[storyline]: Stanno stretti, sotto i letti, sette spettri ....

Fratellone a rapporto

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  1. #George
     
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    Il bambino biondo ciondolava ad ogni passo.
    Le mani, prima saldamente strette intorno al suo collo, si erano fatte via via più lievi fino a scivolare lungo il corpo, inermi. La donna che li seguiva, continuava a fissarlo, e sentiva i suoi occhi pungergli la schiena, mentre il figlio era un peso morto tra le sue braccia.
    Non aveva dormito che poche ore da quella notte. Il mal di testa, esploso due giorni prima senza alcun preavviso, non lo aveva ancora liberato, ed era rimasto un dolore di sottofondo, sulle tempie, onnipresente, che aveva quasi il potere di farlo impazzire.
    Le strade erano buie, non ancora illuminate dalle prime luci di un'alba che non avrebbe portato riposo nè ristoro, perchè loro erano là fuori, ed il mondo era completamente impazzito.
    Da quanto tempo non dormiva?
    Sua madre aveva avuto la bella idea di chiederselo proprio la mattina precedente, e lui non aveva fatto altro che fissarla, allibito, senza sentire la necessità di rispondere a quella sua domanda. Poi aveva capito che era il suo modo di difendersi da quel cataclisma che le aveva portato via un altro dei suoi figli, ed aveva lasciato perdere, ma l'istinto di strattonarla forte, per la prima volta nella vita era stato intenso.
    Non potevano dormire... Ogni secondo poteva essere fatale a qualcun altro, ogni minuto e bambini come quello che gli ciondolava in braccio potevano sparire nel nulla.
    Nessuno sapeva ancora bene come fosse cominciato, come la minaccia avesse potuto sorprenderli così efficacemente.
    Sentì il risucchio, con un misto di piacere e dolore allo stomaco e sollievo per essere arrivato a meta anche quella volta.
    Ogni viaggio era sempre un terno al lotto, potevano essere loro addosso in qualsiasi momento. Il negozio era già stato perquisito una decina di volte, ma la sua commessa era ormai una fervete fan del nuovo ordine, per cui era riuscita a dare la giusta impressione.
    Lasciò il bambino in braccio alla madre e si divise dal gruppo per camminare speditamente verso una figura dai capelli che, di spalle, stava dando indicazioni ad un altro gruppo di gente stremata.
    < L'ultimo gruppo è arrivato senza problemi.. sembrano meno attenti da un paio di giorni.. - ma la risposta che voleva non era certo questa... Le ricerche sembravano infinite.. - Novità? Li hanno trovati?>

     
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  2. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    << Dobbiamo cambiare i turni alle porte >> stava dicendo Patrick.
    Annuì, concentrandosi sul disegno che avevano abbozzato delle gallerie...per quel che permetteva la seconda nottata passata in piedi. Questa volta era rimasto lui nelle catacombe, ma la decisione gli stava già stretta.
    E Patrick doveva averglielo letto in faccia, perché si era mosso a trovargli qualcosa da fare che lo distraesse dall'angoscia.
    << Hai ragione >> disse cupo.
    << Fare dei piccoli gruppi...Persone riposate che possano accogliere i nuovi arrivi...e permettere a chi li porta di riposare. E sapere come affrontare le notizie. >>
    Le notizie.
    Notizie come quelle in cui speravano ancora tanto.
    Notizie come quelle che tanto temevano. Che ogni tanto spingevano lui, George, papà e Percy in superficie, in varie zone della città, per cercare di carpire una voce, qualcosa che potesse ancora alimentare la speranza.
    Pesava al loro fisico, ma per ora era la sola cosa che tenesse alto l'umore vedere che potevano almeno aiutare qualcuno, fargli sentire che c'era anche chi non li cercava per ucciderli, o consegnarli.
    << Bill, da quella parte è meglio mettere più persone, alla porta >> disse Percy, avvicinandosi con un gruppo di persone sfinite dalla galleria che sbucava nella stazione sotto il Parlamento.
    << Novità? >> chiese voltandosi verso di lui, mentre mamma prendeva una bambina dalle braccia di un uomo piuttosto anziano.
    << No ... >> Percy scosse la testa, guidando poi il gruppo in una delle zone che avevano avuto il tempo di rendere un po' più accoglienti.
    << Basta, Bill. Dobbiamo fermarci per qualche ora. >> Patrick lo guardò, mentre arrotolava i disegni. << C'è George >> gli indicò con un sorriso la direzione da cui arrivava il fratello, che lui raggiunse con un sospiro di sollievo.
    << Ciao. Se ci sono feriti, Fleur è di là >> gli indicò la galleria alla loro destra. << No, nessuna notizia. Tu hai sentito qualcosa? >>
    Non c'era stata più risposta agli ultimi tentativi di comunicare via patronus e con un peso sul cuore avevano capito di dover diradare quel genere di tentativi. Troppo alto il rischio di dare agli Auror il classico filo di Arianna.
    Ginny, Ron...Harry, Hermione...se avessero potuto comunicare, avrebbero inviato loro i patronus. Quello non potevano farlo.
    Significava che...Non riusciva a pensarci, figuriamoci a dirlo.
    Temevano da un istante all'altro una comunicazione su retate e arresti almeno quanto temevano di stare portando il nemico direttamente alla loro tana. Ma non potevano, non riuscivano a dire no a nessuno.
    Rischiavano quando si avventuravano fuori, ma...era vero: riuscire a portare al sicuro così tanta gente era stato qualcosa di insperato. Negli ultimi giorni gli Auror sembravano impegnati a fare altro, distratti per il momento dalla caccia al topo.
    Perché erano topi, tutti loro.
    Topi che presto sarebbero stati così stanchi da farsi trasparenti. Fantasmi.
    << Siediti. Anche tu non sei messo bene...>> disse al fratello con un sorriso sghembo, guardando le occhiaie che ne segnavano gli occhi chiari. << Fermati adesso, almeno un' ora. Angelina è di là con i ragazzi. >>


