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Avete mai visto un vampiro aggirarsi per il ministero, senza paura di essere maltrattato, anzi, con un bell'invito scritto, firmato da Rabastan Lestrange in persona per fare due chiacchiere? Ecco il primo, io stesso, farlo per davvero e che bella sensazione!
Che tra l'altro, sono sempre stato un vampiro anomalo, dato che mi facevo passare benissimo per un comunissimo umano ambizioso e che il ministero c'era cascato con tutte le scarpe. Se solo avessero saputo chi era mio padre, sarei stato legittimato a farlo in tutta liberta! E avevo solo un vizio grosso: quello del vino rosso d'annata, avevo una predilizione per quello francese e quello italiano e a quanto pare nelle cantine del ministero, quella bellissima (a quanto si diceva) cantina, doveva essercene quanto vino volevo.
Il ministero sapeva bene come convincermi a muovermi, sapeva esattamente come porsi con unvampirouomo del mio calibro.
Mi feci annunciare dalla segretaria dell'ufficio di Lestrange, mostrandole il mio personalissimo invito (perccato che per la mia autostima non ci fosse scritto Nikola Tesla JR, ma con il mio pseudonimo Dr. Heinrich Baumschlager. Bussai alla porta, per poi sentire un «avanti!» dall'interno dell'ufficio dell'uomo che mi aveva invitato a raggiungerlo.
«Signor Lestrange.» salutai per esordire «sono rimasto molto colpito dal suo invito. ». -
Rabastan Lestrange.
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Rabastan Lestrange * Scheda * S.N.R.
<< Dott. Baumschlager! Entri, si accomodi pure. Questa serata è stata rimandata anche troppo...>> disse andandogli incontro e accogliendolo con una stretta di mano, forte e duratura. << Non ho sentito parlare che bene, del suo operato come medico...e di quello come Preside, anche se ha appena iniziato. Prego, sediamoci...>> lo invitò indicando la coppia di divanetti color porpora scura.
L'ufficio aveva pareti e mobilio entrambi su tonalità scure del rosso, scelta che gli rendeva più semplice rilassarsi...a modo suo, con l'aiuto di luci soffuse anche durante il giorno. Non che potesse trascorrere molto tempo lì, durante il giorno...anzi, a volte gli capitava di dover fare notte nel braccio B di Azkaban.
<< Immagino che veda questa serata di stacco da Hogwarts come una vacanza, lontano dal chiasso che solo i ragazzi possono fare. >> Si allungò verso un vassoio posto sul tavolino tra i due divani e versò in due calici un vino rosso d'annata.
Come se la cosa gli fosse venuta in mente all'improvviso, si decise soltanto a metà lavoro a mostrare e poi allungare al suo ospite la bottiglia.
<< Dimenticavo che lei è un intenditore...l'occasione per dare il via alla chiacchierata era proprio questo. Le chiedo scusa, ma pago con qualche distrazione le ore che devo togliere al sonno. Spero che questo primo assaggio di vino italiano le possa piacere...è raro, considerando il blocco che il Ministero ha dovuto porre sull'importazione per evitare fughe all'estero...lo è ancora di più. >>
L'ultimo tentativo di espatrio li aveva quasi messi alla prova, costringendo il Ministero a raddoppiare i sistemi di sicurezza, pensò mentre gli allungava il calice invitandolo a un brindisi.
<< Ai nostri incarichi. Responsabilità, ma anche soddisfazioni...>> Appoggiò il bicchiere dopo una prima deliziosa sorsata e prese un pacchetto di sigarette francesi, che offrì con un gesto al mago. Naturalmente i sacrifici e le privazioni nel suo caso erano relativi e così era anche per gli ospiti di riguardo. << Dobbiamo entrambi...guidare dall'alto chi ha il compito di educare...o rieducare. Non è una cosa semplice, a volte è pure spiacevole. >>
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Edited by Rabastan Lestrange - 9/8/2013, 21:43. -
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Era strano per una persona come me rimanere abbastanza colpito da quello che avevo intorno, di quello che mi accadeva ed invece era esattamente quello che stava succedendo.
