Pomeriggio libero.

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  1. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5° anno

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    Un nuovo anno scolastico ad Hogwarts era appena iniziato, ma qualcosa stava cambiando. Sebbene il vecchio castello fosse sempre lo stesso, l’istituzione scolastica era diventata del tutto conforme agli standard che venivano imposti dal Ministero della Magia. Nuovi professori. Nuove materie. Nuove regole. Daphne lo trovava a dir poco ridicolo e, fondamentalmente, inopportuno. A suo parere, la scuola doveva rimanere quel luogo ameno che era, quasi, sempre stato, quel luogo in cui tutti potessero sviluppare la propria coscienza liberamente, quel luogo in cui tutti potessero crescere come meglio credevano. Tuttavia, come la storia le aveva insegnato, le utopie non sono realizzabili e ad ogni cambiamento di regime corrisponde un cambiamento del sistema scolastico. Complice del suo disappunto, era senz’altro il rapporto che aveva instaurato con i suoi professori. Daphne, precedentemente, era sempre stata una delle prime della classe, anzi forse la prima della classe, sempre pronta a rispondere ad ogni domanda e sempre degna di qualsiasi tipo di attenzione da parte dei propri docenti. I nuovi professori, invece, avevano quei preconcetti che, invano, i suoi genitori avevano sempre cercato di inculcarle. Era assurdo e scorretto pensare che solo i Serpeverde potessero intervenire a lezione, oppure, che un professore, che in primo luogo dovrebbe essere un educatore, potesse zittire un alunno definendolo un “indegno Mezzosangue”. Mezzosangue. Figlio di Babbani. Purosangue. Daphne odiava queste denominazioni. Ella, infatti, credeva che le persone, e quindi anche i maghi, non fossero cavalli e non dovessero essere catalogate in base al proprio sangue. Pur pensandolo, però, non aveva mai espresso questo pensiero ad alta voce, perché sarebbe stato un disonore per la sua famiglia di Purosangue Doc. A proposito della sua famiglia, recentemente, aveva compreso che i professori e i Serpeverde, anche se era una Corvonero, si limitavano a ignorarla e non la insultavano solo ed esclusivamente perché tutti sapevano chi lei fosse. Daphne Renée Lestrange, sebbene non amasse mettersi in mostra, era sempre stata conosciuta all’interno del castello, perché figlia di due maghi molti influenti. Inoltre, quei pochi che non sapevano chi fosse, potevano capire a quale famiglia appartenesse semplicemente guardando la collana che indossava sempre: il simbolo dei Lestrange. Tutti i primogeniti della sua famiglia ne avevano una e per quanto lei potesse odiarla, la indossava sempre per non contrariare i genitori.
    Giovedì 3 settembre 2009. Mattino. Quel giorno, come ogni giorno della sua settimana scolastica, Daphne si era svegliata molto presto, fregandosene dei borbottii delle sue compagne di stanza che avrebbero voluto dormire un po’ di più. Come le era stato insegnato da piccola, non usciva mai dai suoi appartamenti senza essersi lavata e sistemata a puntino. A tratti, poteva sembrare una persona piuttosto vanitosa, ma, lei stessa, si definiva molto attenta alla sua persona. Aveva, quindi, raggiunto il bagno e aveva lasciato che l’acqua della doccia scorresse veloce sul suo corpo minuto, ma ben proporzionato. Dopo aver, velocemente, lavato il suo corpo, con un leggiadro colpo di bacchetta aveva asciugato i suoi lunghi capelli chiari e li aveva acconciati in una treccia, che aveva fermato all’estremità con una spilla raffigurante un gatto. Aveva, poi, indossato la divisa ed era uscita dalla sua stanza, per frequentare le lezioni di quel giorno.
    Il quinto anno, nonostante la presenza degli esami, non gli sembrava così difficile, ma era solo l’inizio. Le nuove materie, del tutto diverse dalle vecchie, erano molto meno teoriche ed erano, in generale, molte meno, per cui il carico di studio di quell’anno sarebbe di sicuro stato minore. Quella mattina i Corvonero avevano due ore di Pozione con i Serpeverde e due ore di Trasfigurazione con i Tassorosso. Il pomeriggio, poi, a quanto Daphne aveva capito, sarebbero stati liberi di fare ciò che volevano.
    Giovedì 3 settembre 2009. Pomeriggio. Come le era stato preannunciato da un suo compagno di corso, quel giorno, gli studenti del quinto anno non avevano lezioni di pomeriggio. Felice di questa situazione, la biondina, aveva deciso di andare in biblioteca a cercare qualcosa con cui approfondire la lezione di Trasfigurazione ascoltata quella mattina. Il nuovo professore non le piaceva molto, non che le sue spiegazioni non fossero esaustive, ma il suo modo di porsi era molto scostante nei confronti degli alunni e ciò portava a una mancanza di coinvolgimento da parte della classe che, spesso, si distraeva.
    Dopo aver consumato il pranzo, quindi, Daphne si era avviata verso la biblioteca di Hogwarts.


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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:12
     
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  2. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year



    Un nuovo anno era cominciato, ad Hogwarts. Dopo tanto tempo, finalmente Snow era ritornato in un luogo in cui non doveva ascoltare tutti i giorni sua madre. Da quando ad inizio anno aveva cominciato a trattare lui e la sua povera sorellina male, dicendo ad esempio che non li sbatteva fuori solo perché erano suoi figli, lui non la aveva più sopportata. Spesso litigavano, e così Snow aveva preso l'abitudine di scrivere solo alla sorellina, per informarsi delle sue condizioni di salute. Le nuove regole dettate dal ministero avevano confuso Snow. Sentiva che c'era qualcosa di strano, ma non poteva fare a meno di pensare dell'effettiva malvagità di Albus Silente ed Harry Potter. In alcuni sogni, però, gli capitava di vivere alcune scene, nelle quali i due uomini venivano trattati come degli eroi che avevano salvato la nazione da un mago oscuro. E sembravano molto reali. L'unica cosa che Snow non riusciva davvero ad accettare era la discriminazione contro i Nati Babbani e i Mezzosangue. Non riusciva proprio a capire cosa avessero meno loro dei "Purosangue". La magia era un dono, se era stata data, c'era un motivo, che si fosse Babbani, Mezzosangue o Purosangue. E sicuramente il ruolo dei primi non era quello di sottostare ai terzi. Ma Snow questo non poteva dirlo, non in pubblico.
    [Giovedì 3 Settembre 2009, Pomeriggio]
    Erano passati un paio di giorni dall'inizio della scuola, e il sesto anno sembrava, a prima vista, molto più facile di quello precedente. Molte materie erano state abolite, ad esempio Storia della Magia, e di questo Snow non poteva che esserne contento. Nelle altre materie, però, i compiti abbondavano, e anzi si facevano sempre più pesanti. In particolare, il nuovo compito di Trasfigurazione era terribilmente complicato. Avevano una settimana per consegnarlo, ma Snow prevedeva un lavoraccio, che unito a tutti gli altri gli avrebbe reso la vita impossibile. Così, rinunciando a malincuore ad una stupenda giornata che aveva ancora il sapore dell'estate, Snow aveva lasciato la Sala Comune e raggiunto la biblioteca. Subito dopo era andato nella sezione della Biblioteca dedicata alla Trasfigurazione.




