Questa proprio non ci voleva.

Helga&Amber

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  1. RainbowEater
     
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    La lezione di Pozioni stava per terminare. Questione di pochi minuti e ci sarebbe stato ordinato di spegnere il fuoco sotto ai nostri calderoni e consegnare alla professoressa Caulfield il nostro preparato. La pozione del giorno era stata molto difficile da preparare, ma avevo seguito le istruzioni in modo impeccabile e non mi ero fatta mettere paura dalle occhiatacce della mia insegnante, che aveva il vizio di giudicare anche solo con lo sguardo ogni minimo gesto dei propri alunni. Io non la incolpavo, dopotutto quello era il suo lavoro e noi dovevamo imparare. Nel mio caso forse potevo sostituire la parola con “volevo”, ma quello era un parere mio che andava separato dalle ragioni per cui un insegnante metteva anima e corpo in ciò che faceva.
    Nonostante tutto, dopo due ore e mezza e tanta fatica, la mia pozione aveva raggiunto una colorazione verdognola, come richiesto dal libro di testo. Soddisfatta come non mai, nel momento del termine della lezione, riempii una provetta e la consegnai alla professoressa con un leggero sorrisino soddisfatto sulle labbra. Il mio viso era quasi sempre imperturbabile, ma a stento riuscivo a nascondere le volte in cui ero fiera di me stessa.
    Con lo stesso fare deciso, tornai a posto per mettere via il materiale e correre a pranzo. Avevo una grandissima fame e poi, avrei dovuto rispondere alla lettera “urgente” di mia madre. Mi scriveva tutte le settimane per informarsi sull’andamento della mia carriera scolastica ma, il mio recente battibecco con un ragazzino Tassorosso aveva suscitato le sue ire. Riteneva che la mia sfacciataggine ed il mio sadismo nel veder soffrire gli altri, non collimasse con la linea di principi dettati dalla mia famiglia. Sarebbe stato più consono che io avessi ignorato quel ragazzino e mostrato la superiorità della mia razza mantenendo un comportamento il più corretto possibile. Ma, al contrario suo, io non riuscivo a tollerare la loro presenza. Durante le lezioni me la cavavo, solitamente seguivo con attenzione e chi non era Serpeverde non aveva il diritto di intervenire durante le spiegazioni. Il problema si verificava quando li incontravo per i corridoi, quando erano seduti al tavolo della biblioteca al quale io volevo sedermi e così via dicendo.
    Persa così, nei miei pensieri e nelle mie faccende, poggiai distrattamente l’avambraccio sul fornello ancora calmo.

    Maledizione!

    Mormorai a denti stretti e ritirai subito il braccio, afferrandolo con l’altra mano e guardandomi intorno con aria attenta. Nessuno si era accorto del mio incidente. Bene, non volevo dare a nessuno motivo di poter essere migliore di me. Nascosi la pelle bruciata e arrossata sotto la camicia, afferrai i miei libri ed uscii a testa alta dall’aula nei sotterranei. Fingendo di voler lasciare i libri in Sala Comune, mi congedai con un cenno dal gruppo di Serpeverde diretto alla Sala Comune e corsi in Infermeria. Sicuramente non era nulla di grave, ma sarebbe stato meglio far controllare la mia ferita a qualcuno.
    Con passo deciso e noncurante, camminai in direzione opposta a quella di molti studenti che però non mi notarono nemmeno. Era questo ciò che prevedeva la nuova legislazione scolastica. Tutti eravamo controllati, tutti avevamo delle regole e dei ruoli da rispettare e, in tutto quello, la mia gente era la scarpa e tutti gli altri erano insetti.
    Sospirai, fermandomi davanti le porte chiuse dell’Infermeria. La mia famiglia sarebbe stata ovviamente informata dell’incidente ed avrei ricevuto un’ulteriore lettera. Io, in compenso, ne avrei scritta una a Kain. Avevo estremamente bisogno di parlargli.
     
