[storyline]: Come ingoiare vetro

5 gennaio 2009, per Hope Taylor

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  1. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    * Diagon Alley * 05/01/2009 *

    Era bene che la mente restasse vigile, quando avrebbe voluto risvegliarsi e scoprire che era stato tutto un incubo, come ve n'erano stati tanti durante quei dieci anni. Quando comunque l'oscurità sembrava essere alle spalle, la tristezza e il dolore spazzate via dalla speranza, alla nascita di ognuno dei loro figli e dei loro nipoti.
    E invece la magia oscura aveva continuato a lavorare nell'ombra, questa volta molto più silenziosamente rispetto agli anni della Seconda Guerra. E non aveva lasciato loro nemmeno il tempo di sorprendersi, di capire come potesse essere successo.
    In fuga, di nuovo. Come dodici anni prima, famiglie intere, amicizie separate dagli eventi, dal sospetto, dalla morte. Decisioni prese nell'urgenza, giornate che li vedevano resistere solo perché i bambini potessero vedere un sorriso in più. Poteva fare la differenza per i più piccoli, ma anche per loro...e lo stavano sperimentando tutti, anche quelli che non avevano dovuto nascondersi stavano vivendo nel terrore, potendo solo fare il loro meglio per proteggersi.
    Era riuscito a contattare Roger, dopo la notte in cui aveva portato Dominique al Pronto soccorso...solo per scoprire che Hope era sparita. Erano molto più che semplici conoscenti, per Bill e per Fleur. Da guaritrice che avevano conosciuto al S.Mungo, durante la lunga convalescenza dopo gli scontri di Hogwarts, Hope era divenuta una delle loro migliori amiche. Aveva aiutato a partorire Fleur e medicato i piccoli della Tana chissà quante volte, in quei dieci anni. Aveva conosciuto alla Tana Roger, che loro le avevano presentato. Era la madrina di Louis, insieme a Ginny.
    La paura che potesse esserle successo qualcosa aveva bloccato il respiro in gola a Fleur, quando aveva dovuto dirle in che stato di angoscia aveva trovato Roger e come si fosse sentito a non potergli dire dove si fossero nascosti.
    Come si fosse sentito nel capire che una barriera si stava erigendo anche tra loro, senza aver ancora capito di cosa si trattasse. Roger lo aveva riconosciuto, gli aveva chiesto di Fleur, dei bambini...ma dopo avergli detto che Hope non tornava da due giorni e che stava riuscendo a tenere duro per Gary, aveva aggiunto: << E' pericoloso farvi vedere qui, Bill. E' pericoloso per voi e per noi. >>
    E l'entità di quello che li stava separando aveva iniziato a rendersi più chiara.
    Avevano cominciato capire come stava agendo il Ministero...e perché loro non fossero stati colpiti, quella notte.
    L'angoscia che gli era rimasta dentro...e addosso, come una lama di gelo o peggio una coperta scura stretta intorno a loro, non se ne andava nemmeno ora che vedeva almeno Hope viva, uscire dal palazzo dove erano appena iniziati i lavori per spostare il S.Mungo. L'amica si guardò intorno per attraversare e fu allora che lo vide, all'altro lato della strada.
    Non c'era nessuno con lei, questo però non significava che avrebbe voluto parlare con lui.
    Era la prova del fuoco.
    Un breve cenno, la sicurezza che lei avesse capito e poi di nuovo rimettersi in moto, camuffato solo parzialmente, con il terrore che la Traccia fosse già al massimo della sua operatività...la consapevolezza che il protego avrebbe potuto non concedere loro più di qualche minuto.
    Qualche minuto per darle forse l'addio di tutti loro, prima di ritirarsi nel sottosuolo.


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  2. Hope Taylor
     
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    Hope Taylor * Scheda * Curatrice



