Corri... e non voltarti indietro.

X Frelia.

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  1. ˜Michael˜
     
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    Michael Simon Jensen * Scheda * Studente Corvonero. 7° anno.


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    << Corri corri, piccola sanguisuga occhialuta. Ci vediamo a lezione di Arti Oscure. >>
    quella voce ironica e sprezzante aleggiò nel lungo colonnato in pietra, portandosi dietro il segno indistinto di una minaccia ben ponderata. Cinque ragazzi Serpeverde del settimo anno, fermi all'inizio del ponte, si sistemarono il cravattino e risero all'unisono, piegati in due e con le lacrime agli occhi. Che divertente! Oh sì, c'era proprio da sbellicarsi dalle risate in quel momento. Michael correva a perdifiato per tutta la lunghezza del ponte, inciampando ogni due passi sulle sue scarpe bucate e sul mantello strappato. In mano teneva un paio di occhiali spezzati in due e la vista offuscata gli rendeva impossibile distinguere le sagome dei vari attrezzi che sostavano sui bordi della struttura.
    Avvertiva un amaro sapore metallico in bocca, a causa del taglio che gli percorreva il labbro, ed era certo di avere una leggera commozione cerebrale. Li odiava! Li odiava con tutto se stesso ed era stanco di dover scappare ogni mattina da loro, rischiando di perdere le lezioni successive. Quelle serpi si stavano prendendo un brutto bruttissimo vizio e Michael era sicuro che ci fossero delle ferree regole che vietavano i pestaggi di altri studenti per il semplice diletto. Era sicurissimo di averlo letto una volta, da qualche parte ma non sapeva dove nè come ritrovare quegli appunti.
    Le voce dei ragazzi serpeverde si dispersero nella fredda aria autunnale e Michael rallentò il passo costringendosi a voltarsi: doveva accertarsi che non lo stessero seguendo. Strizzò gli occhi e vide cinque sagome lontane che si allontanavano verso il castello, perciò tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere a terra, con il fiatone.
    Gli bruciavano i polmoni dalla fatica, il labbro era impossibile toccarlo ed era sicurissimo di avere qualche livido in posti che non credeva potessero far male.
    << Dannati idioti senza alcun cervello. >>
    lo bisbigliò ancora impaurito ed estrasse la bacchetta da sotto gli abiti. Era solito nasconderla in modo che nessuno potesse prenderla e giocarci a suo piacimento. Chissà che ore si erano fatte e quanto tempo aveva prima di andare alla lezione di Arti Oscure.