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  2. .Amber
     
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    Da quando ero stata male, l'anno prima, la mia salute era davvero cagionevole: mi bastava un niente per farmi stare male, per farmi piegare in due da dolori atroci. L'ultima volta anche uno starnuto mi aveva fatto guadagnare un febbrone da cavallo per una settimana: tuttavia il preside era riuscito a farmi avere un permesso direttamente dal ministero per rimanere in infermeria tutto il tempo necessario per riprendermi nel migliore dei modi ogni qualvolta stavo male. E accadeva soprattutto in autunno, in inverno e in primavera era davvero così, praticamente 3/4 dell'anno bastava che qualcuno avesse anche uno stupido raffreddore che subito venivo contagiata e il 90% delle volte, mi arrivava un febbrone da cavallo. Il preside spesso passava a trovarmi dandomi tutti i compiti da fare e se non aveva niente di meglio da fare che torturarmi con le sue chiacchiere, che per carità. La sua compagnia mi faceva piacere, ma dopo un pò, quando la febbre era altissima e la testa che mi girava dopo un pò dei compiti e delle sue chiacchiere non mi interessava più dii tanto.
    Il ministero diceva sempre che noi ragazzi eravamo il futuro, perciò dovevamo studiare le materie con profitto, soprattutto arti oscure e per studiare quella materia bisognava rimanere in forze, e per rimanere in forze dovevo rimanere in salute. Salute stava ad infermeria, come io stavo a... all'infermeria in effetti non c'era altro paragone che reggeva.
    Nella notte appena passata, con la scusa della ronda - che non toccava a noi grifondoro, ma erano dettagli - mi ero ficcata nel letto di Cameron durante la notte dato che sentivo freddo. Gli avevo promesso di ritornare nella mia camerata nella mattina successiva, ma.. ovviamente ero febbricitante e stentavo a tenere gli occhi aperti. Noncurante del fatto che i suoi compagni di camerata facessero a gara a dire qualcosa ad uno dei professori o al preside - Cameron mi aveva tenuta stretta a sè, sotto le coperte, cercando di infondermi un pò di caldo - mentre i ragazzi ci avevano poi coperti, quando l'uomo che presto avrei posato, pochi istante prima di andare in sala grande per la colazione.
    Tutti i presenti sapevano benissimo che l'unico modo che cosa stavamo passando, perciò ogni loro aiuto era sempre molto carino e gradito, comunque ancora mi chiedevo come faceva Cameron a non ammalarsi con me.
    Mi aveva portato a portarmi in infermeria sentendo che avevo la fronte bollente e si era assicurato che io avessi un letto comodo. Supplicai, o forse era meglio dire biascicai, Cameron di rimanere, ma doveva andare e sarebbe tornanto un paio d'ore dopo, non fosse finita la lezioni di arti oscure e che sarebbe tornato presto. Dato che quella mattina era abbastanza triste.
    Ehy, ciao dissi alla ragazza bionda, che pensavo fosse Cameron come mai da queste parti? Di solito non ci sono molte.. persone in infermeria a quest'ora. Che lezioni avevi?
     
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  3. RainbowEater
     
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    Aprii con mano ferma una delle due grandi ante di legno che componevano la porta dell’infermeria e, con un cigolio sinistro, annunciai la mia presenza.
    La stanza, grande, illuminata e squallidamente anonima, sarebbe stata vuota se non fosse stato per la presenza di tre individui. Uno era un ragazzo della mia stessa casata, di un anno più giovane. A quanto dicevano i suoi amici in Sala Comune, avuto un brutto incidente durante incantesimi ed ora si trovava lì da una settimana circa. L’altro ospite non era ben distinguibile a causa di una tendina grigia (un tempo forse non era gialla?) che lo isolava dal mondo. Doveva essere qualcosa di veramente grave, o forse qualcuno di veramente importante. Non mi risultava che qualche altro Serpeverde fosse stato ammalato, ma qualcosa poteva pur essermi sfuggito. La terza ospite era una ragazza dai capelli rossi, dall’aspetto estremamente malaticcio. Non le avevo mai rivolto la parola, ma ricordavo di averla già incrociata qualche volta per i corridoi. Era una Grifondoro.
    Feci qualche passo avanti, alla ricerca della Guaritrice. Il suo ufficio era silenzioso ed appariva vuoto, quindi decisi di raggiungere l’altro capo della stanza per verificare che non fosse nello stanzino delle pozioni guaritrici. Proprio mentre stavo muovendo i primi passi, una voce alla mia sinistra mi fece distogliere l’attenzione da ciò che stavo facendo.