    Role code by Ellenroh Carrow



    Edited by B.Weasley - 23/7/2013, 21:09
     
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  3. #George
     
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    La psicologia di George Weasley era sempre stata abbastanza semplice, nonostante l'aggettivo semplice non fosse mai rientrato in quelli che venivano usati per descriverlo. Ma questo perchè molti confondevano le cause con le conseguenze.
    George Weasley poteva dare delle conseguenze onerose, spesso fastidiose, sempre da ricordare, ma il motore che lo muoveva era regolato da semplici regole che non avevano mai subito variazioni nel corso della sua media vita.
    La prima regola era che non sapeva stare fermo.
    Mai.
    L'immobilità non era propriamente nelle sue cellule. Quando venivano costrette in spazi stretti e nell'immobilità, il suo corpo si comportava come una molla, tesa allo spasimo fino ad esplodere. Il movimento di tensione e torsione del metallo era veloce, silenzioso, difficilmente riscontrabile da chi gli stava attorno. Ma quando il colpo partiva poi...
    Ora, lui immaginava che fosse difficile conoscere questo lato del suo carattere per chi non lo frequentasse moltissimo, sulla sua famiglia però era lecito esserne leggermente deluso.
    Mamma non ci riusciva per limiti suoi.
    Il padre si, infatti il rapporto tra loro era nettamente migliore di quello che legava il gemello sopravvissuto alla signora Weasley. Angelina.. lei era un caso a parte, troppo complicato per esprimerlo proprio in quel momento. Che la cosa preoccupasse la sua consorte lo aveva appreso pienamente quando gli aveva confessato di aver portato Fred a fare un test sull'iperattività,perchè aveva letto su alcuni giornalacci che poteva esserci una predisposiziojne genetica. E chi fosse il portatore non era stato messo in dubbio..
    Puntò una sedia, lasciando intendere che avesse accontensito a fermarsi, ma poi deviò bruscamente, dando le spalle al fratello maggiore e torturandosi i capelli.
    Non era stanco. Cioè lo era ma non sarebbe mai riuscito a dormire. Perchè non se lo ficcavano in testa tutti?
    < Da quando ho l'impressione di parlare con mia madre quando parlo con te? - il tono di voce era volutamente controllato, ma che fosse arrabbiato era fin troppo evidente. Non trovarli era la cosa peggiore. Oltre la gran marea di merda che li aveva sommersi. Non si trovavano, non sapevano nemmeno se fossero ancora vivi o no. - Non ho sonno. Sto bene. E starò meglio quando li avremo trovati... - era più che altro preoccupato per le sorti di coloro che portavano il loro cognome. La notte dei cristalli era passata da poco, ma comunque il suo negozio era stato raso al suolo, e aveva già subito sei ispezioni, ogni santo giorno successivo. L'impressione era sempre quella, che giocassero al gatto col topo, perchè gli risultava difficile che l'avessero bevuta così, senza fare domande. - Ho interrogato quelli del mio gruppo. Nessuno di loro ha visto Ginny, nè viva... nè morta.. ma sono più preocupato per quelli che finiscono là dentro.... lì le notizie sono ancora troppo poche, troppe.. - era una cosa cui stava pensando, nei rari momenti di inattività. - Posso provare a chiedere ad uno di loro... Domani, arriverà una nuova ispezione, magari quegli uomini possono dirci qualcosa, è una via da tentare...>