«Grazie mille. Anche troppo, dice?» chiesi stringendogli la mano, con la mia solita stretta salda, come ottima risposta alla sua «Davvero? cerco di fare del mio meglio, anche se sono quasi certo che le lodi che tessono ai miei riguardi sono troppe e magari immeritate.. cerco solo di essere un bravo tutore e un bravo medico» sorrisi facendo un sorriso modesto - quanto mi costava farlo!, prima di indugiare su uno dei divanetti che l'uomo mi aveva indicato.
«Grazie mille» ringraziai, prima di sedermi sulla poltroncina libera che l'uomo mi aveva indicato. Avrei voluto dire che non era esattamente una vacanza perchè, comunque per me la vacanza era di tutt'altro avviso effettivamente, ma.. erano piccoli dettagli del tutto insignificanti.
«Eh, si è così» dissi con il mio solito fare, gesticolando appena dando un poco enfasi a quanto stavo dicendo «i ragazzi sono abbastanza chiassosi e fanno venire un gran mal di testa.. soprattutto durante i banchetti e quando cercano di trovare spiegazioni alle loro marachelle. Ogni giorno che passa, sembrano essere più scaltri e sembrano avere più inventiva» guardai il liquido violastro che veniva lentamente versato nel bicchiere, per poi posarlo da una parte e presi la bottiglia che l'uomo mi aveva allungato.
«Oh, una bottiglia di Barolo d'annata.. doveva proprio sentirsi in colpa per ordinare una bottiglia del genere. In effetti, è raro ormai trovare una bottiglia del genere e fa concorrenza a quelle che mi fate avere con lo stipendio da preside. Una delizia per il palato. In ogni caso non si scusi, anche io non dormo da un paio di notti nella loro interezza per via di qualche ragazzino troppo impertinente, perciò capisco che vuole dire.»
Pensai di fare un mio personalissimo brindisi, che però feci tra me e me. A tempi migliori, a quei giorni dorati di sete di sangue e ai vampiri.. che sono semplicemente fighi. Bevo alla razza di vampiri prima potenti e ora quasi estinti
«Allora.. brindiamo ai nostri incarichi, responsabilità, ma anche dalle soddisfazioni che ne derivano.» sorrisi bevendo un lungo sorso. Presi una sigaretta e la feci accendere, erano almeno una trentina d'anni che non ne fumavo una, ma ogni tanto ricadevo in quel vizio che il mio corpo sembrava apprezzare.
«E' proprio vero» pensai soprattutto al gruppo di vampiri «non è propriamente semplice ed è.. qualche volta spiacevoli. Mi dispiace punire dei ragazzini, ma è necessario perchè sono ancora.. facilmente plasmabili». -
Rabastan Lestrange.
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Posò sul tavolo di fronte a loro l'accendino con cui aveva avviato la sigaretta a entrambi. << Quindi lei non è preoccupato per la ribellione di alcuni di questi ragazzi. So che ce ne sono alcuni che vengono da famiglie...un po' problematiche. >>
Il Ministero della verità si stava già organizzando per una vigilanza più stretta su queste famiglie, soprattutto su quelle graziate per il coinvolgimento sospetto o dichiarato di loro membri nelle ribellioni del Capodanno trascorso.
Non era affatto allarmato dalla possibile...rilassatezza dell'uomo che aveva di fronte, nemmeno da quando gliene aveva parlato l'ispettore mandato a Hogwarts come supervisore in incognito.
Soprattutto non voleva che il Preside si sentisse troppo sorvegliato.
Lo guardò prima di riprendere, mostrandosi cauto alla ricerca delle parole giuste. << Il Primo Ministro ha voluto dare nuove opportunità anche a queste famiglie, ma...vuole che non vi siano voci di disagio, per non allarmare quelle famiglie che invece si affidano totalmente a noi. Lei può ben capire...>>
Era pronto a cambiare discorso verso terreni più...neutri.
