me passare inosservato, io che insegnavo a dei ragazzini come passare inosservati in accademia e il primo insegnamento di tutti era semplicemente: se tu non ti vuoi far vedere, nessuno ti vedrà davvero. Era facile risultare invisibili, una persona tra le altre, se fai vedere che tu eri come loro, uno qualsiasi non ti avrebbero visto o riconosciuto.
    Avevo camminato per una decina di minuti vagando un pò per il quartiere, quando capii che stava accadendo uno dei tanti soprusi che accadevano a Londra da gennaio e decisi che dovevo fare qualcosa prima che potesse accadere qualcosa di irreparabile.
    Attesi nascosto, mentre cercavo di raggiungere la bacchetta che avevo tenuta nascosta, mentre ascoltai gli ultimi brandelli del discorso e decisi che si, dovevo intrvenire assolutamente.
    Stupeficium pensai mentre i due vennero sbalzati indietro di un pò, aggiungendo semplicemente Confundus, così da guadagnare un pò di tempo.
    Presi la bacchetta che doveva essere della ragazza da terra e le strinsi la mano, aiutandola a rialzarsi, mentre le dissi semplicemente «Corri!» portandola più vicina a in direzione dei cancelli della città sotterranea, che erano vicini a Whitechapel, ad un paio di isoltati da lì.
    «Non ti preoccupare, presto sarai al sicuro» dissi, sperando che quella ragazza non fosse una spia o quant'altro «come ti chiami? hai un posto dove stare?»
     
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  3. Bryanne O'Keefe
     
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    * Bryanne O'Keefe *
    Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone




    Il dolore si irradiava dallo stomaco agli arti rattrappiti dalla debolezza e dalla paura.
    Rannicchiata nell'inutile tentativo di offrire meno spazio di azione al manganello dell'uomo e al suo calcio, desiderava soltanto che tutto finisse...anche ormai cominciava a disperare che la fine sarebbe stata pietosa. Aveva sentito dire tanto, troppo su quelle persone che si facevano chiamare Squadre di pubblica utilità.
    Anche a una come Bryanne, che di storia non ne aveva studiata mai molta, era bastato poco per capire come stessero cambiando le cose nell'Inghilterra magica, un dettaglio dopo l'altro...senza conoscere quale ne era stato l'inizio, ma vedendo fin troppo bene dove il tutto stesse portando. Quindi...no, non sarebbe finita con il pestaggio, per lei che stavano già accusando di aver rubato la bacchetta a un mago o strega.
    Lei non poteva possederne una, non potendo dimostrare con essa di saper fare nulla.
    << Vi prego...>>
    Non voleva piangere, ma le sue urla stavano mutando naturalmente in gemiti, non poteva farci più nulla, era indifesa e incapace ormai di muoversi, così come di richiamare quel filo di magia che sapeva di avere, che a volte si era mostrato proprio nel pericolo. Ma questa volta non rispose al richiamo della sua paura, questa volta Bryanne era sola.
    Si coprì come poté all'arrivo di un nuovo colpo, ma anche quando non lo sentì arrivare, impiegò diversi attimi a convincersi di poter abbassare le braccia.
    Non avrebbe potuto evitare nessuno di quei colpi e allentare le difese sarebbe stato solo l'inizio di una nuova ondata, era sicura che l'uomo stesse solo aspettando, fingendo di non colpirla più, per spingerla a guardarlo e leggere l'orrore nei suoi occhi di preda e...
    Una mano era tesa verso di lei, la mano di un uomo diverso che le stava sorridendo e che la aiutò ad alzarsi da terra.
    << Dove...dove...>>
    Crollò a terra, Bryanne, stringendo i denti odiò la propria debolezza e cercò di rialzarsi, asciugandosi il labbro sanguinante e riacutizzando il dolore, sentendo venire via una parte di pelle.
    << Chi siete? >> Riuscì a vedere soltanto capelli scuri, molto scuri contro la luce di un lampione molto lontano, che non riusciva ad arrivare bene fino a quel vicolo. Poteva essere anche un altro di quella squadra che la ingannava solo per riprendere a divertirsi.
    Si stava mettendo ancor più nei guai?
    << Corri! >> gridò l'uomo, prendendola dietro di sé e iniziando uno scatto che li portò fuori dal vicolo.
    Si lasciò prendere per mano e corse cercando di non essere un peso per quell'uomo che la stava aiutando...non sapeva ancora se per esigere qualcosa da lei, in un secondo tempo.
    Era frustrante, era annichilente sapere di non poter fare altro che accettare.
    << Non ti preoccupare, presto sarai al sicuro...Come ti chiami? hai un posto dove stare? >>
    Deglutì, scuotendo la testa, incapace di frenare le lacrime e odiandosi per questo. << Perché lo state facendo? Io...io non posso darvi niente. >>
    Si appoggiò senza fiato al muro di una casa dietro di lei. Aria, aveva bisogno di aria. << Dove sono loro? >>