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    Edited by Lord Arawn - 13/7/2013, 17:58
     
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  3. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    La Biblioteca di Hogwarts era una specie di Sala Grande adibita allo studio. Daphne, da brava amante dei libri, adorava rinchiudersi lì dentro per assaporare il profumo della pagine sfogliate dalle sue dita affusolate. Molti credevano che lei fosse una tipa strana, perché, a differenza dei suoi coetanei, amava starsene in disparte a studiare e non amava la confusione della Sala Comune. Naturalmente, sebbene le regole fossero cambiate e sebbene anche gli studenti stessero dando cenni di cambiamento, era sicura che se fosse rimasta in Sala Comune, non avrebbe mai studiato niente, perché sicuramente qualcuno si sarebbe messo a fare confusione contravvenendo alle nuove regole.
    La lezione di quella mattina, piuttosto asettica, non l’aveva resa particolarmente entusiasta e, quindi, aveva deciso di trovare informazioni nuove nella biblioteca della scuola. Naturalmente, prima avrebbe dovuto partecipare al pranzo di quel giorno. Normalmente Daphne non mangiava tantissimo e, spesso, saltava il pranzo, ma, fra le nuove regole incomprensibili, vi era anche quella che nessuno poteva saltare il pranzo, perché, durante tutti i pasti, vi era un discorso del Preside che ricordasse quanto Silente ed Harry Potter avessero rovinato l’esistenza del Mondo Magico. Daphne, fin da bambina, aveva sentito parlar male di quei due loschi soggetti e, stranamente, non si era mai documentata su nessuno dei due perché sarebbe stato programma del 5° anno. Il nuovo regime, però, oltre ad aver inasprito la lotta contro queste due malefiche figure, aveva proibito l’insegnamento della Storia della Magia e, quindi, aveva alleggerito il carico dei ragazzi che avrebbero dovuto sostenere meno G.U.F.O.. Daphne era, a dire il vero, un po’ contrariata, da una parte era contenta di dover studiare meno cose, d’altra parte, era preoccupata perché, ovviamente, sarebbe stata meno preparata per una sua vita futura. Tormentata da questi pensieri, raggiunse la biblioteca e, automaticamente, entrò nella sezione dedicata alla Trasfigurazione. Amava quella materia, come tutte le altre a dire il vero, e approfondire l’argomento studiato in mattinata le avrebbe fatto molto piacere. Arrivò davanti agli imponenti scaffali e osservò i libri. A occhio e croce, ciò che cercava doveva essere nel quinto volume, essendo lei al quinto anno. Allungò, quindi, la mano verso il libro, ma la sua esile mano, fu affiancata da quella di una ragazzo che, evidentemente, aveva bisogno dello stesso libro. Si voltò di scatto per guardarlo. Era un ragazzo molto alto, con un fisico atletico, i capelli biondi e gli occhi di un marroncino chiaro. Era molto carino, a dire il vero e indossava la divisa dei Grifondoro. Lo guardò in silenzio per qualche secondo per capire chi fosse. Sicuramente era più grande di lei e sicuramente non apparteneva a qualche famiglia influente perché, a differenza sua, non indossava nessun riconoscimento.

    Prendilo pure.

    Sussurrò quasi impercettibilmente, mentre allontanava la mano. Il libro le serviva, ovvio, ma lei era solo curiosa di imparare qualcosa di nuovo e non le sembrava corretto privare uno studente più grande, e quindi con una mole di lavoro maggiore, di un libro del genere. Chissà, magari nel quinto volume c’erano anche informazioni che potevano servire ai M.A.G.O..



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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:12
     
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  4. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    Mentre andava verso il reparto dedicato alla Trasfigurazione, Snow vide alcuni Serpeverde del settimo anno seduti attorno ad un tavolo, a ridere e schiamazzare. Snow si dovette trattenere dal dirgli di stare un po' zitti. Diavolo, era una biblioteca! La prima regola della biblioteca era rimanere muti, zitti e leggere senza fare casino. E invece no, loro si prendevano tutte le libertà. Sentì chiamare il suo nome, ed individuò subito nella fonte il gruppetto di verde-vestiti. Dissero qualcosa come "Lucifer, vai a far brillare la tua sporca luce da Mezzosangue in fondo al lago", poi scoppiarono a ridere. Snow, senza fermarsi, andò avanti. Perché non poteva fargliela vedere? Fargli vedere che il suo sangue era dieci, anzi, cento volte migliore del loro! Sbow strinse il pugno, respirò un paio di volte a fondo, poi continuò a camminare. Prima o poi la avrebbero pagata. Ma non ora. Magari, una pozione per la diarrea...avrebbe dovuto chiedere a Frelia, lei era brava in Pozioni.
    Snow arrivò finalmente al reparto di Trasfigurazione. Dato che l'anno prima non erano riusciti a finire tutti gli incantesimi, quello che cercava si trovava ancora nel quinto libro. Peccato che Arawn, una volta che gli aveva consegnato una lettera, avesse deciso di fare i suoi bisogni proprio sulla pagina di quell'incantesimo.
    Snow addocchiò subito il libro e tese la mano verso di esso, quando vide con la coda dell'occhio un'altra mano avvicinarsi allo stesso libro, fin quasi a toccarlo. Snow tirò indietro la mano e si voltò a guardare la persona: era una ragazza, probabilmente un po' più giovane di lui, dal fisico minuto, con capelli castano chiaro e occhi di un profondo blu. Niente male, a prima vista. Indossava i colori di Corvonero, e aveva al collo una catena con un simbolo. Era quello di una famiglia, Snow ne era sicuro. Ci mise qualche secondo a ricordarsi quale: erano i Lestrange, una nobile ed antica famiglia Purosangue. La maggior parte erano Serpeverde. Ma non lei. Be', magari era un po' più simpatica di quelli del resto della famiglia.
    La ragazza gli disse di prendere il libro, ma lui scosse la testa.