    Ehy, ciao! Come mai da queste parti? Di solito non ci sono molte.. persone in infermeria a quest'ora. Che lezioni avevi?

    Mi voltai, aggrottando la fronte, e notai che stava parlando proprio con me. Rimasi interdetta qualche istante, non comprendendo perché quella lì stesse rivolgendomi la parola con tanta sfacciataggine.

    Però, cerca di fare il salto di qualità?

    Pensai subito, cercando di interpretare il motivo ella sua iniziativa. Senza scompormi troppo, però, recuperai la mia tipica espressione di chi ne sa una più del diavolo e poggiai una mano sul fianco. Scelsi quella del braccio ferito, in modo da avere la mano sana a disposizione. Non si sarebbe potuto mai sapere se mi fosse servito, dopotutto.

    E tu saresti?

    Domandai con un non celato tono di risentimento misto a disgusto. Come si permetteva a prendere l’iniziativa in questo modo e parlarmi? E dire che era ben chiaro quale fosse il suo posto, l’intera scuola non faceva altro che tenere le persone al loro posto, senza permettere a nessuno di uscire dalle righe. Non le bastavano l’indifferenza e i soprusi? Aveva anche la sfacciataggine di cercarsi i guai autonomamente. Certo, probabilmente ci sarei finita anche io visto e considerato che stavo attaccando briga per l’ennesima volta, ma molto spesso le cose andavano oltre la mia stessa forza di volontà. Per me era inammissibile che qualcuno di livello così basso violasse tutti i protocolli sociali e mi parlasse con quella sfacciataggine
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  4. .Amber
     
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    tumblr_lw0mjeDq5d1r23tzzAmber Jackson * Scheda * Caposcuola Grifondoro 7th year


    Mi guardavo intorno, i guaritori mi sembravano che volevano farsi solo i cavoli loro e i miei compagni di infermieria mi sembravano tutt'altro che loquaci in effetti.
    Se c'era qualcosa che mi dava fastidio era il fatto che i serpeverde, soprattutto quelli a partire del quinto anno, sembravano essere peggiorati davvero dopo l'ultima estate: che si fumavano quelli? Perchè, insomma, ok che i serpeverde erano sempre stati altamente insopportabili e i rapporti dei grifodoro con loro erano sempre stati abbastanza tesi, ma così battevano ogni tipo di.. tensione che avevo avuto modo di provare sulla mia pelle negli anni precedenti. Tutto indicava che dovevo tenere duro che dopo i MAGO non li avrei più visti e avrei cercato solo di essere felice con l'uomo che amavo, dato che avevamo intenzione di sposarci nelle vacanze natalizie.
    Avevo avuto modo di constatare - purtroppo - che le mie aspettative di trovare una serpeverde abbastanza simpatica con cui fare due chiacchiere, si erano schiantate al suolo come un sasso. Ringraziavo solo che presto sarebbero arrivate le vacanze natalizie per sposarmi e a pensare che presto avrei messo su famiglia, dimenticando finalmente dei serpeverde. Solo che in effetti c'era un problema: dove avremmo trovato un prete che avrebbbe voluto sposare due diciassettenni?
    «Amber Jackson» dissi presentandomi per poi prendere dal cassetto dell'infermeria la spilla del capocasata grifondoro e mostrandogliela, anche se un brevissimo istante, prima di rimetterlo al suo posto e tossire un poco, essendo vittima di un bel giramento di testa.
    «Caposcuola Grifondoro al tuo servizio.. E tu, chi saresti?» chiesi guardandola un pò curiosa, insomma: se mi aveva chiesto chi ero, ora il minimo era che mi dicesse qualcosa in più lei.