<< Mi dicono che è un Dottore ma soprattutto un inventore, Signor Baumschlager. Anche prima di trasferirsi a Hogwarts, come faceva a far convivere questi aspetti con le necessità di una famiglia? Me lo chiedo sempre, a volte sento di aver sacrificato troppo alla causa del mio lavoro...Malinconie e riflessioni di mezza età...che vuole farci? >>
Le vie canoniche non avevano funzionato molto, per ottenere informazioni private su uno come lui e questo era un piccolo pungolo, una partita che non avrebbe abbandonato facilmente.
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Edited by Rabastan Lestrange - 11/8/2013, 14:32. -
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L'avevo guardato con aria assorta, mi ritenevo molto fortunato effettivamente a sapere che ero un vampiro. Avevo un centinaio di anni alle spalle, perciò bastava poco per nascondermi in caso di problemi.
«No, non sono preoccupato. Perchè non c'è niente di cui preoccuparsi in realtà. si ci sono molti alunni che vengono da famiglie con problemi a monte e anche la mia non era una famiglia convenzionale.» ammisi pensando ad Alton e alla Jackson prima, e ai miei genitori dopo «e i ragazzi vengono puntualmente puniti, dopo aver parlato con me. Solitamente capiscono cos'è successo e si dimostrano sempre più.. disponibili a passare alla casata migliore che la scuola può offrire: serperverde. Se guarda non ci sono stati disordini in genere.» lo guardai tranquillamente. I risultati c'erano e speravo che il ministero fosse soddisfatto.
«Certo capisco assolutamente. Trovo una bella cosa che il Primo ministro si interessi della famiglia dei nostri ragazzi... ovviamente non voglio che ci siano voci di disagio, ma per ora non ne ho sentite. Voi ne avete sentite? Perchè in questo caso, cercherò di cambiare il tiro» dissi con tutta tranquillità.
«E' vero. Diciamo che il fatto di essere un'inventore non ha molto influito nella mia vita, dato che è una passione che ho da quando ero un ragazzino.» ammisi tranquillamente guardandolo «Purtroppo mia moglie ed io non siamo mai stati realmente affiatati, perciò.. ho quasi sempre badato io a nostra figlia. Ovviamente mia figlia viene prima di qualsiasi invenzione.» sorrisi. Effettivamente c'erano stati dei periodi in cui non toccavo nessun progetto, in cui non facevo nient'altro a parte badare a Sophie. Lo guardai abbozzando un sorriso «Non ha mai pensato di avere una famiglia?» chiesi guardandolo un poco stranito: persino io che sapevo essere un vero egoista, avevo sentito la necessità di avere una famiglia.
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<< No >> disse, scuotendo la testa. << Nessun problema, da parte delle famiglie. In realtà >> un'altra boccata << ...le famiglie non sono state mai così soddisfatte della gestione della scuola. Nemmeno Silente, nel corso del suo piano, era riuscito ad accontentarle e a farle sentire tranquille come sta riuscendo lei, perciò...le faccio i miei più sinceri complimenti. >>
Con sorpresa vide che il suo ospite pareva lasciarsi un po' andare.
<<...mia moglie ed io non siamo mai stati realmente affiatati, perciò.. ho quasi sempre badato io a nostra figlia. >>
Non del tutto, su questo...nessuna illusione. Ma Rabastan confidava che avrebbe potuto confermare o integrare le sue informazioni con altre fonti. Lo ascoltò con interesse, prima di vedere il dottore rigirare con abilità la domanda molto personale.
<< Non ha mai pensato di avere una famiglia? >>
Lo stupì per come sembrava comunque farlo con tranquillità, come se fosse sinceramente incuriosito, come se lo facesse senza alcun calcolo.