    No, prendilo pure tu, io non neho così bisogno. Sicuramente ci sarà in un altro libro, quindi prendilo pure.

    Snow non ne era totalmente sicuro, dato che non era un incantesimo comune, ma vuoi che in una biblioteca non ci siano più libri che parlino di uno stesso incantesimo?
    Come ragazzo aveva il dovere, un po' anche per rendersele simpatiche, di essere gentile con le ragazze. Certo, non con quelle di Serpeverde. E comunque, probabilmente ne aveva più bisogno lei di lui, del libro. Snow lanciò un'occhiata alla ragazza, poi sorrise.

    Davvero, non c'è nessun problema. Parola di Snow Lucifer!

    E così si era pure presentato. Era un bene o un male? Be', chissenefrega, lo avrebbe scoperto più tardi.



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  5. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    Sul fatto che Hogwarts non fosse più la stessa non c’erano dubbi. Nessuno era più come prima. Mentre era immersa nei suoi pensieri, nel reparto di Trasfigurazione, una confusione strana ed inconsueta aveva attirato la sua attenzione: erano i Serpeverde. Persone per nulla ligie alle regole che, però, gli anni precedenti non si prendevano tutte quelle libertà. Tuttavia, con il nuovo regime e i nuovi professori, era arrivata anche la crescita esponenziale dell’arroganza delle Serpi che, a quanto pare, stavano passando il loro intero pomeriggio ad urlare ai passanti insulti riguardanti il loro stato di sangue. Odiava queste cose, le trovava letteralmente insensate e, sebbene fosse una Lestrange, non si sarebbe mai permessa di trattare un altro essere umano nel modo in cui i suoi parenti e non, osavano trattare gli altri. Nessuno, a suo parere, poteva arrogarsi il diritto di ritenersi migliore di qualcuno o, addirittura, di schernirlo e umiliarlo pubblicamente. Non riusciva a capire, poi, come quelle persone che si rifugiavano nel loro limbo di infinita prepotenza potessero anche solo guardarsi allo specchio la sera prima di andare a dormire. Le piaceva, infatti, pensare che, in fondo, tutti avrebbero dovuto avere a che fare con la propria coscienza, ma, evidentemente, non tutti avevano la stessa concezione di giusto e sbagliato.
    Persa nei suoi pensieri e stranamente non curante del resto, stava per afferrare il libro, ma il suo delirio mentale era stato interrotto da una mano molto diversa dalla sua che cercava lo stesso volume. Conscia di non averne effettivamente bisogno, aveva gentilmente detto al ragazzo che poteva prenderlo senza alcun problema. Ma il ragazzo sembrava un po’ stranito. Lo osservò e notò che i suoi occhi era fermi sul simbolo dei Lestrange. Era un Grifondoro e sicuramente le Serpi, sue parenti, stavano dando il tormento a lui poco prima. Gli sorrise gentilmente ed educatamente.

    No, ma figurati, a me non serve! Era solo, così, perché avevo bisogno di approfondire una cosa, davvero.

    Rispose mantenendo la voce quanto più bassa possibile e il tono quanto più gentile e pacato possibile. Il ragazzo si era mostrato molto gentile e comprensivo, ma lei non aveva realmente bisogno di quel libro. In fondo, era andato a cercarlo solo ed esclusivamente per un suo scrupolo di coscienza e non perché dovesse effettivamente svolgere un compito. Continuò a sorridere al ragazzo e ascoltò il suo modo bizzarro di presentarsi. Trattenne una risatina inopportuna.

    Snow Lucifer.

    Pensò fra sé e sé, facendo mente locale fra le famiglie di maghi illustri. Era un Mezzosangue, ecco perché gli stavano gridando dietro.

    Non preoccuparti, posso farne a meno. Parola di Daphne Renée Lestrange.

    Sussurrò leggermente divertita.



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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:14
     
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  6. Lord Arawn
     
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    CITAZIONE (Lord Arawn @ 13/7/2013, 20:50) 

    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    La ragazza si mostrò veramente gentile con Snow: gli disse che il libro le serviva solo per un approfondimento, e che non ne aveva davvero bisogno. Subito dopo, si presentò allo stesso modo di Snow. Il ragazzo sorrise: gli ricordava un po' la sua amica Frelia, un po' la sua sorellina Blair, non sapeva bene perché. Gentile e disponibile come la prima, promta a scherzare, se era quello che aveva fatto, come la seconda.

    Lestrange, eh? Immaginavo. Non sembra essere particolarmente cattiva, però.

    Il ragazzo non riuscì a trattenere una risatina. Quando, dopo qualche secondo, smise, guardò di sottecchi la ragazza, divertito.
    Snow pensò un secondo, poi guardò alternativamente il libro e la giovane.

    Be', io devo solo consultare un paio di informazioni su un incantesimo che non ho ancora imparato. Ci metto solo cinque minuti, quindi potremmo condividerlo. Lo uso un secondo io, poi lo lascio a te. Che ne dici?

    E così posso anche conoscerla meglio. Chissà, una nuova amica è sempre qualcosa di buono.

    Il ragazzo annuì a se stesso, poi rivolse lo sguardo verso la ragazza. Gli occhi blu gli ricordavano quelli della sua migliore amica, anche se avevano una tonalità differente di colore. Quegli occhi che lui tante volte aveva guardato, e che gli avevano risposto con tanta gentilezza ed affetto.

    Ma cosa pensi? Non ti piacerà mica Frelia!

    In effetti, il ragazzo non aveva mai pensato alla sua migliore amica in modo diverso, appunto che di un'amica. Ma pensare quelle cose solo a guardare gli occhi di un'altra ragazza, non era strano? Bah, ci avrebbe pensato, o meglio, avrebbe agito dopo, adesso aveva un'altra persona di cui occuparsi. Quella ragazza davanti a lui era una priorità. Era un dovere da "gentiluomo", dopotutto.




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  7. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    Decise di mostrarsi gentile con quel ragazzo. Dopo tutto, non aveva fatto nulla di male, se non cercare di prendere un libro che serviva anche a lei. Lo osservò con la testa leggermente inclinata. La vita ad Howgarts doveva essere difficile per una persona come lui. Era un Mezzosangue, da quanto aveva potuto capire, ed era un Grifondoro, da quanto poteva vedere, per cui i Serpeverde, più agguerriti che mai in quel periodo, non gli avrebbero lasciato scampo. Erano idioti e, sebbene i suoi genitori odiassero la divisa grigio-blu, benediva ogni giorno il Capello Parlante che non l’aveva collocata fra le Serpi. Smise di guardare il ragazzo per non sembrare troppo invadente. Il ragazzo parlò.