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    Edited by Gawain Robards - 7/8/2013, 17:34
     
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  4. Thornton‚
     
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    Non era raro per me cercare le persone per strada, cercando di aiutarle, cercando di fare qualsiasi cosa per aiutarle a stare meglio. L'importante era quello: che tutti, tutti quelli che avevano bisogno avessero un posto doveve vivere, dove sentirsi al sicuro, dove non aver paura di quello che poteva accadere attorno a loro, anzi. Cercavano tutti loro di dare il loro meglio. La vidi mordersi il labbro, riaprendo una ferita che non mi sembrava affatto cicatrizzata, ma non ero un medico, pericò avrei atteso che qualcuno nelle catacombe valutasse di usare un incantesimo curatore. La vidi appoggiarsi contro il muro e mi sporsi, avevamo una buona visuale, perciò qualunque cosa sarebbe successa, sarei riuscito ad attaccare e difenderla.
    «Ti lascio un minuto per riprenderti, poi ci dileguiamo. Se ci trovano siamo nei guai» sorrisi appena «Dammi del tu, non sono tanto più vecchio di te e mi chiamo Patrick» le sorrisi, continuando a guardarmi intorno, mentre mi rendevo conto che con molta prorabilità quei due uomini stavano per venirci a cercare davvero. Decisi di rispondere all'ultima domanda, sul perchè lo stavo facendo e alzai le spalle guardandola. «Proprio per questo voglio che tu vieni a stare in un posto sicuro. Hai bisogno di un posto dove stare, senza che qualcuno ti maltratti per quello che sei. E.. potresti trovare un lavoro. Abbiamo anche dei babbani tra di noi, perciò, credo che tu possa trovarti bene.» le sorrisi guardandola, per poi chiedere con più gentilezza «Non mi ricordo di aver compreso il tuo nome.»
     
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  5. Bryanne O'Keefe
     
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    * Bryanne O'Keefe *
    Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone




    ...Non è saggio scoprirsi subito così.
    L'uomo le ispirava uno strano senso di fiducia dal quale la mente e la memoria di passate esperienze la misero subito in guardia.
    Era stanca, Bry, così stanca di scappare.
    Aveva il terrore che presto avrebbe fatto il passo falso definitivo.
    Non riusciva ancora a vederlo bene in faccia e questo le metteva ansia. Aveva imparato troppe lezioni sulla propria pelle, perché ora non riusciva più a restare vigile?
    Già una volta aveva rischiato di portare una delle squadre di pubblica utilità sulle tracce del nascondiglio suo e del ladruncolo con il quale aveva condiviso un buco, poco più di una topaia.
    Da quel nascondiglio avevano ascoltato le notizie più strane e orribili. Non seppe perché stesse pensando questo, ma all'improvviso sentì di doverlo dire.
    Non fece in tempo. Le parole dell'uomo la colsero di sorpresa.
    << Hai bisogno di un posto dove stare, senza che qualcuno ti maltratti per quello che sei. E.. potresti trovare un lavoro...>> Stava dicendo nel tono più ovvio quello che da fuggiasca, da clandestina, aveva imparato a smentire quasi subito.
    Non puoi più fidarti di nessuno - le aveva detto quel ladruncolo. - Non dovrai fidarti nemmeno di me.
    Non le aveva permesso nemmeno di dargli un nome.
    Ladruncolo...aveva voluto restare solo questo, per lei.
    Bryanne non aveva avuto il tempo di confessargli che si stava comunque affezionando...prima che lo prendessero. Due giorni dopo, aveva scoperta che l'aveva tradita, per un pezzo di pane. Era stata una mazzata ben peggiore dell'essere quasi presa.
    Si asciugò furiosamente una lacrima, cercando di non cedere, di non illudersi.
    Non voleva ricordare.
    Tenne per sé quello che la mente e il cuore gridavano. Era stancante, era terribile non potersi fidare di nessuno. La stava logorando dentro.
    << Mi chiamo Bryanne. >> mormorò, cercando di farsi forza. << Sono una babbana anche io, praticamente...>> indicò la bacchetta che lui reggeva in mano. L'aveva riconosciuta perché aveva inveito così tante volte contro di lei, contro una magia che non voleva uscire, contro se stessa.
    << Tu...tu non li vuoi morti, i mezzosangue e i babbani? >>
    Le si incrinò la voce, rivelando la sua giovane età che ormai non riusciva più a sentirsi nemmeno addosso. Era in fuga da mesi ed era davvero un miracolo che non l'avessero già presa e portata...non sapeva che fine facessero quelli che venivano presi. Era stanca, stanca di dover fingere.
    Stanca di...
    << ...paura. >> Scoppiò in un pianto silenzioso, cercando il suo abbraccio anche solo per qualche istante. << Non voglio più avere paura >> disse contro il cappotto dello sconosciuto.
    Si concesse solo questo, appena un istante, staccandosi subito dopo e indurendo lo sguardo, dopo essersi sfregati gli occhi per cancellare almeno ogni traccia di lacrime.
    Un respiro profondo, guardandolo in faccia e cercando di strappare lineamenti alle ombre. Forse era meglio che no nsi potesse vedere bene...Se avesse perso anche lui, il distacco non sarebbe stato difficile.
    << Andiamo. >>
    Poche ore di riposo...e avrebbe visto tutto meno nero, anche se avesse dovuto riprendere la fuga.