<< No >> rispose con uno sbuffo. << In realtà io ho scoperto molti anni fa di non essere il tipo che sappia apprezzare e far funzionare legami forti...figurarsi una famiglia. >>
E ora è il mio turno di rigirare la domanda, Dottore...
<< Sua figlia...è diplomata da qualche anno già, immagino. Che carriera ha scelto? >> domandò, sorseggiando di nuovo dal proprio calice, studiando ogni espressione del suo interlocutore.
La legilimanzia era fuori discussione, ma una certa capacità di interpretare le espressioni era qualcosa che aveva sempre posseduto, anche prima di studiare questa branca del potere.
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Edited by Rabastan Lestrange - 15/8/2013, 01:39. -
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Lo guardai, prendendo un sorso dal bicchiere di vino nero che adoravo davvero.. avrei fatto in modo di farne averne un pò per i casi migliori.
«Sono contento di avere questo tipo di riscontro da lei. in effetti ero preoccupato che le famiglie non apprezzassero il lavoro che porto avanti e se il ministero è contento, lo sono anche io. Spero di continuare su questa strada.» sorrisi appena guardandolo.
Lo guardavo tranquillo e gli sorrisi quando mi disse che non sarebbe riuscito ad avere relazioni a lungo termine «Capisco davvero, c'è da dire che ha sorpreso anche me il fatto che ho avuto una moglie e una figlia perchè non credevo di avere.. molto tempo e un buon carattere per farlo» dissi rimanendo impassibile, per poi guardarlo curioso quando mi fece quella domanda su Sophie. Pensai a tante cose tra cui il fatto che avevamo un rapporto molto molto.. intimo e al fatto che era un vampiro, ma nessuno dei due era riguardante al tipo di lavoro che faceva. Perciò feci mente locale, a parte a rendere felice me e accoppare gente: che faceva?
«Eh si, mia figlia ha compiuto venticinque anni da poco» sorrisi guardandolo, che il poco fosse relativamente lontano era un dettaglio per poi aggiungere «è una ricercatrice per una biblioteca di Diagon Alley, è sempre stata interessata alla letteratura» ammisi con un sorriso tranquillo. Per fortuna avevo addestrato se si poteva dire così mia figlia e mia moglie su ogni tipo di copertura, di domande che potevano fare sul mio conto. Proteggersi ed avere una linea comune era la prima regola di un vampiro.
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No, il matrimonio non era mai stato cosa per lui, nemmeno quando era stato Rab a sceglierlo volontariamente. Parlare di una volontà consapevole e sensata, negli anni in cui si era effettivamente sposato...molti, moltissimi anni fa, era comunque un azzardo.
Avevano impiegato pochissimo tempo a capire entrambi di non essere affatto tagliati per un impegno del genere, seppure per mesi avesse prevalso il divertimento di essersi sottratti al controllo delle loro famiglie.
Poi era subentrata la missione che Lord Voldemort aveva prospettato a Rod, a lui e a Bellatrix. Questo legame che li aveva uniti nella follia, come servi fidati dell'Oscuro Signore...ecco, era stato probabilmente il valore per Rabastan più serio in tutta la sua vita.
<< A quanto pare abbiamo in comune la poca predisposizione per certi legami, ma in lei qualche sentimento deve pur esserci stato, che non lo facesse sentire...legato in modo morboso. Forse proprio quello per sua figlia...>> ragionò a mezza voce, per poi dire, spegnendo ciò che rimaneva della sigaretta: << Ricercatrice. E di quali ricerche si sta occupando ora? >>
Il Ministero della Verità aveva incontrato ostacoli alla sua opera poco dopo essere riorganizzato dalle ceneri del Ministero dell'Istruzione. Si osava dire lungo i corridoi del Palazzo Ministeriale che fosse il Ministero a incontrare più problemi dopo quello di cui erano a capo Rod e lui...e la maggior parte dei problemi pareva avere una radice comune nei Reietti, che iniziavano a quanto pare a organizzarsi dopo i primi mesi di spaesamento.