    Ero stata rapita a Capodanno: non potevo fare niente per tutto il giorno a parte ingoiare pillole e curare gente.. tuttavia la cosa era ancora lunga ed essendo da sola, mi avevano dato per la prima volta da quando mi avevano rapito la notte di capodanno, al massimo un'ora per prendere aria e andare a comprare ciò che mi serviva dato che le scorte erano sinceramente compromesse e nessuno di loro era un pozionista o si intendesse di erbologia. Erano tutti maghi valenti, duellanti ineccepibili, ma il medimago in questione e l'unica di cui potevano fidarsi.. ero io.
    Mi avevano accompagnata, con le dovute precuazioni a Diagon Alley - più precisamente al San Mungo. Presi alcune delle scorte dei farmaci che avevo notato che venivano più usati, sarei andata in un paio di negozi a Diagon Alley a prendere ciò che serviva, per poi ricongiungermi a chi mi doveva riportare indietro.
    Dato che in quei giorni non aveva mai dato preoccupazioni, a quanto pare avevano deciso di mostrarmi che stavo ad un guinzaglio troppo corto, cosa che effettivamente stava accadendo. Insomma: se non andavo dal pozionista e nell'altro negozio, la mia famiglia sarebbe stata sterminata ancora prima che se ne rendesse conto. Com'era prevedibile, sebbene il mio "soggiorno" tra i miei rapitori si stava rivelando meno peggio del previsto, il mio pensiero era costantemente rivolto alla mia famiglia, a Rodger e a mio figlio Gary che sapevo essere preoccupati. I miei migliori amici erano chissà dove, non avevo idea di come contattarli, tuttavia, in un caso fortuito del destino, loro stavano per incontrare me.
    Stavo per attraversare la strada, per fare il giro più lungo per arrivare al mio pozionista di fiducia, quando vidi l'unica persona che non pensavo di trovare lì. Bill. Boom. Boom boom. Sentivo il cuore battere all'impazzata ed ero incerta sul da farsi: ma se conoscevo abbastanza bene quello che stava succedendo intorno a me, beh non c'era scritto da nessuna parte che non potevo vedere un amico. Corsi attraversando la strada, per poi passargli al fianco facendo finta di nulla, ma gli avevo fatto un rapito cenno facendogli intendere di seguirmi. Pregavo soltanto che l'avesse fatto, perciò.. feci strada in un punto di quella stradina dove sapevo che potevamo parlare in pace. La prima cosa fu quello di abbracciarlo. Sentii il suo profumo rassicurante, forse perchè era sempre lo stesso da anni ormai, e chiusi gli occhi un istante. Mi era mancato, mi sentivo per la prima volta viva. Viva davvero.
    «Se riesci a Rodger che sto bene. Ti prego.» sussurrai guardandolo in preda ad un panico che non riuscivo a contenere, non sapevo cosa stava succedendo nella vita al di fuori dal mio nascondiglio a parte per quella mezzoretta al giorno che ero riuscita ad avere per miracolo, ma giusto per comprare il necessario e tornare accompagnata con la smaterializzazione, nel posto in cui mi tenevano prigioniera. Tremavo, tremavo come una foglia. Deglutii cercando di calmarmi, ma non ci riuscivo davvero.
    Tuttavia, ero risucita a formulare l'unica domanda che mi premeva più di tutte «Che ci fai qui? Dimmi che state tutti bene, io non so quando tornerò a casa se ci tornerò a casa e mi sto perdendo un sacco di cose» chiesi preoccupata: se era successo qualcosa a qualcuno di loro? Cosa potevo fare?


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  3. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    Seguì l'idea dell'amica: quando lei passò davanti a lui, a pochi centimetri, attese ancora qualche istante poi la distanziò lasciandola andare avanti e raggiungendola muovendosi solo qualche minuto dopo.
    Se la ritrovò tra le braccia, per pochi istanti, un abbraccio che Hope cercò, il cuore che palpitava affannato contro il suo petto.
    << Stanno bene. Lui e Gary stanno bene. Ti sorvegliano? >> mormorò, abbassando ancora la voce. Il tipo di precauzioni che Hope stava prendendo erano più alte ancora delle sue. Doveva essere controllata a vista. << Cosa ti hanno fatto, Hope? >> Era quasi sicuro che non avrebbe osato rispondergli, ma non gli piaceva vederla in quello stato. Apparentemente in salute, sì... ma a quale prezzo?
    Cosa stavano facendo? Il terrore che l'incantesimo avesse colpito anche lei era un macigno, ma l'idea che la costringessero a lavorare per loro con il dolore fisico...o la minaccia che riguardasse la famiglia...era anche peggiore.
    << Stiamo ancora cercando i miei fratelli più piccoli...Ginny e Ron...e sua moglie. >>
    Di Harry e degli altri uccisi durante quella notte maledetta erano state diffuse notizie già il giorno dopo.
    Non pensava, non si illudeva di risolvere nulla dicendolo, ma una parte di lui aveva bisogno di farlo. Ron non sarebbe più tornato e Ginny. Voleva credere che fosse viva, che - se aveva saputo di Harry - stesse difendendo ad ogni respiro la lucidità che sapevano tutti di dover conservare.
    << Devo andare subito. Ci metteremo al sicuro, ma non devi sapere dove. >>
    Alzarono di scatto la testa, quando una vecchietta passò davanti al vicolo, camminando barcollante e voltandosi appena verso di loro. Sentì Hope tremare, mentre lui si tratteneva a stento dall'estrarre la bacchetta. Erano sicuramente osservati e scattare così...avrebbe confermato ogni sospetto.
    L'anziana strega aguzzò come poteva la vista per scrutare nelle penombre del vicolo, ma non disse o fece nulla. Andò oltre dopo averli fissati con un velato disprezzo, ritenendoli forse amanti clandestini.
    L'idea li avrebbe fatti ridere solo due settimane prima.
    Hope ricordava? Ricordava gli scherzi e le risate che avevano fatto a Villa Conchiglia, tutti loro insieme, appena quindici giorni prima?