    Be', io devo solo consultare un paio di informazioni su un incantesimo che non ho ancora imparato. Ci metto solo cinque minuti, quindi potremmo condividerlo. Lo uso un secondo io, poi lo lascio a te. Che ne dici?

    In realtà, Daphne non amava consultare libri in comitiva, perché aveva dei suoi precostituiti schemi mentali, che a volte erano anche limitanti. Sebbene le avessero chiesto più volte di studiare insieme, infatti, le sue compagne di stanza e di corso, avevano sempre ricevuto una risposta negativa, perché Daphne già immaginava come sarebbe andata a finire. Lei era sicuramente più avanti e aveva i suoi tempi, per cui, avrebbe dovuto non solo rallentare il suo studio, ma andare dare un mano alle sue compagne di classe. Riguardo a questo, sebbene si rendesse conto di star sbagliando, Daphne non era per nulla disponile: a suo parere, ognuno doveva studiare per se stesso. Fece per rispondere che non le sembrava il caso, ma il ragazzo le puntò gli occhi fissi nei suoi. Ricambiò quello sguardo gentile, uno dei primi che le era stato rivolto. Non era mai stata, infatti, abituata ad avere contatti con qualcuno e, quando i suoi occhi si incontrarono con quelli del ragazzo, provò una sensazione strana.

    Ma che cosa mi succede?

    Pensò fra sé e sé, mentre riprendeva a guardare il ragazzo.

    Va bene.

    Si limitò a dire, troppo impressionata da quanto era appena accaduto.



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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:14
     
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  8. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    Ad un certo punto la ragazza si era messa a guardare Snow in modo strano, con la testa leggermente inclinata. Snow dovette trattenere una risatina per non sembrare scortese. Appena prima che lui iniziasse a parlare, lei aveva distolto gli occhi da lui.
    Subito dopo, lei aveva rialzato la testa, e sembrava pensare a qualche cosa. Il suo viso sembrava, a Snow, un po' interdetto, come se lei non volesse condividere il libro. Poi, però, la sua espressione era cambiata in qualcosa di indefinibile, e la ragazza aveva risposto.

    Va bene.

    Un sorriso affiorò spontaneamente sul viso di Snow. Il ragazzo prese il libro e annuì con forza.

    Perfetto! Cerchiamo un tavolo, allora!

    Snow si guardò in giro, fino a quando non vide un tavolo abbastanza appartato, lontano dai Serpeverde. Conoscendo il tipo di gente, avrebbero subito cominciato a fare battute su entrambi. E mentre Snow poteva sopportare gli insulti rivolti verso di lui, quelli verso gli altri lo facevano totalmente imbestialire. Già molte volte si era ritrovato in punizione, gli anni prima, per aver difeso i propri amici dalle angherie delle serpi. E se fosse successo quest'anno, le conseguenze sarebbero state più gravi.
    Snow si avviò verso il tavolo e ci appoggiò il libro sopra. Prese dalla sua borsa una pergamena con dell'inchiostro, poi aprì il libro a pagina 369.

    Per fortuna era facile da ricordare!

    Si concentrò un attimo, si legò meglio la sua bandana, poi cominciò a scrivere qualche appunto.

    Allora..."Muovere la bacchetta in modo da fare un giro di poco più di 360 gradi, poi dire la formula con voce forte e chiara, visualizzando in mente l'immagine dell'oggetto trasformato."

    Prese questi e un paio di altri appunti e, dopo poco più di due minuti, finì. Alzò la testa e sorrise gentilmente a Daphne.

    Ecco, ho finito. Adesso è tutto tuo!

    Spinse il libro verso la ragazza, curioso di sapere che cosa volesse approfondire, poi mise nella borsa pergamena ed inchiostro. Non sarebbe stato facile, quell'incantesimo.



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  9. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    Quel ragazzo aveva qualcosa di strano, qualcosa che lei, fino a quel momento, non aveva trovato in nessun altro. D’altronde, di Daphne si diceva che fosse una Serperverde mancata, la classica persona schiva ed indifferente, che non amava circondarsi di persone. A dire il vero, non era così, Daphne, nel suo piccolo, credeva nelle affinità intellettive e, durante la sua breve esistenza, non si era mai soffermata a conoscere qualcuno proprio perché non aveva trovato nessuno che potesse interessarle da quel punto di vista. Sia chiaro, non che quel ragazzo ci sia riuscito, ma, in ogni caso, non le era sembrato sgradevole come la maggior parte delle persone che, a quanto pareva, ad Hogwarts contavano qualcosa.

    Magari, non urlare in biblioteca.

    Disse in risposta al ragazzo che, contravvenendo alle regola del luogo in cui si trovavano, aveva appena urlato di trovare un tavolo. Daphne, intanto, si era guardata intorno, ma, evidentemente, il ragazzo, a causa di quanto i Serpeverde presenti avrebbero potuto dire, voleva cercare un tavolo più appartato dove studiare ciò che cui aveva bisogno. Lo seguì in silenzio, ma, durante il tragitto, la sua attenzione fu attirata da quel gruppetto di teste vuote che urlava qualcosa.

    Ma, allora, Lestrange, ora frequenti anche i Mezzosangue?

    Aveva affermato il più alto dei ragazzi seduti poco più in là. Daphne, coerente con il suo carattere, aveva deciso di ignorare quelle parole che, da quanto aveva potuto capire, erano state pronunciate da Frank Stevin, Serpeverde, figlio di nobili decaduti che, guarda caso, lavoravano per suo padre. Rimase quasi divertita dal fatto che una divisa verde-argento conferisse così tanto coraggio a una persona che, normalmente, se l’avesse incontrata da sola, le avrebbe anche aperto la porta per farla passare, pur di arrogarsi il privilegio di partecipare ad una delle feste a Villa Lestrange.

    Che fai, Didi, non rispondi?

    Sebbene la ragazza lo avesse ignorato esplicitamente, il moretto continuò. Utilizzando quel soprannome puerile con cui solo poche persone osavano ancora chiamarla.