<< A vostra figlia potrebbe forse interessare una visita negli archivi del Ministero della Verità, per come sono stati riorganizzati dopo l'epurazione dalle interferenze dei seguaci di Silente. Contiamo di bandire un concorso pubblico per reclutare nuovi archivisti e copisti, aperto anche ai maghi e alle streghe che usciranno da Hogwarts il prossimo giugno. >>
Cambiare la storia era uno degli obiettivi primari per il Primo Ministro e per tutti loro, soprattutto da quando avevano iniziato a girare quei primi fogli rivoluzionari.
<< Se è una così brava ricercatrice, la biblioteca di Diagon Alley sarà contenta di scriverle una lettera di raccomandazioni...se non volesse...avvalersi del buon nome del padre Preside. >>
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Edited by Rabastan Lestrange - 18/9/2013, 19:26. -
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Non sapevo nulla del passato di questo fratello Lestrange, ma avrei fatto una bella ricerca capillare. «Amavo mia moglie, assolutamente si. Tuttavia, credo che anche io non sono esattamente un tipo che ama sentirsi.. obbligato in un rapporto troppo a lungo, soprattutto se ho il sentore che mia moglie abbia un altro.» Sapevo che era una cattiveria riguardo Carol, ma un rapporto esclusivo per l'eternità era tutt'altro che piacevole per una donna che aveva sempre ammesso di essere tutt'altro che contenta di essere un'immortale. Secondo me andava a letto con qualcun altro, non mi sarebbe stato tanto sconcertante se avesse proprio iniziato a frequentare uno del ministero per divertimento. Ecco, si avrei dovuto fare una piccola ed innocente ricerca in tal senso, ma alle sue parole mi sentii piccato e non nascosi un pò di sopresa, cercando di rimanere sulla difensiva, ma non feci altre domande, perchè avrei cercato di fargliene una al momento giusto.
«Vorrei che fosse mia figlia a parlavi dei suoi progetti. Purtroppo, come ogni ragazza che si rispetti, non dice quasi mai nulla al padre che non capisce niente di quello che fa» dissi, roteando gli occhi in modo teatrale «non so se ha presente come fanno i ragazzi, alla lunga smettono di rispondere. Per quanto rigaurda la lettera di raccomandazione, direi che la biblioteca per cui lavora.. potrà scriverne una oggi stesso, se vuole mettersi in contatto con lei o con la biblioteca, posso dirle esattamente dove trovarla.» era facile effettivamente trovare mia figlia e avevo un piccolo modo per arrivare più in fretta direttamente da lei, ma quello non gliel'avrei detto ovviamente.
«Un merito di mia figlia, è che non ha intenzione di ricevere una lettera di raccomandazione da suo padre. Ci tiene a fare carriera senza.. vivere nella mia ombra, che attualmente è inesistente tra le altre cose. Non sono così influente, signor Lestrange» parlavo con modestia, pensando in qualche modo ai vampiri che avevo sotto il mio comando: sarebbe bastato un solo cenno per far partire una rivoluzione «perciò, se conosco la bravura di mia figlia, lascerò che sia il suo posto di lavoro a parlare di lei, delle sue doti e delle qualità.». -
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<< Allora siamo più simili di quanto pensiamo >> commentò alle parole del Preside sulla moglie e su quello che erano stati gli inizi del loro rapporto...su quello che ora condividevano. << Con la differenza che io ...>> sorrise << non riuscirei davvero a contenere la mia collera, se anche solo la immaginassi infedele. Dev'essere per questo, infatti, che non riesco a far durare nessun rapporto serio, figurarsi un matrimonio...>>
La personalità di questa figlia orgogliosa di cui parlava l'uomo era sempre più intrigante. Forse era la giusta persona che potesse fargli pentire - anche se solo per qualche istante - di non aver creato una famiglia. In realtà il rimpianto non lo toccava mai, tutt'al più strisciava ai margini della sua mente.