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  2. Frelia Hudson
     
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    * F R E L I A *




    Aveva appena discusso con Alton e stava seriamente pentendosi di non avergli dato un bel pugno sul naso. Se ne stava pentendo nonostante riconoscesse senza troppi problemi che non sarebbe stata poi l'idea dell'anno.
    Alton non le piaceva, non le piaceva affatto. Sempre lì, con quell'aria da ribelle a tutti i costi, da giustiziere della notte, ma chi si credeva di essere, l'unico a subire la situazione che tutti vivevano? L'unico provvisto di coraggio per mettersi contro tutti i professori di quella maledetta scuola?
    Ah, certo, proprio un grande Paladino!
    C'era qualcosa di profondamente sbagliato nella nuova Hogwarts, questo se ne rendeva conto anche lei, come se ne rendeva conto Snow, come lo sentivano altri. Voglio dire, non ci voleva un genio! Frelia odiava come i professori sembravano godere così intensamente delle norme severe che "dovevano applicare", ma soprattutto come sembravano divertirsi a stare in silenzio - anzi, a volte ad appoggiarli! - quando vedevano i serpeverde prendersela con studenti di tutte le altre case e infierire sui più piccoli.
    Ma tutta la solidarietà di Frelia verso gente come Alton finiva al macero bellamente quando si scontrava con quella faccia strafottente, da "Giusto" a tutti i costi.
    Che odiooo!
    Non potete immaginare come poteva farle scattare istinti omicidi la gente che giocava a fare "l'irreprensibile", l'eroe", che guardandoti sembrava sempre dirti: "Voi che non trovate il coraggio di tenere testa a Mulciber e Kostner" siete solo dei codardi!"
    Grande coraggio ci vuole...a fare gli eroi rischiando che tutto ricada sugli altri!
    Calciò l'ennesimo sassolino sul sentiero che dalle pietre riportava al castello, salendo verso il ponte sospeso. Il sassolino si immerse nell'erba e il suo rotolare perse interesse per Frelia, che intascò fischiettando le mani nelle tasche della pesante mantella di lana scura. Un istante dopo, quando stava per salire e iniziare a percorrere il ponte, dovette appiattirsi di corsa da una parte, contro una delle prime colonne, al sopraggiungere di corsa del gruppetto di Serpeverdi in missione speciale. Dei geni del crimine, in pratica.
    Johnson, i due Lannister e i gemelli Kirk.
    Frelia, inutile dirlo, odiava anche loro...forse anche più di quanto odiasse Alton. Loro si impegnavano particolarmente nell'arte di farsi odiare.
    Li sfidò con lo sguardo e quel sorrisetto un po' così sulle labbra, quando si fermarono davanti a lei.
    << Ecco un'altra perla di Hogwarts! La Hudson! >>
    << Qualcosa da dire, Lannister? >>
    << Non adesso, per adesso ci siamo divertiti a sufficienza con il tuo amichetto. >>
    Corrugò leggermente la fronte, pensando tra sé a quale amichetto potessero riferirsi, ma decisa a non dare loro la minima soddisfazione. << Se intendi Alton, potrei anche farvi un monumento. Lo sopporto quanto voi: zero. >>
    Richard Lannister incrociò le braccia.
    Frelia Hudson restò impassibile.
    << Stai fingendo. Questo vuol dire che ci divertiremo sul serio quando lo vedrai. Ci si vede a lezione, Hudson, non fare tardi! >>
    Mpf. Coglioni patentati!
    Affrettò il passo lasciandoseli alle spalle, sicura che stessero già pensando a qualcuno dei loro "scherzi"...
    La voglia di una lezione di Mulciber era sotto lo zero, così come non smaniava certo di richiudersi in generale tra le mura della scuola. Se si affaccendò a uscire al più presto dal ponte fu appunto per scoprire il prima possibile cosa avessero combinato i simpatici soggetti.
    Quella che era soltanto poco più di un'esigenza...un proposito che per ora le stava mettendo addosso una preoccupazione ancora vaga, divenne angoscia quando iniziò a riconoscere la figura seduta all'altra estremità del ponte.
    << Michael! >>
    Mentre correva verso di lui, l'angoscia dentro di lei stava già sentendo salire la rabbia ad affiancarla.
    << Schifosi figli di...>> imprecò, rannicchiandosi sui talloni accanto a lui. << Come stai? >>
    Aveva un labbro spaccato, la mano tremante nell'impugnare la sua bacchetta, gli occhi chiari sgranati. << Ohi...Reagisci, prima che mi venga un infarto. Michael! >>


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    Edited by Frelia Hudson - 25/5/2014, 21:44
     
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  3. ˜Michael˜
     
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    Michael Simon Jensen * Scheda * Studente Corvonero. 7° anno.