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    Edited by Bryanne O'Keefe - 8/8/2013, 01:14
     
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  6. Thornton‚
     
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    Era una cosa strana in realtà: una ragazzina di non più di diciassette anni veniva vessata come la peggiore dei criminali. Perchè io
    «E' un piacere conoscerti Bryanne. Ah già, questa è tua» le dissi con il sorriso migliore che potevo offrirle e le rimisi in mano la bacchetta. Quando mi pose quella domanda, la guardai con aria tranquilla, guardandola in tralice. Mi non riconoscendo un rumore e alzando le bacchetta, non vidi nessuno.
    «Non ne avrei motivo ad odiarli, io prima di capodanno li difendevo, perciò continuo a farlo e se ti mi sto nascondendo anche io, perciò non ti preoccupare di questo» le sorrisi guardandola, poi quando mi strinse per lei, rimasi stupito e un secondo interdetto.
    «Ssssh» le dissi stringendola a me accarezzandole i capelli appena, fino a che non fu lei a staccarsi dall'abbraccio.
    «Thornton!» qualcuno urlò ad un certo punto «Era Thornton! Inseguitelo! Non deve sfuggirci questa volta» dissi tendendo salda la bacchetta.
    «Perdonami, ma.. dobbiamo riprendere a correre. L'entrata è vicina» le dissi guardandola, riprendendo a correre «un piccolo sforzo»
    Misi la bacchetta dentro il cappotto, girai in un paio di vicoli non facili da vedere con il buio se non si conosceva il posto, così da tagliare due interi isolati e quando incontrai lo sguardo imitai il verso del gufo, il mio segno riconoscibile quando portavo qualcuno con me.
    «Ciao ragazzi, a dopo con le presentazioni» sorrisi, mentre arrivavamo all'ingresso delle catacombe, misi il pollice e l'indice dentro la bocca e fischiai, in attesa di Gawain. Sapevo che aveva da fare e non sapevo dove andarlo a cercare.. per la serie, questo era il nostro piccolo segnale. Lo vidi spuntare e gli sorrisi.
    «Abbiamo ospiti» gli sorrisi
     
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  7. Gawain Robards
     
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    * GAWAIN ROBARDS *
    Giustizia. Ecco una cosa di cui avremo sempre sete, senza ristoro.




    La situazione era un po' migliorata, con Steph' e questo aveva iniziato a rendere meno difficile la convivenza forzata che tanto la metteva a disagio, come se lui le volesse imporre di tornare ad essere una famiglia sotto tutti gli aspetti.
    Lui avrebbe voluto, Merlino solo sapeva quanto avrebbe voluto, ma era il primo a rendersi conto che ci sarebbe voluto quasi un miracolo...e che tutto lo schifo che vivevano dal Capodanno certo non avrebbe favorito un miracolo.
    E si rendeva conto di quanto stesse soffrendo, di quanto si sentisse tagliata fuori, a disagio in una realtà che non aveva mai voluto conoscere e che ora invece le era piombata addosso tutta in una volta.
    Lo guardava a volte come se lui stesse per dire: " Non staresti così, se..." Lo guardava forse sperando che lui lo dicesse, per avere la giustificazione a uno sfogo peggiore di tutti gli altri, il più liberatorio. Lo guardava sfidandola a darle un motivo per saltargli alla giugolare, modo di dire che nel caso di Stephanie non era mai stato più azzeccato...nemmeno tanto un modo di dire.
    Il dolore al collo per aver dormito praticamente a terra, durante la ronda, avevano coronato una serata di discussioni e per tutto quel giorno nessun tipo di tensione lo aveva più abbandonato. A colazione lei non si era fatta vedere, ma non aveva fatto troppe storie quando aveva capito che Seb era rimasto con lui tutto il pomeriggio. Aveva capito presto perché lui si fosse divertito così tanto a non fare praticamente nulla di speciale: era comunque lontano dai libri e con una giustificazione. Tutto suo padre.
    Ora aveva fatto il diavolo a 4 pur di convincerla a lasciarlo dormire con lui. Gawain era ancora sveglio accanto a lui, finalmente addormentato. Stava leggendo un libro di pronto soccorso che King aveva portato perché se lo passassero tutti, adulti e ragazzi più grandi, quando sentì il segnale di Patrick. Toccò una spalla di Seb', per fargli sentire la sua presenza, prima di uscire nel corridoio.
    << E' andato tutto bene? >> Guardò la ragazzina che l'amico indicava. << Ciao. Io sono Gawain. >>
    Appena il tempo di dire quelle parole, prima che la vedessero accasciarsi a terra.
    Senza scomporsi più di tanto, guidò Patrick che l'aveva presa in braccio. La camera da cui era appena uscito era la più vicina, Seb' aveva un sonno da letargo, per niente facile a spezzarsi.
    Si misero ai piedi del letto, Patrick controllandole il respiro e le iridi sotto le palpebre, lui togliendole le scarpe e le calze e coprendola con un panno.
    << Seb' le farà compagnia, quando si sveglierà... >> Con un sospiro guardò Patrick. << Dimmi tutto. >>