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  5. RainbowEater
     
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    Probabilmente la ragazza fu sorpresa dalla mia domanda, ma al tempo stesso non sembrò scomporsi nemmeno di una virgola. Il che, in un certo senso, mi predispose ancor meno ad un colloquio pacato e tendenzialmente cortese.
    In fin dei conti, non era assolutamente vero ciò che spesso si diceva in giro su di me. Era vero, disprezzavo chiunque non facesse parte della mia stessa Casata e spesso mi trovavo a battibeccare con chiunque trovassi d’impiccio, ma in fondo io sarei stata cortese se solo quelli avessero mostrato un po’ di umiltà. E che diamine, stavano pur sempre rivolgendosi a me e non ad una malcapitata qualunque! Trassi un lungo respiro e decisi di ascoltarla, incrociando le braccia al petto ed assumendo la mia solita posa da chi non era minimamente interessato ad una parola di ciò che l’altro stava dicendo.
    La ragazza, non potendo minimamente immaginare la serie di viaggi che stavo facendo all’interno della mia mente poiché nessun tratto della mia fisionomia apparentemente glaciale era cambiato, proseguì noncurante e perfettamente al suo agio le sue azioni. Per prima cosa si presentò, col nome Amber Jackson. Completamente a me sconosciuto. Evidentemente faceva parte di una famiglia poco nota, oltre che facente parte di uno dei più bassi scalini dell’intera società magica.

    Per lo meno, ha l’educazione di presentarsi.

    Dissi tra me e me, riflettendo su quante giornate tranquille avrei potuto trascorrere se solo qualcuno fosse stato minimamente accorto come lei. La ragazza intanto proseguì, voltandosi dolorante verso un cassetto ed estraendo una piccola spilla lucente che mostrò a me con un gesto d’orgoglio, nascondendo poco abilmente i dolori della convalescenza.

    Caposcuola Grifondoro al tuo servizio…E tu chi saresti?

    Due frasi, aveva detto solamente due frasi e, con entrambe, si era giocata la mia –seppur lieve- simpatia nei confronti delle sue buone maniere. E la cosa più assurda era che nemmeno si rendeva conto del comportamento che stava avendo. Anzi, sembrava addirittura curiosa di scoprire chi fossi.

    Non sia mai che io venga meno ad una richiesta di questo tipo.

    Helga Montague, Serpeverde. Esordii con voce seria, alta e tronfia. Poi proseguii.
    E no, non credo che tu con i tuoi titoletti possa fare molto per me, se non indicarmi magari dove si trova la Guaritrice.

    Non le diedi il tempo di rispondermi, che subito aggiunsi:

    Ma dopotutto, visto il tuo…stato, non credo possa essermi utile nemmeno per un compito così semplice, ma al tempo stesso particolarmente importante.

    Sospirai, guardandola in modo apprensivo. Come una mamma che osserva la marachella del figlio. In fin dei conti, non era colpa sua. La sua gente l’aveva istruita ed essere così ed io, forse, potevo cercare di essere minimamente comprensiva.
     