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    Edited by Ellenroh Carrow - 21/7/2013, 15:08
     
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  4. Hope Taylor
     
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    Hope Taylor * Scheda * Curatrice



    Ancora ringraziavo il clielo che Bill aveva capito che cosa intendessi fare, e mi aveva seguito senza fare troppe domande e mi aveva abbracciato senza allontanarmi.
    «Grazie al cielo. Non lo so, penso di si.. ho un'ora per fare tutti gli acquisti che mancano.» sussurrai. Per fortuna non era niente di illegale, niente di cui non potessi parlare. Alla sua domanda su cosa mi avevano fatto scrollai le spalle guardandolo «Mi hanno preso in custodia, ma non so nient'altro. Mi sfamano e mi fanno dormire, ma.. devo lavorare parecchio e se non riuscirò a fare quello che mi dicono.. Bam! Vorrei solo tornare a casa, vorrei solo che tutti voi stiate bene.» poggiai la fronte sulla sua spalla.
    Alla notizia di suo fratello, sgranai gli occhi, cercando di non piangere, e portai la mano sulla bocca. Lo strinsi a me, ancora, più forte. Mormorai le mie scuse come se fosse colpa mia, non sapevo se lo era stato davvero.. erano giorni che vivevo isolata, senza comunicazioni di sorta. Le prime lacrime scendevano giù dalle mie guancie, scusandomi di nuovo. Stavo sfogando così, tutto quello che stavo tenendo dentro da quella fatidica notte.
    «D'accordo, si è giusto. Non voglio saperlo, non in queste condizioni. Vi voglio sapere al sicuro: me lo puoi assicurare? Non voglio che vi accada nulla, » sussurrai mentre con una mano cercavo di memorizzare il suo volto, mentre guardavo la signora che ci guardava male e passava oltre. «Ora capisco che ci vede tua moglie in queste braccia.. Potremmo quasi assecondare l'idea della signora, peccato che siamo tutti e due sposati, fedeli e abbiamo poco tempo.. ti ricordi quante volte ci hanno chiesto se stavamo insieme?» provai a scherzare, dandogli un bacio sulla guancia.
    «Quanto vorrei tornare indietro di due settimane.. tutto era così perfetto» ammisi con un sorriso. Mi mancavano quei momenti e la sua spensieretezza.