Ma una volta l'aveva spinto a chiedersi come sarebbe stata la sua vita.
Nessuna donna avrebbe potuto condividere la sua follia, come era capitato per anni tra Bellatrix e suo fratello Rodolphus. Tra i due c'era sempre stata una comunione di intenti che aveva saldato le loro anime...Cosa che non aveva mai la fortuna di accadere per i matrimoni combinati dalle famiglie quasi nella culla, era invece accaduto per Rod e Bella. Fino alla morte della cognata, erano stati un'unica persona...a modo loro, se non altro nel momento di essere Mangiamorte.
Rabastam era sempre stato sicuro che nessuna figlia avrebbe avuto abbastanza tempo per conoscere fino in fondo un padre come lui...figurarsi per arrivare a esserne orgoglioso. Sapeva di aver sempre avuto un carattere impossibile.
<< Valuterò sicuramente questa possibilità. Non è frequente sentire di ricercatrici così volenterose e stimate. Crede che da Hogwarts potremo aspettarci diplomati altrettanto validi? Purtroppo il Ministero ha dati sconfortanti alla mano. Alcune famiglie graziate dal Ministro continuano ad avere figli ingrati e poco collaborativi. >>
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Edited by Rabastan Lestrange - 18/10/2013, 22:40. -
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L'ascoltai con attenzione e quando disse che eravamo simili, rigettai mentalmente quell'affermazione, allontandola da me il più velocemente possibile. No, non ci assomigliavamo quel granchè, anzi, soprattutto riguardo al fatto che io non facevo scenate di gelosia degne di una tragedia greca, anzi, perchè sapevo che la mia situazione di vampiro era complicata. Avevo perso tutte le persone che avevo amato una volta e i sentimenti non erano semplici da gestire, per qualcosa di effimero come la condizione umana. Speravo solo che la situazione tra me e mia moglie migliorasse, me lo auguravo davvero, perchè non volevo che si uccidesse: avrei trovato mai una donna che sopportasse, come lei, il mio essere un immortale tormento?
«Posso capire, la gelosia è una brutta belva.» sorrisi appena guardandolo, per poi aggiungere un istante dopo, riguardo il mia figlia e mia scuola.
«Credo di poter afferare con certezza, che si. Si ci saranno degli elementi molto validi e credo di poter dire che la signorina Foster, per citare il primo nome che mi viene in mente, è stata una rivelazione. Come vi dicevo per quanto riguarda il giornalino scolastico, ottima scrittrice e cerca sempre di inseguire la verità. Non credo di aver mai visto nessuno così capace nell'arte del giornalismo della loro età.» ammisi, per poi aggiungere «purtroppo per le famiglie poco collaborative non so cosa dire. Per ora non ci sono disordini tali da destare preoccupazione, ma se mi dice che devo tenere sotto controllo qualcuno in particolare, la prego di dirmelo». -
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<< Una futura piuma d'oro? Molto interessante. Seguirò con attenzione l'attività del giornale studentesco, dunque...Il Ministero non potrà che trarne beneficio. >>
La questione tenuta in campo dalle ultime parole del Preside era più...complessa. << Ce ne sono, purtroppo. Quando il Wizengamot ha deciso per l'esecuzione di Jackson, Alton - Auror che hanno disertato o addirittura fatto opposizione all'arresto - e di altri maghi e streghe riconosciuti traditori e colpevoli di defezione, ha deciso di tentare un recupero dei loro parenti...di investire comunque in qualche modo su di loro, ma proprio per questo i figli sono elementi da tenere sotto controllo. Non vorremmo che venissero...contattati dai reietti e dalla resistenza. Il pericolo che questo accada si alza con il loro diploma e l'uscita da Hogwarts. >>
O meglio...potendo osservarli...forse lo vorremmo.
Terminò il contenuto del proprio calice, osservando il colore rosso perlaceo del fondo, tenendo sott'occhio le espressioni del suo ospite.
