Una piuma per i tuoi pensieri

Dakota/Shira

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  1. Dakota Rhymes
     
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    Dakota Rhymes

    Stretta la mano a quella dell'amica, si allontanò con incredibile faccia tosta e tranquillità - almeno così poteva apparire a Shira e a quanti si accorsero della loro deviazione - dalla fila che si era da poco formata all'inizio della strada principale di Hogsmeade.
    Era una fredda e limpidissima mattinata di gennaio. La prima gita a Hogsmeade di un anno che non era iniziato a casa nel migliore dei modi...e che certo nemmeno a Hogwarts prometteva molto bene.
    Se non fosse stato per Shira, per la sua compagnia, si sarebbe già pentita di essersi messa in lista per quel sabato.
    Kierkegard gliel'aveva praticamente promessa, quella stretta guardia sui ragazzi della casata Corvonero...e non certo perché li volesse proteggere. No.
    Quell'uomo sembrava respirare, esistere sulla faccia della terra, per dispetto verso gli altri.
    C'era un'umanità di persone diverse da lui che avrebbero potuto svolgere il compito di CapoCasa al posto suo...e molto meglio di lui. Un'infinità di persone - e anche di animali - che lo avrebbero fatto meglio, perché a lui - come ad alcuni altri professori di quella nuova Hogwarts...semplicemente mancava proprio la voglia di insegnare e di stare in mezzo ai ragazzi...se non per umiliarli e così forse sentirsi più...
    Dakota fece spallucce e rinunciò all'idea di terminare quel pensiero.
    Era semplicemente inutile insistere su quei pensieri. Si trovavano da un paio di anni in quel mondo magico cupo e severo e non c'era nulla da fare. Per questa guerra del Ministero al terrorismo...erano tutti come prigionieri. Era assurdo.
    Dakota cominciava ad avere pensieri tutti suoi, che però aveva imparato a non lasciare troppo trasparire.
    Guardò Shira e le sorrise, indicandole il negozio di piume e cancelleria. Era da sempre il suo preferito e sapeva che piaceva molto anche a lei. Avevano bisogno tutte e due di ricaricarsi e di parlare un poco senza sentirsi addosso gli occhi di tutti i compagni.
    << Tieniti pronta a spruzzare inchiostro addosso a Kiekegard, se mangia la foglia e ci cerca qui dentro...>> La sena appena partorita dalla sua mente le strappò una risata. Sarebbe stata a dir poco epica.
    Sperò che facesse ridere e riuscisse a distrarre un po' anche l'amica.

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    Edited by Dakota Rhymes - 1/4/2014, 21:16
     
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  2. › Shira ›
     
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    Rischiare di essere scoperte è una cosa giusta?