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  5. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    << Mi hanno preso in custodia, ma non so nient'altro. Mi sfamano e mi fanno dormire, ma.. devo lavorare parecchio e se non riuscirò a fare quello che mi dicono.. Bam! Vorrei solo tornare a casa, voglio solo che tutti voi stiate bene. >>
    << Come guaritore... >> annuì, tetro.
    Certo...era servito loro qualcuno che medicasse i criminali che avevano fatto evadere, quelli che non potevano reggere per continuare la presa del Ministero in quella notte.
    Il tempo per dirsi tutto quello che sospettavano era poco...ed era rischioso dire in quel momento ciò che pensavano venisse fatto a coloro che lasciavano in vita. Non si erano occupati soltanto di Kingsley, Harry... Ron e tutti gli altri ministeriali che dovevano essersi opposti. Costringendo Hope a guarire i loro feriti, avevano trovato il modo di tenerla comunque in scacco...possibile esca per catturare chiunque lei poteva conoscere, con occasioni come quella.
    << Ora capisco che ci vede tua moglie in queste braccia.. Potremmo quasi assecondare l'idea della signora, peccato che siamo tutti e due sposati, fedeli e abbiamo poco tempo.. ti ricordi quante volte ci hanno chiesto se stavamo insieme? >>
    << Lo ricordo, sì. >>
    Lo ricordava fin troppo bene e che sprazzi di quei momenti fossero ancora anche nella mente dell'amica, poteva essere un buon segno.
    << Hope, fai quello che ti chiedono e torna da Gary e da Rodger. Troveremo il modo di cavarcela...>> le si avvicinò, baciandole la fronte aggiunse << ...di contattarti. Accusaci, denunciaci. Sanno che mi conoscevi, sarai più credibile solo così, ai loro occhi. >>
    Aveva fiducia in lei, ma purtroppo in tutta la situazione che era caduta sulle loro spalle così improvvisamente, nulla dipendeva più solo dalla forza d'animo di una persona.
    << Se riesci a liberarti, non cercarci...non subito. Noi staremo bene...>>
    Questo poteva essere un addio e il pensiero gli serrò il fiato. Hope e Rodger erano tra i migliori amici che avessero lui e Fleur. Erano caduti in un incubo simile a quello che papà e mamma ricordavano della Prima Guerra...anzi, ben peggiore. L'Ordine della Fenice allora era stato perseguitato dai Mangiamorte...ma quando questi erano ancora altrettanto clandestini, in ciò che facevano. Ora erano al potere e mostravano di aver pensato a tutto. Quel giorno sarebbero stati eretti incantesimi per isolare il Mondo Magico inglese...e per intrappolare quelli come loro. I Reietti...pronti a stanarli come topi.
    E come topi in fuga loro avrebbero dovuto diventare...per quanto?


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    Edited by B.Weasley - 18/7/2013, 19:16
     
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  6. Hope Taylor
     
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    Hope Taylor * Scheda * Curatrice



    Annuii silenziosamente, rimanendo immobile a guardarlo, come cercando di capire i suoi pensieri. Era un gioco che facevamo sempre e spesso... o meglio dire sempre? Non riuscivo a capire mai cosa gli passava per la testa. Si, esatto. come guaritore. annuii lentamente come se mi fossi resa conto per davvero che io lo ero e che era quello il mio ruolo nella faccenda. La matassa si stava lentamente sbrigliando, eppure avevo paura, paura di non farcela.
    Sorrisi quando mi disse che la ricordava. Mi mancano. ammisi con un sussurro per poi guardarlo e chiusi gli occhi quando mi baciò la fronte.
    Non posso Bill. Non puoi chiedermi di denunciarti, non io Bill, no, mi dispiace. non potrò denunciarti. Non potrò farlo nemmeno se mi supplichi. Sai quello che provo per te. Io ti ho amato e ti amo così tanto.. Non credo riuscirò a vivere senza di te, con il costante rimorso di aver potuto fare qualsiasi cosa che potesse nuocerti. lo guardai arretrando di un passo, facendo dei no con la testa quasi impercettibili. Non potevo, io non ci sarei riuscita: andava tutto nella direzione sbagliata. Quando un passante ci guardò, fissandoci male e intensamente, abbracciai di slancio di nuovo Bill e ripensa alla prima volta in cui Rodger mi aveva vista abbracciarlo. Avevo appena scoperto di essere incinta ed ero felice, Bill era sempre stato una parte importante della mia vita. Era innegabile, i miei sentimenti per lui erano contrastanti. L'amore mi avrebbe ucciso prima o poi, perchè non sarei riuscita a decidermi, perchè ero divisa tra mio marito e l'amore che avevo donato (e continuavo a donare) a Bill. Sapevo che non dovevo, eppure.. Tuttavia, anche se Rodger lo sapeva che avevo un rapporto molto stretto con Bill, appena tornati a casa mi aveva fatto una scenata epica. Avevo scritto a Bill un gufo, dicendo "avrei solo voluto che Gary fosse figlio tuo. Sarei stata da sola, ma sarei stata più felice." La lettera che mi era arrivata la sera stessa era stata n effetti lettera molto cauta. "Non dire sciocchezze, non potresti dire cosa sarebbe potuto succedere. Sii felice, Hope e basta" Come potevo essere felice? Tuttavia, forse era la presenza di Gary ad appianare le divergenze tra me e mio marito. sentii davvero il peso dell'addio, di un addio che non sarei riuscita ad evitare. Se non fossi rimasta in vita? Che sarebbe potuto accadere? Avrebbero trovato la mia memoria, scavato e cercato tutte le informazioni che potevano?
    Mi avvicinai e cercai le sue labbra, mentre le lacrime mi rigavano le guance. quel bacio aveva un sapore salato per lacrime e amaro perché poteva essere l'ultimo che avrei potuto dare. Volevo che quel bacio diventasse l'ultima cosa che mi sarei portata nella tomba. Il mio ultimo ricordo felice. Mi allontanai di un passo cercando di non sentirmi un'idiota, o meglio, non sentirmi peggio di quanto io non mi sentissi realmente.
    «scusami. Se vorrai dire a Fleur tutto quello che è successo, hai ragione di farlo e mi farò una ragione. Non mi difenderò, non dirò nulla, perché mi merito ogni parola che vorrà rivolgermi. Abbi cura di te e della tua famiglia.» Mi allontanai di un passo, asciugandomi maldestramente le lacrime.