<< Per ora i controlli potranno essere circoscritti ai parenti che restano fuori Hogwarts...Ma se dovessero giungerci voci che questi soggetti sono diventati problematici...lo capirà anche lei, dovremo prendere provvedimenti. Mi risulta che il maggiore degli Alton sia particolarmente...ribelle agli insegnanti. >>
La figlia dei Jackson, invece...passava più tempo in Infermeria che nelle aule. L'Infermeria poteva sembrare un luogo tranquillo...nel rispetto delle procedute da parte del personale addetto. Ma una sorveglianza un po' allentata poteva aiutare l'indagine ancora più della severa condotta che non lasciasse spiragli a tentativi di contatto da parte delle spie.
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Edited by Rabastan Lestrange - 2/3/2014, 20:53. -
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Annuii alle sue parole, mi auguravo per quella ragazza il meglio che si poteva. Non solo perchè aveva voti alti o avevo preferenze per lei come studentessa, ma perchè era determinata, era determinata ad arrivare ad una meta, cosa rara nei ragazzi della sua età e quella determinazione andava incoraggiata.
«Lo spero: ha una dote innata per la scrittura» dissi pacatamente ripensando agli articoli che quella ragazzina mi aveva presentato, «mi auguro che riesca far colpo anche sulla redazione del profeta» ma ben presto il discorso cambiò, iniziando a parlare degli Alton e delle famiglie che erano state condannate. Mi sembrava una cosa terribile, per un attimo pensai a quello che avevo visto nella prima e nella seconda guerra mondiale e repressi quel pensiero. Non eravamo nelle guerre mondiali babbane e non c'erano olocausti o guerre di trincea che contavano, c'era solo la disperazione della famiglie che si erano trovate senza qualche componente e la serenità casalinga era venuta meno. «Certo capisco e condivido questa stima. Non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe accadere a quei ragazzi fuori da scuola.. ora ci sono io e tutto il gruppo degli insegnanti» sospirai appena, cercando di rimanere in linea con il personaggio che mi ero costruito. In quei momenti mi ero reso conto che Claire aveva avuto ragione: era stata una pessima idea propormi come preside e sarei dovuto scappare prima di ritrovarmi con un paletto dritto nel cuore. «Si certo mi sembra giusto» gli sorrisi appena «se dovesse succedere qualcosa vorrei tenermi in contatto con voi: anche solo per sapere se ci sono delle misure speciali da prendere. Per quanto riguarda il maggiore degli Alton è.. stato un periodo piuttosto difficile per lui. L'ho punito personalmente, dandogli delle punizioni esemplari e sembra che l'allarme sia rientrato. Spero vivamente che io non debba più intervenire così non da dover allarmare nuovamente voi del ministero» sorrisi appena «Ha sofferto molto, sa i padri per i figli maschi soprattutto quelli che si avvicinano alla maggiore età sono necessari e.. questo rapporto è stato tagliato, anche se per una giusta causa, lo ha un pò scombussolato. Credo che sia normale» speravo di averlo convinto, non ne ero certo ma.. tentare non nuoce e mi auguravo di aver preso il tempo necessario per far rendere conto Alton che era in bilico su un burrone e non poteva permettersi di fare casini
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<< Molto bene, l'importante è che vi sia una comune linea di azione tra Ministero e Scuola, così da poter tenere monitorate le situazioni dei maghi e streghe che si diplomeranno a breve. >> Sorrise, appoggiando il calice e alzandosi dal divano.
Doveva essere l'ora.
<< Ora basta parlare di lavoro e di responsabilità, non deve andare persa l'opportunità di apprezzare lo svago, quando c'è. Da qualche tempo ho iniziato ad apprezzare la musica, in questo momento, sul finire della giornata. Vuole gradire insieme a me? >>
Puntuale come aveva richiesto, giunse il bussare ripetuto e discreto di due colpi alla porta.
<< Avanti. >>
La musicista, una ragazza bionda di non più di vent'anni, entrò due passi avanti al maggiordomo che faceva avanzare con un incantesimo un'arpa e un violino.