    Ti ricordo, ancora una volta, che tuo padre, signor Stevin, pulisce le scale a casa mia, anzi, nella mia villa. Mio padre, Friedrich Lestrange, sebbene io sia una Corvonero fiera di esserlo, non tollererebbe mai questo atteggiamento e io, da brava figlia, gli scrivo ogni sera, quindi, vedi tu come vuoi comportarti.

    Daphne non rispondeva mai alle provocazioni, ma quando era troppo era troppo. Pronunciò quelle due frasi con un tono tipico di qualsiasi Serpe. Fu tagliente, saccente e, per una volta, utilizzò la sua famiglia per liberarsi di una situazione che, a dire il vero, stava diventando troppo pesante. Odiava le discriminazioni razziali e, ancora di più, odiava quelle persone che, quando la vedevano da sola, cercavano di ingraziarsela in ogni modo, ma quando la vedevano in compagnia delle sue compagne di casa, o peggio di un Grifone o di un Tasso, cambiavano totalmente atteggiamento.

    Dicevamo?

    Chiese retoricamente voltandosi verso il ragazzo che camminava accanto a lei. Lo seguì verso il tavolo scelto e lo osservò mentre prendeva degli appunti su un incantesimo da studiare. Era un incantesimo che si apprendeva alla fine del quinto anno, a quanto ne sapeva, ma, evidentemente, i Grifondoro, in coppia a trasfigurazione quasi sempre con quelle teste vuote dei Serpeverde, erano rimasti indietro. Che lei sapesse, i Corvonero, invece, così come i Tassorosso, erano perfettamente in pari con il programma.

    Ti ringrazio

    Disse al ragazzo, dopo che quest’ultimo gli ebbe passato il libro. Spulciò velocemente il libro, in cerca dell’incantesimo Avifors e aprì a pag. 33.



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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:14
     
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  10. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    Non appena Snow aveva detto, o meglio praticamente gridato, di trovare un tavolo, Daphne lo aveva rimproverato, dicendogli di non urlare in biblioteca. Snow era arrossito.

    Oh, ehm...scusa.

    Aveva poi sussurrato, prima di andare a cercare il tavolo. Poco dopo aveva sentito i Serpeverde richiamare la ragazza.


    Ma, allora, Lestrange, ora frequenti anche i Mezzosangue?

    Che fai, Didi, non rispondi?


    Snow si era girato di scatto, pronto a difendere la ragazza, ma qualcosa lo aveva fermato. Gli occhi di quella ragazza. La gentilezza era svanita. Erano diventati fieri, sprezzanti, e guardavano i Serpeverde come se fossero poco più che vermi.
    Troppo stupito per reagire, Snow aveva semplicemente ascoltato il discorso di Daphne. Che dire...li aveva smontati, e anche con classe. Non c'era dubbio che fosse una Lestrange. Ma era piacevole che fosse così brava ed indipendente. Non era una cosa facile da trovare, al giorno d'oggi.
    Subito dopo Daphne si era girata verso Snow e, come se non fosse successo niente, aveva parlato.

    Dicevamo?

    Snow non aveva potuto fare a meno di sorridere. La aveva guardata un secondo, poi aveva scosso la testa e aveva continuato a proseguire verso il tavolo. Avrebbe dovuto ringraziarla, prima o poi.
    Dopo aver consultato il libro di Trasfigurazioe, Snow lo passò alla ragazza, che lo ringraziò e andò alla ricerca di un qualche incantesimo. Dopo qualche secondo lo trovò: era l'incantesimo Avifors, uno dei più strani di quelli del Quinto Anno. Quindi, probabilmente, lei faceva il quinto anno. La osservò mentre studiava, cercando di non starle troppo vicino e di non "starla a guardare" troppo. Alcune a volte se la prendevano, misteriosamente.
    Snow giochicchiò con la bacchetta, studiando il movimento del polso che doveva fare per eseguire il proprio incantesimo. Seguì un silenzio alquanto imbarazzato, almeno da parte del ragazzo, che non sapeva proprio che fare. Avrebbe dovuto congedarsi?

    ...Scusa.

    Borbottò dopo un po', sussurrando in un tono così basso che dubitava che qualcuno lo avesse sentito. Anche se lei era abbastanza vicina da sentirlo.

    Forse dovrei lasciarla studiare.

    Pensò Snow, non sapendo bene che fare. Si mise a guardarla.

    Ahhh, che casino! C'è un motivo se preferisco agire! Uff...



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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    Il ragazzo sembrò leggermente imbarazzato quando la ragazza lo richiamò. Sia chiaro, ella non aveva la minima intenzione di farlo sentire a disagio, ma i Serpeverde presenti avrebbero sicuramente chiamato qualcuno che poi avesse potuto punire Daphne e Snow. La biondina, a dire il vero, in cinque lunghi anni di permanenza ad Hogwarts non si era mai messa nei guai, il suo comportamento era sempre stato tranquillo, proprio perché era nella sua indole non contrariare i genitori. Sarebbe, infatti, stata capace di sotterrarsi se suo padre gli avesse mandato una Strilettera o qualcosa del genere. Ricordava ancora quando, l’anno precedente, un suo compagno di Casata l’aveva ricevuto per una T in Pozioni. La Sala Comune dei Corvonero, quasi sempre non particolarmente caotica, era scoppiata in una sorta di ilarità fastidiosa solo ed esclusivamente per il povero malcapitato. No, odiava le Strilettere e non avrebbe mai sopportato una punizione.

    Ma tanto mio padre non si scomoderebbe ad inviarmi una Strilettera. Troppo tempo perso per la figlia che non avrebbe mai voluto.

    Pensò fra sé e sé, cercando di non incupirsi e dissimulando il suo stato d’animo. Non era una persona falsa, anzi, ma faceva semplicemente fatica ad esternare i propri sentimenti, soprattutto davanti alle persone che non conosceva o aveva appena conosciuto. Presa da questo suo stato d’animo quasi non si rese conto di aver risposto in modo estremamente pungente e scortese a quei Serpeverde. Normalmente, se non avessero interrotto i suoi deliri mentali, li avrebbe ignorati e, magari, ne avrebbe direttamente parlato con sua madre, ma, quel giorno, Daphne era di umore particolarmente variabile e Stevin non aveva fatto che infastidirla.

    Se l’è semplicemente meritato

    Si disse la ragazza per cercare di “lavare” la propria coscienza. Sebbene fosse una Lestrange, infatti, non era per niente abituata a trattare male le persone, ma quando era troppo, era troppo.
    Successivamente, si sedette con Snow al tavolo prescelto e, dopo aver ricevuto il libro, consultò la pagina con l’incanto Avifors.