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    Edited by Gawain Robards - 7/8/2013, 18:04
     
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  8. Thornton‚
     
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    * Patrick Thornton - L I N K alla S C H E D A *
    Good thoughts are apt to vanish away if they be not speedily embodied in good actions.




    Ero rimasto in silenzio ad aspettare Gawain, senza parlare con Bryanne solo perchè volevo che lei si abituasse al nuovo posto. Non ero ancora certo che comunque lei volesse rimanere con noi per sempre, magari avrebbe voluto scappare e non accettare la richiesta
    «Scusa amico se ti ho fatto venire così» sorrisi tranquilla, prima di rispondere alla sua domanda «comunque si, è andato tutto bene. Il signor King? Notizie di Bill?» chiesi, prima di vedere la ragazza a terra e prendendola in braccio. Seguii Gawain in silenzio, per poi decidere di spiegargli tutto con più calma. La coricai sul letto accanto a Seb, il figlio di Gawain, controllai le iridi della ragazza e le sentii il respiro: tutto nella norma.
    «Il mio sesto senso mi è servito di nuovo. Era vicina a Whitechapel, due del ministero la stavano malmenando. Non è escluso che volessero farla secca» ammisi con una scrollata di spalle «Non so come definirla.. lei si è dichiarata babbana, ma lei in corpo di sicuro ha un filo di magia dato che ha una bacchetta sua. Tuttavia, non credo che potrà esserle molto utile, ma potremmo trovarle qualcosa da fare.. Ha pianto, spero che non scappi, ha bisogno di una casa e di amici» dissi guardandolo seriamente
    «Mi hanno riconosciuto prima di venire qui, ma loro non li ho mai visti, non potrei nemmeno fare una descizione precisa, ho dovuto agire svelto. Credo che per qualche giorno sarà meglio non uscire, mi staranno cercando» dissi semplicemente, per poi guardarlo con attenzione.
    Mi alzai facendo cenno di seguirmi fuori così da non disturbare oltre il riposo di Bryanne e di Seb, anche se sapevo che quel bambino prima che si svegliase ci voleva un cannone.
    «Come stai? Stephanie?» chiesi con un sorriso


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  9. Gawain Robards
     
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    * GAWAIN ROBARDS *
    Giustizia. Ecco una cosa di cui avremo sempre sete, senza ristoro.




    << Stephanie mi vuole morto...e non ho neppure avuto il mio abbraccio quotidiano...>> scosse la testa. << Uno schifo. Spero in te per risollevare l'umore. >>
    Seguì Patrick fuori nel corridoio, dove si diressero verso la cucina, tranquilla a quell'ora della notte ma mai deserta...come sempre.
    Una cosa che aveva appena detto il collega non gli era chiara, sulla ragazza.
    << Era in fuga da molto, secondo te? Fammi capire, aveva una bacchetta ma ti ha detto di essere una babbana? >> Pensò che era strano, ma confidò che una spiegazione sarebbe arrivata presto... Se c'era una cosa che non mancava a loro reietti, era il tempo per pensare...lì sotto. << C'è il rischio che sia troppo abituata a fuggire, per fidarsi subito di noi. Sarebbe utile che non abbia mai preso quella maledetta pozione, almeno. Vuoi qualcosa? Io rinuncio a dormire e faccio un caffé >> disse non appena arrivarono e mentre l'amico sedeva al tavolo. Lui si avvicinò ai fuochi, dove si trovava sempre pronta una grossa moka.
    << King e Bill sono andati oggi a parlare con la ragazza del Ghirigoro, son tornati un'ora fa. Se non altro per ora abbiamo libri messi in salvo. Alcuni erano sfuggiti alla razzia degli Auror di Dancy... >> spiegò, sedendo anche lui mentre l'acqua della caffettiera iniziava a scaldarsi sulla fiamma.
    << King sembra ottimista di poter convincere la ragazza a collaborare, ma sarà lunga. Per ora in lei vince la paura. >>
    Tese le orecchie, all'udire dei passi provenire dal corridoio.
    << Hope...Il richiamo del caffè o un dovere che non avevi ancora portato a termine oggi? >> sorrise stanco. Il pensiero della ragazzina inseguita era ancora lì, comunque...magari Hope avrebbe potuto visitarla. << Hai detto che...erano le Squadre o quelli della Psicopolizia direttamente, a inseguirla? >> domandò a Patrick, iniziando poi a prendere le tazze.