<< Bentornata, mia cara >> le strinse le braccia, baciandole una guancia poi l'altra. Non le sfuggì il lieve tremore che colse in lei. << Spero tu sia rimasta fuori dai guai anche oggi. Non è bellissima, Dottore? E' la mia...dispensatrice di serenità, in questi ultimi tempi. La troverete davvero talentuosa, se vi andrà di ascoltarla insieme a me. >>
Fece un cenno verso la ragazza, che rimase in attesa che le venisse consegnato lo sgabello, sedette di fronte all'arpa e con un sospiro iniziò ad accordarla, la testa china di chi è deciso a terminare il prima possibile sperando di poter evitare altri sguardi diretti.
Il maggiordomo rimase in piedi, sembrava desiderare anche lui che tutto finisse al più presto. L'atteggiamento sicuro con cui teneva ritto lo sguardo iniziava a infastidire Rabastan, che gongolò nel congedarlo.
L'uomo esitò un istante, guardò lui poi la ragazzina, infine l'ospite del suo padrone.
<< Non abbiamo bisogno che tu resti, ho detto. Puoi andare, ti chiamerò se non vorrò riaccompagnare io la nostra musicista. >>
<< Mio Signore. >> L'uomo si inchinò ai due maghi piuttosto rigidamente, prima di voltare le spalle alla stanza quasi a malincuore.
<< Suona. >> Ordinò alla ragazza, sedendo nuovamente.
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Sorrisi annuendo. Mi sembrava chiaro, ministro. sorrisi guardandolo, in fondo non avevo molto da nascondere e ogni cosa che volevo nascondere, ora dovevo farlo molto bene. Se fino ad ora spazzavo tutto sotto il tappeto, oltre a sperare che quel tappeto risultasse candido in una prima analisi. Ora doveva solo sposatare tutto da tappeto ad un altro, molto più grosso e in meno bella vista e ne temevo i risultati effettivamente.
Quando propose di ascoltare la musica, presi un'espressione interessata.
Volentieri gli dissi sorridendo, non avevo mai avuto molto tempo per ascoltare musica. Il tempo non era mai stato un mio problema ed era quello il probabile motivo per cui cercavo di occuparlo tutto il possibile: non volevo fermarmi a pensare. Quel momento, sarebbe stato abbastanza critico: non solo perchè avrei avuto sin troppo tempo per pensare, ma perchè la scena che si sarebbe mostrata ai miei occhi avrebbe reso penosa la mia presenza lì. Avevo guardato con pietà sia la ragazza che il maggiordomo, giusto il tempo perchè loro si accorgessero che ero dalla loro parte e non approvavo quei modi, sia perchè non volevo rischiare che la persona che mi ospitava iniziasse a porsi qualche inevitabile domanda.
Quella situazone non mi piaceva: avevo iniziato a pensare - e in realtà credevo che avrei continuato a farlo - che se una ragazza voleva suonare doveva suonare perchè le piaceva, perchè la faceva stare bene e la divertiva. Però, quella volta il prezzo doveva essere diverso, doveva essere per far si che lei vivesse. Vivere, o morire: va a lei la scelta Nikola, non a te, stai calmo. Calmati. dissi tra me e me, quanto dolore poteva dare una scelta così? Io non potevo nemmeno farmela, sempre se un cacciatore di vampiri non decidesse di impalarmi.. o un altro clan, ovviamente.
Probabilmente mi sarei anche lasciato colpire, quella permanenza sulla terra mi stava facendo stare solo male. Quando ad un certo punto mi accorsi che l'uomo mi stava guardando e temevo di aver estraniato completamente il mio interlocutore dai miei pensieri.
Mi scusi, mi ero estraniato ascoltando la musica e pensavo a che opera classica poteva essere, sempre se la è. Avete detto qualcosa? chiesi con cipiglio imbarazzato guardandolo..