    L'incantesimo Avifors,può essere considerato un incantesimo minore, consente la trasfigurazione di un oggetto o essere in uno stormo di uccelli o di pipistrelli. E' stato inventato da Ilyan Broser nel 1198 circa.

    La ragazza scrisse velocemente sul pezzo di pergamente che aveva accanto.

    Il controincantesimo per annullare Avifors o qualunque altro incantesimo è Finite Incantatem.

    Continuò a scrivere, ma il suo “studio” fu interrotto dal ragazzo che le stava parlando. Ottimo, si era completamente dedicata all’incantesimo e si era dimenticata di star studiando con una persona appena conosciuta.

    No, scusami tu, sono sta un po’ cafona.

    Si scusò con tono educato, facendo un cenno con il capo.

    Allora, sei al sesto anno?

    Gli porse questa domanda per rompere il ghiaccio.


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    Edited by ~MeantToBe - 15/7/2013, 22:15
     
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  12. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    Snow osservò la ragazza prendere appunti sull'incantesimo Avifors. Sembrava molto concentrata. Snow si ricordò le prime volte che aveva eseguito l'incatesimo: la prima volta, ovviamente, non aveva funzionato. La seconda volta, non sapeva come, aveva trasformato la sua tazza in un mucchio di topi dei colori dell'arcobaleno. La terza volta, invece, ci era riuscito...peccato che uno degli uccelli aveva deciso di fare i suoi "bisogni" sulla testa del professore. Be', senza dubbio era stato divertente. Il tema di 2 rotoli di pergamena sull'incantesimo lo erano stato di meno. Quando aveva provato a rispondere che, in realtà, l'incantesimo lo avevo fatto giusto, il professore aveva minacciato di far diventare magicamente 3 i rotoli. Snow si era zittito.
    Il ragazzo ridacchiò leggermente alla memoria. Alla fine ne era uscito, però.

    Anche quella è stata un'avventura!

    Quando parlò, la ragazza si distolse dallo studio. Ops, forse non avrebbe dovuto farlo. Era così concentrata che Snow si pentì di aver parlato. Come a volte gli capitava. Il problema era che a volte parlava troppo, ma non se ne pentiva comunque.

    No, scusami tu, sono stata un po' cafona

    Non capì. inizialmente, ciò che volesse dire. Dopo un paio di secondi, si illuminò. Intendeva quando gli aveva detto di non urlare. Snow non stava pensando a quello, in realtà.

    Be', oltre che per quello, intendevo per i Serpeverde. Se non fossi stata con me, non ti avrebbero detto niente. Anche se te la sei cavata egregiamente.

    Disse, guardandola leggermente ammirato. Non era così bravo a parlare. Come non si stancava mai di dire, preferiva le azioni, ed in quel caso sarebbero state abbastanza violente. Le parole potevano evitare i conflitti. Ma erano anche ingannevoli. Le azioni, invece, era difficile nasconderle sotto un velo, almeno secondo lui.
    Gli chiese poi se lui era del sesto anno. Il ragazzo annuì.

    Sì, esattamente. Dato che siamo con quei rimbambiti dei Serpeverde, siamo rimasti indietro nel programma, e abbiamo alcuni incantesimi ancora da fare. Tu invece sei al quinto anno, giusto? Quest'anno hai i G.U.F.O., immagino.

    Rispose, lieto che lei avese trovato un argomento di cui parlare.



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  13. ~MeantToBe
     
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    Daphne Renée Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th year

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    L’incantesimo Avifors le era sembrato una stupidaggine a lezione, ma, da quanto aveva avuto modo di leggere, era uno degli incantesimi minori più bizzarri, ma peggio riusciti nella Storia della Magia. Oggettivamente, chi avrebbe mai voluto o chi avrebbe mai avuto la necessità di trasfigurare un oggetto in uno stormo di uccelli o pipistrelli. Certo, sarebbe sicuramente stato qualcosa di teatrale, se ben riuscito, ma non utile. Daphne, come uno studioso Babbano che aveva letto pochi mesi prima, credeva nell’utile e nel connubio fra pensiero e azioni. A suo parere, era giusto pensare a qualcosa, ma il pensiero doveva essere strettamente legato e collegato all’azione che si doveva svolgere. Naturalmente, pensiero e azione dovevano necessariamente formare un binomio inscindibile. Secondo la biondina, infatti, chi compiva azioni senza pensarci bene prima, non solo non poteva essere considerata una persona razionale, ma non poteva nemmeno lamentarsi se le cose non andavano per il verso giusto. Sia chiaro, anche le cose meditate potevano andare male, ma, in quel caso, si ci poteva ritenere giustificati in un certo senso. Ovviamente, come tutte le persone al mondo –magico e non- Daphne predicava bene e razzolava male: si era comportata letteralmente da cafona non rivolgendo più la parola al ragazzo e, quindi, decise di rimediare. Il ragazzo, parlò.

    Be', oltre che per quello, intendevo per i Serpeverde. Se non fossi stata con me, non ti avrebbero detto niente. Anche se te la sei cavata egregiamente.

    Ascoltò le sue parole e cercò di trattenere una risatina divertita.

    Se non fossero persone grette e meschine, magari, non avrebbero detto niente nemmeno in questo caso.

    Esordì, cercando di mantenere il suo tono calmo.

    Inoltre, sono anche estremamente stupidi. Sai, non che sia motivo di vanto ultimamente, ma i miei sono le persone che sono e, ovviamente, noi discendenti di famiglie nobili siamo rimasti in pochi. Nella loro becera mente i Serpeverde credono che ingraziandosi il mio favore, magari, entreranno a far parte della nostra cerchia. Peccato che, innanzitutto, non sono per nulla interessata alle attività che svolgono i miei parenti e, secondariamente, non amo le persone che cambiano atteggiamento in base alla compagnia con cui mi trovo.

    Pronunciò la lunga frase a voce bassa, a causa del luogo in cui si trovavano, ma con un tono leggermente strano. Quando nominò i suoi genitori, infatti, la sua voce si imperniò di una nota di amaro, come se lei stessa si rendesse conto che, alla fine, le persone che l’avevano che cresciuta non erano bravissime persone, anzi. Quando, poi, iniziò a parlare della storia dei Serpeverde, la sua voce si colorì di una leggera nota di sarcasmo. Daphne, a dire il vero, era una persona molto espressiva e, quindi, sebbene spesso cercasse di mantenere il tono più atono possibile, come suo padre aveva sempre cercato di insegnarle, alla fine, c’era sempre un qualcosa di più che traspariva dalle sue parole.
    Cambiando discorso, poi, gli pose una domanda generale su di lui. Il ragazzo rispose:

    Sì, esattamente. Dato che siamo con quei rimbambiti dei Serpeverde, siamo rimasti indietro nel programma, e abbiamo alcuni incantesimi ancora da fare. Tu invece sei al quinto anno, giusto? Quest'anno hai i G.U.F.O., immagino.