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    Edited by Gawain Robards - 7/8/2013, 20:34
     
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  10. Thornton‚
     
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    * Patrick Thornton - L I N K alla S C H E D A *
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    Lo guardai con aria seria. «Non ho ancora ben capito perchè ti vuole morto in realtà.. Perciò perchè ti vuole morto? Dai che magari qualcosa cambierà, ma il tuo abbraccio quotidiano verrà, . Vedrai che ti risolleverai l'umore, ma non sono sicura.» sorrisi
    «Credo di si, da qualche mese, sicuramente. Comunque, si, mi ha detto queste esatte parole: "sono una babbana anche io praticamente", perciò non so. Eppure sono certo che la bacchetta è la sua» ammisi tranquillamente per poi guardando l'amico quando mi chiese se volevo qualcosa. Alzai le spalle guardandolo.
    «Un caffè andrà bene e mangerò qualcosa, tanto non riuscirò a fare nulla.. e cercherò di fare una relazione su questa cosa» era totalmente inutile, lo sapevo benissimo perchè non ero più obbligato, non ero più un addestratore auror da mesi. Eppure, quella era l'unica cosa che mi manteneva sano, mi manteneva sereno.
    «Si credo anche io. Spero solo non abbia intenzione di scappare: qui sotto seppur con i suoi tanti difetti è sempre meglio di lassù» i difetti erano tanti di vivere nelle catacombe, ma era il posto migliore che potevamo offrire e in cui potevamo vivere.
    «Dal tuo tono e da quello che mi stai dicendo, ho la vaga sensazione che la ragazza non vorrà ancora unirsi a noi. Comunque sono contento e davvero che King sia con noi, ci sta dando una grande mano, credo che dovrò ringraziare Hope di avercelo presentato».
    Sorrisi vedendo Hope arrivare e le sorrisi sinceramente «Ehy, ciao ragazza» sorrisi, per poi ascoltare il loro scambio di battute, quando mi disse che mi voleva bene annuii. «Te ne voglio anche io.» ammisi guardandola, per poi annuire.
    «so che ha bisogno di una controllata.. avete voglia di portarmi da lei?» annuii guardandola seriamente «<b>certamente. »


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  11. Ehy Hope!
     
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    Gli sorrisi guardandolo, non avevo chiuso occhio molto in quei giorni di permanenza.. perchè stavo iniziando a sentire il problema del rientro in superficie, ma King mi aveva promesso che mi avrebbe tenuto d'occhio in tutto il periodo in cui sarei rimasta là. Tuttavia, la presenza di Mark nelle catacombe mi riusciva a dare un senso di normalità non indifferente.
    sorrisi sentendo la domanda di Gawain facendo una faccia divertita.
    «Entrambe le cose. Sai che ultimamente vado avanti a caffè, devo cercare di dormire, sono sveglia da quasi» guardai l'orologio come avere tacita conferma «quarantotto ore. Perchè la media della dormita di tre ore fatte in queste due ultime notti non le ho sentite. Ho bisogno davvero di staccare la spina un pò, ma non ho voglia di prendere la pozione per dormire.» ammisi, aspettando che lui prendesse le tazze per posarle su un ripiano.
    «Vieni qui tu, che mi giro un attimo e io non ti vedo più.. e poi ti offendi perchè non ti abbraccio.» L'abbracciai forte, dandogli un bacio sulla guancia e gli sorrisi facendo una faccia abbastanza contrariata. Ero una brava attrice, c'era da dirlo.
    «Va meglio? Mi sono fatta perdonare signor Robards?» chiesi con un sorriso divertito, sedendomi poi sul tavolino della cucina. Insomma, eravamo entrambi sposati, o lo eravamo stati, comunque, in qualche modo mi piaceva la ex moglie di Gawain - Stephanie - era lì ed ero molto rispettosa di quella donna e della famiglia che avevano creato insieme. In ogni caso, sarebbe bastata una parola di Gawain per farmi smettere di abbracciarlo.
    «Ti voglio bene, ricordalo sempre.» gli sorrisi appena, prima di girarmi verso Patrick «e anche a te»
    Il mio cuore apparteneva a Bill, era certo, ma per gli uomini presenti nella stanza provavo dei genuini sentimenti d'affetto, come per Mark King: la figura che si avvicinava a quella paterna da anni, ma soprattutto da quando mio padre si era risposato e per entrambi i due uomini lì presenti provavo dei genuini sentimenti d'affetto.
    «Ho sentito della ragazza nuova» dissi con un sorriso passando da Gawain a Patrick «so che ha bisogno di una controllata.. avete voglia di portarmi da lei? Poi provo a passare da Bill a salutare e mi butto a letto.. anche se so che non riuscirò a combinare niente.» scherzai.
    Il caffè ormai non mi faceva nessun effetto particolare, ne avevo bevuti troppi ai tempi dell'accademia e ora era un blandissimo stimolante.
     