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  6. .Amber
     
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    tumblr_lw0mjeDq5d1r23tzzAmber Jackson * Scheda * Caposcuola Grifondoro 7th year


    Se c'era qualcosa che mi sconvolgeva effettivamente era la cosa che quella ragazza aveva un'aria altezzosa, quasi volesse dominare l'intera infermeria o illuminarla con i suoi capelli angelici... ah no quasi dimenticavano che le serpeverdi sembravano avere vita facile, aspetto meraviglioso o qualcosa del genere perchè Kierkgard sembrava portare tutti loro su un piatto d'argento. Evitiamo certi discorsi, va che era meglio.
    Certo, vedevo che quella ragazza dai capelli biondi mi squadrava ad ogni movimento che facevo con fatica mentre tiravo fuori e rimettevo via la spilla da caposcuola che quell'anno il preside aveva deciso di concermi. Avevo la vaga sensazione di non esserle particolarmente simpatica in generale, ma quando mai i caposcuola erano stati simpatici? Forse potevano esserli, magari potevano essere gente simpatica con cui scherzare.. come i corvonero di quest'anno che sembrano due ragazzi a posto. Anzi, forse da quando c'era si sempre lui, Kierkgard a spalleggiare Mulciber, i capocasata grifondoro valevano ancora meno di zero, poi io ero un caso limite, sempre malata, sempre a pezzi. Ancora mi chiedevo perchè il preside avesse scelto me per un compito in cui vigilare, essere sempre presente e cose del genere, era esattamente la parola chiave. Se ero più in infermeria che per i corridoi, non era un contronsenso in sè?
    Infatti, dalla risposta che mi aveva dato la ragazza, con aria saccente e poco propensa a fare due chiacchiere con una malata sfigata e alquanto sgradita dato che ero una rivale anche se non avevo intenzione di esserlo, aveva deciso di proseguire la sua ricerca verso la guaritrice che poteva essere caduta nel lavandino ed essere scomparsa tranquilla al mio arrivo quella mattinata.
    «Montague, direi la guaritrice che si trova nella saletta. E' scomparsa dietro alla porta un'oretta fa e non credo abbia tanta voglia di uscire. Prova a bussare, sperando non si sia addormentata» dssi semplicemente, con tono quanto più neutro possibile. Avrei voluto essere sarcastica, ma ehy, stavo già male di mio e non avevo di certo voglia di farmi venire il sangue amaro per via di una pertica bionda dagli occhi azzurri.. In fondo, la mia riposta non era nè più ne meno, che la verità.


    * Role code by Ellenroh Carrow *
     
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  7. RainbowEater
     
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    Helga Montague * Scheda * Studente, 6^ anno


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    Attesi la sua risposta con molta calma, gustandomi le emozioni che si susseguivano sul suo volto. Sorpresa, rabbia, delusione, perplessità…era difficile adattarsi alla nuova situazione, lo vedevo perfettamente. Fortunatamente, non mi trovavo dall’altra parte per sperimentare gli innumerevoli aspetti negativi che comportava l’essere una Grifondoro, o una Corvonero o una Tassorosso. Per non parlare dei mezzosangue e i nati babbani! Se quelli delle altre casate venivano ignorati e maltrattati, i mezzosangue e compagnia vivevano nel continuo terrore. Non avevano diritto di parlare durante le lezioni, i loro compiti venivano valutati molto più severamente di quelli degli altri e molto spesso non gli veniva concesso di prendere parte ad alcune attività.
    Noi Serpeverde non eravamo composti da questa feccia, noi mantenevamo la purezza di spirito e di sangue ed io personalmente potevo vantare di far parte di una lunga discendenza di purosangue, senza nessuna pecora nera. Ciò era parecchio strano, effettivamente. Tutti avevano almeno un membro della famiglia che recava disonore e che si cercava di nascondere a tutti i costi, ma noi eravamo già stati disonorati ai tempi in cui Hogwarts era stata da poco fondata ed i Montague vivevano in Italia e, per la maggior parte, non possedevano nemmeno poteri magici. Forse era questo il lato oscuro della mia discendenza. Ma era così indietro nel tempo che ormai nessuno era capace di ricordarlo, a parte noi che studiavamo la storia della nostra famiglia a partire dai dodici anni d’età.
    Finalmente, dopo quella che mi parve un’eternità, la ragazza dai capelli rossi mi rispose. Doveva aver raccolto tutte le energie che le erano rimaste in corpo, perché mi dedicò una risposta formale ma con toni estremamente ostili anche se cercavano di essere neutri. Era stata capace di tutelarsi da un probabile rimprovero da parte dei piani alti, ma sicuramente un giorno si sarebbe messa nei guai! O abbassavi la testa o non andavi avanti nel nuovo mondo magico. Magari chissà, entro la fine dell’anno si sarebbe resa conto dei gravi errori ed avrebbe fatto la richiesta di passare a Serpeverde. Se la sua linea di sangue fosse stata sufficientemente pura e la sua famiglia pronta ad accettare silenziosamente le nuove leggi, perché no. Certo, io ed i miei compagni non accoglievamo proprio a braccia aperte i Serpeverde acquisiti, ma per lo meno non erano più nostre vittime. Un divertimento in meno per una buona causa.