    Shira Harrison

    Non era la prima volta che Shira andava ad Hogsmeade con la scuola. Ricordava vagamente di aver già attraversato quelle stradine insieme ai compagni di scuola ed era certa di essersi divertita molto le volte precedenti. Ogni vetrina urlava una conoscenza annebbiata nella sua mente, sospinta lontano dalla memoria da un maremoto. Eppure stette zitta. Non disse nulla a nessuno, compresa la sua amica. A volte si era ritrovata a credersi pazza a causa dei frequenti déjà vu che spuntavano davanti ai suoi occhi, rendendo impossibile la visione del mondo reale. Ormai non faceva quasi più caso alle stranezze che capitavano attorno a lei, quasi si stesse abituando a quel mondo sottosopra, credendosi semplicemente diversa da altri.
    Strinse inconsciamente la mano dell'amica e lanciò un'occhiata alla lunga fila di ragazzini che arrancavano nella neve del piazzale, in cerca di sfuggire allo sguardo dei professori. Anche questo le suonava nuovo! Quando mai i professori erano stati così severi nei loro confronti? Ovviamente dicevano di volerli proteggere e Shira in parte lo credeva vero, anche se era solita notare i comportamenti crudeli che qualcuno aveva verso tutte le casate tranne quella dei Serpeverde.
    << Sicura che vada bene scappare? Non ci cacceremo nei guai? Non voglio un'altra punizione da parte di quel mostro puzzolente! >>
    lo sussurrò come se temesse che Kierkegard potesse udirla anche a quella distanza e decise di seguire lo stesso Dakota. Capì subito dove voleva andare l'amica e un dolce sorriso si allargò nel suo viso corrucciato, scacciando ogni timore. Stavano entrando in un posto sacro, dove la quiete faceva gli onori di casa.
    << Sì, effettivamente... dovevo giusto comprare qualche matita in più. >>
    non era proprio una bugia, nè era una piena verità. Shira aveva milioni e milioni di matite sparse ovunque - a volte ne portava anche una tra i capelli - ma continuava a comprarne delle nuove, convinta che potessero disegnare meglio delle precedenti.
    Annuì quando Dakota le disse di attaccare il professore e subito dopo si fermò di scatto, guardando in volto l'amica. I suoi occhi si spalancarono dallo spavento e scosse forte il capo in segno di diniego.
    << Non possiamo attaccare il professore! E' un professore! No... Dakota! Non lo posso proprio fare... Ma posso nascondermi. E posso nascondere anche te. >>
    purtroppo, aveva preso troppo seriamente le parole dell'amica. Di solito era in grado di capire le battute più semplici ma, conoscendo l'amica, sapeva anche che era capace di lanciare dell'inchiostro a uno come Kierkegard.
    Sospinse la porta del negozio e ne varcò la soglia, inspirando il buon profumo di inchiostro e fogli nuovi di stampa. Ah... Quello sì che era un rifugio perfetto. Guardandosi attorno, già da una prima occhiata, si poteva notare la suddivisione in tre piani e gli infiniti scaffali stracolmi di interessanti oggetti di cancelleria che tanto amava.
    Al bancone non c'era nessuno in quel momento e ringraziò la provvidenza che le donava l'opportunità di non arrossire per un semplice "buongiorno".
    Prese a salire le scale che portavano al piano superiore e la sua massa di ricci increspati dall'umidità si rivolse verso Dakota.
    << Alloraaaaa... Ho saputo da qualcuno a scuola che tu e quel tipo di Tassorosso... Aspetta eh... Non mi ricordo il nome... Coso Polaski... Umm... Jack! No... O era John... Oooooh, insomma... Ho saputo che tu e Polaski vi siete chiusi in biblioteca e stavate facendo i piccioncini! >>
    uno strano sorriso attraversò lo sguardo di Shira. Sembrava quasi... divertita da quella notizia. Ovviamente sapeva bene che non era vera, come tutte le altre che le arrivavano alle orecchie, ma si divertiva a punzecchiare l'amica anche perchè le reazioni erano sempre favolosamente imprevedibili.