     
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  4. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    Non si era veramente illuso che George lo avrebbe fatto, che lo avrebbe ascoltato, perciò vederlo puntare alla sedia e poi deviare di scatto, voltandogli le spalle, non lo stupì affatto.
    << Che vuoi, le vie di Molly Weasley sono infinite...avrà trovato il modo di possedermi >> scherzò, senza nemmeno l'ombra dello spirito di un tempo. << Comunque nessuno parlava di dormire...>>
    Non sapeva più nessuno di loro cosa significasse dormire, da due giorni se non di più. E appurato che nulla aveva più il potere di stemperare i pensieri più cupi da giorni...restavano poche vie, per evitare di saltarsi al collo, se si continuava su quella strada.
    Dove siete? Dove diavolo siete?
    L'impossibilità di arrivare a loro...e adesso anche di cercarli liberamente...era la cosa peggiore.
    Nulla, nessun tentativo di comunicare con loro aveva più raggiunto che qualche sbuffo della loro presenza, aliti di patronus con i quali i loro non riuscivano a stabilire alcun contatto.
    Ginny ed Hermione si erano smaterializzate prima ancora che finisse quella trasmissione radiofonica che li aveva agghiacciati, tutti quanti: la più piccola dei loro fratelli era partita per Hogsmeade, per aiutare Andromeda e Ted. Già dal pomeriggio del 1 gennaio non si era saputo più nulla di lei, del piccolo e della sua nonna.
    Hermione stava raggiungendo la casa dei genitori, quando aveva comunicato con mamma per l'ultima volta. Era sicura che avrebbe trovato Ron, lo aveva sentito e forse si erano davvero ritrovati, ma il suono tipico di una Passaporta di emergenza, che aveva fatto arrivare da loro i due terrorizzati Signori Granger era stato l'ultima cosa, l'ultimo messaggio che in qualche modo avesse parlato loro di Ron.
    Doveva essere stato lui ad attivarla e a farla toccare ai genitori di Hermione, ma qualunque cosa fosse successa dopo quel salvataggio, loro potevano solo immaginarlo. I due erano giunti in stato di choc, per un pelo non si erano spaccati. Se Ron non aveva potuto accompagnarli, conoscendo i rischi di quel tipo di viaggio...
    << Ho interrogato quelli del mio gruppo. Nessuno di loro ha visto Ginny, né viva... né morta.. ma sono più preoccupato per quelli che finiscono là dentro....>>
    Ascoltò i pensieri del fratello accavallarsi, rincorrersi nel trovare la via della parola...senza che questo lo aiutasse a calmarsi. Proprio come accadeva a lui. << Adesso siediti! ... ok? Fallo per me...>> gli indicò la sedia con uno sguardo questa volta serio, tremendamente serio. << Non sarai stanco, ma rischi di non essere più neanche lucido. E non ce lo possiamo permettere. >>
    Aveva ragione, George aveva tragicamente ragione e ammetterlo dava corpo a spettri che invece avrebbero voluto tutti poter scacciare. << Vorrei non essere così disperato da doverti dire di sì. Ma ogni strada è da percorrere...per sapere. Disperati lo siamo sul serio...>> Anche smuovere lastre pericolose, quelle delle minime coperture di cui disponevano. George rischiava ogni ora che passava a Diagon Alley, quando ritornava in superficie e riprendeva la falsa. << Ma non forzare la mano, George...>>
    Rischiava ognuno di loro, ma purtroppo la fine che avrebbe fatto un Weasley catturato era ben diversa da quella di qualsiasi altro. Per questo ciò che poteva essere successo a Ron, Ginny... a tutti quelli che erano stati coinvolti con l'Ordine e facevano parte della loro famiglia...era un pensiero atroce che nei momenti peggiori faceva desiderare di poter guardare dall'altra parte.