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    Sentì una voce chiamarlo e sapeva bene di chi si trattava, anche se non riusciva a vedere altro se non una figura sfocata in movimento. Sapeva che correva e che l'avrebbe raggiunto in poco tempo ma era ancora scosso dai colpi ricevuti per potersi tirare su. Provava uno strano desiderio di nascondersi da qualche parte per non farla preoccupare ma era inutile. Lei era già lì, affianco a lui: sentiva il suo respiro sul volto.
    << Le parole, Hudson! Le parole. >>
    solo lui poteva trovare la forza di sgridare l'amica in un momento simile. Ma, se non l'avesse fatto, lei avrebbe continuato a spronarlo per parlare e il mal di testa sarebbe solo aumentato.
    Le tese i suoi occhiali e attese che lei li sistemasse. Non era la prima volta che accadeva una cosa simile e Michael provò uno strano senso di déjà vu.
    << Sto bene, Frelia. Sto bene. Credo di avere solo qualche costola rotta e poco tempo per andare a cambiare gli abiti strappati. Li aggiusto con la magia appena riesco a recuperare il respiro. >>
    gli sembrò di pronunciare quelle frasi al rallentatore, come se il tempo gli fosse avverso, ma non era affatto deciso a lottare anche con lui, perciò chiuse gli occhi e sorrise inconsciamente. E pensare che quella mattina aveva deciso di arrivare in anticipo a lezione per evitare un'altra punizione! Forse non era il caso di fare tutti quei progetti.
    << Che ci fai tu da queste parti? >>
    era una domanda lecita, visto che il ponte non era ancora accessibile. Ci stavano lavorando ed era stato consigliato agli studenti di non avvicinarsi troppo, per non rischiare di cadere di sotto, anche se Michael dubitava che qualcuno potesse accorgersi in tempo di uno studente svanito nel nulla.
    Per come si comportavano alcuni professori, il giovane corvonero aveva la netta sensazione che avrebbero preferito dimezzare gli studenti il prima possibile. In quel periodo volavano punizioni e nessuno faceva nulla. Si accusavano gli alunni senza un reale motivo ed era impossibile opporsi se non si voleva peggiorare la situazione.
    << Forse salterò la prima ora, che dici? Hanno rovinato il mio bellissimo visino delicato? >>
    l'umorismo glaciale di Michael era rinomato ormai! Chiunque lo conoscesse, non faceva nemmeno più caso a tutte le cavolate che era in grado di dire in certi momenti.



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  4. Frelia Hudson
     
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    * F R E L I A *




    << Certo che hai qualche costola rotta! E mi sto facendo schifo da sola, ma ti dico che se non vai in infermeria adesso ti ci spedisco personalmente a calci in culo. >>
    La delicatezza fatta persona, proprio. Che poi ti ha appena detto che ha la testa spaccata in due...
    << Cosa ci faccio non lo so...ma credo che per te non sia proprio una cosa negativa, no? Reggiti a me >> Non volle sentire ragioni e si portò una delle braccia dell'amico dietro il collo.
    << Michael, non fare il cretino! >> alzò gli occhi al cielo, quando capì che non voleva appoggiarsi. << Guarda che ho portato pesi ben più grandi di te, sai? Non mi chiamano scaricatrice di porto solo per il linguaggio da Oxford. >>
    Sorrise quando capì di averlo fatto rilassare almeno un poco.
    << Ti conviene saltare la prima, la seconda, la terza e la quarta ora. E io ora la salto insieme a te, ecco. Primo...>> prese la strada del deposito delle barche, << perché Mr. Capello d'Oro non mi farebbe entrare a quest'ora come se fosse niente. Secondo...perché voglio stare con te, non con quei decerebrati chiusi in un'aula. >>
    Dovette fermarsi un attimo, circa a metà del tragitto. Non perché fosse stanca, ma perché un rumore sospetto la fece voltare indietro.
    << Sai quante puzzette fanno? Peggio di Nagasaki >> riprese come se niente fosse, dopo aver appurato che la via era libera.
    << Allora...>> finalmente erano arrivati. Ormai poteva dire di aver affrontato quel pendio verso la banchina del lago in qualunque situazione, ora aveva all'attivo anche un amico ridotto a pezzi dai troll di turno.
    Sperò che la fortuna la aiutasse e che la porta della rimessa non facesse storie.
    No, questa non era andata bene.
    << Mentre ci riprendiamo un po'...>> disse iniziando a spingere per forzarla. << ...parla un po' tu. Cosa volevano quei bastardi? >> Lo portò vicino alle panchine e lo fece sedere senza troppi complimenti.


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  5. ˜Michael˜
     
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    Michael Simon Jensen * Scheda * Studente Corvonero. 7° anno.