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    Edited by Nobody Janson - 19/10/2013, 17:10
     
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  7. B.Weasley
     
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    Bill Weasley * Scheda * Ordine della Fenice




    << E invece forse dovrai farlo...Hope, ascoltami. Forse dovrai farlo. >>
    Forse avrebbe dovuto farlo anche chi - tra loro - stava per scegliere di restare come spia. Era un mezzo suicidio e purtroppo conosceva già nella propria famiglia il tipo di persona che - con figli o no - stava valutando seriamente di proporsi.
    << Hope...>> sussurrò, sentendo lo sfogo dell'amica che veniva avanti, sentendo la parte di lei più istintiva ed emotiva venire fuori.
    Accettò e un respiro dopo l'altro ricambiò quel bacio che lei cercava come un sostegno...e come qualcosa che si doveva concedere, nel momento del pericolo, nel momento che poteva sempre essere l'ultimo di libertà.
    Era terribile dover placare quella parte in lei come lo era doverlo fare con se stesso, perché in una realtà che si stava rovesciando davanti a loro, tutt'intorno a loro, sembrava un colpo di grazia dover stroncare qualsiasi sentimento. Era come affondare il coltello l'ultima volta, era come dire agli altri...e a se stessi "Non puoi più nemmeno sperare".
    E se non restava nemmeno la speranza...Non poteva farlo, non voleva essere peggiore di quelli che già stavano tarpando loro le ali...o almeno rischiavano di riuscirci così bene. Invece non dovevano permettersi di cedere, cedere avrebbe voluto dire dargliela già vinta. E non si trattava più solo della cosa giusta da fare perché sentivano che Silente aveva sempre avuto ragione. Si trattava di proteggere e dare la speranza ai loro figli.
    << Non dirò niente a Fleur. >> Le sorrise, per mitigare il suo senso di colpa. << Questo è un momento nostro. Ma tu devi proteggere Gary...e Rodger. E devi farti forza soprattutto per loro, adesso. >>
    << Chi c'è laggiù? >> una voce, questa volta di uomo, all'estremità del vicolo.
    Nuovi passi che si avvicinavano.
    Si staccarono più rapidamente, e Bill avvertì un gelo più pesante ad ogni passo che li allontanava...per era come se lo allontanasse dalla realtà e lo avvicinasse al futuro di rifugiati e ricercati, che sarebbe potuto durare per tutta la loro vita.
    << Ci rivedremo. Abbiamo una cosa che ci dobbiamo restituire...>>
    L'istinto gli disse di lasciare aperto quello spiragli odi speranza e insieme di collegamento tra loro. Volle vedere quell'istinto come un segnale che si sarebbero rivisti. E che avrebbero di nuovo scherzato insieme. Come solo quindici giorni prima avevano fatto.
    Non voleva che quell'immagine di Hope, che soffocava lacrime e senso di colpa, dovesse essere l'ultima che avrebbe visto. Non lo voleva per lei.