    Role code by Ellenroh Carrow



    Edited by B.Weasley - 31/7/2013, 03:03
     
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  5. #George
     
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    Se qualcuno, il giorno della dipartita da Hogwarts a cavallo di una scopa, glielo avesse detto non ci avrebbe creduto, si sarebbe messo a ridere e poi lo avrebbe colpito con un pugno sul naso.
    I gemelli Weasley non erano mai state persone normali ma indomabili piaghe d'Egitto. Il loro perenne movimento era sempre sembrato a tutti inarrestabile e nessuno avrebbe mai potuto tenerli fuori da situazioni spinose senza impedire che decidessero di suicidarsi dentro. L'azione prima di tutto.
    Anche la battaglia di Hogwarts era andata come doveva andare. Mai una volta, mai, era stato attraversato dal pensiero di essersi pentito di avervi partecipato. Non era un discorso che faceva soltanto per Fred. George era convinto che Fred sarebbe stato il primo ad essere d'accordo con lui, perchè loro in questo senso l'avevano sempre pensata uguale e su tutto.
    Ma quella mattina, di pochi giorni prima che ormai sembravano secoli, vedendo quello che restava del negozio e di tutte le fatiche che vi aveva messo, un brivido lo aveva attraversato.
    Era durato poco, solo lo spazio del battito di ciglio. Però era stato scioccante.
    Il negozio.
    Vi era affezionato come ad un membro della propria famiglia. Era il suo bambino. Fortemente voluto, a costo di fare i peggiori affari loschi, era la giusta completezza della sua vita.
    Nessuno ci avrebbe mai scommesso nulla ed invece no, perchè lui, loro, avevano sempre saputo di essere dei commercianti nati, destinati a grandi cose.
    Le vetrine deturpate e distrutte, gli scaffali saccheggiati. Il più brutto capodanno che ricordasse.
    < Dobbiamo trovarli.... - si sedette di peso alzando le braccia verso l'alto, come a dire all'altro: Contento? Poi però si alzò di nuovo, per poi lasciarsi ricadere pesantemente. Era stanco. Non solo i turni massacranti, di notte, ma la costante tensione che viveva durante il giorno. Molte persone avevano varcato l'ingresso del suo negozio. Gente che non avrebbe toccato nemmeno con una canna da pesca nemmeno qualche giorno prima. Ispettori, dicevano loro. Feccia, pensava lui. Lo scrutavano, con uno sguardo a metà tra il crudele ed il divertito. E lui avrebbe voluto spaccare loro ogni singolo dente per poi lasciarli liberi di urlare. Ma non poteva. Era parte fondamentale di quello che avevano pensato dopo.. in una riunione straordinaria. - Ma sei costretto a dirmi di si, e anche se mi dicessi di no... - quando mai aveva cambiato idea quando ogni suo pensiero gli confermava che era quella giusta. I Tiri Vispi Weasley sarebbero stati la loro piattaforma sul mondo. - Ieri sono arrivate altre due ronde. Certe facce.... Ma quello che mi preoccupa di più non sono loro, ma i clienti normali... Dovresti sentirli quando parlano Bill, sono assolutamente, incomparabilmente convinti... Come è possibile? Come ci sono riusciti?

     
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  6. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    << Non lo so...è questa la cosa più agghiacciante >> annuì.
    Ognuno di loro, da luoghi diversi, aveva visto la gente intorno a loro cambiare, la follia impossessarsi di interi gruppi di persone, trasformandoli in...soldatini, bravi soldatini che qualcosa aveva mosso contro di loro...contro i loro stessi vicini, forse contro membri stessi delle loro famiglie.
    E ancora non riuscivano a capire cosa fosse stato. Le voci li raggiungevano a sprazzi, come schizzi di un veleno irradiato dalla peggiore delle vipere. Voci che dovevano trovare il modo di riuscire a collegare tra loro.
    Forse era soltanto un'altra strada che le loro menti volevano percorrere, per non impazzire mentre erano impegnati nella ricerca di Ron, Ginny, Hermione...
    << Parlano di una...medicina, ne stanno parlando sempre più persone. >> Sbuffò, esasperato. << Una medicina per proteggersi tutti...da noi. >>
    Questo aveva sentito spingendosi il più possibile in superficie, alla ricerca dei fratelli e della cognata, o almeno di notizie su di loro, su dove fossero stati visti l'ultima volta. I genitori di Hermione, sotto choc, non erano stati in grado di capire dove fossero, dove Ron li avesse portati prima che tutto finisse.
    << Domani salgo con te...>>
    Fermò con un gesto della mano qualsiasi replica il fratello stesse per fare. << Con te o al posto tuo, George, scegli. C'è una voce che voglio vedere smentita con i miei occhi...>> O confermata? << Forse girava in una parte della città lontana da Diagon Alley...>>
    Sperava ancora che almeno i genitori avessero potuto schivarsela...ma non poteva nasconderla a George e a Percy.
    << Dicono che mostreranno i corpi di Kingsley e di Harry...per cominciare. >>
    Quella voce l'aveva riempito di orrore, la cosa peggiore era stato rendersi conto che una parte di lui, una minuscola parte della sua mente, stava cominciando ad allenarsi a pensare al peggio, a cogliere quelle voci come plausibili, seppure farlo non rendesse meno doloroso vederle avverarsi.
    Avevano visto il cadavere di Olivander proprio come aveva detto il proprietario del banchetto che vendeva sempre di fronte al fabbricante di bacchette. Avevano visto i muri imbrattati di minacce di morte rivolte ai mezzosangue proprio come aveva riferito la cameriera del Paiolo.
    Le più orribili tra quelle voci mutavano in realtà, sotto i loro occhi.
    << Se è vero, dobbiamo fare in modo che almeno i più piccoli e i deboli non restino soli...>>


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    Edited by Gawain Robards - 1/8/2013, 01:02
     
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