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    Sballottato! Questa sarebbe stata la parola del giorno per Michael. Oltre che sentirsi un sacco di patate pesante e impotente, l'amica era decisa a procurargli nuovi lividi che non sarebbero svaniti con facilità. Si vide prendere di peso - con fitte di dolore alle spalle annesse e connesse - e trasportare avanti e indietro per il parco come se fosse facile superare quella salita. Aveva ancora il fiatone quando si fermarono davanti ad una porta chiusa. Se fossero stati dei semplici babbani, quella porta non si sarebbe mai aperta sotto il loro peso, ma erano maghi! Avevano delle bacchette che facevano magie per loro e con loro.
    Guardò l'amica che si sforzava di spingere la maniglia e aprì la bocca per farle notare che sarebbe bastato un incantesimo di apertura, imparato il primo anno lì. Ovviamente si fermò prima di pronunciare quelle parole. Forse.... Potevano restare all'aperto, lontani dai loro compagni e da quel professore crudele. Sì... era la cosa più giusta e sicura in quel preciso istante.
    << Hudson! LE PAROLE! Dovresti smetterla di esprimerti come un camionista in procinto di bere l'ennesima pinta di birra nella betola più squallida di periferia. Non troverai mai un ragazzo che possa innamorarsi di te se continui di questo passo! Te lo dico sempre! Sii più carina e gentile. >>
    in realtà, lui adorava l'amica così com'era. Si conoscevano da troppo tempo perchè lui potesse odiare anche uno dei suoi difetti e sapeva di poter contare su Frelia. Era questo che importava ma, allo stesso tempo, desiderava che smettesse di usare le parolacce come intercalari dopo ogni respiro.
    << Comunque non dovresti saltare le lezioni. Sai quando Kiercoso sia suscettibile su questo. Se mancano i suoi alunni, come fa a vantarsi della sua bravura e bellezza? Deve avere il suo pubblico ogni santissimo giorno. >>
    era palese che odiasse il professore, anche se odiarlo andava contro ogni suo principio morale. Certo, lo faceva notare molto meno di Frelia ma entrambi pensavano le stesse cose su di lui. Entrambi sapevano che era un idiota patentato con una vita da schifo che sfogava le sue frustrazioni sugli alunni.
    Michael aveva persino scritto un saggio di protesta da portare al preside ma non aveva ancora trovato il coraggio di andare a parlarci di persona per fargli notare quante cose andassero da schifo in quella scuola. Era fermamente convinto di poter dare una mano con i suoi consigli e, prima o poi, avrebbe avviato un moto di protesta silenziosamente segreto.
    << Non so mai se temere più i nostri compagni o il tuo indelicato modo di scaraventare un malato sulla panchina! Avrò sicuramente delle nuove ferite a causa tua. Dovresti moderare la forza, sai? sono delicato come una pesca e profumato come una rosa. >>
    si fermò un attimo a riflettere sulla sua ultima frase e, in fine, scrollò le spalle sospirando.
    << La zia Helga lo dice sempre. Te la ricordi la zia Helga? Quella vecchia signora che abitava di fronte a casa... Quella che viveva con un sacco di pappagallini in casa. >>
    in realtà, era una donnina di ottant'anni che puzzava di piume bagnate e usciva di casa solo per inveire contro chiunque passasse davanti al suo giardino. Ma a Michael stava simpatica, soprattutto quando aveva deciso di prenderlo sotto la sua ala per difenderlo dai bulletti del quartiere.
    Stava cambiando discorso. Non aveva la minima intenzione di dire all'amica che lo avevano picchiato per ben due motivi. No e poi no! Si sarebbe infuriata ancora di più e avrebbe dovuto trovare una soluzione per calmarla prima che scatenasse un tornado di dimensioni megagalattiche. Era meglio cambiare discorso, depistandola con vecchi ricordi.
    Sì, decisamente meglio!



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4 replies since 30/12/2013, 12:34   89 views
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