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  8. Hope Taylor
     
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    Hope Taylor * Scheda * Curatrice



    Non voglio, non voglio. dissi facendo dei cenni di dignego con la testa. Non so se sarò in grado di farlo Bill.. io.. Era sempre stato così, lui cercava di spingermi a fare la cosa giusta e io per un mio orgoglio personale mi impediva di fare qualsiasi cosa che andasse contro a quello in cui credevo perchè volevo rimanere appigliata ad uno spiraglio della mia integrità morale.
    Lo baciavo e il mio cuore batteva forte, forse per la paura, forse per l'eccitazione di fare qualcosa di proibito in un vicolo buio come due ragazzini ai tempi di Hogwarts o il fatto che stavo baciando quelle labbra su cui avevo fantasticato per molto tempo. E per essere sincera continuavo a farlo ancora. Ero rimasta sorpresa che lui mi lasciasse fare e ricambiasse quel bacio, era come se mi dicesse che aveva anche lui la stessa paura, come se avesse paura di venire scoperto, di venire braccato mentre aveva me tra le sue braccia.
    Non avevo idea di quanto io fossi stata attaccata alle sue labbra, eppure avevo sentito il suo calore e mi ero sentita amata, protetta per un istante. Tuttavia, se sapevo qualcosa era che mi aveva infuso nuova energia. Da una parte mi chiedevo perchè lui si fosse sposato con Fleur, insomma: sapeva che io ci morivo a dietro da una vita, ma lei aveva fatto una scelta diversa. Più che altro, aveva fatto la scelta che avrebbe potuto fare chiunque. Lei, era bella, bionda, il sogno di ogni uomo ed era veela. Ogni uomo era moriva ai suoi piedi, perchè Fleur sapeva essere bellissima. Non amavo Bill perché era alto e muscoloso, ma perchè Bill era l'uomo perfetto, era dolce, sapeva esattamente come fare per aiutare la persona che aveva di fronte e poi quando mi stringeva la mano ai tempi della scuola, me l'aveva stretta con una tale dolcezza da farmi sentire di essere la persona più importante del mondo. E ora che mi aveva stretto a lui per un lungo attimo dato che l'avevo baciato, beh, lo stava facendo ancora. Poi era arrivato il giorno in cui Greyback l'aveva attaccato e morso. L'avevo curato e "rattoppato", riuscendo a nascondere i segni che il lupo gli aveva inferto. Il loro rapporto era in bilico e mi sentivo abbastanza in colpa, perchè al posto di essere triste per il loro rapporto piuttosto speravo di riuscire a continuare a stare al suo fianco e poi si erano sposati. Mi avevano detto che ero la loro migliore amica e la mia integrità morale in quel momento cercava di tornare alla ribalta, ma.. in quel momento la mia integrità morale era andata a farsi benedire.
    Grazie. Grazie per il nostro momento e per non dire niente a Fleur, anche se forse mi meriterei una vagonata di insulti, come le migliori sgualdrine di Nocturn Alley. Attento B, potrei volerne altri dissi cercando di fare una battuta, ma temevo che avesse capito che non stavo scherzando affatto. Quando sentimmo dei passi e una voce maschile, beh, lo guardai. Corri, corri svelto! dissi guardandolo e dandogli una spintarella. Annuii alle sue parole. Abbiamo tanto da restituirci, faremo la conta più avanti. sorrisi, non ero sicura che ci fossero orecchie affidabili attorno a noi, mentre l'altro uomo si avvicinava a grandi passi.
    Ero un medico e sapevo molto bene come imitare una voce sofferente e tendenzialmente sapevo essere molto convincente. Hope Taylor, signor King. Ho avuto uno svenimento e un passante mi ha offerto gentilmente il suo aiuto, ma non ho fatto tempo a ringraziarlo. Gentilmente, potrebbe darmi una mano? Dovrei venire nel suo negozio, non vorrei svenire di nuovo in un angolo buio per essere poi presa come una mendicante. chiesi cercando di portare tempo al mulino del rosso, pregando silenziosamente che lui si salvasse.
    «Buon dio! Signora Taylor! Aspetti che la vengo ad aiutare, non si preoccupi!» disse l'altro come allarmato, mentre mi raggiungeva velocemente.
    Salvati, Bill ti prego. pensai mentre il signor King, il farmacista che conoscevo dai tempi della specializzazione, l'uomo di cui avevo sentito e riconosciuto la voce, mi camminava al fianco controllando ogni mio passo, accompagnandomi al suo locale.


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    Edited by Nobody Janson - 19/10/2013, 17:11
     
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