    Montague, direi la guaritrice che si trova nella saletta. E' scomparsa dietro alla porta un'oretta fa e non credo abbia tanta voglia di uscire. Prova a bussare, sperando non si sia addormentata.

    Sbuffai dalle narici e guardai in direzione della saletta che aveva la porta ben chiusa. Scossi la testa e, senza rivolgermi a qualcuno in particolare, presi a commentare la situazione.

    Quella donna ha una gran voglia di lavorare, vedo. Chissà se chi l’ha mandata qui ne è a conoscenza. Scriverò a mio padre…lui sicuramente saprà informarsi a dovere.

    Non ero solita esprimere i miei pensieri a voce alta, ma a volte mi capitava di farlo inconsciamente. Forse perché, in quel caso, il mio inconscio ci teneva a far presente alla Grifondoro davanti a me che io avevo anche questo potere. Se io, o un altro mio compagno di casata, esponevo una lamentela riguardo qualcuno del corpo docenti o degli altri impiegati scolastici, venivo ascoltata e venivano presi provvedimenti. Nessuno avrebbe mai osato far indispettire la famiglia Montague, o Lestrange, o Black, o Blackwood, o Malfoy, o Rosier e così via dicendo. Nessuno si sarebbe permesso di contraddirci, inoltre. Il gioco era fatto, il potere era nelle mani giuste.

    Sì, al Ministero conosce molte persone che sono particolarmente interessate all’andamento della situazione qui.

    Detto questo, mi incamminai con passo elegante e fiero fino alla porta della saletta e bussai energicamente.
    Sarà meglio per te se vieni ad aprire, o ti troverai sotto inchiesta ancora prima di dire “accio”.




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  8. .Amber
     
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    scusami tanto se ti ho fatta attendere ç_ç


    tumblr_lw0mjeDq5d1r23tzzAmber Jackson * Scheda * Caposcuola Grifondoro 7th year


    Se da una parte speravo che quella ragazza rimanesse con me, per scambiarci due parole, non ero più tanto sicura di volerlo fare. Ero quasi certa sul dove lei voleva arrivare con quello sguardo indagatore, probabilmente si sarebbe informata se ero o meno una purosangue. Perchè parlare con una grifondoro era una cosa assolutamente da evitare, ma.. se fossi stata mezzosangue non avrei avuto vita facile da quel momento. Per fortuna, però, il mio stato di sangue era puro tanto quanto il suo, perciò su quello ero assolutamente inattaccabile.
    Quando disse di suo padre, ricordai di Draco Malfoy, mia madre l'aveva conosciuto. Aveva detto spesso che suo padre l'avrebbe venuto a sapere: ma che avevano i serpeverde? Facevano tanto i superiori, ora perchè andavano a piangere sui pantaloni paterni? Non possono fare da soli? Vabbè, ma questa era un'altra storia.
    «No, secondo me hanno scelto la più scansafatiche dei guaritori in commericio. Fai bene ad avvisare tuo padre, credo che le due cose in cui non si scherza, siano lo studio e la salute.» fu il mio unico commento «mi auguro che si possa fare qualcosa.» speravo vivamente che quello fosse abbastanza.. condivisibile come pensiero, anche per quella biondina e la sua sfilza di parenti. Lo pensavano loro che era sempre meglio studiare, no?
    «Quasi vi invidio.» dissi con un sorriso di cortesia, mentre vedevo la ragazza bussare alla porta della curatrice. Avevo quasi paura per quella povera donna, sarebbe o no comparsa da quello dannato stanzino?