    Si trattenne dal ridere solo ed esclusivamente, perché si trovavano in biblioteca. Ovviamente, così come i Serpeverde del suo anno erano degli idioti, anche quelli più grandi non erano da meno e, come risultato, rallentavano l’andamento didattico dell’intera classe che, per inciso, poteva anche rischiare di arrivare impreparata ai G.U.F.O.. E fu proprio non appena lei pensò agli esami che il ragazzo glieli nominò.

    I Serpeverde sono degli idioti, a volte, penso che la maggior parte di loro abbia dei ritardi nell’apprendimento. Sono troppo tonti. Sì, sono al quinto e, a quanto pare, quest’anno gli esami toccano anche a me.

    Gli rispose con un velo di sarcasmo prima e sorridendo dopo.



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  14. Lord Arawn
     
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    Snow Lucifer * Scheda * Gryffindor, 6h year


    La ragazza, dopo aver ascoltato le parole di Snow, sorrise in un sorriso che per poco non sfociò in una risata.
    Parlò poi, con voce calma e sicura.

    Se non fossero persone grette e meschine, magari, non avrebbero detto niente nemmeno in questo caso.
    Inoltre, sono anche estremamente stupidi. Sai, non che sia motivo di vanto ultimamente, ma i miei sono le persone che sono e, ovviamente, noi discendenti di famiglie nobili siamo rimasti in pochi. Nella loro becera mente i Serpeverde credono che ingraziandosi il mio favore, magari, entreranno a far parte della nostra cerchia. Peccato che, innanzitutto, non sono per nulla interessata alle attività che svolgono i miei parenti e, secondariamente, non amo le persone che cambiano atteggiamento in base alla compagnia con cui mi trovo.


    Il ragazzo si trovò ad ammirare la sua nuova conoscenza. Parlava tramite ragionamenti evidenti e almeno apparentemente inconfutabili, utilizzando le parole giuste al momento giusto. Forse per la sua appartenenza ad una famiglia famosa, forse solo perché lei era fatta così. In ogni caso, Snow non poteva che essere d'accordo con lei.
    Gli venne in mente sua madre, che sembrava essere cambiata così tanto in così poco tempo. Solo perché lei era una Purosangue...chissà se anche lei si sarebbe abbassata a tal punto come quei Serpeverde. Il ragazzo sperava sinceramente di no, ma ormai con lei non c'era da stupirsi più di niente. Il ragazzo si ritrovò quasi a ridacchiare nel sentirla parlare: le sue emozioni fluivano dalle sue parole come un'ondata di piena...be', se lo vedeva anche lui, doveva essere abbastanza evidente. Snow sospirò leggermente, poi annuì.

    Certo, immagino. Probabilmente sono tutti lì pronti a chiederti un favore, a parlare bene ai tuoi genitori di loro...ho conosciuto gente del genere. Ovviamente, non parlavano con me. Sai, a volte la vita del Mezzosangue non è poi così brutta come possa sembrare. Vero, siamo continuamente richiamati e presi in giro dai Serpeverde e anche da altri, ma almeno il loro odio è completamente manifesto per noi, non fanno finta di essere simpatici per poi tradirci quando meno ce lo aspettiamo. Cosa che in effetti potrebbero fare, se non fossero così stupidi. Inoltre, penso che quegli insulti siano delle prove per rafforzare lo spirito, per aumentare la mia determinazione. Forse un giorno le cose cambieranno, forse un giorno i Mezzosangue non verranno più odiati. Però dovremo guadagnarcelo, e sono sicuro che prima o poi ce la faremo. In fondo, non siamo tanto diversi dai "purosangue", almeno a mio parere, ovviamente.

    Sussurrò a bassa voce, per non farsi sentire da nessun'altro. Sorrise alla ragazza. Be', un discorso niente male. Quand'era stata l'ultima volta che aveva parlato così tanto e in modo discretamente intelligente senza essere interrotto? Boh, chissà.
    A volte gli capitava di avere questi "colpi di genio" come li chiamava lui, durante i quali riusciva a parlare ampiamente e a dire anche cose abbastanza vere e intelligenti. Frelia commentava dicendo che era la "persona normale" che era in lui ad emergere. Dopo quei momenti, lui non le parlava più per il resto della giornata.
    Dopo aver cambiato discorso, Daphne parlò ancora.

    I Serpeverde sono degli idioti, a volte, penso che la maggior parte di loro abbia dei ritardi nell’apprendimento. Sono troppo tonti. Sì, sono al quinto e, a quanto pare, quest’anno gli esami toccano anche a me


    Lui annuì velocemente quando lei parlò della stupidità dei Serpeverde, e rispose al suo sorriso dopo.

    Ah, lascia stare, noi ce li abbiamo come compagni in quasi tutte le lezioni, raramente riusciamo a fare tutto. Soprattutto con alcuni, proprio non capiscono! Credo che qualcuno di loro non sappia nemmeno fare un Wingardium Leviosa decente!
    Ma stai tranquilla, gli esami non sono poi così difficili. Andiamo, li hanno superati i Serpeverde! Cioè, non so se mi spiego, ho visto uno di loro a Pozioni fare una pozione rosso fuoco quando doveva essere limpida e trasparente! Dai, non avrai problemi!


    Le sorrisi e le mostrai la mano con il pollice alzato. Un gesto un po' "babbano", ma che comunque rendeva molto. E lo avevo visto usare anche da altri maghi...chissà se sapeva cos'era. Be', ovviamente, però, essendo appunto un gesto "babbano", magari non lo aveva mai visto usare.

    Mah, ci saranno cose del mondo magico che non capirò mai!