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  12. Gawain Robards
     
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    * GAWAIN ROBARDS *
    Giustizia. Ecco una cosa di cui avremo sempre sete, senza ristoro.




    << Sì, è un grande aiuto. Ora Fleur potrà iniziare a dare notizie più precise, nei volantini. Inizieremo a risvegliare la memoria alla gente. Ma certo...se dal Ghirigoro la nuova proprietaria ci facesse arrivare ad altri testi del passato che ricordiamo solo noi...>>
    Accolse l'amica in un abbraccio, << Non sono io che scappo, Hope. Come potrei? >> lasciandosi a sua volta coccolare e baciare sulla guancia e ricambiando. << Lo so che ci vuoi bene, è perché sei troppo buona e paziente. >> rise. << Eccome, sei ampiamente perdonata, Dottoressa. >>
    Riempì tre tazze, perché sapeva che alla fine i due amici non avrebbero osato lasciarlo solo a strafarsi di caffè - ormai inutilmente, fra l'altro, visto che quel caffè che potevano ormai permettersi era acqua sporca. << Cin cin...Possiamo brindare almeno a due cose, stasera: a una vita salvata...>> disse alzando la tazza verso Patrick << e alla missione di King e Bill. >>
    << Allora andiamo tutti. Bleah, questo caffè è orribile >> disse poggiando la tazza nel lavandino a risciacquandola con un getto d'acqua. << Comunque la ragazzina era allo stremo. Patrick le ha fatto provare l'ebrezza di una fuga estrema. >>

    Poco dopo stavano tornando insieme verso la camera da letto, dalla quale sentirono provenire delle voci sottomesse:
    << Qui sei al sicuro, davvero. >>
    Sorrise, affacciandosi dal battente della porta, entrando seguito da Patrick e Hope. << Non dovevi dormire, tu? Bugiardo... >> sorrise al figlio.
    << Ci stavo provando, ma poi voi mi mettete accanto una bella ragazza...>> protestò Sebastian.
    Alzò gli occhi al soffitto, ben sapendo che Seb lo aveva detto per far sorridere un po' la nuova arrivata. << Mio figlio, signori e signore. >>
    La biondina li guardava perplessa, spostando occhi straniti dai loro volti alle pareti di una stanza che sembrò colpirla.
    Si rasserenò quando riconobbe la figura dell'uomo che l'aveva salvata e che ora poteva vedere meglio. << Siamo...siamo sotto Londra? >> chiese, mentre Hope si sedeva accanto a lei.


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    Edited by B.Weasley - 8/8/2013, 10:33
     
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  13. Bryanne O'Keefe
     
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    * Bryanne O'Keefe *
    Certi hanno una luce attorno che illumina anche le altre persone