    * Role code by Ellenroh Carrow *
     
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  9. RainbowEater
     
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    Helga Montague * Scheda * Studente, 6^ anno


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    Aspettai molto pazientemente, nonostante dietro ai miei occhi fosse comparsa una strana traccia oscura. Quella donna, tardava ad arrivare ed io sapevo il perché. O almeno, ipotizzavo che qualsiasi motivo che l’avesse fatta allontanare dal proprio posto di lavoro non fosse per niente valido, nemmeno un minimo. Sbuffai e mi sistemai i capelli dietro le orecchie mentre, con disinvoltura, tornavo ad osservare la grifondoro che non smetteva di parlare. E dire che le avevo dato l’occasione di mettersi a tacere per una buona volta e capire quale fosse il suo posto lì dentro. Ma, a quanto pareva, non sapeva tenere la lingua a freno.
    “No, secondo me hanno scelto la più scansafatiche dei guaritori in commercio. Fai bene ad avvisare tuo padre, credo che le due cose in cui non si scherza, siano lo studio e la salute”.
    Mi osservai a guardarla sollevando un sopracciglio, intenta a darle una delle risposte che si meritava, poi però ci ripensai. Avrei potuto giocare la cosa a mio vantaggio. Un po’ come negli scacchi dei maghi, in cui dovevi misurare bene la tua mossa prima di effettuarla e dopo, accettarne le conseguenze. Alcune mosse erano perfettamente scoperte, molto rischiose, altre portavano direttamente alla gloria. Ebbene, forse io avevo trovato il mio “scacco”.

    Penso che il Ministero non possa commettere errori nella scelta dei suoi dipendenti. Purtroppo, sono gli unici su cui può mettere mano e di certo non può permettersi di commettere degli errori.

    Feci un momento di pausa, scandendo bene le parole ed enfatizzando sul “purtroppo”, per farle intendere che non apprezzavo il fatto che non avesse potuto prendere particolari provvedimenti nei confronti dei ragazzi delle altre casate. Si parlava di istruire tutti e di fornire a tutti le stesse conoscenze. Baggianate, dicevo io. Loro non meritavano di vivere come noi. Loro non erano degni di apprendere le arti magiche allo stesso modo di come facevamo noi. La fortuna della mia famiglia era quella di trovarsi in una situazione avvantaggiata rispetto ad altre e quindi potevo sempre contare in un qualcosa di più.

    In ogni modo, credo che questa donna abbia cercato di uscire dalle righe, magari trovando troppo vantaggiosa la sua nuova posizione. Si ricrederà molto presto. Dopotutto, è nostro dovere informare qualcuno. Pensa a cosa succederebbe se adesso qualcuno dovesse avere bisogno urgente di cure e non dovesse trovare nessuno se non qualche studente malaticcio ed io che, di arti curative, non me ne intendo per niente.
    No, oh no. Dobbiamo essere tutti al sicuro, qui.


    Conclusi con un vago sorriso, di chi aveva vinto. Probabilmente lei non avrebbe capito il tipo di gioco che stavo combattendo, era ancora inconsapevole delle pedine che si stavano muovendo ai piani alti, ma io invece lo sapevo ed ero ben pronta nel mostrare quanto fossi affidabile come persona per questo nuovo governo che stava facendo già così tante ottime cose per la nostra scuola!
    Mi voltai un momento verso la porta ancora chiusa e, sebbene inizialmente avessi deciso di ignorarlo, optai per rispondere al suo commento.

    E faresti bene ad invidiarci. Chi non vorrebbe essere come noi?



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8 replies since 12/7/2013, 17:26   155 views
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