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  15. ~MeantToBe
     
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    Daphne Reneé Lestrange * Scheda * Ravenclaw, 5th anno

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    Normalmente, soprattutto a causa della sua ferrea educazione, Daphne non esternava i propri sentimenti ed i propri pensieri, ma quel ragazzo, sebbene lo conoscesse da poco più di trenta minuti, le ispirava simpatia e, in quanto Mezzosangue, non avrebbe mai potuto raccontare quanto la biondina gli aveva appena detto. Non che le importasse cosa pensassero di lei i Serpeverde, ma si rendeva perfettamente conto che un pensiero del genere, se mai fosse stato esternato davanti ai propri genitori, le avrebbe causato un mare di guai. Suo padre e sua madre, Serpeverde, nobili e Purosangue, infatti, non sarebbero mai riusciti a sopportare l’idea di avere una figlia avente ideali del genere. Nella loro infinità cecità Purosangue, come la biondina usava chiamarla tra sé e sé, avrebbero preferito un figlio con ideali piatti e scontanti, fermamente legati alle linee guida del Ministero della Magia. Daphne, invece, si era, più volte, mostrata in leggero disaccordo con le autorità. Ovviamente, come era ovvio che fosse, non avrebbe preferito un periodo di “Terrore” come quello instaurato da Harry Potter e Albus Silente e, altrettanto ovviamente, sperava che i Reietti, gruppi di feccia umana che lottava contro il sistema, venissero catturati il prima possibile.
    Snow dimostrò di ammirare i suoi fluenti ragionamenti e, inaspettatamente, rispose in modo altrettanto articolato.

    Certo, immagino. Probabilmente sono tutti lì pronti a chiederti un favore, a parlare bene ai tuoi genitori di loro...ho conosciuto gente del genere. Ovviamente, non parlavano con me. Sai, a volte la vita del Mezzosangue non è poi così brutta come possa sembrare. Vero, siamo continuamente richiamati e presi in giro dai Serpeverde e anche da altri, ma almeno il loro odio è completamente manifesto per noi, non fanno finta di essere simpatici per poi tradirci quando meno ce lo aspettiamo. Cosa che in effetti potrebbero fare, se non fossero così stupidi. Inoltre, penso che quegli insulti siano delle prove per rafforzare lo spirito, per aumentare la mia determinazione. Forse un giorno le cose cambieranno, forse un giorno i Mezzosangue non verranno più odiati. Però dovremo guadagnarcelo, e sono sicuro che prima o poi ce la faremo. In fondo, non siamo tanto diversi dai "purosangue", almeno a mio parere, ovviamente.

    Sorpresa dalle parole appena ascoltate, sorrise al ragazzo che le sedeva di fronte. Egli, da un suo breve ma intenso discorso aveva capito gran parte delle cose che, spesso, le accadevano. Come aveva sottolineato il ragazzo, infatti, Daphne era sempre circondata da persone pronte a chiederle inviti e piaceri vari. Inviti e piaceri che, ovviamente, venivano rifiutati. Che fosse chiaro, Daphne non era per nulla una persona egoista e asociale e, magari, le avrebbe anche fatto piacere condividere la sua piscina, o il suo campo da Quidditch personale con qualcuno, ma i ragionamenti di quelle Serpi la infastidivano troppo. Inoltre, le sue compagne di stanza, rigorosamente Mezzosangue, non avrebbero mai avuto il coraggio di andare a soggiornare a villa Lestrange e, probabilmente, non sarebbero nemmeno state viste di buon occhio dai proprietari della tenuta stessa. Con attenzione e un certo interesse, successivamente, ascoltò le parole del ragazzo che le stava spiegando quanto non fosse male la vita dei Mezzosangue. A dire il vero, anche se superficialmente, Didi non si era mai interrogata di come potessero vivere quelle persone che, in fondo, erano uguali a loro, a suo modesto parere. E fu proprio nello stesso momento in cui nella sua mente vagavano dei pensieri riguardanti l’uguaglianza dei maghi, che il ragazzo espresse lo stesso concetto ad alta voce.

    Non posso che essere d’accordo con te.

    Si limitò a dire con un tono piuttosto serio. Quell’incontro casuale si stava dimostrando, forse, uno dei migliori mai fatti in cinque anni di scuola. Arricciò le labbra, guardando in modo piuttosto intenso ed ambiguo il ragazzo che stava continuando a parlare.

    Ah, lascia stare, noi ce li abbiamo come compagni in quasi tutte le lezioni, raramente riusciamo a fare tutto. Soprattutto con alcuni, proprio non capiscono! Credo che qualcuno di loro non sappia nemmeno fare un Wingardium Leviosa decente!
    Ma stai tranquilla, gli esami non sono poi così difficili. Andiamo, li hanno superati i Serpeverde! Cioè, non so se mi spiego, ho visto uno di loro a Pozioni fare una pozione rosso fuoco quando doveva essere limpida e trasparente! Dai, non avrai problemi!


    Ascoltò le parole del ragazzo e non si stupì del fatto che stessero sempre in coppia con i Serpeverde. Per un ridente scherzo del destino, sebbene le due case fossero sempre in combutta fra loro, il connubio Serpeverde-Grifondoro, sembrava non voler essere sciolto da nessun professore o preside. A suo parere, però, questo tipo di organizzazione delle lezioni era discriminante per svariati motivi. Innanzitutto, come aveva sottolineato qualche giorno prima una delle sue compagne di stanza, spesso alcuni studenti, seppur dello stesso anno, non si conoscevano fra loro e, secondariamente, venivano alimentate competizioni interne di proporzioni epocali. Che fosse chiaro, a Daphne, come quasi a tutti i Corvonero, la presenza di persone come i Tassorosso, la cui utilità nella scuola non era ancora ben chiara, non dispiaceva, ma sarebbe stato più stimolante frequentare lezioni con i Grifondoro e, perché no, con i Serpeverde.

    L’orario sarebbe da rivedere.

    Disse la ragazza che, però, si pentì quasi subito di aver esplicitato una proposta del genere. Proposta che, per fortuna, non era stata ascoltata da nessuno se non da Snow. Ovviamente, a Daphne avrebbe fatto piacere che cambiasse l’orario, ma, con l’eventuale cambiamento di esso, avrebbero anche potuto avere lezione con i Serpeverde che avrebbero potuto rallentare l’apprendimento e nell’anno dei G.U.F.O. non era proprio il caso.

    Beh, dipende anche da come li hanno superati

    Disse con tono piuttosto sarcastico, in risposta a quanto era stato appena detto dal ragazzo.

    Un consiglio: questo non farlo.

    Disse riferendosi al gesto puramente e tipicamente Babbano che il ragazzo aveva appena fatto. Le sue parole, però, furono accompagnate da un gesto inconsueto: la mano affusolata della ragazza si era allungata verso quella protesa del ragazzo e l’aveva stretta in una sorta di pugno atto a nascondere quel pollice all’insù.



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