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  3. Dakota Rhymes
     
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    MF0xO


    Dakota Rhymes

    << Sicurissima! Mi piace che anche tu lo chiami Puzzone...>> ridacchiò. La cosa triste era che aveva iniziato persino a sentire commenti entusiasti - e vomitevoli - sulla sua bellezza.
    Dakota lo riteneva viscido come una serpe e il fatto che nemmeno Shira si fosse lasciata ingannare dalla sua bellezza...era più che positivo.
    Come temeva, però, l'idea di farsi beccare e addirittura provocare il professore di Incantesimi non era andata poi così a genio alla Tassorosso, anzi stava iniziando a spaventarla, tuttavia Shira entrò comunque di buon grado nella cartoleria, dove iniziarono a guardarsi intorno.
    C'era tutto il possibile per scrivere, c'erano piume, quaderni e inchiostri che avrebbero fatto luccicare gli occhi e avrebbero sussurrato invitanti frasi alle orecchie della Dakota di poco tempo prima. Ora non poteva più permettersi molte distrazioni e molti regali, ma restava pur sempre una ragazzina ed era difficile per lei rinunciare del tutto a questi piccoli piaceri.
    Quel giorno si era presa qualche soldo risparmiato nelle settimane precedenti, ma sapeva già in cosa avrebbe voluto spenderli. Alzò le antenne per captare cosa stesse attirando l'attenzione di Shira, con l'idea di regalarle qualcosa. L'idea la solleticava dalla giornata precedente, perché era stata davvero micidiale per tutte e due, proprio grazie alle lezioni dei cari Kierkegard e Mulciber.
    Alla fine delle esercitazioni di Incantesimi lei e Shira si erano guardate, il respiro in affanno e pensieri omicidi nella mente...e si erano promesse di godersi a pieno ogni istante di quella gita.
    Non ne capitavano che due all'anno, dopo il ritorno a scuola di gennaio.
    << In che modo potresti nascondere me, sono curiosa?! Hai poteri speciali? Oppure hai imparato un incantesimo proibito? >> domandò abbassando opportunamente la voce.
    Diede un cricco sulla fronte dell'amica, quando lei si fu voltata verso di lei, dopo aver salito i primi gradini verso il piano superiore, sul viso quell'aria birichina e maliziosa.
    << Polansky? Beh...ha il suo perché...>> commentò, pensando tra sé che effettivamente Ed era il tipo di ragazzo, almeno fisicamente, che avrebbe potuto piacerle frequentare. Ma il carattere...No, decisamente no. Scosse la testa ridendo. << E poi ha la fila fuori dalla sala comune. Non ci sono due persone più lontane di noi. Quella piuma è auto scrivente? >> chiese al commesso che passava proprio in quel momento alle loro spalle.
    Abile cambiamento di discorso, Dakota!
    Si sentiva strana, a parlare di quelle cose...Shira era l'amica con la quale era piacevole parlare di tutto, ma...le sembrava strano e triste non poter fare quelle chiacchierate anche con le sorelle...e la distanza da casa glielo ricordava dolorosamente ogni giorno.

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  4. › Shira ›
     
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    Rischiare di essere scoperte è una cosa giusta?

    Shira Harrison

    Sorrideva. Lo faceva così poco dentro le mura di quel freddo castello che, col tempo, dovette imparare ad accettare i pochi momenti di luce che si intravedevano tra le fessure di quel brutto mostro oscuro. Quella giornata era un toccasana per il suo spirito e anche per quello dell'amica. Lo sapeva bene! Scappare dai professori forse non era stata l'idea più brillante che potessero avere, ma ne valeva la pena. Sentiva già il cuore volteggiare libero per la cassa toracica e sapeva bene di potersi lasciar andare a risate che, dentro il castello, sembravano proibite.
    Squadrò l'amica da capo a piedi quando le pose la prima domanda e poi sghignazzò. Era uno di quei rumorii rari che portavano gioia e, probabilmente, una battuta.
    << Mai sottovalutare il potere di una tassorosso che ha imparato a scappare dai serpeverde! Potrei essere diventata una di quelle streghe oscure di cui tutti parlano! >>
    inconsciamente, parlava dei ricercati che il ministero non riusciva a catturare. Se anche c'era qualcosa che stonava in quella frase, lei non diede alcun segno di averlo notato. Solo la sua mente si fermò un attimo di più, prima che alzasse le mani, agitandole in aria come una strega intenta a fare qualche magia.
    << Chissà... Magari un giorno impareremo un modo per spaventare quegli idioti. Per ora, sono solo brava a scappare. >>
    non desiderava soffermarsi sulla tristezza insita in quella constatazione, perciò fece qualche altro passo saltellante sulle scale e si fermò di nuovo quando Dakota citò Polansky. Rischiò persino d'inciampare e cadere sui suoi stessi piedi, ma non importava.
    L'amica sembrava non dire tutta la verità. Per una come Shira che amava osservare ogni cosa la circondasse, era facile capire cose non dette.
    << TI INTERESSA! Ammettilo! >>
    ignorò beatamente il commesso e la domanda sulle penne auto scriventi, pungolando il fianco dell'amica con un dito. Era impossibile scappare ora che lei aveva urlato.
    Ignorò il rossore che si andava espandendo sulle guance per via della brutta figura che stava facendo davanti ad un estraneo. Non importava. Non era quella la cosa principale in quel momento. Lasciò perdere persino lo strano senso di inquietudine che si allargava sul suo petto a macchia d'olio. Le era sempre venuto difficile potersi comportare come una ragazzina normale, alle prese con la prima cotta giovanile, eppure... Adesso lo faceva! E le veniva così naturale da non farci caso.

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