    La testa pulsava di fitte insistenti, tutti i muscoli le dolevano, ma lei non riusciva a smettere di camminare. Non correre, per quello non aveva più la forza, né il fiato, ma...nemmeno poteva fermarsi. Si sentiva i loro occhi puntati addosso, anche se non l'avevano ancora presa. La sola cosa che potesse decidere di fare, per resistere, era andare avanti...non sapeva dove, visto che non aveva più un rifugio, non aveva più nulla se non quello che indossava.
    E tutto intorno a lei aveva un odore di marcio. Di marcio e di freddo, un gelo che le penetrava le ossa e non la abbandonava più.
    << Dove te ne vai tutta sola? >>
    Sobbalzò, costringendosi a non voltarsi verso l'uomo che l'aveva affiancata, sperando che almeno nel continuare a camminare stesse dando l'impressione di sapere dove andare, di avere un posto sicuro e qualcuno ad accoglierla.
    Affrettò il passo e lo distanziò. O meglio, lui si lasciò superare.
    Non voleva vedere l'uomo a cui apparteneva quella voce, non le era sembrato amico o nemico, ma questo non la stupiva. Ma non doveva fermarsi e voltarsi a guardarlo...Non doveva.
    << Ti troveranno comunque, ragazzina. >>
    Una mano le strinse il braccio, provocando il suo urlo, le gambe che ancora l'avrebbero portata lontano, ma il cuore paralizzato...e la mente atrofizzata dalla paura.
    Bryanne si trovò a pochi millimetri dal viso un ragazzino, di cui vide meglio i lineamenti soltanto quando questi accese la lampada sul comodino, accanto a lei.
    << Un incubo? Scusa se ti ho stretto il braccio...Urlavi...>>
    Bryanne si trovò senza scarpe, ma libera dal cappotto che era appoggiato ai piedi del letto e coperta da un panno.
    Guardò il ragazzino cercando di non sembrare troppo spaurita. Doveva avere circa 8, 9 anni. Aveva un caschetto spettinato di capelli castani, come gli occhi grandi. Per un istante quel bambino aveva parlato con quella stessa voce da adulto, che nell'incubo le aveva riso dietro, sicuro che l'avrebbero presa.
    << T-tu sei...Da quanto vivi qui? >>
    Il sorriso del ragazzino si spense per un attimo. << Da Capodanno. Papà era un Auror...uno di quelli che ha dovuto nascondersi, perché non crede al Primo Ministro che c'è adesso. >>
    << Quindi siamo...siamo nel posto dove date rifugio a chi scappa? >> Si strinse nella coperta, anche se il brivido non aveva niente a che fare con il freddo.
    Li aveva trovati. Cioè...loro avevano trovato loro. Forse ce l'aveva fatta, avrebbe trovato risposte...e un aiuto per contattare sua madre.
    << Io sono Sebastian. Qui sei al sicuro, davvero >> il Ragazzino le sorrise, sedendosi accanto a lei, sul bordo del letto un istante prima che una testa si affacciasse dal battente della porta.
    << Non dovevi dormire, tu? Bugiardo... >>
    Bryanne riconobbe l'uomo che l'aveva salutata, ora ricordava tutto.
    Si sentì diventare rossa per la vergogna, per il modo in cui era crollata.
    << Ci stavo provando, ma poi voi mi mettete accanto una bella ragazza...>> replicò Sebastian, strizzandole l'occhio.
    Bryanne non riuscì a sorridere, si sentì tremare quando vide entrare dietro di lui - che doveva essere il padre del bambino - anche una donna dalla carnagione mulatta e il viso stanco ma simpatico e amichevole, ma soprattutto lui.
    Ora che lo vedeva bene in viso, accettare di essere caduta come un sacco di patate senza aver avuto il tempo di ringraziarlo per averla salvata ed essersi lasciato abbracciare da lei, per averla consolata...la fece sentire una perfetta idiota.
    << Siamo...siamo sotto Londra? >> chiese, sforzandosi di guardarlo con serenità, anche se le sembrava che quegli occhi chiari potessero penetrarla e vedere dentro di lei. E temeva questo, perché...perché non ci vedeva niente di pericoloso in quegli occhi. Era questo il punto, era tutti gli sbagli che aveva fatto in precedenza, quando aveva incontrato persone che le erano sembrate così...buone.
    Lei cercava, lei faceva di tutto per non illudersi, ma non era mai servito ad evitarle i rischi peggiori, a farla sentire ancora più sola, quando doveva rimettersi in fuga.
    Era ingiusta, però...si sentiva così ingiusta...incapace di provare almeno gratitudine, di rilassarsi e...provare a ritrovare la Bryanne che sapeva dire grazie. Chinò il capo, a disagio, mentre la donna chiedeva se poteva avvicinarsi e starle accanto.
    Annuì, tirando leggermente su col naso. Fu sul punto di trattenere il ragazzino perché non se ne andasse, ma con un sospiro lo sentì alzarsi dal materasso e andare verso l'altro letto, accanto al padre.
    << Uffa, ma non ho sonno...e Bryanne ha bisogno di me. >>
    Gli adulti risero un po' alla sua protesta, mentre una piccola nocciolina di calore si ingrandiva nel suo petto a quelle parole.
    << Non possiamo costringerti a dormire neanche se vogliamo, mi sembra. Resti qui anche tu a farle compagnia. Hope vuole solo controllare che tu stia bene...>> Bryanne capì che ora il padre stava parlando con lei. << Le labbra...e quei lividi vanno medicati. Ok? >>
    Annuì, mentre una morsa di paura improvvisa la spingeva a combattere la propria reticenza e a rivolgersi all'uomo che l'aveva salvata. Patrick. Aveva detto di chiamarsi Patrick.
    << Non...andate via. Vi prego >> chiese direttamente a lui.


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    Edited by Bryanne O'Keefe - 11/8/2013, 16:22
     
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  14. Thornton‚
     
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    * Patrick Thornton - L I N K alla S C H E D A *
    Good thoughts are apt to vanish away if they be not speedily embodied in good actions.




    Sospirai sonoramente guardando Gawain. «Prima di tutto, ti rispondo ora alla tua domanda che mi hai posto prima, ma ho preferito fare mente locale: una delle squadre, anche se non è detto che abbiano fatto carriera. Due menti molto brillanti che avrebbero potuto fare qualunque cosa e raggiungere ogni obiettivo solo con un pò di impegno» ammisi tranquillamente scrollando le spalle «comunque lo spero, King sa essere molto convincente quando vuole.. anzi. Sono quasi certo che ci darà una mano» ammisi guardandolo. Era un uomo che era abituato a fare quel lavoro da tutta una vita e lo invidiavo, perchè sapevo che persone di quella caratura non sarebbero mai più esistite. Sorrisi guardando Hope stringere Gawain e sorridergli, quei momenti di dolcezza mancavano davvero a tutti.
    «Alla salute e .. alla missione di King e Bill, sperando che ci portino almeno il caffè» sorrisi bevendo quell'orrida acqua sporca senza gusto alcuno «orribile davvero» dissi imitando l'uomo che aveva risciacquato la tazza nel lavandino e presi anche quella della nostra amica per fare lo stesso.
    «E' sempre colpa mia adesso. Ora mi offendo sai?» chiesi scherzando prima di seguire poi entrambi nella stanza dove avevamo fatto dormire Bryanne e il figlio di Gawain che doveva essere divertito abbastanza da quella nuova presenza inusuale.
    La guardai con un sorriso, mentre vedevo Hope sedersi al suo fianco e iniziare a studiare con perizia di quelli che erano i medici, ogni ferita e ogni graffio, con uno sguardo indagatore ma.. insomma, uno di quelli che riuscivano a fare i medici pediatrici per non spaventare i propri piccoli pazienti. era una dote che apprezzavo davvero di Hope effettivamente, speravo di riuscire ad imparare anche io a fare una cosa del genere.
    «No, non me ne andrò» sorrisi «come ti senti?»


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  15. Ehy Hope!
     
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    * Hope Taylor - L I N K alla S C H E D A *
    I spent a lot of time with you thinking I was second best, but you know what? I am good.




    Strinsi Gawain e sospirando: mi mancava Bill e gli abbracci che mi dava, ma avevo già combinato troppo con quel bacio a gennaio. Era il nostro segreto, certo, non ne avevamo più parlato da allora ma non riuscivo a pensare a nient'altro. Alle sue parole mi commossi visibilmente, dandogli un altro bacio sulla guancia, trattenendomi di proseguire oltre. Gli volevo un gran bene e avrei fatto trasparire ogni tutto l'affetto che provavo, tramite quel piccolo affettuoso e tenero gesto.
    «Vedi che mi commuovo? Ancora non capisco tua moglie. Dovrebbero clonarti, sei adorabile... avessi incontrato un uomo come te al posto di Rodger» sorrisi aggiungendo mentalmente o Bill. Quanto mi manca.
    «Mi sa che dovrò fare incetta di abbracci e di affetto stasera, mi mancherai quando tornerò in superficie. So già che King mi farà bere quella schifezza di pozione a forza, pensi che Bill riuscirà a passare a salutarmi prima di andare a dormire?» sorrisi guardandolo e bevendo il caffè che non avevo trovato mai più buono, forse era l'assenza di caffeina che mi faceva parlare.
    «Alla vita salvata e alle missioni portate a termine» sorrisi appena per poi sorridere alle parole di Gawain e ridacchiai. «Certo che è colpa tua: le fai correre e poi le stendi con gli occhioni blu. voi due siete una coppia a delinquere per i cuori delle povere fanciulle indifese» scherzai guardando Patrick divertita, mentre gli avevo passato a la tazza con un sorriso.
    Raggiunta poi la camera in religioso silenzio, guardai Sebastian con un sorriso e ascoltai le parole di Gawain riguardo al fatto che era suo figlio.
    «Se avevo dubbi se era tuo figlio, ora non esistono più. svaniti proprio tutti» scherzai guardandolo e dando un buffetto al bambino. Era un bravo bambino e mi sentivo come una sorta di zia per ogni bambino e ragazzino lì sotto. Mi sedetti al fianco di Bryanne, mentre valutavo ogni ferita superficiale e le sorrisi, mentre prendevo la bacchetta. «Non ti farò troppo male.» le sorrisi, mentre il labbro della ragazza iniziava a rimarginarsi.


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